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La politica degli autori: Michael Mann

Guardie. Ladri. Assassini. Amanti. Tutti i personaggi del regista americano.
di Mauro Gervasini

In foto il regista Michael Mann.
Michael Mann (81 anni) 5 febbraio 1943, Chicago (Illinois - USA) - Acquario. Regista del film Blackhat.

mercoledì 11 marzo 2015 - Approfondimenti

Paesaggi con figure nel cinema di Michael Mann. Guardie. Vivono tra spoglie di gente morta, come Viola Davis in Blackhat con il fantasma di un amore perso l'11 settembre 2001, al quale rivolge l'ultimo sguardo. O come Al Pacino in Heat - La sfida (1995): Vietnam, mogli e divorzi, non uno che sta a casa la sera a guardare la partita. O ancora Jamie Foxx e Colin Farrell di Miami Vice (2006), variabili di un (tele)film che vorrebbe essere solo action ma non ci riesce. Il primo lotta col coltello tra i denti per la sua donna rapita, il secondo si innamora della trafficante di droga Gong Li, ed è passione senza compromessi. Tutti oltre il senso del dovere, perché Mann racconta missioni esistenziali dove la vita privata combacia come i pezzi di un irrisolvibile puzzle.
Ladri. James Caan in Strade violente (1981). Nel suo campo il migliore, dedizione al lavoro ancorché illegale, assicura la lealtà che nell'underground non esiste. Lotta per gli affetti, la famiglia, un amico country morente in galera interpretato da Willie Nelson. Etica western come quella di Jon Voight in Heat - La sfida, alla quale crede il rapinatore Robert De Niro. Quest'ultimo lupo solitario, casa disadorna, niente radici, mai nulla che non si possa mollare in due secondi appena sente puzza di sbirro. Ma non è così semplice. Come per Sonny in Miami Vice, anche per lui l'amore improvviso fa saltare ogni codice. Tranne uno, l'ultimo, quello della vendetta, anzi giustizia. Suona il deguello per le anime tempestose. Lo sa bene Ashley Judd, costretta al tradimento in Heat - La sfida. Aspetta il suo uomo Val Kilmer a un balcone che non è quello di Giulietta. Un gesto con la mano e lui si salva, se ne va. Ma il futuro è un abisso. Chris Hemsworth in Blackhat è un hacker pregiudicato, dice «chica» come Sonny ma non alla donna amata. Che invece è Wei Tang, in squadra con lui sulle tracce di un micidiale sabotatore informatico. Attraversano il film sempre di corsa, schivando le pallottole ma non le conseguenze dell'amore: alla fine paiono gli unici superstiti reali di un mondo fuori fuoco, solo virtuale.
Ennesimo capolavoro al pari del precedente Nemico pubblico - Public Enemies (2009), incompreso da tanti. Anche qua, in fondo, un uomo, una donna, una lotta. Johnny Depp bandito star degli Usa anni 30, quelli che scoprono la propaganda, il quarto potere, la repressione sociale. Incontra Marion Cotillard e per loro lo scopo è amarsi indipendentemente dal domani.
Assassini. Facile pensare a Tom Cruise in Collateral (2004). Fedele alla missione come le guardie, i ladri... Il suo Caronte dall'umanità prorompente, il taxista Jamie Foxx, è costretto a condurlo attraverso un sentiero selvaggio tutto in una notte e tutto in una città. Non finisce come Quel treno per Yuma (c'è il treno, non la pioggia) ma resta un dubbio: esiste una ferocia indifferente a quella "specie di tristezza" che è della tromba di Miles Davis? Wes Studi in L'ultimo dei mohicani (1992). La rabbia cieca dell'urone Magua. Anche la fierezza però. Strapperà il cuore del suo nemico in uno scenario omerico, dio della guerra che odia con la stessa intensità con cui nel cinema di Mann si ama. Non è gemella l'anima nera che rifulge allo spuntare della terza luna. Il più efferato di tutti gli assassini manniani l'ha inventato Thomas Harris con Hannibal Lecter, lo chiamano Dente di fata e massacra famiglie in Manhunter - Frammenti di un omicidio (1986). Pure lui conosce una donna, forse è la salvezza. Ma nel suo caso non è questione di scelte quanto di demoni, implacabili come farfalle di ferro, da sconfiggere col fuoco (o, più prosaicamente, con il calibro 12 di William Petersen).
Amanti. Non sempre le donne partecipano al destino degli uomini. Non sempre la simmetria dei percorsi (mogli e fidanzate in Heat - La sfida) significa convergere sul medesimo obiettivo. Diane Venora in Insider - Dietro la verità (1999) molla il colpo, la battaglia del marito Russell Crowe contro la multinazionale del tabacco non è la sua. Sempre Diane è invece (magnifica) regina in mezzo alla contesa tra De Niro e Pacino: vorrebbe esserci, il marito poliziotto la lascia fuori, lei fino a un certo punto non molla ma è lui il più debole, costretto a coltivare da solo la sua angoscia per riuscire a sopravvivere. Altra regina Madeleine Stowe in L'ultimo dei mohicani. Ama Daniel Day-Lewis/Occhio di falco e per lui si ribella alla volontà del padre, sfida il dio della guerra, è sorella/madre di una ragazza che seguirà il richiamo del cuore in un cupo orrido. Wei Tang a chiudere il cerchio in Blackhat. Anche lei, un fratello. Legami di sangue spezzati dalla violenza degli uomini, e dei tempi. E una speranza da cogliere mano nella mano. Correndo, amando.

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