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Film nelle sale: The Social Network ti chiede l'amicizia

In uscita Porco rosso, Devil, Noi credevamo.
di Nicoletta Dose

Arriva in Italia The Social Network, film sulle origini di Facebook.
Jesse Eisenberg (Jesse Adam Eisenberg) Altri nomi: (Jesse Adam Eisenberg ) (40 anni) 5 ottobre 1983, New York City (New York - USA) - Bilancia. Interpreta Mark Zuckerberg nel film di David Fincher The Social Network.

venerdì 12 novembre 2010 - News

Un clic con il mouse e hai un amico in più. La logica di Facebook è semplice e affascinante allo stesso tempo. Niente imbarazzi o timidi impacci relazionali, ma solo un paio di secondi di pazienza e l'amicizia, seppur virtuale, ha inizio. Il meccanismo non è immune da implicazioni psicologiche disumanizzate e spesso si cade nell'assurdo: capita non di rado di essere 'amici' del vicino di casa, scambiarsi commenti sul social network ma a stento salutarsi per strada. Così, se da un lato si annullano le distanze tra le persone, dall'altro aumentano le nevrosi dei partecipanti e resistere all'impulso di curiosare tra i profili altrui diventa una tentazione alla quale è difficile astenersi. Però è vero, ogni volta che pubblichiamo una foto, un commento o un video, ci esponiamo allo sguardo degli altri e raccontiamo qualcosa di noi stessi. Che ciò che mostriamo, poi, non corrisponda al vero, è tutta un'altra – allarmante - faccenda. Il segreto del successo di Facebook e del suo giovanissimo fondatore Mark Zuckerberg si nasconde proprio in quell'illusione di apparire vincenti, o perlomeno interessanti, al giudizio degli altri. Per scoprire qualcosa di più sul fenomeno, si consiglia di andare in sala a vedere The Social Network di David Fincher, dove lo 'zimbello' Jesse Eisenberg, nella parte di Zuckerberg, ci racconta come è nata l'idea di Facebook e le conseguenze della geniale trovata. Tra festini e pettegolezzi, la storia di un ragazzo normale che diventa miliardario: tanti dollari, molti amici e qualche inevitabile nemico.

Volo accidentale di un anarchico
"Meglio porco che fascista!" L'eccentrico protagonista dell'ultima opera di Hayao Miyazaki, Porco rosso, è un amante della libertà di pensiero. Mentre sotto le ali del suo velivolo si consuma una della pagine più cupe della storia italiana - quella del ventennio fascista – lui pensa a stare lassù in cielo a volare, distante dalle brutture della terra. Il popolare regista nipponico incanta ancora una volta chi vuole lasciarsi andare alle bellezze di un sogno ad occhi aperti. Il film è stato girato nel 1992, prima della magica storia de La città incantata e della fiabesca avventura di Ponyo sulla scogliera ma esce solo adesso nelle sale italiane. Imperdibile per gli appassionati dei film d'animazione, rappresenta anche per tutti gli altri l'occasione di vedere e ascoltare un racconto di grande vitalità che supera i confini del realismo ma solo per affondare nella speranza le radici di una rinascita spirituale. Il Porco rosso è un eroe senza mantello che combatte i pirati del cielo e, in quella giustizia sommaria, grazie all'appoggio di una giovane meccanica, sogna e spera in un mondo migliore. Ad una purezza così autentica è impossibile resistere e anzi, per obbligo morale, non bisogna proprio opporsi.

Satana detta legge
Treni e ascensori. Chi ha paura di rimanere chiuso tra le pareti di un ascensore si astenga. Faccia lo stesso chi non sopporta la velocità dei treni. Devil e Unstoppable – Fuori controllo sono film che mettono alla prova fobie e terrori, premendo l'acceleratore sulle emozioni forti. Nel film di John Erick Dowdle c'è l'impronta di M. Night Shyamalan, qui in veste di produttore e autore del soggetto. Il senso di impotenza di fronte a oscure forze del Male è un marchio di fabbrica riconoscibile che qui si apre a nuove dinamiche, chiudendosi metaforicamente nello spazio ristretto di un ascensore bloccato. Cinque sono i protagonisti, diversi per classe sociale e temperamento. Uno è probabilmente un vassallo di Satana ma scoprirlo non sarà facile. L'altro film angoscioso del weekend, Unstoppable appunto, scorre invece lungo i binari della ferrovia. Il veterano Denzel Washington e il novello Chris Pine dovranno fermare la pazza corsa di un treno lanciato contro tutti, senza freni né rallentatori. Tony Scott si è affezionato ai treni in corsa. Dopo averci portato sottoterra nelle gallerie della metropolitana di New York con Pelham 1-2-3, risale in superficie per raccontarci l'ennesima lotta contro ciò che sembra inarrestabile.

Lezioni di storia a scuola
Ormai non ci pensiamo nemmeno più e facciamo male. Ma l'unità d'Italia non è una conquista così lontana nel tempo e dovremmo, per rispetto di chi è morto in nome di quel ideale, ricordarla e trasmetterla di generazione in generazione. Mario Martone prova a mettere insieme i pezzi del Risorgimento italiano e ci propone una lezione di storia che porta il titolo evocativo Noi credevamo. Una visione fatalista o un invito a credere ancora negli ideali? Toni Servillo, Francesca Inaudi, Luigi Lo Cascio e tantissimi altri si immergono nell'Ottocento per interpretare personaggi del passato ma che hanno molto in comune con la nostra disorientata attualità. Di problemi strettamente contemporanei, invece, si occupa Valerio Jalongo ne La scuola è finita, diario di un giovane ragazzo sbandato, protetto e risollevato da una coppia di professori che mescola lavoro e vita privata. Fare l'insegnante è sempre più complicato e questa piccola storia intima, imbottigliata tra le mura scolastiche, ci porta dentro e fuori i confini di un mestiere che non ha più limiti ben definiti. E infine la commedia, quella di Carlo Vanzina, ma non la solita ricetta del cine-panettone. Con Ti presento un amico le risate non mancheranno ma lo stile è più delicato e meno incline alla volgarità. Il cast femminile (Barbora Bobulova, Martina Stella, Sarah Felberbaum e Kelly Reilly) si contende le attenzioni di un aitante Raoul Bova in carriera. Ma l'amore non riesce a stare in disparte.

Bugie quotidiane in famiglia
"Ciao, come stai?" "Tutto bene, grazie". Uno degli scambi di parole più classici e diffusi è un esempio lampante di come sia faticoso ammettere di avere qualcosa che non va. La dolcezza di una piccola bugia come questa, detta per non dare fastidio o per incapacità a chiedere aiuto, è il simbolo dei nostri tempi. Bisogna mostrarsi sorridenti, appagati e felici. Praticamente perfetti. Ma Robert De Niro vuole andare a fondo nella questione. Così, quando si ritrova solo a passare la festa di Natale perché i figli gli danno buca, pur affermando di stare 'tutti bene', decide di fare le valige e andare a trovarli. In Stanno tutti bene di Kirk Jones, remake dell'omonimo film di Giuseppe Tornatore, la vita viene messa con le spalle al muro, interrogata e processata. Per dire che a volte è bene non fidarsi delle apparenze e osservare meglio cosa si cela dietro pesanti maschere sorridenti.

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