"Tutti i nodi vengono al pettine", così la nevrosi del broker cocainomane Jordan Belfort si fa risentire. Un giovane ambizioso agente di borsa assetato di denaro e potere già da bambino, che farà tremare le stanze del potere e il cuore della finanza mondiale, sarà vittima della propria ambizione. Un uomo che non desidera altro che diventare ricco, realizzerà il suo sogno utilizzando le sue grandiosi capacità in modi anche discutibili.
Perché un uomo con una tale intelligenza, capacità motivazionali, di empatia con chi entrava in contatto, non ha investito queste sue qualità in obiettivi e finalità di altro ed alto livello? Beh, è forse difficile dire "non piacrebbe fare anche a me quello stile di vita", forse perché infondo siamo tutti così. Può sorprendere l'avidità dei colletti bianchi che lavorano a Wall Street ma l'avidità è parte di ogni forma di vita, << niente sopravviverebbe senza>> dichiara Di Caprio in un'intervista <<La domanda che pone il film è se l'uomo sarà in grado di andare oltre e trovare una via per vivere in armonia gli uni con gli altri senza cercare di fregarci>>. Il personaggio di per sé è deplorevole e affascinante allo stesso tempo, la vita che conduce nel film è sfrenata, uno stile di vita negativo ma i suoi pregi sono anche i suoi difetti, il suo carisma e la sua tenacia lo renderranno da un lato un vincente ma dall'altro lo condurranno dietro le sbarre. Dopo aver toccato con mano il paradiso perde il controllo e precipita all'inferno. Avidità, ego, eccessi: sono questi i fattori che lo hanno portato al declino. E' un personaggio che ha ceduto a ogni sorta di tentazione senza preoccuparsi delle conseguenze. Il grande Gatsby di Wall Street non agisce completamente solo. Personaggi del tutto simili a lui gli girano attorno, quali i banchieri svizzeri, gli invasati della sua società che lui stesso ha provveduto a svezzare, e la seconda moglie, che sarà pronta ad abbandonarlo davanti alle prime difficoltà finanziarie. Il braccio destro di Belfort è Donnie, interpretato divinamente da Jonah Hill CHE, con la sua vena comica, sarà in grado di aggiungere, con il permesso di Scorsese, alcune sue battute non presenti nella sceneggiatura di Terence Winter. Per non parlare della magistrale performance di Leonardo Di Caprio, che anche questa volta ha superato se stesso, aggiudicandosi per ora un Golden Globe e una nomination all'Oscar che merita di vincere senz'ombra di dubbio. Sarebbe la sua prima statuetta d'Oscar, mentre per Martin Scorsese, anch'egli in nomination, spetterebbe la seconda, in seguito a quella ottenuta nel 2007 per "The Departed - Il bene e il male". Dopo il blockbuster di Hugo Cabret nominato agli Oscar 2012, ad accreditarsi quest'anno il titolo di Miglior Film ritornerà forse Martin Scorsese con The Wolf Of Wall Street, crudo all'esagerazione, reale e realistico fino al paradosso.
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