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Farley, l'ambiguo bellissimo

Muore a 85 anni l'attore Farley Granger.
di Pino Farinotti

Farley Granger insieme a Alida Valli in una scena del film diretto da Luchino Visconti, Senso
Farley Granger 1 luglio 1925, San José (California - USA) - 27 Marzo 2011, New York City (New York - USA). Interpreta Il tenente Franz Mahler nel film di Luchino Visconti Senso.

mercoledì 30 marzo 2011 - Celebrities

Farley Granger era nato nel '25, faceva parte di una generazione fortunata: gente come Brando, Newman, Clift, eroi "Actor's studio", dunque impegnati e febbrili, ma anche caratteri diversi, più leggeri, come Hudson, Curtis e Lemmon. Granger si poneva in mezzo. Era bellissimo, era certo febbrile, ma non trasmetteva la "cultura" dei primi o il disimpegno degli altri. La grande popolarità gli arrivò dall'Italia, da un maestro del cinema del mondo, Luchino Visconti. Quando il regista milanese decise di fare Senso aveva idee molto precise. Riteneva di aver esaurito la sua fase "realistica", con opere come La terra trema e Bellissima, e voleva dirigere un film di grande estetica e di discreto melodramma. Quando qualche critico, poco entusiasta, scrisse che Senso dopotutto era il Via col vento italiano, Visconti si arrabbiò meno del dovuto. C'era della verità in quella definizione. Senso era un vero e proprio quadro epico e colorato. Di gran classe naturalmente. La storia d'amore della contessa Serpieri, sullo sfondo della terza guerra di indipendenza. Dunque una composizione ricca e romantica, con un'estetica irresistibile: Venezia con le sue calli notturne, i suoi palazzi, il La Fenice col Trovatore di Verdi, bella gente come Massimo Girotti il patriota nobile e Alida Valli sensuale e pericolosa. Visconti cercava un seduttore villain e arrogante, tanto bello da essere ambiguo. E scelse Farley Granger nel ruolo del tenente Mahler. Il bel Farley si inseriva perfettamente nell'intenzione pittorica del regista, che si ispirava a dipinti di Signorini e Fattori, ma soprattutto ricostruì letteralmente il famoso bacio di Hayez, immobilizzando i due amanti in quella perenne memoria d'arte. Il tenente umilia col sesso la contessa, si rivela un opportunista maledetto, e alla fine paga le sue colpe con la fucilazione. Il triste-romantico Granger divenne il divo di tutte le copertine, ma finì per rimanere chiuso in quella cornice. Aveva 29 anni e non avrebbe più avuto prospettive all'altezza. Senso lo aveva immobilizzato. Ma qualche anno prima aveva dato ottime prove d'attore, scelto da un altro eroe del cinema, Alfred Hitchcock. In Nodo alla gola era il complice assassino di John Dall. Era la parte debole della coppia, sicuro e sprezzante Dall, pallido e sottomesso Granger. Fra i due si avvertiva una omosessualità neppure tanto latente. Nell'"Altro uomo", Granger era il tennista che viene coinvolto nel "reciproco" omicidio dallo psicopatico Robert Walker. Granger non aveva la personalità dei coetanei citati sopra, dunque dopo l'exploit di Senso dovette giocarsi una carriera in difesa. Fece televisione, qualche parte secondaria e, come succedeva agli attori in declino... tornò in Italia. Lo ricordiamo l'antagonista di Terence Hill in Lo chiamavano Trinità. Negli anni veniva ospitato nei programmi festivi, ed era sempre "quello che aveva fatto il tenente nel capolavoro di Visconti". Ormai ottantenne e fuori dai giochi, scrisse un'autobiografia in cui si confessava bisessuale, dichiarando relazioni con donne bellissime e famose e anche con uomini famosi e apparentemente machi. Dunque, ancora una volta "maledetto" e ambiguo. Ma è stato una presenza che si fa ricordare.

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