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5x1: Leonardo DiCaprio e il suo doppio

In Nessuna verità interpreta un uomo dei servizi segreti americani.
di Stefano Cocci

Un attore di talento spesso offuscato dal suo mito
Leonardo DiCaprio (Leonardo Wilhelm DiCaprio) (49 anni) 11 novembre 1974, Los Angeles (California - USA) - Scorpione. Interpreta Roger Ferris nel film di Ridley Scott Nessuna verità.

martedì 18 novembre 2008 - Celebrities

Un attore di talento spesso offuscato dal suo mito
Quando si pensa a Leonardo DiCaprio si fatica a disgiungerlo dal titolo di uno dei più grandi successi planetari del cinema degli ultimi 50 anni. Titanic rispolverò il mito di Ben Hur, fece incetta di statuette agli Oscar, condannò Céline Dion a cantare per sempre "My heart will go on" e i suoi giovani attori divennero prigionieri di quel trionfo. Mentre Kate Winslet ha impiegato del tempo ad uscirne, non si può negare che Leonardo DiCaprio abbia continuato incessantemente a lavorare, a costruire uno stile e perfezionarsi scegliendo dei registi di prima classe a cui affidarsi. Così, dopo Spielberg e Scorsese, cade nelle braccia di un altro maestro di Hollywood, Ridley Scott, e con Nessuna verità fronteggia un altro mostro sacro del cinema, Russell Crowe. Bella prova di personalità, dopo aver affiancato Tom Hanks in Prova a prendermi, Daniel Day-Lewis in Gangs of New York, Jack Nicholson in The Departed, tutte prove di livello, assorbendo tutto quello che c'era da imparare da questi miti, ma non rinunciando alla propria cifra stilistica e a una chiave interpretativa: l'uomo, l'icona ma anche il suo doppio, il rovescio della medaglia, l'immagine riflessa nello specchio.

La maschera di ferro
È l'occasione per vederlo in panni che non prende più tanto volentieri. Cappa e spada, duelli sul delicato equilibrio di una lama, i grandi classici della letteratura riletti in chiave hollywoodiana, il confronto con i grandi che nel passato interpretarono quegli eroi. I moschettieri, Luigi XIV D'Artagnan e Leo, già in questa fase iniziale della sua carriera, si trova ad affrontare un tema che ricorrerà spesso: l'uomo, l'eroe, a volte il cattivo, e il suo doppio. DiCaprio è lo spietato e crudele Re Sole, ma è anche il suo sfortunato fratello, costretto alla prigionia, e il cui volto non può essere svelato. Il ragazzo non perde il lume della ragione, sfoggia il suo fascino e la sua crudeltà ma, poi, riesce a dare un'anima anche alla maschera di ferro.

The Departed
Billy Costigan/Leonardo DiCaprio fa il male ma sotto sotto lavora per il bene. Colin Sullivan/Matt Damon fa il bene ma, di nascosto lavora per il male. Poi ci sono Queenan e Dignam (Martin Sheen e Marc Wahlberg) che cercano di fare il bene ma devono sporcarsi le mani con il male per combatterlo. Infine c'è Frak Costello/Jack Nicholson che fa il male, fuor di dubbio, ammazza e scanna con le sue mani ma, quando gli scagnozzi non guardano, spiffera tutto all'FBI. Il film di Martin Scorsese certo non cerca di dividere il mondo in facile scatole in cui poter catalogare tutto. È finito il tempo dei gangster (e dei poliziotti) di una volta, tanto amati dal regista italo-americano, eroi per i quali il bene e il male stavano da una parte, l'uno di fronte all'altro, a guerreggiare. Oggi, il bene e il male convivono in un sol uomo. Così Leonardo porta dentro di sé entrambi i germi: deve picchiare, minacciare, sparare, riuscendo a fatica a nascondere il disgusto per le sue azioni.

Blood Diamond
Ancora un personaggio in bilico: gioia e disperazione, violenza e benedizione, maledizione e catarsi, ingordigia e spirito di sacrificio. Per DiCaprio, quella con Zwick nell'avventura a caccia di diamanti è l'occasione di ritrovarsi, dopo le esperienze con Scorsese in Gangs of New York e The Aviator, un personaggio e una avventura vecchia Hollywood: un cattivo che alla fine sceglie il sacrificio per redimere una vita costruita sulla menzogna e la violenza. Ben recitato e, ancora una volta, anche ben diretto.

Prova a prendermi
DiCaprio continua il suo giro dei registi più grandi della Hollywood del nostro tempo. Stavolta incontra Spielberg e, ancora una volta cerca e indaga il suo doppio: un ladro gentiluomo, un truffatore dal cuor gentile, un criminale ma rovinato dalla vita e dalle difficoltà. Ancora una storia vera, dettata dai ritmi del Maestro di Jurassic Park e Schindler's List e trasformata nel cuore, i sorrisi, la corsa e la disperazione di un Leo diretto alla grande. Un bambino che va ancora al liceo che si finge medico, pilota di aerei (ma non di Alitalia), avvocato, sfoggiando sempre e comunque il suo celebre sorriso innocente, quello che ne ha fatto le fortune, da Titanic in poi.

The Aviator
Stavolta il doppio non c'è all'inizio, ma spunta fuori solo in seguito, dentro l'animo di una personalità, esuberante, geniale e capace di tutto. Anche di perdere il lume della ragione, offuscato dalla paura dei germi e dei batteri che indusse il miliardario Howard Hughes a nascondersi al massimo del potere, del successo e della ricchezza, in una stanza di albergo di Las Vegas e a controllare il suo impero nascosto lì. Sempre diretto da un grande maestro del cinema come Scorsese, Leo dimostra definitivamente di non essere più il ragazzino del Titanic, ma un grande attore, capace di una prova di spessore, anche sull'orlo della follia.

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