Advertisement
Lo smemorato di Collegno, una storia d'amore tinta di giallo

Una storia vera che divise e commosse l'Italia.
di Alessandra Giannelli

Un uomo conteso tra due mogli
Gabriella Pession - Scorpione. Interpreta Giulia Canella nel film di Maurizio Zaccaro Lo smemorato di Collegno.

venerdì 27 marzo 2009 - Televisione

Un uomo conteso tra due mogli
Miniserie televisiva in due puntate, in onda domenica 29 e lunedì 30 marzo su Rai Uno, Lo smemorato di Collegno è liberamente ispirata all'omonimo romanzo di Lisa Roscioni (edito da Einaudi), interpretata da Gabriella Pession, nel ruolo di Giulia Canella, la moglie nobile (la Pession già interprete di molte fiction, tra cui Capri e Orgoglio, mentre al cinema: Milano-Palermo: il ritorno e L'uomo perfetto, ha partecipato al recente festival sanremese), Johannes Brandrup, lo Smemorato (attore tedesco di cinema, tv e teatro, che ha già lavorato con Zaccaro, ma anche con Giulio Base), Lucrezia Lante della Rovere, nel ruolo di Rosa Bruneri (attrice vincitrice dell'ultimo RomaFictionFest per Ovunque tu sia) Giuseppe Battiston, Franco Castellano (Dottor Rivano) e Gualtiero Burzi (Renzo Cannella).
Diretto da Maurizio Zaccaro (recentemente regista de O' Professore che detesta il termine "fiction"), prodotto da Rai Fiction, Susanna Bolchi e Aureliano Lalli-Persiani, sceneggiato da Andrea Purgatori e Laura Ippoliti, con le musiche di Andrea Guerra. Presenti, altresì, la menzionata scrittrice, gli interpreti principali, ad eccezione di Giuseppe Battiston, la vera rivelazione della fiction a detta di Del Noce: una "scoperta" per lui, ma diremmo una consapevolezza per chi segue cinema e tv (attore apprezzato dal pubblico, anche di recente nei panni del simpaticissimo Dr Freiss in Tutti pazzi per amore).
La miniserie è stata girata tra Torino e Collegno e non ha riscontrato difficoltà per il fatto che fosse "in costume", ma è stata resa attraverso ottime immagini (Zaccaro è anche operatore!) per raccontare di quella che, all'epoca, era una vera e propria serialità, con colpi di scena, menzogne, improvvise verità. Una storia vera (anche audace per i suoi tempi), accaduta nel 1926, che commosse e, allo stesso tempo, divise l'Italia, così come lo era lo smemorato: conteso tra due mogli. A presentarla è lo stesso Fabrizio Del Noce, direttore di Rai Uno e Rai Fiction, il quale ha raccontato di aver pensato che il caso di Collegno poteva essere un'idea perfetta per una miniserie e che la proposta è stata subito accolta, ha preso corpo, soprattutto quando è diventato direttore del settore fiction. Una storia straordinaria che si prestava ad una riduzione cinematografica e che è stata ottimamente realizzata, ha proseguito il "padrone di casa", attraverso un cast all'altezza. Una fiction in cui non ci sono parti messe o recitate per caso, dove si coglie la bravura del regista; una di quelle fiction che prende immediatamente per la drammaticità iniziale con la successiva "sdrammatizzazione" della commedia. Un piccolo caso, portato anche avanti dalla voce degli strilloni di allora, che poi divenne notizia di dominio pubblico tanto la storia divenne complicata e che è stato reso perfettamente. L'Italia era spaccata in due, ha spiegato Del Noce, ovvero tra Cannella (la moglie ricca) e Bruneri (quella povera).

Una storia che si ripete
M aurizio Zaccaro spiega che il caso dello smemorato ha affascinato così tanto perché è una storia che si ripete sempre. Racconta, infatti, che, proprio in questi giorni, su Radio Due c'è una trasmissione, dal titolo "Amnesia", condotto da Matteo Caccia, un uomo che ha perso la memoria durante un concerto di musica classica (così dice!). Lui racconta la sua storia, tutti i giorni, ammettendo di non ricordare nulla del suo passato; nella trasmissione, Caccia invita gli ascoltatori a dirgli cosa vorrebbero loro, ciascuno nella propria vita, cancellare o ricordare. La storia di Collegno, quindi, è attuale, se pensiamo che ci sono persone che si appropriano delle carte di credito degli altri, che sottraggono la posta altrui e da lì si compongono delle identità fittizie. Tutte queste coincidenze, questo mistero che aleggia intorno a un personaggio simile mi ha affascinato.
La produttrice Susanna Bolchi ammette di aver avuto la stessa suggestione per la vicenda quando lesse, su La Repubblica, un trafiletto che recensiva il libro della Roscioni e se ne è "innamorata" e immediatamente ha acquistato il libro, un piacevole romanzo, e ha proposto l'idea e non c'è stata difficoltà ad iniziare questo progetto, ammettendo che solamente Zaccaro avrebbe potuto girare questo film, avendolo fatto in modo "autoriale" e popolare al tempo stesso.
Lo Smemorato, l'attore Joahnnes Brandrup, ha raccontato (in un buon italiano imparato sul set!) che non conosceva la storia di Collegno e che, quando ha accettato la parte, Zaccaro gli ha suggerito di non leggere nulla a riguardo, di non farsi un'idea sulla vicenda. La scena dell'arrivo dello Smemorato in manicomio che voleva suicidarsi lo ha emozionato davvero tanto!
E' stata la Bolchi a contattare Lucrezia Lante Della Rovere (in questi giorni sul set nel ruolo di una poliziotta) per parlarle di questo nuovo progetto e lei si è subito ricordata che sua nonna, spesso, quando dimenticava qualcosa, usava il nome "Collegno", ma, allora, lei non conosceva il caso. La Lante della Rovere ammette, quindi, di essersi un po' "trasformata" nell'interpretare questo ruolo, dicendo chiaramente che, in questo caso: "la bella la fa la Pession". Risa generali tra attori e giornalisti, mentre la bella, e brava, Lucrezia svela di essersi, quindi, presentata al regista, su consiglio della produttrice, di ritorno dalla palestra, assai dimessa, tanto che lui l'ha subito ritenuta perfetta per il ruolo. Un personaggio pieno di dolore, ma con una grande dignità, ammette la Lante Della Rovere, perché questa donna non avrebbe mai voluto "ritirare fuori" un marito simile; una donna discreta, pudica nei suoi sentimenti. L'altra moglie è la Pession che, presentandosi, racconta lo stesso aneddoto della Lante Della Rovere ovvero la telefonata della Bolchi e di aver accettato sia per l'affetto e la stima nutrita per i produttori, sia perché lei è per metà piemontese e conosceva la storia dello Smemorato. Il suo personaggio attraversa un percorso psicologico davvero interessante: Giulia è andata sempre avanti per difendere quest'uomo ed è proprio su questo aspetto che la Pession ha basato la sua preparazione e la sua concentrazione. Zaccaro le consigliava di non studiare, ma di essere "un pendolo": un giorno pensare una cosa e il giorno dopo un'altra. Il miscelare questi due modi di essere hanno fatto la forza, così spera l'attrice, del suo personaggio. Ambiguità ed estraniamento sono i "chiaroscuri" che hanno reso umano il personaggio di Giulia Canella, insieme alla coerenza e alla volontà di difendere la propria idea.
Franco Castellano, che interpreta il Dottor Rivano, si congratula subito con i suoi colleghi e il regista, che ha tenuto conto del periodo storico e del fatto che, all'epoca, la psicanalisi faceva passi da gigante, ma c'era una guerra devastante alle spalle. Un personaggio il suo che ha percorso questo periodo storico e che pubblicizzò molto il caso; è un essere umano che ama i suoi pazienti, ma che, allo stesso tempo, li opprime. Il tutto, però realizzato grazie ad un regista che con la macchina da presa cerca di rubare tutto quello che si ha dentro.

Nella realtà, lo Smemorato, era Canella o Bruneri?
P ession: "Abbiamo raccontato una storia non prendendo una posizione netta, per cui credo che dovrà esserlo il pubblico a farlo. La mia opinione personale non so quanto possa essere importante, credo che lui, come ha risposto la Roscioni recentemente a 'Porta a porta' (in merito Bruno Vespa ha detto che se, all'epoca ci fosse stata la sua trasmissione, la faccenda sarebbe stata trattata e su questo non c'è dubbio!), la sua identità riporta, appunto, a lo Smemorato di Collegno. Non abbiamo abbastanza elementi per dare un giudizio finale. Io ho pensato che fosse Bruneri, era anche più divertente così, mi piace l'idea che per lui ci sia una nuova vita. Si crea qualcosa di positivo, di nuovo. Ripeto, sarà il pubblico a dover scegliere".
Brandrup: "Io ho fatto un diario di questa esperienza, un blog, perché è stata importante. Un giorno, facendo una scena dura, ho scritto come se fossi Bruneri e, sul mio blog, ho scritto qualcosa e qualcuno mi ha risposto che, in realtà, io non sapevo nulla a riguardo, ma per me non è importante perché il regista mi ha sempre detto di non fare una scelta, di non trovare la verità in ogni scena".
Zaccaro: "Non ci trinceriamo dietro nulla, ma fa parte di ogni buon film di porsi delle domande e di prendere una propria decisione, non perché noi non lo dobbiamo fare, ma perché lasciamo aperta una strada. Ci sono più certezze che fosse Bruneri (le impronte digitali), ma ci piace pensare che fosse Canella".
Decisamente controcorrente la posizione della sceneggiatrice Laura Ippoliti, che dice di dover per forza, a riguardo, avere un'idea. Lei, da un punto di vista drammaturgico, ci vede un principio alla "sliding doors" ovvero la possibilità di avere una seconda occasione. Per uno sceneggiatore è stato intrigante domandarsi cosa farebbe ognuno di noi se gli fosse data una seconda possibilità. Ciò ha permesso ad un uomo di potersi reinventare e diventa intrigante perché, per lo Smemorato, c'è stata non la semplice occasione, ma un percorso interiore. E' diventato un altro, un uomo nuovo.

Che idea ti sei fatta, Gabriella, di questa donna che vive con un uomo che non è suo marito?
P ession: "L'approccio schizofrenico che ho avuto con questo personaggio è stato alto: un giorno pensavo una cosa, un giorno un'altra. Forse il mio pensiero si è concentrato su Giulia che vuole a tutti costi quest'uomo e che vorrebbe come suo marito. Lei ha anche agito sulla spinta del proprio padre. Mi piaceva vedere che lei all'inizio è una vittima, ma poi diventa coraggiosa, capisce cosa sta accadendo dentro di sé e poi decide cosa fare con grande forza e dignità, lottando per riavere suo marito. Si, c'è l'identità dello smemorato, ma c'è una storia d'amore soprattutto e lei lotta per tenere salda questa unione, la sua famiglia. Queste due persone si salvano la vita a vicenda, ricominciano a vivere, c'è passione, energia e vivranno tutta la vita insieme!"
Lisa Roscioni, come sei arrivata a questa storia pur essendo così giovane?
R oscioni: "A Roma si diceva 'lo scemo di Collegno'. Ci sono arrivata a sedici anni, quando mio padre mi regalò un libro di Sciascia in cui si raccontava questa storia, mi piacque molto e poi io mi sono occupata di storia della psichiatria, manicomi, etc...Poi ho fatto un viaggio a Collegno, un viaggio gotico, un paesaggio che fa un certo effetto. Ho trovato la cartella clinica, mi sono appassionata. Devo dire che anch'io sono stata combattuta tra Canella e Bruneri. E' probabile, biologicamente, che fosse Bruneri, ma lui cerca di essere Canella, si crea un'altra vita e lui ha sofferto per non essere stato riconosciuto come tale".
C'è un'implicazione politica di quegli anni?
Roscioni: "Si, è curiosa e molto italiana. E' uno scandalo rosa e a sfondo sessuale, qualcosa che, all'epoca, non si poteva dire. Addirittura Mussolini fece aprire un fascicolo alla polizia politica. Ma, ci chiediamo, cosa ha di politico lo Smemorato? Per il Governo, ma anche per la Chiesa, non era importante capire chi fosse, anche se loro erano certi che fosse Bruneri, il punto è che si voleva verificare, stando vicino al Concordato, dove 'girava la bussola' cioè l'opinione della gente".
Una storia senz'altro avvincente che oggi, però, sarebbe risolta in 24 ore con l'esame del DNA!

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati