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Prossimamente al cinema: Due partite per il wrestler mai nato

Tra febbraio e marzo attese uscite internazionali e italiane.
di Chiara Renda

Impegno
Mickey Rourke (Philip Andre Rourke Jr.) (67 anni) 16 settembre 1956, Schenectady (New York - USA) - Vergine. Interpreta Randy 'The Ram' Robinson nel film di Darren Aronofsky The Wrestler.

mercoledì 11 febbraio 2009 - News

Impegno
A cavallo tra febbraio e marzo le uscite cinematografiche si fanno intense per numero e qualità. Si comincia con il vincitore dell'ultimo Festival di Venezia The Wrestler, opera straziante e decadente di Aronofsky nella quale Mickey Rourke si mette in gioco anima e corpo per dar vita alla parabola dell'ex pugile Randy "The Ram" Robinson, eroe del wrestling negli anni '80 oggi appesantito e decaduto. Accompagnato dalla struggente ballata di Bruce Springsteen il pugile di Rourke si muove alla ricerca delle cause del suo fallimento, dentro e fuori dal ring, attraverso incontri significativi.
Altrettanto drammatico il tema di Blindness, l'opera del brasiliano Fernando Meirelles (City of God, The Constant Gardener) tratta dal libro di Saramago: un'epidemia di cecità collettiva si diffonde improvvisamente in una piccola cittadina riportando la civiltà a una brutalità animalesca che potrà essere "redenta" solo grazie alla guida dell'unica donna vedente. Un film complesso sul peccato e sulle responsabilità morali della civiltà umana interpretato da attori del calibro di Julianne Moore, Mark Ruffalo, Gael Garcia Bernal e l'emergente Alice Braga.
Prima di passare a temi più disimpegnati, un altro film drammatico, reduce dal Festival di Berlino è Eden is West, il primo film del greco Costa-Gavras ambientato in Grecia, e in particolare all'interno della comunità degli emigranti che cercano un futuro dignitoso in Europa e sono costretti a vie illegali per concedersi una possibilità. Protagonista del film l'attivissimo Riccardo Scamarcio, ormai lanciato verso una carriera internazionale anche grazie ad Abel Ferrara.

Commedie, horror e fumetti
Più disimpegnati ma comunque molto attesi, soprattutto dal pubblico più giovane, Watchmen e Il mai nato, la classica trasposizione da fumetto di questi tempi molto in voga, e il discusso horror vietato in America ai minori di 13 anni a causa di scene di violenza e di un linguaggio sessualmente troppo esplicito. Se Watchmen racconta una storia di supereroi integrati nella società americana del 1985 ma in pericolo di vita, Il mai nato è un'opera di stampo demoniaco in bilico tra Rosemary's Baby e L'esorcista (secondo le parole del regista). Fortunato ai botteghini statunitensi, Il mai nato è la storia di Casey Beldon (Odette Yustman), cresciuta senza la madre e tormentata dall'anima di un "mai nato", il fratello gemello morto da bambino nell'Olocausto. Dietro la macchina da presa c'è David S. Goyer, sceneggiatore di Batman Begins, Il cavaliere oscuro e Ghost Rider e regista di The Invisible e Blade: Trinity: l'azione insomma è assicurata.
Chi invece al cinema preferisce rilassarsi potrà trovare ne La Pantera Rosa 2 e I love Shopping pane per i suoi denti: se l'ispettore Clouseau di Steve Martin non ha bisogno di presentazioni, forse non tutti conoscono la Rebecca Bloomwood di Sophie Kinsella, protagonista della fortunatissima saga di libri "I love Shopping". Interpretata per lo schermo dalla simpatica Isla Fisher e trasportata da Londra alla più glamour New York (sulla scia del successo di Sex and the City), Rebecca è una giovane giornalista, amante del divertimento e soprattutto dello shopping, che sogna di lavorare per il suo magazine preferito, fino a quando al colmo dell'ironia, riesce a strappare un lavoro come firma di una rubrica per un magazine finanziario pubblicato dalla stessa compagnia. Tra foulard di Hermès e carte di credito annullate, una commedia attuale, divertente e con love story annessa. Da vedere se avete amato Il diavolo veste Prada.

Gli italiani
Più insolite le uscite italiane di questo periodo: a cominciare da Iago, rivisitazione in chiave (post)moderna dell'Otello shakespeariano ad opera di Volfango De Biasi (Come tu mi vuoi). Dopo l'accoppiata Capotondi-Vaporidis del film precedente, il regista ha voluto questa volta la richiestissima Laura Chiatti (anche ne Gli amici del bar Margherita e Il caso dell'infedele Klara) nel ruolo di Desdemona contesa tra Iago/Vaporidis (giovane e capace studente di architettura di umili origini) e Otello/Aurelien Gaya (raccomandatissimo antagonista che prenderà il posto di Iago nell'allestimento della Biennale veneziana). Il film è infatti ambientato ai nostri giorni tra Venezia, Padova e Roma e si tratta – secondo le intenzioni del regista – di una riscrittura pop del testo originario in chiave sociale, un'opera di accusa contro il sistema di raccomandazioni che comanda il nostro paese. Sul versante più autoriale tornano invece a farsi sentire due validi registi come Giuseppe Piccioni ed Enzo Monteleone: se Piccioni (Luce dei miei occhi, La vita che vorrei) racconta ancora una volta un rapporto d'amore oscuro e contrastato tra un uomo (Mastandrea, nei panni di un celebre scrittore) e una donna (Valeria Golino) ambientata nel mondo ovattato di una piscina in Giulia non esce la sera, Enzo Monteleone (regista di El Alamein ma soprattutto sceneggiatore di Mediterraneo) si sofferma su una storia di donne esplorando i cambiamenti generazionali di madri e figlie dagli anni Settanta a oggi in Due partite. Il film racconta infatti un doppio mondo femminile: quello degli anni Sessanta, attraverso le vicende di quattro donne che si ritrovano davanti a un tavolo da gioco e, a quarant'anni di distanza, quello delle loro figlie. Nel cast alcune delle migliori attrici italiane, come le drammatiche Margherita Buy e Isabella Ferrari e le comiche Paola Cortellesi e Marina Massironi.
Per concludere, La siciliana ribelle è la storia realmente accaduta di una ragazza che denuncia un delitto di mafia, dicendo addio per sempre alla sua spensierata adolescenza. Dedicato e ispirato alla memoria di Rita Atria, costretta ad abbandonare la Sicilia e a vivere sotto falsa identità in un programma di protezione, questo doloroso percorso di formazione è firmato dal giovane regista siciliano Marco Amenta, già autore de Il fantasma di Corleone, documentario del 2006 su Bernardo Provenzano.

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