El Alamein - La linea del fuoco

Film 2002 | Guerra +16 117 min.

Regia di Enzo Monteleone. Un film Da vedere 2002 con Paolo Briguglia, Pierfrancesco Favino, Emilio Solfrizzi, Silvio Orlando, Giuseppe Cederna. Cast completo Genere Guerra - Italia, 2002, durata 117 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 3,72 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 25 novembre 2022

Un grande film italiano. Italiano buono per il mondo. Era tempo. Monteleone si è informato per anni e poi ha centrato tutte le misure, della vita in trincea, dei discorsi, del dolore. Ha vinto 3 David di Donatello,

Consigliato assolutamente sì!
3,72/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,15
CONSIGLIATO SÌ
Un grande film italiano.
Recensione di Pino Farinotti
Recensione di Pino Farinotti

Nell'ottobre del 1942 l'esercito italiano è bloccato presso El Alamein a un centinaio di chilometri da Alessandria. L'avanzata dell'Asse è stata fermata dalla depressione di El-Qattara, una striscia desertica che si è rivelata insuperabile. La storia segue le vicende di alcuni soldati della divisione Pavia ed è narrata in una sorta di diario, dal soldato Serra, un V.U., volontario universitario, che è partito entusiasta di vedere l'Africa e convinto che la vittoria fosse una formalità. Sappiamo invece che El Alamein fu una disfatta e determinò, con Stalingrado, l'inversione di tendenza della guerra. Seguiamo le vicende quotidiane del tenente Fiore, del sergente Rizzo e di due soldati: il quotidiano, la noia, la mancanza d'acqua e di tutto, la dissenteria, e improvvisamente la battaglia furibonda, i cannoni i carri e gli aerei (degli altri). El Alamein significa sconfitta eroica con gravi perdite inflitte al nemico, con soldati che affrontarono i carri armati con le bottiglie incendiarie. Significa anche divisione Folgore, diventata leggendaria e citata in questo contesto solo casualmente. Al regista non sta a cuore il mito, ma la povera gente portata via da casa per andare nel deserto. Il sergente veneto dice "che mi manca sono i prati dietro casa mia" e lo dice bene, senza banalità e retorica, come lo diceva un contadino veneto. Nel momento dello sbando il gruppo cammina e cammina, non si sa per dove. Poi arrivano gli inglesi, motivati e organizzati. Dopo la battaglia notturna siamo ai giorni nostri, nel cimitero di El Alamein, con migliaia di nomi e di "ignoto" sulle tombe. Per un momento si intravede un uomo di spalle. Probabilmente è Serra, sopravvissuto. Un grande film italiano. Italiano buono per il mondo. Era tempo. Monteleone si è informato per anni e poi ha centrato tutte le misure, della vita in trincea, dei discorsi, del dolore. I reduci che hanno visto il film piangevano, dicevano "era proprio così". E questo è l'unico avvallo che conta davvero. E anche gli attori: straordinari. Ma c'è di più, ed è incoraggiante: il film è stato finanziato dal Ministero.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 22 giugno 2013
JackSkeletron

El Alamein - La line di fuoco è la dimostrazione che il cinema italiano può ancora stupire; da troppo oramai ci si era abituati solo ed esclusivamente a generi come la commedia ed il drammatico (con risultati spesso scadenti) ma con questo film Monteleone ha cercato di rinnovare il cinema italiano tirando su una pellicola che riesce a non cadere nel ridicolo e a intrattenere e a far pensare [...] Vai alla recensione »

venerdì 5 dicembre 2014
Filippo Catani

1942. Un contigente di soldati italiani è bloccato presso El Alamein a lunga distanza da Alessandria e Il Cairo. Un volontario universitario arriva per rimpinguare una truppa che versa ormai in condizioni critiche. Vincere o morire diceva il Duce lontano migliaia di chilometri mentre i suoi soldati affondavano nella sabbia. Privi di generi di prima necessità, senza licenze e bevendo [...] Vai alla recensione »

martedì 28 marzo 2017
Luca1968

Ho snobbato questo film per circa 15 anni. Finalmente, in un mio personale periodo di revival del cinema italiano, mi sono deciso a vederlo e ho scoperto un vero gioiello. Certo non ci sono grandi scene di combattimento (e questo ha fatto storcere il naso a molti), ma non era quello cui il regista stava puntando. L'intento era di mostrare uno scorcio della seconda guerra mondiale dal punto di [...] Vai alla recensione »

lunedì 12 luglio 2010
Kronos

El Alamein di Monteleone mi pare una versione aggiornata (e peggiorativa) della 'grande guerra' di Monicelli: un film schiacciato su macchiette regionali più o meno caciarone che finisce per infischiarsene della dimensione bellica. E' interessante confrontare questa pellicola con opere come 'Il sole sorge ancora' di Vergano, 'Uomini contro' di Rosi o 'L'uomo che verrà' di Diritti: films che certo non [...] Vai alla recensione »

mercoledì 25 marzo 2009
nikovekkio

A mio avviso, è un fil assolutamente emozionante, che consiglio a tutti di vedere.El Alamein è solo una battaglia, rappresentativa delle modalità con la quale l'Italia ha affrontato l'intera seconda guerra mondiale. Un'Italia totalmente incapace e priva di risorse, chiede a centinaia di Italiani di combattere contro un nemico preparatissimo e se necessario di morire, per di più, per un causa assolutamente [...] Vai alla recensione »

lunedì 5 novembre 2012
rebaldone

Non capisco il giudizio negativo di altri. Un film di guerra italiano tra i migliori mai visti. Attori eccezionali, sceneggiatura perfetta. Che volete di più?

domenica 4 dicembre 2011
noguerra

Un capolavoro è il film che dice qualcosa, che parla di se stesso e dell'oggetto che assume come 'trama'. La storia, anche quella esterna- quella con la esse maiuscola, per qualcuno- è narrata in modo persuasivo, con il dolore che le spetta. Si capisce molto bene come il delirio di onnipotenza degli uomini, dei maschi, ahimé, abbia, nella guerra, il suo canale di sfogo più efficace e immediato.

domenica 29 dicembre 2013
kimkiduk

Caro Enrico, quello che pensi te conta poco. Basta chiedere ai reduci e non solo di Africa come il mio nonno ma anche a quelli di Russia che avevano le ciabatte o in altri posti sempre mal nutriti e riforniti. Se i reduci piangevano e dicevano era proprio così ripeto quello che pensi te conta poco ..... la storia era questa cavallo o no. Almeno visto che sei per la guerra rispetta gli oltre [...] Vai alla recensione »

giovedì 25 aprile 2013
Silvyboy

FLM riuscitissimo, con qualche crudezza ma godibile. Gli attori bravi, entusiasti, giovani. L'ambientazione e' quella polverosa e allucinante di una trincea. Sono soldati cui manca l'acqua , che muoiono per una mina o per una bomba lanciata dall'aereo, cagano e pregano assieme. Derubano i morti dell'altro fronte, si ribellano quando Mussolini manda lucido da scarpe e il suo cavallo come rifornimento. [...] Vai alla recensione »

domenica 9 novembre 2014
Sgobafix

Lento. Buonista. Commento musicale noioso e usato male. Insomma, un film ipocrita e piagnone che fa finta di elogiare mentre sputa su chi ha fatto il proprio dovere. Livello da fiction mediocre.

sabato 9 febbraio 2013
Budmud

Film sinceramente mediocre in barba ai giudizi della critica e mi spiego: attori di 'contorno' quasi mai all'altezza (alcuni decisamente scarsi), veridictà nulla (come si fa a non essere MAI sudati, con i capelli sempre perfetti, con i vestiti puliti e stirati in quella situazione?) e azioni di guella rese male (bombe che sembrano petardi, quando va bene fuochi d'artificio). [...] Vai alla recensione »

giovedì 10 maggio 2012
Torcia117

Un Film noiosissimo e banalissimo,questa è la prova che gli italiani riescoono neanche a rendere interessante un film ambientato sulla guerra!

Frasi
"Tu non hai capito niente! Di a Mussolini... Che se vuole che arriviamo ad Alessandria deve mandare armi, munizioni, divise e uomini freschi a darci il cambio! E deve mandare l'aviazione... A bombardare gli inglesi! Non il lucido da scarpe!"
Una frase di (Emilio Solfrizzi)
dal film El Alamein - La linea del fuoco - a cura di Marco Rosestolato
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Emanuela Martini
Film TV

Credo che El Alamein di Enzo Monteleone vada valutato prima di tutto come film di guerra, un genere che, neorealismo a parte, il nostro cinema ha praticato poco, e quasi sempre nascondendo un vago imbarazzo dietro la commedia (infatti è dalla commedia che abbiamo avuto i film di guerra più umani, a partire da La grande guerra). Forse perché, da quando esiste il cinema, nelle grandi guerre siamo sempre [...] Vai alla recensione »

winner
miglior fotografia
David di Donatello
2003
winner
miglior montaggio
David di Donatello
2003
winner
miglior fonico in presa diretta
David di Donatello
2003
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