James Franco è uno dei personaggi più visibili del cinema di queste stagioni. È uno scattista travolgente. Ed è trasversale: passa dalla trilogia di Spider-Man al Pianeta della scimmie al prequel del Mago di Oz. Una plastilina che si adatta a tutto, un tuttofare intelligente. E ha solo 33 anni. Questa sua attitudine alla corsa e al salto in ... lungo-i-decenni ha forse una ragione in un certo ruolo che il regista Mark Rydell, quello di Sul lago dorato, gli propose nel 2001. Dare corpo e volto a James Dean. Mark si impegnò a modo suo e "divenne" Dean. E se tu impegni le tue forze su un modello del genere, così importante e coinvolgente, così intenso e ambiguo, qualcosa non può che annidarsi nella memoria e nella coscienza, e prima o poi salta fuori.
A Venezia Franco porterà una copia restaurata di We Can't Go Home Again, un film di Nicholas Ray, sarà presente la moglie del regista morto nel '79. Ray si connette alla prima passione di Franco, Dean appunto, perché fu lui a firmare Gioventù bruciata, il film che consacrò James come simbolo della generazione che tutto rimetteva in discussione, a cominciare dalla famiglia. E dunque,Dean si era "annidato", era diventato una magnifica ossessione: Dean e il suo mondo intorno, la gente intorno, e i destini intorno.

Segnale
Se la parola chiave è destino, ebbene Gioventù bruciata fu un segnale visibile e tragico. I protagonisti sono tre ragazzi, Jim (Dean) Judy (Natalie Wood) e Plato (Sal Mineo) in profonda crisi famigliare. Il più debole, Plato, il più compromesso, disperato e fuori controllo, finirà ucciso dalla polizia. Di James Dean sappiamo, il 30 settembre del 1955 morì su una strada della California, in un incidente frontale sulla sua Porsche 550 spyder. Natalie Wood fu trovata morta annegata il 19 novembre del 1981 al largo dell'isola di Catalina. La morte fu sempre misteriosa, si parlò di incidente, e anche di assassinio. Aveva 43 anni. Sal Mineo fu assassinato il 12 febbraio del 1976, a 37 anni. L'omicida era un fattorino di pizze a domicilio. Il movente era legato, pare, a una vicenda di omosessualità. Anche in quel caso comunque, nessuna chiarezza completa. Dunque Franco, Ray, Dean, Wood, Mineo. Catena tragica e indistruttibile. Erano gli anni Cinquanta, forse la più bella stagione del cinema di sempre. E uno dei segmenti era l'Actor's Studio, la scuola del metodo, dalla quale stavano uscendo talenti come Brando, Newman, Clift, lo stesso Dean e altri. Tutta gente che avrebbe cambiato il cinema.

Postumo
E James Franco non poteva, appunto, non esserne coinvolto e diventare una sorta di testimone postumo di quella strepitosa stagione. Il regista-attore, oltre al restaurato film di Nicholas Ray porterà a Venezia anche Sal, il film su Mineo appunto, di cui Franco è autore, regista e interprete. Si è tenuto un ruolo minore James, mentre Mineo è interpretato da Val Lauren, che assomiglia molto all'originale.
Sal era nato a New York nel '39, figlio di immigrati Siciliani: Minéo è un nome tipico dell'isola. Aveva certo qualcosa di particolare, era febbrile e inquietante. Lo notavi. Dopo il normale percorso iniziale, particine in teatro e in televisione, Nicholas Ray gli diede quella grande chance in Gioventù bruciata. Lo ricordiamo anche nel "Gigante" di Stevens, ancora vicino al suo amico James Dean. E in una piccola parte anche in Lassù qualcuno mi ama, questa volta partner di un altro principe dell'Actor's, Paul Newman. Era sempre un "maledetto e pericoloso scontroso". In Exodus, sempre con Newman, faceva un combattente israeliano e su quel set conobbe la biondina, quasi adolescente, Jill Haworth e la United Artists si affrettò a enfatizzare un loro flirt. Ma forse il flirt non ci fu neppure. Mineo, trasgressivo-aggressivo fu uno dei primi a dichiarare apertamente la propria omosessualità. Il sempre-ragazzo Sal si allineava a quella schiera di giovani, figli dell'Holden Caulfield creato da Salinger, che avrebbero dettato per anni quell'immagine di tristezza, malinconia e disperazione. L'attento, intelligente, travolgente James Franco ne fa un promemoria opportuno.