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Ultimo aggiornamento martedì 27 aprile 2021
Un uomo si finge persiano per sopravvivere a un campo di concentramento. In Italia al Box Office Lezioni di Persiano ha incassato 30 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Catturato dai nazisti mentre attraversa la Francia nel 1942, l'ebreo belga Gilles riesce a scampare a un'esecuzione sommaria spacciandosi per iraniano. Un tentativo disperato, suggerito dal libro di poesia persiana che ha appena scambiato con un panino, ma che gli vale la sopravvivenza grazie al comandante di un campo di transito nei paraggi, in cerca di qualcuno che possa insegnargli la lingua farsi. L'ufficiale nazista Koch, che ha in programma di trasferirsi a Teheran dopo la guerra per aprire un ristorante, prende GIlles sotto la sua ala e gli richiede lezioni giornaliere di una lingua che il prigioniero non può far altro che inventare e memorizzare allo stesso ritmo del suo "allievo", pur di mantenere in vita l'inganno e anche se stesso.
Il linguaggio come memoria, e la memoria come unica formulazione del linguaggio, sono al centro di un dramma di impostazione classica realizzato con perizia, in grado qua e là di trascendere l'improbabile aggancio narrativo grazie soprattutto alle prove dei due attori principali.
Nahuel Pérez Biscayart, nel ruolo di Gilles, è di gran lunga la risorsa migliore del film. Perfetto non solo fisicamente, con la figura esile e gli occhi mastodontici a segnalare il senso di allerta e pericolo perenne, ma anche intellettualmente, lui attore poliglotta, argentino di nascita e molto attivo nel cinema europeo (120 battiti al minuto). A questo manipolatore di idiomi che deve insegnare imparando fa compagnia Lars Eidinger, volto affidabile del cinema tedesco che dà vita a un nazista che nasconde la devastante insicurezza tra le pieghe di un'affettata meticolosità.
Il regista ucraino Vadim Perelman, che all'inizio degli anni duemila si fece notare con La casa di sabbia e nebbia, costruisce il film attorno a loro, in quella che è di fatto un'opera "da camera" sullo sfondo dell'Olocausto e che non sembra interessata né alle storie dei pur nutriti personaggi secondari, né alla Storia in senso lato. Senza arrivare agli estremi di Benigni ne La vita è bella, il suo rimane un campo nazista da dimensione parallela, slegato da tutto e ingegnato per servire una meccanica di partenza del tutto implausibile.
A rendere il film toccante e godibile c'è però la forza della metafora centrale, e il modo in cui Perelman riesce a estenderla a un finale giustamente pieno di pathos. Sopravvivere alla barbarie nazista e creare la mappa di una lingua da zero sono imprese ugualmente proibitive per Gilles, il quale costruisce il suo vocabolario della salvezza mettendole l'una al servizio dell'altra. In lui la lingua non è quindi solo memoria, ma resistenza attiva e respiro vitale, nascosti in un involucro lessicale perfetto per essere tramandato.
LEZIONI DI PERSIANO disponibile in DVD o BluRay |
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Gilles è un ragazzo ebreo di origini belga e viene catturato da una banda di nazisti. L’esecuzione è immediata e l’unico modo per salvarsi è dimostrare di non essere ebreo. Gilles si dichiara persiano, l’idea gli viene da un libro di poesie persiane sfogliato sul camion che lo portava verso la morte per un panino.
Gilles è un ragazzo belga di origini ebraiche che viene deportato dai Nazisti. Durante il trasporto baratta un suo mezzo panino per un libro persiano che gli propone un compagno di viaggio. Sarà proprio quel libro scambiato quasi forzatamente a salvargli la vita. I componenti del carro infatti vengono giustiziati sommariamente dai tedeschi, tranne lui, risparmiato dai soldati perché [...] Vai alla recensione »
Se uno aveva dei dubbi sull’opportunità di andare a vedere l’ennesimo film sulla Shoah (il che esclude a priori gli spettatori poco amanti dei film storici), basterebbe la sequenza finale a dissipare le incertezze. Gli Alleati hanno raggiunto, dal fronte occidentale (mentre i russi occupavano la Polonia) un campo di concentramento tedesco e interrogano i superstiti, mentre delle immagini in flash [...] Vai alla recensione »
Un film che richiama allo spirito di sopravvivenza in un luogo dove l’umanità è oppressa dalla furia del totalitarismo senza Dio. Anche in questo luogo più tetro e nelle vicende più angosciose si percepisce anche lo spirito di carità e di altruismo che anima alcuni prigionieri, ricordando gli esempi eroici di persone che hanno donato la vita per salvare [...] Vai alla recensione »
toccante come può esserlo qualsiasi storia sull'olocausto, commuove,stupisce per la sagacia e l'ardore recitativo,le dinamiche consapevoli dell'uno e dell'altro mondo descritto fanno ancora una volta capire cos'era accarezzare la morte quando passava accanto,dall'una e dall'altra parte,ebrei mandati allo sterminio e tedeschi costretti ad ubbidire pena la morte loro [...] Vai alla recensione »
Venuto casualmente in possesso di un libro di poesie in persiano, un prigioniero ebreo si finge iraniano per sfuggire alla fucilazione e si trova costretto a insegnare il farsi, una lingua che non conosce, a un ufficiale nazista. Lezioni di persiano del regista ucraino, trapiantato in Canada, Vadim Perelman (La casa di ombre e nebbia) è ispirato a una storia vera e si basa sul racconto di Wolfgang [...] Vai alla recensione »
Dopo Il figlio di Saul ha ancora senso cercare di rappresentare la Shoah? Come tentare di far evolvere un discorso, spesso sempre uguale a se stesso (con rare e decisive eccezioni), dopo una messa in scena che slegando il soggetto dal suo contesto ha scritto la parola definitiva sul concetto di concentramento? Lezioni di persiano ci prova. Non tenta di astrarre dalle nebbie del tempo e della Storia [...] Vai alla recensione »
Nel mare magnum delle storie su Olocausto e deportazione degli ebrei, fonte di ispirazione per tanti autori che hanno drammatizzato vicende avvenute nei campi di concentramento nazisti, ne arriva una che, per certi versi, pur partendo da una premessa inverosimile, riesce a costruire una buona dose di tensione, grazie alla straordinaria prova dei due protagonisti principali.
C'è una questione linguistica al centro di Lezioni di persiano, il film di Vadim Perelman liberamente tratto dal libro di Wolfgang Kohlhaase, dal titolo originale Invenzione di una lingua, a sua volta «basato su fatti veri»: l'incredibile vicenda di un ebreo che si finse persiano per sfuggire alla morte e fu protetto da un ufficiale nazista, in cambio dell'insegnamento del farsi.
Inventarsi una lingua. Per salvarsi la vita. Immaginarla, crearla, attraverso l'uso spericolato dei nomi degli altri prigionieri, in un campo di concentramento, durante la Seconda guerra mondiale. Ma soprattutto ricordarsela, sapendo che il primo errore o la prima dimenticanza potrebbero essere fatali. Gilles è un ebreo belga: catturato dai nazisti nella Francia occupata, sfugge all'esecuzione sommaria, [...] Vai alla recensione »
Ancora oggi e domani, sul circuito #iorestoinSALA: lo streaming che riconosce una percentuale al cinema che abitualmente frequentate (si fa per dire, non è che fossero come i bar). Non ancora la Netflix italiana agognata da Dario Franceschini - ma perché un nome ostico e spigoloso come IT' sART, non è cultura se non intimidisce? - ma un tentativo di fare fronte alla situazione (speriamo che il 5 marzo [...] Vai alla recensione »
La storia di Lezioni di persiano si rifà a queste testimonianze, anche se è frutto della fantasia degli sceneggiatori. In un camion carico di ebrei, Gilles scambia il suo panino con un'edizione rara di un libro scritto in persiano. Di fronte ai mitra spianati, dichiara di non essere ebreo, ma persiano, come dimostra il suo libro. Uno degli ufficiali di un campo di prigionia sta proprio cercando qualcuno [...] Vai alla recensione »
Quel libro, Gilles, non lo aveva nemmeno mai letto. E nemmeno poteva farlo perché scritto in una lingua a lui incomprensibile. Il farsi, ossia persiano. Eppure quel libro, a Gilles, ha salvato la vita. È bastato averlo in mano, millantare conoscenze di quell'idioma e provenienza mediorientale della Persia che fu, per essere risparmiato a una fucilazione sommaria, della quale tutti i suoi compagni di [...] Vai alla recensione »
Presentato all'ultima Berlinale Special, Lezioni di persiano indaga gli abissi della Seconda guerra mondiale e dell'umanità dal punto di vista della Germania nazista con una storia basata sul racconto Erfindung Einer Sprache (Invenzione di una lingua) scritto da Wolfgang Kohlhaase e pubblicato nel 2004. All'interno di un campo di concentramento che fa da ponte temporaneo per la deportazione in Polonia [...] Vai alla recensione »
«Basato su fatti veri»: la scritta, solenne, stavolta compare dopo un incipit nel film di cui avevamo già avuto l'indicazione dell'anno in cui si svolge, ovvero il 1942. Basta questo inizio per capire perfettamente dove andrà a parare Lezioni di persiano, quinto film per il cinema del regista apolide Vadim Perelman, nato nella Kiev sovietica, con studi in Canada e un inizio carriera negli USA per poi [...] Vai alla recensione »
Dentro la tragica cornice della seconda guerra mondiale (e forse, più in generale, di tutte le guerre) si sono svolti, accanto a quelli più noti ed evidenti, altri episodi, magari meno degni di attenzione, forse meno importanti ma utili a disegnare un clima, a definire una situazione, la sua drammaticità, il suo tono di assurda disperazione. Siamo nella Francia occupata dai Nazisti nel 1942.
Una parabola che mescola abilmente suspense, ironia e lacrime, Persian Lessons presentato negli Special della Berlinale segna un ritorno al rigore formale per il regista canadese di origini ucraine Vadim Perelman, 17 anni dopo il suo debutto candidato all'Oscar House Of Fog. Ciò è in parte dovuto all'intelligente sceneggiatura tratta da un racconto concettuale di Wolfgang Kohlhaase.
È accaduto spesso di parlare da queste colonne del massimo sceneggiatore tedesco Wolfgang Kohlhaase (1931). A lui si devono numerosi film culto del cinema della DEFA (la società di produzione della DDR), ma anche numerosi film del cinema successivo alla riunificazione, pochi dei quali (purtroppo) sono arrivati in Italia; della sua produzione post-riunificazione forse è conosciuto in Italia solamente [...] Vai alla recensione »
Il belga Gilles, catturato dai nazisti, sfugge all'esecuzione sommaria dei prigionieri, dichiarando di essere persiano e non ebreo. Il comandante, che spera un giorno di andare a Teheran e aprire un ristorante, lo prende sotto la sua protezione, affinché il giovane possa insegnargli la lingua. Il giovane è quindi costretto a inventarsela, ma soprattutto a ricordarla, per evitare la morte.