Dopo un incidente stradale avvenuto quando era ancora bambina, Gina non è più in grado di vedere. Ora, da adulta, convive con il suo trauma grazie all’aiuto del marito James che l’accudisce, fino a quando un dottore riesce a restituirle la vista dell’occhio destro. L’indipendenza riacquisita di Gina metterà in crisi l’intero rapporto di coppia, portandolo a estreme conseguenze.
Il regista Marc Foster prova a trasformare i luoghi fisici in mentali e di stimolare attraverso il cinema gli altri sensi come il tatto e l’udito. Poi però l’intrattenimento hollywoodiano rimette tutto in riga e la necessità di consolidare il film in un racconto dalle sfumature dark fa perdere l’intera fascinazione iniziale. La fisicità degli attori aiuta a non far naufragare del tutto l’opera.