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Rio, l'Avatar dei bambini

Insegno, De Luigi e Cabello presentano il kolossal d'animazione sul mondo dei pappagalli.
di Ilaria Ravarino

In foto Fabio De Luigi, voce italiana di Blu nel film d'animazione Rio diretto dal brasiliano Carlos Saldanha.
Fabio De Luigi (56 anni) 11 ottobre 1967, Sant'Arcangelo di Romagna (Italia) - Bilancia. Interpreta Blu (voce nella versione italiana) nel film di Carlos Saldanha Rio.

lunedì 4 aprile 2011 - Incontri

In casa Fox l'hanno già ribattezzato "l'Avatar ornitologico": kolossal a cartoni sul mondo dei pappagalli, graziosi pennuti blu di nome e di fatto, il cartoon Rio sarà in sala dal 15 aprile in 700 copie. Diretto da Carlos Saldanha, amato regista de L'era glaciale, e doppiato in versione originale da Jesse Eisenberg e Anne Hathaway, in Italia il cartoon arriverà con le voci di Pino Insegno e di due guest star del doppiaggio, Victoria Cabello e Fabio De Luigi.


PINO INSEGNO, il doppiatore professionista

Che differenza c’è tra doppiare un cartone e doppiare un attore in carne e ossa?
Doppiare i cartoni è estremamente più difficile. Devi dare un'anima ai disegni, tridimensionalizzare la voce, ma in cambio hai la soddisfazione di diventare veramente quel personaggio. In un certo senso, tu gli dai la voce e lui ti presta il corpo.

Il suo personaggio è doppiato in originale da George Lopez: ha seguito la sua voce o si è preso delle libertà?
In genere seguo sempre la voce dell'attore originale, mi intono cercando di arricchirla solo se serve. Lopez l'ho già doppiato altre tre volte, l'unica differenza rispetto al film originale è che manca un lieve accento brasiliano.

Che difficoltà incontrano i doppiatori alle prime armi?
Il problema più diffuso è l'inibizione da microfono. Il rapporto che il doppiatore ha con il microfono è lo stesso che una modella ha con l'obiettivo della macchina fotografica: può intervenire l'emozione, puoi sentirti contratto, cambiare involontariamente il tono della voce. L'uomo è abituato ad ascoltare la propria voce risuonare all'interno del corpo: quando capita di sentirla registrata, è normale che sembri molto più brutta.

Ma lei si è mai fatto doppiare da qualcuno?
Sì, praticamente ogni volta che ho fatto un film da attore! Ho accumulato una serie di film che credo passino solo su “I dimenticati” di Rete 4: per esempio Mezzo destro mezzo sinistro, in cui sono stato doppiato da un veneto, oppure quando ho fatto un piccolo cameo in un film con Montesano, un pompiere milanese. Per non parlare di In punta di piedi, film passato in concorso a Venezia lo stesso anno in cui presero anche Chewingum con Massimo Ciavarro e Isabella Ferrari. Fu uno sfacelo, il pubblico si rivoltò contro il regista. Ci urlarono in conferenza stampa di andare a bruciare la pellicola...


VICTORIA CABELLO e FABIO DE LUIGI, le guest star

Il doppiaggio: una novità per voi?
Cabello: Per me praticamente sì. Avevo doppiato solo una serie politicamente scorretta che andava in onda su Fox: questa è la mia prima esperienza di doppiatrice per il cinema.
De Luigi: No, io ho fatto Madagascar e Toy Story 3. A forza di fare animali, sono pronto per prendere il posto di Piero Angela.

Che cosa avete imparato da questa esperienza?
Cabello: Che il doppiaggio non è così diverso da una trasmissione tv, perché per doppiare devi usare tutto il corpo per entrare nel personaggio. Io all'inizio ero molto bloccata, ho risolto tenendo la mano al direttore del doppiaggio.
De Luigi: Il doppiaggio è un lavoro vero, sto provando ad affinare di volta in volta la mia tecnica. Un conto è doppiare se stessi, come spesso capita nei film italiani, un conto è seguire il lavoro degli altri. Non è così semplice.
Cabello: Io rispetto a Fabio ero comunque avvantaggiata, visto che parlo inglese. Ho anche corretto un paio di battute tradotte non perfettamente.
De Luigi: Sì, brava, chissà quanta gente avrai fatto licenziare...

Quanto vi somigliano i vostri personaggi, il pappagallo Blu e la pappagallina Jewel?
Cabello: moltissimo. Lei è aggressiva con gli uomini, diffidente, selvaggia. Come me.
De Luigi: Qualche punto di contatto, sì, forse in una certa indolenza di Blu...

Hanno definito questo film “L’Avatar ornitologico”: siete d’accordo?
Cabello: Non ho voluto vedere Avatar, mi è sembrato un film orrendo e mi sono rifiutata di andare al cinema...
De Luigi: Oddio, Victoria, io non mi lamenterei se Rio avesse lo stesso successo di Avatar...
Cabello: Preferirei che Rio diventasse una cosa più... da cult, ecco.

Sapreste definire Rio con una parola?
Cabello: Colorato.
De Luigi: Gioioso. E rilassante.

Il momento più difficile del doppiaggio?
Cabello: la canzone. La Hathaway è un genio, sa fare bene tutto, io invece sono stonata come una campana. E poi urlo troppo, sempre.
De Luigi: i rumorini, i gemiti. Sono suoni insopportabili ed è impossibile riprodurre quelli originali.

Prossimi progetti?
Cabello: nessuno. Cioè, sto scrivendo un nuovo programma, ma... la verità è che non ho ancora idee. Sarà qualcosa per La7, forse ancora un talk show, il mio sogno sarebbe fare un programma con Fabio De Luigi.
De Luigi: io sto finendo di girare La peggiore settimana della mia vita, una commedia con la Capotondi e Siani. Mi piace, mancano due settimane ma ci punto già moltissimo.

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