Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Fabrizio Ferraro |
Attori | Domenico D'Addabbo, Emiliano Marrocchi, Fabio Fusco, Olimpia Bonato, Antonio Sinisi . |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Boudu |
MYmonetro | 2,42 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 ottobre 2022
Un film in bianco e nero che si rivolge al passato per interrogare la contemporaneità.
CONSIGLIATO NÌ
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Inverno 1944, Monti Marsicani. Quattro uomini vagano nella neve alta, affondando con il corpo e con lo spirito. Non sappiamo da dove vengono, non sappiamo dove stanno andando. Ma sappiamo cosa fanno e per cosa lottano: sono Antonio, Pietra, Rocco e il Comandante, sono partigiani. Salgono crinali, attraversano spianate, costeggiano crepacci. Si riparano sotto gli alberi quando investiti dalla bufera, riposano sul terreno gelido quando sono stanchi. I tedeschi e i fascisti possono essere ovunque, così il fucile va sempre tenuto al braccio, nonostante quasi scotti dal freddo. Poi incontrano una ragazza, che li guida in mezzo alla vallata sconosciuta. È una spia? O solo un'anima spaventata? Colpi di fucile, di pistola. Qualcosa sta per succedere.
I morti rimangono con la bocca aperta è un viaggio senza parole, senza appigli, senza certezze. Ma un viaggio che dobbiamo fare.
Che cinema è quello di Fabrizio Ferraro? Come cercare di sistemare questo autore che su un set fa quasi tutto (produttore, sceneggiatore, regista, direttore della fotografia, montatore), che da anni porta i suoi film in giro per il mondo, che costruisce progetti cinematografici che vanno avanti nel tempo e nelle storie? È un cinema di immagini, il suo, eppure poco visto. Di sbandamenti letterari, però sempre sotto controllo. Di impegno civile, ma fatto di pennellate poetiche.
E allora non è un caso se questo suo ultimo I morti rimangono con la bocca aperta - titolo bellissimo ed esemplare - stia nel concorso Progressive Cinema della Festa Cinema di Roma: una dichiarazione di intenti quella dei selezionatori, che mima l'angolo di Ferraro sul cinema. E, forse, sulla vita.
Non bisogna lottare per le parole. Mai. Anche se queste sono fari luminosi come Resistenza e Liberazione. Ma che te ne fai delle parole quando sei da solo, al freddo e braccato? Cosa ti spinge ad andare avanti e lottare se non il fuoco che c'è dietro quei termini, gli uomini e le donne come te, anche loro abbandonati, intirizziti, inseguiti? I fratelli, gli amici, i compagni che cadono e si rialzano assieme a te. Anche se sconosciuti e diversi, ci sono quelle parole che vi uniscono, ma siete voi ad alimentare tutto questo, a tenerlo in vita con le vostre azioni e le vostre testimonianze e le vostre memorie. Voi come Antonio, Pietra, Rocco e il Comandante. Forse si erano già sfiorati prima, in un'osteria o in una piazza, o forse si sono ritrovati a scappare dalle città per salire su in montagna, sempre più su, per continuare a lottare anche da lì. Soprattutto da lì. Assieme.
Il Comandante è pugliese, Pietra uno studente, Antonio e Rocco non dicono quasi nulla. Nessun parla troppo, non si può, i tedeschi e i fascisti potrebbero essere ovunque. Ci si conosce solo nella marcia, nel fucile tenuto in mano, nel riposo senza sonno. Potrebbero continuare così, tutti e quattro, per chissà quanto tempo, ad andare avanti nella neve e nella bufera. Assieme. Ma arriva qualcuno a riportare le parole. I rumori. I tradimenti e i mitra.
I morti rimangono con la bocca aperta è il quarto titolo di "Unwanted Series", progetto multi-filmico che Ferraro ha dedicato e costruito attorno alle figure dei ripudiati dalla nostra storia continentale (prima ci sono stati Gli indesiderati d'Europa, Checkpoint Berlin e La veduta luminosa). Ogni opera è un viaggio, un passaggio, uno stendersi verso la Natura e l'Uomo. Sempre a piedi, sempre camminando tra monti, foreste, gallerie, sentieri, confini, mai da soli ma sempre in compagnia, in ricordo di qualcuno o alla ricerca di qualcuno - anche noi stessi. L'hanno fatto il Walter Benjamin de Gli indesiderati d'Europa, il Mr.Emmer di La veduta luminosa, il regista di Checkpoint Berlin. Lo fanno i partigiani di questo I morti rimangono con la bocca aperta, inseguiti dai tedeschi e dai fascisti, attraversando i monti, contando solo su loro stessi.
Ma è davvero così? O forse sono loro gli inseguitori, ad essersi persi tra le gole, ad accusare una ragazza innocente? Come fai a sapere qualcosa quando là fuori è tutto bianco e sembra non scendere mai la notte, dove a parlare con te sono soltanto il vento, la tormenta, il gelo? Ferraro ce li mostra prima in quattro, poi in cinque, poi di nuovo in quattro, i partigiani e la ragazza, poi loro da soli, poi di nuovo uniti. Come loro non dicono nulla, Ferraro non ci dice nulla. Si perde anche lui nella montagna salvatrice ed assassina, inseguendo delle parole che sarebbero vuote senza quelle testimonianze, quelle memorie. Ascoltando il sommesso brusio di quelle bocche rimaste aperte.
Non c'è niente in questo film, solo la neve... Continuate così cari produttori registi e sceneggiatori italiani che contribuirete alla chiusura delle sale cinematografiche. &nbs [...] Vai alla recensione »
Pesce d'aprile fuori tempo: quattro sbandati che non si sa da dove arrivino e dove vadano si muovono faticosamente per montagne innevate; si scambiano pochissime parole in pesante dialetto perciò incomprensibile. Incontrano una ragazza e finisce lì. Fotograficamente vergognoso girato da chi non sa utilizzare il B/W mediante per altro una lente con scarsa risoluzione.
Visto all'Auditoriun di Roma in occasione della Festa del Cinema. È un grande film diverso da quello che ci viene proposto. Una sorpresa per gli occhi e per l'udito. Consigliatissimo.
Lento, inquadrature lunghissime su interminabili camminate e dialoghi incomprensibili.Non mi è proprio piaciuto.
Presente per il concorso Progressive Cinema alla 17ma Festa del Cinema di Roma "I morti rimangono con la bocca aperta", film diretto da Fabrizio Ferraro e interpretato dagli attori della Cooperativa Sociale Integrata "Passpartout": Emiliano Marrocchi, Domenico D'Addabbo, Fabio Fusco, Olimpia Bonato e Antonio Sinisi. L'opera è ambientata nel 1944 e racconta di un piccolo manipolo di partigiani che, [...] Vai alla recensione »
Con I morti rimangono con la bocca aperta, presentato in concorso alla 17ª Festa del Cinema di Roma, Fabrizio Ferraro torna a raccontare gli "indesiderati" della storia. Questa volta sono quattro partigiani che marciano senza sosta tra le nevi degli Appennini. A un certo punto, scrutando l'orizzonte, notano un movimento sospetto tra i cespugli. Si tratta di una ragazza che, secondo il capo della brigata, [...] Vai alla recensione »
Dopo La veduta luminosa, nel quale immaginava di mettersi sulle tracce del poeta Hölderlin, Fabrizio Ferraro torna stavolta al 1944, sui Monti Marsicani, nell'Appennino dell'Italia centrale. Quattro partigiani fuggono in mezzo alla neve. Sono inseguiti, cercano un rifugio, incontrano una ragazza. "Combattiamo per la libertà, per la liberazione, per la giustizia.
Come era facile preventivare, Fabrizio Ferraro è rimasto saldamente ancorato al proprio modus operandi cinematografico anche con questo I morti rimangono con la bocca aperta, presentato nel concorso Progressive Cinema alla Festa del Cinema di Roma 2022. A cui già in partenza dovrebbe spettare la vittoria almeno per il titolo maggiormente originale ed evocativo.