Nell'imminenza della fine del mondo (!) un sacco di gente scompare: per qualcuno si tratterebbe dei cristiani credenti salvati da mano divina. Tutti gli altri restano sulla Terra, che come recita il titolo profetico di un polar di qualche tempo fa, J'irai au paradis car l'enfer est ici, è appunto l'equivalente dell'inferno. Tra i "rimasti", l'agnostico pilota Nicolas Cage alle prese con un dittatore romeno in missione per conto di... se stesso (è il diavolo). Trama di Left Behind - La profezia, tratto dai non memorabili romanzi di Tim LaHaye, nelle sale dal 29 luglio. Confesso di non avere visto il film, peraltro piuttosto maltrattato dalla critica d'oltremanica, ma di avere un debole per il regista, Vic Armstrong.
Classe 1946, inglese del Buckinghamshire, Armstrong è (stato) il più celebre stunt man di tutti i tempi, nonché eccellente regista di seconde unità. Spesso sono persone come lui a fare il lavoro sporco, ovvero le sequenze d'azione, seguendo le indicazioni di un main director che nel caso delle mega produzioni potrebbe non essere sempre presente sui set. Ad esempio, ha diretto Armstrong i principali stunt di 007 Il domani non muore mai (1997) e del successivo Il mondo non basta (1999), i cui blasonati registi (rispettivamente Roger Spottiswoode e Michael Apted) erano poco avvezzi a questo tipo di sequenze. Per tanti anni su 007 è valsa la massima «No Vic, No Bond, No Party».

Soprannominato dai bondologi «the man behind the action», Vic Armstrong, gavetta alla Hammer come stunt di Christopher Lee, ha cominciato a lavorare per la saga "doppiando" Sean Connery in Agente 007 - Si vive solo due volte (1967). Poi diventa James Bond per il magnifico inseguimento sugli sci di Agente 007 - Al servizio segreto di sua maestà, una scena talmente iconica (realizzata da Willy Bogner) da riempire la locandina ufficiale del film. Di tre titoli della saga (i due già citati più 007 - La morte può attendere, 2002, del quale si disse insoddisfatto perché in disaccordo con il regista Lee Tamahori che decise di tagliare alcune sue scene spettacolari) è stato second unit director. Lontano da Albione, Vic deve la sua fama soprattutto alla fisiognomica. Somigliando moltissimo a Harrison Ford viene scelto da Steven Spielberg come body double dei primi tre film della serie, a partire proprio da I predatori dell'arca perduta (1981). Più recentemente, ha diretto la seconda unità di Mission: Impossible III (2006) e The Amazing Spider-Man (2012), mentre è del 1993 la sua prima regia con l'invero trascurabile Caccia mortale, interpretato da Dolph Lundgren.

Ha senso una politica degli autori su Vic Armstrong? Penso di sì, anche per rendere giustizia a una categoria che comprende eccellenti professionisti della settima arte quali Chad Stahelski, grande stunt coordinator e regista del non disprezzabile John Wick (2014), Zoë Bell, musa di Tarantino (Grindhouse - A prova di morte, 2007) oppure Mic Rodgers, controfigura di fiducia di Mel Gibson nonché regista della seconda unità di Braveheart - Cuore impavido (1995). E last but not least Dan Bradley, al quale si deve la più stupefacente scena d'azione del millennio, l'inseguimento sui tetti di Tangeri di The Bourne Ultimatum (2007). A decretare la riuscita o meno di un film d'azione sono due elementi di pura messa in scena: la "plasticità", ovvero l'interazione tra forme (corpi) e movimento (coreografia); e la "credibilità", il livello di realismo della scena stessa. Sono gli autori degli stunt ad assicurare al regista la sussistenza e lo spessore di questi due ingredienti, che lui poi dovrà valorizzare al meglio (essenziale anche il montatore, ma questa, diciamo così, è un'altra storia...).