Giornalista, scrittore, commediografo, iniziò la sua attività nel mondo del cinema collaborando alla sceneggiatura di Achtung banditi! (1952, Carlo Lizzani), un film che tracciava un vigoroso quadro sulla Resistenza in Liguria. Successivamente Pirro collaborò a numerosi film, spesso di notevole livello artistico e sostenuti da un serio impegno civile e sociale; in essi ebbe modo di dimostrare, oltre che un ottimo mestiere, anche la convinzione che un certo tipo di cinema potesse rappresentare un valido strumento di cultura e di educazione civica. Tra le sue migliori sceneggiature, scritte in collaborazione con altri, vanno segnalate quelle de Il sole negli occhi (1953, Antonio Pietrangeli), nella quale predominano toni intimistici e delicati; di Uomini e lupi (1957, Giuseppe De Santis, caratterizzata da un forte impianto drammatico, con spiccate coloriture folcloristiche e popolari; de Il processo di Verona (1966, Carlo Lizzani), un crudele dramma storico dei tempi moderni, evidenziato con scarna tragicità; di Svegliati e uccidi (1966, Carlo Lizzani), che contiene un'acuta analisi del banditismo cittadino; e, soprattutto, di A ciascuno il suo (1967, Elio Petri) e de Il giorno della civetta (1968, Damiano Damiani), ambedue tratti dagli omonimi romanzi di Leonardo Sciascia, due film che insieme a Sequestro di persona (1968, Gianfranco Mingozzi), affrontavano coraggiosamente e senza retorica i gravi problemi della mafia in Sicilia e del banditismo in Sardegna. Meritevole di essere annoverato fra i migliori sceneggiatori del cinema italiano degli anni '50 e '60, Pirro ha contribuito efficacemente, negli anni Sessanta, all'affermazione di un cinema di notevole impegno politico e civile, premiato da un significativo successo di pubblico. Dai suoi due romanzi Le soldatesse e Jovanka e le altre furono ricavati i due film omonimi, girati rispettivamente nel 1965 da Valerio Zurlini e nel 1960 da Martin Ritt.