Saint Omer

Film 2022 | Drammatico, +13 122 min.

Anno2022
GenereDrammatico,
ProduzioneFrancia
Durata122 minuti
Regia diAlice Diop
AttoriKayije Kagame, Guslagie Malanga, Valérie Dréville, Aurelia Petit, Xavier Maly Fatih Sahin, Berkay Akinci, Salih Sigirci, Atillahan Karagedik, Ege Güner.
Uscitamercoledì 7 dicembre 2022
TagDa vedere 2022
DistribuzioneMedusa
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,34 su 31 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Alice Diop. Un film Da vedere 2022 con Kayije Kagame, Guslagie Malanga, Valérie Dréville, Aurelia Petit, Xavier Maly. Cast completo Genere Drammatico, - Francia, 2022, durata 122 minuti. Uscita cinema mercoledì 7 dicembre 2022 distribuito da Medusa. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,34 su 31 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 7 dicembre 2022

Una scrittrice segue un processo con l'obbiettivo di scrivere un adattamento moderno del mito di Medea. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards, ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Cesar, Il film è stato premiato a National Board, ha ottenuto 4 candidature a Lumiere Awards, ha ottenuto 1 candidatura a Spirit Awards, ha ottenuto 1 candidatura a Directors Guild, In Italia al Box Office Saint Omer ha incassato 102 mila euro .

Consigliato sì!
3,34/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,82
PUBBLICO 2,71
CONSIGLIATO SÌ
Il tema della maternità in un'opera incentrata sulla realtà e aperta alla complessità. Vibra di ciò che rimane invisibile.
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 8 settembre 2022
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 8 settembre 2022

Rama insegna letteratura francese all'università e scrive il suo prossimo libro sul mito antico di Medea. A ispirare le sue pagine è Laurence Coly, madre infanticida che ha 'affidato' la sua bambina al mare. Processata per il suo crimine, Laurence si rivela impenetrabile e contraddittoria. Immigrata senegalese, educata dai genitori a essere sempre garbata e composta, la sua deposizione è esemplare fino alla mostruosità. E in lei accusa e testimoni vedono soltanto un mostro da rinchiudere per sempre. Non la pensa evidentemente così la difesa, che pronuncia la sua arringa defensionale dotta, non la pensa così Rama, che assiste a un processo in risonanza costante con la sua vita e la sua gravidanza.

Dai suoi incontri con mondi che ignoriamo, Alice Diop deriva i suoi documentari, le sue immagini, i suoi protagonisti. Uomini e donne che rifiutano come lei di essere ridotti all'ambiente in cui sono nati e con cui non sembrano mai finire.

Con Saint Omer, il suo cinema persevera nell'esplorazione di un'assegnazione sociale per meglio fuggirla. Il film si apre allora su una donna nera in cattedra, un'intellettuale solenne come una regina, che non è dove ce l'aspettiamo ma è esattamente dove siamo. È forse per questo che i suoi film ispirano sempre una forza pacifica, una tensione nel montaggio che non dà niente per scontato e scommette sulla ricchezza dei segni che emanano dai volti, dai corpi, dalle situazioni o dai paesaggi. È così che ci fa intendere l'ingiustizia, così che ci allerta sull'esperienza della violenza razzista, sul vissuto dei neri e delle minoranze in seno alla Francia.

Autrice francese di origine senegalese, Alice Diop ha disegnato negli anni un ritratto obliquo della società francese, esplorando con generosità e rigore la singolarità di esistenze plurali. Con Nous, documentario del 2020, aveva percorso le banlieue parigine in lungo e in largo seguendo la RER B, fil rouge del suo racconto e linea di trasporto pubblico che attraversa l'Île-de-France da nord a sud, ovvero territori con uno status sociale terribilmente contrastato. Conosciuta fino ad oggi per i suoi documentari su temi sociali, debutta nella fiction ispirata da una storia vera.

Un crimine che nel 2013 ha scosso la comunità di Saint Omer, dove una donna ha ucciso la sua bimba e poi l'ha abbandonata sulla spiaggia di Pas-de-Calais. Il film, che prende il titolo dal luogo dei fatti, ripercorre il suo processo attraverso gli occhi di una scrittrice incinta del suo primo figlio.

Al cuore di Saint Omer c'è la maternità, al centro del tribunale un'imputata (Guslagie Malanda) che ci confronta con l'ambiguità della maternità. Un personaggio che non suscita forzatamente compassione ma rimbalza ogni semplificazione. Potente, mostruosa e se vogliamo patologicamente folle, Laurence Coly non è mai univoca. Per questa ragione la messa in scena di Alice Diop ci invita ad attendere, a guardare, ad ascoltare seduti in tribunale accanto a Rama (Kayije Kagame). E potete scommetterci che qualcosa accadrà, al limitare.

Così funziona il film che prende il suo slancio da un atto crudo e terribile. I fatti sono accertati, la colpa riconosciuta ma il punto è altrove, la pena inflitta all'imputata dipende largamente dalla sua personalità. Laurence ha un portamento fiero, una proprietà di linguaggio impeccabile, una gravità melanconica che suscita rispetto e trattiene la pietas. Ma quella misericordia, non sembra nemmeno volerla, è soltanto determinata ad affrontare il racconto della sua vita e quello breve della sua bambina. Ma più parla e più cresce il suo e il nostro disagio.

Sotto la sua dignità ribelle, la regista lascia emergere la fragilità, gli eccessi, il narcisismo, le allucinazioni, la gelosia verso un compagno troppo vecchio e troppo assente, la maledizione lanciata dai suoi antenati o forse dai fantasmi della sua coscienza. È dunque nelle forze oscure, nella stregoneria che Laurence invita la corte a cercare l'origine del suo gesto. Quella spiegazione alimenta la linea di difesa dell'avvocato, guida il film, sospeso tra due culture (quella francese e quella senegalese) e attiva la complessa negoziazione dell'autrice con l'accettazione e il rifiuto delle sue molteplici eredità.

Senza la presunzione di voler far luce sull'abisso dove si muove la figura mostruosa della madre criminale, Saint Omer è un'opera coerente con la filmografia di Alice Diop, incentrata sulla realtà e aperta alla complessità. Saint Omer, soprattutto, non è un ritratto, perché un ritratto è piatto e ha una cornice intorno. Attraverso la sua protagonista, l'autrice va oltre il segno troppo evidente, immediatamente associato a conoscenze precostituite e a pregiudizi, anche benevoli. Complice la requisitoria di Aurélia Petit, Saint Omer vibra di ciò che rimane invisibile, persone e luoghi che non guardiamo mai. Alice Diop filma le immagini mancanti di una mamma e della sua bambina che conserva una sorta di esistenza nel limbo della sua mente. 

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 26 dicembre 2022
Crispino Seidenari

Saint Omer vibra di un fascino sinistro, un’energia oscura che risiede nei recessi bui dell’animo umano, nei meandri imperscrutabili dove dimorano gli embrioni del male che, fecondati dal dolore e dalle ingiustizie subite, possono innescare la gestazione di mostri capaci di trasformare il male ricevuto in male da infliggere al mondo. Il film mette lo spettatore nella stessa posizione di [...] Vai alla recensione »

martedì 13 dicembre 2022
cinzia

A Venezia ha vinto il Gran Premio della Giuria (Leone d’argento) e il Leone del Futuro Opera Prima Luigi de Laurentiis.La protagonista, Rama, di pelle nera, e con i capelli pettinati a treccine, è scrittrice e docente universitaria di letteratura francese che volendo completare il proprio libro su Medea decide di assistere alle udienze processuali che vedono come imputata una giovane [...] Vai alla recensione »

giovedì 13 ottobre 2022
Cinzia

Saint-Omer di Alice Diop A Venezia ha vinto il Gran Premio della Giuria (Leone d’argento) e il Leone del Futuro Opera Prima Luigi de Laurentiis.La protagonista, Rama, di pelle nera, e con i capelli pettinati a treccine, è scrittrice e docente universitaria di letteratura francese che volendo completare il proprio libro su Medea decide di assistere alle udienze processuali che vedono [...] Vai alla recensione »

domenica 9 luglio 2023
Felicity

Saint-Omer si fonda su un linguaggio estremamente intimo e pittorico che associa la bellezza di inquadrature sobrie e fisse, dei veri e propri quadri, ai lunghi discorsi, spesso in camera, che i protagonisti rivolgono prima ancora allo spettatore che agli altri personaggi in scena. Questo connubio regala un approccio estremamente personale, di fronte al quale ci sentiamo nudi e coinvolti in maniera [...] Vai alla recensione »

lunedì 12 settembre 2022
giandolmen

Saint Omer ha vinto il leone d'argento a Venezia. Sabato sera in sala al Lido, pochi e freddi applausi. Nel film c'è tanta Medea, un po' di Francia (e occidente) e i suoi problemi con chi viene da lontano. Saint Omer starebbe meglio a teatro (è ambientato [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 16 dicembre 2022
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

A partire dalla cronaca del processo a Laurence, immigrata senegalese, madre infanticida, ci si inoltra verso un cuore di radicali intimità femminili, la maternità prima di tutto, come natura, cultura e infine enigma. In controcanto con una giornalista incinta che segue il dibattimento per riscrivere Medea, la biografia di Laurence (una regale Malanda) dovrebbe portarci a capire.

domenica 11 dicembre 2022
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Ci chiede di non giudicare, o di non farlo solo in termini morali, Saint Omer (Francia, 2022, 122'). Nel film della quarantatreenne Alice Diop si incontrano le storie di Rama (Kayije Kagame) e Laurence (Guslagie Malanda), sue coetanee e come lei di origine senegalese. Docente universitaria, Rama progetta di scrivere un libro su Medea, assassina dei suoi figli.

domenica 11 dicembre 2022
Fabio Ferzetti
L'Espresso

Gran parte di "Saint-Omer" si rivolge in un tribunale. Eppure il bellissimo film di Alice Diop - bellissimo e sconcertante non ha nulla del cinema processuale che conosciamo. Ogni parola pronunciata in quel tribunale viene dai verbali di un processo che la Francia segui col Cuore in gola, quello di Fabienne Kabou, 36enne di origine senegalese che il 25 novembre 2013 uccise la figlia di 15 mesi abbandonandol [...] Vai alla recensione »

sabato 10 dicembre 2022
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Mandiamo avanti i premi. Gran Premio della Giuria Panno scorso alla Mostra di Venezia, più il Leone del Futuro intitolato a Luigi De Laurentiis. Nata in Francia nel 1979 da genitori arrivati dal Senegal, Alice Diop gira quasi tutto il film dentro un tribunale. Inquadra una ex studentessa immigrata, giorno dopo giorno sul banco degli imputati con addosso sempre la stessa maglia a maniche corte color [...] Vai alla recensione »

sabato 10 dicembre 2022
Giovanni Guidi Buffarini
Corriere Adriatico

Primo lungo di finzione di Alice Diop, gran documentarista francese di origini senegalesi, giovane voce fra le più potenti del cinema odierno. Anche Saint Omer parte dalla realtà, un processo per infanticidio, imputata una immigrata dal Senegal. Laurence ammette di aver ucciso la sua bambina (15 mesi) ma si dichiara non colpevole. È intelligente, ha studiato, ma tira in ballo la stregoneria.

sabato 10 dicembre 2022
Enrico Danesi
Giornale di Brescia

Leone d'Argento a Venezia 79, «Saint Omer» rappresenta l'esordio nella fiction di un'apprezzata documentarista francese di origini senegalesi, e deriva il titolo da una località in cui ebbe luogo un efferato infanticidio. Lo sguardo dell'autrice inquadra da vicino Rama, accademica e scrittrice, impegnata nel tentativo di riprodurre in chiave moderna il mito di Medea, che cerca spunti nel processo in [...] Vai alla recensione »

sabato 10 dicembre 2022
Nicolò Barretta
La Voce di Mantova

Tribunale di Saint-Omer. La giovane scrittrice Rama assiste al processo a Laurence Coly, una donna accusata di aver ucciso la figlia di quindici mesi, abbandonata all'arrivo dell'alta marea su una spiaggia nel nord della Francia. Durante lo svolgimento del processo le parole dell'accusata e le deposizioni dei testimoni metteranno in crisi le certezze di Rama e anche la nostra capacità di giudizio. Vai alla recensione »

venerdì 9 dicembre 2022
Elisabeth Franek-Dumas
Libération

Fare un film straordinario sulla maternità, partendo da un infanticidio. Realizzare un film asciutto, integro e intelligente a partire da una notizia di cronaca. Ecco i piccoli miracoli del film di Alice Diop, già autrice del bellissimo Nous, premiato a Berlino nel 2020. Ossessionata dalla vicenda di Fabienne Kabou, che nel 2013 abbandonò a morte certa la figlia di quindici mesi su una spiaggia del [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 dicembre 2022
Marco Minniti
Asbury Movies

A rimpolpare la selezione francese del concorso di questa 79a edizione della Mostra del Cinema di Venezia, finora consistente essenzialmente in due titoli piuttosto lontani tra loro (l'adrenalinico Athena e l'intimista - convenzionale ma onesto - I figli degli altri) arriva ora questo Saint Omer, opera che segna l'esordio nel cinema di finzione per la documentarista Alice Diop.

giovedì 8 dicembre 2022
Roberto Nepoti
La Repubblica

Il primo film di finzione di Alice Diop, documentarista apprezzata, è basato - in realtà- su un fatto autentico: l'infanticidio di una neonata in una spiaggia presso Calais. La regista, che assistette al processo, ne ha ricavato un film pluripremiato a Venezia (Leone d'argento Gran premio della giuria e Leone del futuro - Premio opera prima "Luigi De Laurentiis") e scelto per rappresentare la Francia [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 dicembre 2022
Michele Gottardi
Il Mattino di Padova

La documentarista francese Alice Diop ha esordito nella fiction presentando "Saint Omer" alla Mostra del Cinema dello scorso settembre, con un successo impensabile al punto da ricevere il Leone d'oro del futuro, riservato agli esordienti, e addirittura il Gran premio della Giuria principale. Il tema è quello della maternità, negata o tradita, da parte di una madre senegalese, ma soprattutto della [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 dicembre 2022
Gabriele Porro
Cult Week

Non c'è ancora traccia, purtroppo, sugli schermi italiani di All the Beauty and the Bloodshed, il bellissimo film di Laura Poitras che racconta vari decenni di creazione e battaglie sociali della grande artista multimediale Nan Goldin, vincitore pochi mesi fa dell'ultimo Leone d'Oro. Ha invece avuto migliore fortuna l'altro titolo rivelazione dell'ultima Mostra di Venezia tutto al femminile (regia, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 7 dicembre 2022
Lidia Saller
Il Giornale

Rama è una scrittrice incinta, al quarto mese. Durante la stesura della sua Medea, assiste al processo di Lauren Coly, giovane donna senegalese accusata di aver ucciso la pro- pria figlia di quindici mesi. L'indagine ricerca le cause del gesto, scandagliando tra il passato della donna, l'estrazione sociale e culturale, la psiche umana. Il punto di vista coincide con quello della protagonista che osserva [...] Vai alla recensione »

martedì 6 dicembre 2022
Mariuccia Ciotta
Film TV

L'immagine fissa di Laurence Coly (Guslagie Malanda), gli occhi demoniaci, la maglia color pelle d'immigrata senegalese, lievita in un clima di suspense. Perché ha ucciso la figlioletta di 15 mesi? Una notte d'estate ha lasciato che l'alta marea di Berck-sur-Mer, nei pressi di Calais (luogo tristemente simbolico), si portasse via il corpicino, ed eccola ora in tribunale.

giovedì 1 dicembre 2022
Alessandra De Luca
Ciak

Tribunale di Saint-Omer. La scrittrice trentenne Rama assiste al processo di Laurence Coly, una giovane donna accusata di aver ucciso la figlia di 15 mesi dopo averla abbandonata sulla riva di una spiaggia del nord della Francia. Rama intende trarre dal caso una rivisitazione contemporanea del mito di Medea. Ma mentre il processo va avanti, nulla procede come previsto e la scrittrice, incinta di quattro [...] Vai alla recensione »

venerdì 23 settembre 2022
Antonio Pezzuto
Close-up

Una decina di anni fa, alla Mostra internazionale del cinema di Pesaro, venne fatta una personale su un giovanissimo regista francese, che poi, nel corso degli anni, ha acquistato sempre maggior peso ed importanza nel panorama del documentario internazionale. Il regista si chiama Jean Gabriel Periot, e aveva presentato, tra gli altri, un bellissimo breve documentario, Eût-elle été criminelle.

venerdì 16 settembre 2022
Laura Tuillier
Libération

Il primo film di fiction di Alice Diop, ultraradicale e volutamente poco spettacolare, parte dalla vicenda di Fabienne Kabou, la donna originaria di Dakar condannata a vent' anni di carcere nel 2016 per infanticidio. Diop mette in piedi un confronto tra la protagonista del film, una giovane scrittrice che assiste al processo, e il racconto dell'imputata.

martedì 13 settembre 2022
Eddie Bertozzi
Film TV

Al tribunale di Saint-Omer, la senegalese Laurence Coly è alla sbarra con l'accusa di aver ucciso la figlia di 15 mesi. Ad assistere al processo c'è Rama, giovane intellettuale incinta. Parole, deposizioni, ipotesi. Il teatro della giustizia e l'influenza del preconcetto culturale. Il nostro giudizio e le nostre rassicuranti opinioni, non solo quelle strettamente legate al caso, vengono messe sempre [...] Vai alla recensione »

venerdì 9 settembre 2022
Tonino De Pace
Duels.it

In ogni edizione del festival, dei festival, un comune denominatore segna le insospettabili relazioni tra i film che, al di fuori di ogni schematico accomodamento, sembrano correre in parallelo per approfondire il senso di un concetto, di un tema che in modo inatteso li lega consolidando le ragioni che hanno spinto alla loro scelta. Accade anche quest'anno in questa 79a edizione della Mostra del Cinema [...] Vai alla recensione »

venerdì 9 settembre 2022
Giacomo S. Pistolato
NonSoloCinema

Laurence, giovane madre di origini senegalesi, ammette di aver ucciso la figlia di quindici mesi. Per seguire il processo alla donna e trarne materia letteraria, Rama, scrittrice al suo secondo romanzo, si reca a Saint Omer. Durante il dibattimento però, la ricostruzione dei fatti e della vita dell'imputata lentamente mettono in crisi l'idea della promettente autrice di dedicarsi alla scrittura di [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 settembre 2022
Francesco Alò
Il Messaggero

Ci siamo terrorizzati. Succede quando Madame Coly, giovane senegalese aspirante filosofa diventata infanticida, guarda in camera, con sguardo maligno e sorriso osceno, in Saint Omer di Alice Diop. Quell'occhiataccia è riservata, oltre che a noi, a uno spettatore d'eccezione del processo in cui è imputata Coly. Si chiama Rama, è una scrittrice e insegnante universitaria.

giovedì 8 settembre 2022
Cristina Piccino
Il Manifesto

All'origine di Saint Omer c'è un fatto di cronaca accaduto in Francia, una giovane donna senegalese che ha abbandonato tra le onde, a Berck-sur-Mer, il figlioletto di quindici mesi. All'inizio gli investigatori avevano pensato che fosse un piccolo migrante annegato in mare ma guardando le immagini nelle telecamere di sorveglianza hanno scoperto cosa era davvero accaduto.

giovedì 8 settembre 2022
Enrico Danesi
Giornale di Brescia

Anche «Saint Omer», debutto nella fiction della documentarista Alice Diop, affronta il rapporto tra genitori e figli. Rama, incinta, è una scrittrice che vuole riprodurre in chiave moderna il mito di Medea, per cui cerca spunti nel processo in corso contro Laurence, accusata di infanticidio. Ne nasce un confronto (indiretto) sul mistero dell'essere madre.

giovedì 8 settembre 2022
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

È una storia tragica quella che racconta "Saint Omer" della francese Alice Diop, fin qui apprezzata documentarista e al Lido con il suo esordio di finzione, unica opera prima tra l'altro in Concorso. La giovane scrittrice Rama di origine senegalese si reca a Saint Omer per assistere al processo a Laurence Coly, rea di aver annegato la propria bambina di pochi mesi, abbandonandola in una riva del nord [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 settembre 2022
Andrea Martini
Quotidiano Nazionale

Opera prima di grande forza drammatica "Saint Omer", della francese Alice Diop, sferza la comunità assopita del Lido. Nella cittadina, a due passi dall'Atlantico, si celebra il processo a carica di una giovane immigrata senegalese, rea confessa d'aver abbandonato la figlia di pochi mesi sulla battigia, in attesa dell'alta marea. Le ragioni del gesto? L'imputata ne adduce diverse.

giovedì 8 settembre 2022
Massimiliano Schiavoni
Quinlan

Medea. Il Mito. La Storia. Per Saint Omer, sua opera prima in fiction presentata in concorso alla 79esima Mostra di Venezia, Alice Diop sceglie di affrontare uno dei tòpoi culturali più assoluti dell'essere umano a tutte le latitudini del pianeta: la maternità, e per converso la sua più atroce trasgressione, il crimine di infanticidio perpetrato ai danni della propria prole.

mercoledì 7 settembre 2022
Michele Anselmi
Cinemonitor.it

Avvertenza: mi pare incongruo ogni paragone con la madre snaturata milanese che poche settimane fa ha lasciato morire la figlioletta di 18 mesi, lasciandola sola in casa sette giorni, per raggiungere il fidanzato a Bergamo. Eppure anche in "Saint-Omer" si parla di infanticidio, partendo da un caso di cronaca avvenuto nella Francia del 2016 per poi riflettere sui temi della maternità.

mercoledì 7 settembre 2022
Federico Pontiggia
La Rivista del Cinematografo

L'unica opera prima - su ventitré titoli, fa riflettere... - del Concorso di Venezia 79 è un grande film. La regista francese di origini senegalese Alice Diop non è digiuna di cinema, ma si è sempre espressa col documentario, per esempio Nous del 2021 premiato a Berlino: Saint Omer è il suo debutto nella finzione. Sebbene di finzione invero ce ne sia poca: "Nel giugno del 2016 ho assistito al processo [...] Vai alla recensione »

mercoledì 7 settembre 2022
Massimo Causo
Sentieri Selvaggi

Come sempre nel cinema di Alice Diop, l'approccio di Saint Omer è fenomenologico, parte da una condizione di fatto, dall'incontro tra la regista e un dato, una figura, un evento. Nel caso specifico si tratta di una notizia di cronaca, quella di una giovane donna di origini senegalesi (come la regista) che ha abbandonato la figlioletta sulla spiaggia di Berk, vicino Calais, lasciando che l'alta marea [...] Vai alla recensione »

mercoledì 7 settembre 2022
Roberto Manassero
Cineforum

Alice Diop è stata fino a oggi una documentarista. Da francese e da figlia di genitori senegalesi, ha raccontato la banlieu parigina e la condizione di straniera nel proprio mondo; la consapevolezza comune a migliaia di altre persone dell'evidenza del colore della loro pelle, dell'incertezza della propria identità e della paradossale invisibilità della propria esistenza.

NEWS
NEWS
martedì 6 dicembre 2022
Andrea Chirichelli

Diretto da Alice Diop è il film che la Francia manderà agli Oscar come candidato a miglior film straniero. Vai all'articolo »

TRAILER
mercoledì 16 novembre 2022
 

Regia di Alice Diop. Un film con Kayije Kagame, Guslagie Malanga, Fatih Sahin, Berkay Akinci, Salih Sigirci. Da giovedì 8 dicembre al cinema. Guarda il trailer »

NEWS
sabato 24 settembre 2022
 

Il film di Alice Diop oggi a Milano per Le vie del Cinema e il 29 settembre a Roma per Grandi Festival. Vai all'articolo »  

MOSTRA DI VENEZIA
sabato 10 settembre 2022
 

Il premio è stato assegnato dalla Edipo Re in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova e la partecipazione di MYmovies. Vai all'articolo »

MOSTRA DI VENEZIA
giovedì 8 settembre 2022
Marzia Gandolfi

Un film coerente con la filmografia della regista che sa raccontare anche gli aspetti invisibili della realtà. In concorso. Vai all'articolo »

winner
gran premio della giuria
Festival di Venezia
2022
winner
leone del futuro - premio luigi de laurentis
Festival di Venezia
2022
winner
miglior film d'esordio
Cesar
2023
winner
migliori film in lingua straniera
National Board
2022
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