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ONDA&FUORIONDA

Eccesso di trasgressione.
di Pino Farinotti

in foto una scena di La grande bellezza di Paolo Sorrentino.
Paolo Sorrentino (53 anni) 31 maggio 1970, Napoli (Italia) - Gemelli. Regista del film La grande bellezza.

domenica 9 giugno 2013 - News

In un suo intervento sul Corriere della sera intitolato Una libertà minacciata, Ernesto Galli della Loggia denuncia una tendenza - da parte istituzioni, organismi, da parte, per dirla in sintesi, di una certa cultura prevalente - che è diventata, parole sue, una rivoluzione antireligiosa focalizzata sull'Europa, dunque anticristiana. Non intendo commentare gli aspetti politici, gli ambiti pubblici, non è questa la sede e non è il mio specifico anche se, come scrittore e comunicatore... mi tengo informato. Mi limito al cinema, allo spettacolo e alla comunicazione. Non c'è dubbio che le indicazioni "artistiche" da parte di una fascia, cospicua e prevalente, della cultura di questa epoca, non siano piene d'amore verso la religione e la Chiesa. Assistiamo ad attacchi e a offese, anche violenti. È una moda e dovrebbe fare numeri alti di gradimento. Alla fine tutto, o quasi, si riduce a questo. Cultura-arte-spettacolo-comunicazione. Accentriamo tutto in un'unica parola, cultura appunto: le spettano tutti i diritti, può essere irriverente, irridente, dissacrante, persino blasfema, ma nel quadro dell'intelligenza e della qualità. Il "gusto" rientra nei due concetti.

Dominante
Il modello dominante delle proposte recenti è il video di David Bowie The Next Day, di cui molto si è parlato. Si racconta di un pub-bordello, frequentato da un prete, un cardinale, un religioso che si fustiga, donne nude, una prostituta protagonista (diciamo così), e altri co-protagonisti poco ...eleganti. Ci sono accenti horror, cupi, dark e altro. Al cardinale non manca il denaro per ottenere prestazioni, il prete è un esorcista e alla fine redime la bellissima prostituta, con tanto di sangue che sprizza dalle stigmate. Bowie è abbigliato come il Gesù e alla fine ringrazia Dio per tutto questo. Sopra dicevo moda e marketing. I protagonisti sono Marion Cotillard (La vie en rose, Inception, Midnight in Paris, Il cavaliere oscuro) Gary Oldman (Harry Potter, La talpa, Il cavaliere oscuro). Nomi e titoli pesanti, capaci di dettare comportamento e indicazioni. David Bowie, operato al cuore, dovette fermarsi. Per il grande ritorno, nove anni dopo, il produttore, Tony Visconti (!) e l'artista, hanno pensato a qualcosa di "eccezionale". Avrei gradito essere presente alla dialettica: facciamo qualcosa di scioccante, sconvolgente, scandaloso, puntiamo al massimo, non facciamoci mancare niente. E il marketing ha funzionato. Video subito nelle classifiche.

Festa
Jacopo Fo ha trasformato il funerale di sua madre Franca Rame in uno spettacolo. Citazioni, ideologia, canti, grande festa. Con l'immancabile pronunciamento "di moda". Dio è femmina e comunista. A Roma, durante un concerto per il primo maggio un cantante ha mimato la consacrazione dell'ostia, solo che in mano teneva un preservativo. I preservativi sono molto "in". Hanno contenuto un crocefisso e papa Ratzinger. Un Gesù dinamico in mezzo a un campo di calcio è stato usato come testimonial di un'agenzia di scommesse. Anche alcuni calciatori importanti si sono prestati alla mistica (Gesù, apostoli) per una società di telefonia. Anche il cinema di qualità porta le sue indicazioni, diverse da quelle dette sopra, ma sempre in chiave di ... suggerimento di moda. Certo, in ottimo stile.
Giorgio Diritti, da molti indicato come vertice del cinema italiano, peraltro amato da chi scrive, nel suo ultimo Un giorno devi andare narra della ricerca e del dolore di Augusta (Trinca) che naviga con una suora, sua parente, nelle acque del Rio delle amazzoni per portare la parola del signore. Suor Franca racconta agli indigeni la storia del bue e dell'asinello, distribuisce immaginette. Augusta assiste dubbiosa "ma zia, non lo vedi che non ti capiscono". Dubbio legittimo, ci sta. Nei termini della qualità di Diritti. Anche Sorrentino, altro "talento", nella Grande bellezza non resiste alla tentazione di rappresentare il grottesco della Chiesa, al quale non aveva resistito neppure Fellini. Ricordiamo bene Mastroianni, in 8 e ½,che si rivolge a un alto prelato, gli dice "eminenza, non sono felice", e il prelato gli spiega il canto di un cardellino, che si è levato non lontano. Anche nella "Grande bellezza" un cardinale, l'indispensabile Herlitzka, evita le domande "imbarazzanti" parlando solo di ricette di cucina. E una suora, semplicemente madre Teresa, si lascia venerare in una cena dove tutti pendono dalle sue labbra, senza mai aprire bocca, salvo poi dire che "le radici sono importanti". Dopo aver intrattenuto un gruppo di magnifici fenicotteri, la suora centenaria cerca di salire, con le ginocchia, lungo la scalinata della basilica di Santa croce in Gerusalemme, un sacrificio doloroso che concede l'indulgenza. Madre Teresa che ha bisogno di indulgenze... sopra ho detto "irriverente, irridente". Il cinema è alto, la rappresentazione intelligente, persino poetica, ma è anche un simbolo facile, quasi banale. Il film, quasi "beatificato" dalla critica, avrebbe potuto farne a meno.

Ribadisco. Si parla di comunicazione e di arte. I target non contano, non si tratta di praticanti, credenti, agnostici, atei, dubbiosi, indifferenti. Si tratta di qualità e di gusto. Nella misura opportuna, comune a tutti. Allora può anche legittimarsi la trasgressione, anche l'eccesso di trasgressione.

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