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La terra promessa di Gus Van Sant

Ritratto di un autore vocato al cinema indipendente e sperimentale.
di Mauro Gervasini

In foto il regista Gus Van Sant.
Gus Van Sant (Gus Greene Van Sant Junior) (71 anni) 24 luglio 1952, Louisville (Kentucky - USA) - Leone.

venerdì 8 febbraio 2013 - Approfondimenti

Promised Land, il nuovo film di Gus Van Sant in concorso alla Berlinale e nelle sale italiane dal 14 febbraio, racconta la storia di un agente di vendita interpretato da Matt Damon mandato in una cittadina rurale devastata dalla crisi economica per acquistare a un prezzo stracciato alcuni terreni. Il compito del funzionario si rivelerà più arduo del previsto, mentre non deve essere stato difficile per il protagonista, anche autore della sceneggiatura insieme a John Krasinski, da un soggetto di Dave Eggers, trovare il regista adatto. Il legame tra Damon e Van Sant è noto: il primo firmò insieme all'amico Ben Affleck il copione premiato con l'Oscar di Will Hunting - Genio ribelle (1997), da lui anche interpretato, secondo lavoro su commissione per il cineasta di Portland dopo il sottovalutato Da morire (1995). Chiara la strategia di Van Sant: alimentare la propria vocazione per il cinema indipendente e sperimentale lavorando nel sistema hollywoodiano. Che dal canto suo lo sceglie per raccontare storie particolari, più "autoriali" della media, spesso servite da performance attoriali importanti (ad esempio Sean Connery nella sua ultima prova degna di nota in Scoprendo Forrester, 2000). Anche il pluripremiato Milk (2008) appartiene a questa categoria. Non particolarmente originale rispetto ai biopic classici di scuola americana, e schiacciato da recitazioni fortemente mimetiche (non solo Sean Penn, anche Emile Hirsch, Diego Luna, James Franco...) il film sull'attivista gay Harvey Milk resta paradossalmente uno dei meno interessanti e personali dell'autore, identificato più con la tematica omosessuale che non con lo stile del racconto.

A interessare di più sono di Gus Van Sant gli esordi e i titoli marginali. Ormai dimenticato è il primo lungometraggio Mala Noche (1985), storia di due giovani messicani accolti a Portland da un uomo che si innamora di uno di loro, girato in 16 mm con inserti in Super 8 e molto debitore dei "toni" poetici della Beat Generation. Anche banco di prova per i due titoli successivi: Drugstore Cowboy (1989), con Matt Dillon "ribelle senza causa" tossicomane, e Belli e dannati (ma l'originale My Own Private Idaho è assai più significativo). Ancora un percorso marginale tra droga e prostituzione ma questa volta di due protagonisti, Keanu Reeves e River Phoenix, forse nelle loro più memorabili interpretazioni al servizio di un film disperato che mescola Burroughs e Shakespeare con potenti intuizioni figurative. Lo stile di Van Sant, in bilico tra realismo estremo e simbolismo, diventa riconoscibile e contribuisce a rendere My Own Private Idaho un cult movie degli anni 90, certo favorito dal "maledettismo" di Phoenix che morirà il 31 ottobre 1993, la notte di Halloween, per un'overdose di speedball.

Dopo una nuova collaborazione con Matt Damon, questa volta per un film antinarrativo come Gerry (2002), mai distribuito nelle sale italiane, Gus Van Sant firma il suo capolavoro, Elephant, con il quale vince una strameritata Palma d'oro a Cannes nel 2003. Ispirato alla strage di Columbine, segue con pseudo soggettive e attraverso una serie di piani sequenza l'intrecciarsi di diversi punti di vista. Quelli di vari studenti della scuola che sarà teatro della strage, focalizzandosi anche sui due assassini. Non si tratta però di una vera e propria adesione dello sguardo, secondo una tecnica identificativa persino scontata. Invece Van Sant, anche attraverso lo straniamento ambientale e soprattutto musicale (la colonna sonora di Beethoven mischiata alle "voci" della natura) crea una sorta di spersonalizzazione dell'insieme che allude al vuoto, alla mancanza di senso preludio a un atto di violenza tanto gratuito quanto, evidentemente, non casuale. Il titolo "elefante" proprio a questo allude: al pachiderma nella cristalleria che tutti fingono di non vedere, salvo poi raccogliere i cocci frantumati. Negli Stati Uniti il film non è mai uscito in sala ed è stato visto solo sulla tv via cavo.

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