Ryuichi Sakamoto, il popolare compositore giapponese, è al centro di un documentario che indaga nel suo mondo. Espandi ▽
È dai luoghi del disastro di Fukushima e dal suono di un pianoforte, sopravvissuto allo tsunami, che ha inizio l'indagine di Stephen Schible nel mondo di Ryuichi Sakamoto. Un documentario che intende svelarci la dimensione privata del compositore e il suo lavoro quotidiano e instancabile alla ricerca della perfezione. Il confronto con il disastro compiuto da una natura impazzita diviene lo spunto per una riflessione sul contrasto tra natura e civiltà, che sembra attraversare l'intera carriera di Sakamoto: il pianoforte stesso, lo strumento su cui quotidianamente il musicista si esercita, diviene metafora di una forzatura dello stato naturale, compiuta per costituire un suono che risulti "giusto" alle orecchie umane. Ma è solo quel che appare corretto dal nostro punto di vista, e che la furia dello tsunami riporta allo stato di natura. Sakamoto non smette mai di pensare e sperimentare, o di interrogarsi su quel che sembra invisibile all'occhio umano. Perennemente intento a registrare field recordings per includerli nelle sue composizioni, il compositore ci appare quasi come una sorta di monaco, ossessionato dalla ricerca di un suono che sia il più possibile puro.