Un'action-comedy tutta ritmo e buoni sentimenti che scherza con la dimensione divistica dei protagonisti. Thriller, Gran Bretagna, USA2024. Durata 108 Minuti.
Due killer a contratto abituati a lavorare da soli vengono assegnati allo stesso incarico. Espandi ▽
Una donna di potere, figura nota della scena politica, si porta in camera un ragazzino in un hotel di lusso di New York City e, poco tempo dopo, il pavimento è costellato di vetri rotti e di sangue, e del corpo del giovane privo di sensi. Come uscire puliti da un affare tanto sporco? Chiamando l’unico uomo che può risolvere il problema. Un ‘fixer’ di cui non si sa e non si deve sapere né il nome né altro. Un professionista senza eguali, un lupo solitario. Peccato, però, che si presentino in due, con le medesime caratteristiche. Com’è possibile? Non c’è tempo per reclamare l’esclusiva, la notte è breve, il caso scotta, e ai due ‘Wolf’ non resta che collaborare. Jon Watts costruisce un’action-comedy piena di humour, che scherza continuamente con la dimensione uber divistica dei due protagonisti, Brad Pitt e George Clooney, e la loro amicizia fuori dallo schermo. Tuttavia qui il crime non è solo un pretesto, è parte integrante del gioco: inseguimenti, sparatorie, panetti di droga, motel d’infimo ordine e una scorta di nastro telato. Recensione ❯
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Natale 1985. Un devoto padre e commerciante di carbone, Bill Furlong, scopre sorprendenti segreti custoditi dal convento della sua città, insieme ad alcune sue scioccanti verità. Espandi ▽
Nel convento dove consegna il carbone, Bill vede come le suore trattano le ragazze che hanno “in cura”, e un giorno cerca di soccorrerne una, Sarah, che gli ricorda molto la madre scomparsa quando era bambino. Al primo snodo di una nuova fase della sua carriera, quella del post-Oppenheimer, il magnetico attore irlandese sfrutta un po’ di quella visibilità globale per aiutare una piccola opera di straordinaria intimità e ammirevole precisione della messa in scena. Non epopea di sopravvivenza attraverso gli anni per le vittime, né sguardo storico postumo sugli effetti della vicenda; la regia del belga Tim Mielants è un’essenziale parabola natalizia, che nella sua brevità coglie il profondo di un singolo istante: quello in cui una persona come tante si chiede se sia davvero possibile far finta di non vedere cosa accade nel convento in fondo alla strada del paese, in cui le ragazze sono tenute nascoste e trattate come prigioniere. Recensione ❯
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Un racconto crepuscolare e straziante indebolito da un'organizzazione poco comprensibile della narrazione filmica. Drammatico, USA2024. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un disertore della guerra in Vietnam decide di raccontare tutti i suoi segreti. Espandi ▽
Leonard Fife è stato un documentarista di successo, specializzato in argomenti spinosi come l’utilizzo dell’agente arancio in Vietnam, la caccia di frodo delle foche o la pedofilia nella Chiesa; ma ora è anziano, malato terminale, e profondamente deluso da se stesso. Due suoi ex alunni, già vincitori di un Oscar per il documentario, arrivano nella casa che Leonard condivide da trent’anni con la moglie Emma per girare un film su di lui, e l’uomo si predispone a ciò che diventerà un testamento e una confessione. In passato infatti Leonard ha fatto cose delle quali non è affatto orgoglioso, sia nei confronti delle donne e dei figli che si è lascito alle spalle, che del gesto per cui è stato spesso lodato: sottrarsi all’arruolamento della guerra nel Vietnam emigrando dagli Stati Uniti al Canada. Basandosi sul romanzo omonimo (in originale “Foregone”) di Russel Banks, autore di cui Paul Schrader aveva già portato sullo schermo Affliction (in italiano “Tormenta”), è per molti versi la quintessenza del cinema dello sceneggiatore-regista: racconta infatti un uomo che deve confrontarsi con se stesso e i suoi peccati dopo un lungo diniego, tormentato da sensi di colpa e desiderio di redenzione. Recensione ❯
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Ventitrè minuti di puro cinema. Un viaggio intimo e fantastico, che sta aggrappato alla vita con tutta l'energia che ha dentro. Commedia, Irlanda, Gran Bretagna2022. Durata 23 Minuti.
Due fratelli riprendono i contatti dopo la morte della madre. Premio Oscar come Miglior Cortometraggio 2023. Espandi ▽
Tre personaggi e un fantasma. Ha le atmosfere di Jim Sheridan ma anche lo straniamento del cinema di Aki Kaurismäki, presente soprattutto nella parte iniziale quando il lutto sembra aver creato una distanza tra i due personaggi e averli lasciati solo ai loro pensieri.
An Irish Goodbye esplora il tema della perdita, ma anche del legame con le proprie radici. Lo fa con una vitalità contagiosa, attraverso un cinema diretto che arriva dritto al cuore e fa affezionare gradualmente ai due protagonisti. C'è qualcosa di straordinariamente vitale in questo cortometraggio, premiato con l'Oscar, agli Academy Awards del 2023, che diventa emotivamente esaltante proprio dal momento in cui Lorcan e Turlough vogliono esaudire i cento desideri della madre.
Un viaggio intimo e fantastico, che sta aggrappato alla vita con tutta l'energia che ha dentro. In più la struttura narrativa è già così compiuta, perfetta, che potrebbe essere già pronta per essere sviluppata in un lungometraggio. Ventitrè minuti di puro cinema in ogni inquadratura. Recensione ❯
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Un viaggio simbolico dalla struttura fiabesca. L'odissea di una giovane donna in un sistema repressivo e indifferente. Drammatico, Iran, Francia2022. Durata 86 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una ragazza deve nascondere suo figlio ai genitori che sono arrivati a sorpresa in città. Espandi ▽
Fereshteh studia e lavora in una tipografia a Teheran. I genitori non sanno che ha una figlia illegittima di due mesi e, quando le annunciano una visita, Fereshteh deve fare di tutto per nasconderla. Sfruttando il modello tipicamente iraniano del viaggio nella città il regista costruisce un racconto sulla solitudine di una giovane donna e su una società indifferente alla dimensione umana della vita e interessata unicamente alle sue conseguenze sociali e legali. Nel suo viaggio dal valore realistico e insieme simbolico la ragazza si confronta con i vari aspetti del mondo e della cultura iraniani: l’autoritarismo degli uomini, la grettezza delle donne a cui chiede aiuto, l’ossessione per le responsabilità legali, l’indifferenza istituzionale per chi non sta alle regole, anche la presenza spaventosa della polizia segreta. Costruito nell’arco di una mezza giornata, dal primo pomeriggio alla sera, Until Tomorrow segue tenacemente le tracce di Fereshteh e dell’amica Atefeh e al termine del viaggio trova a suo modo una redenzione. Il viaggio simbolico diventa infatti un racconto di formazione, quando, calata la sera, al buio della città si oppongono le idee finalmente chiare della protagonista, e il suo coraggio di sentirsi ragazza, donna, madre. Recensione ❯
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Una commedia che si porta dietro un carico di malinconia e di emozioni colme di umanità. Drammatico, Italia2024. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due giovani donne si incontrano per caso a Roma. Espandi ▽
A Roma s’incontrano per caso due solitudini, due giovani donne un po’ tristi e fragili, e indecise su cosa fare della propria vita. Nella vita delle protagoniste tutto sembra precario, ma quel legame nato per caso vuole resistere, per il tempo di una canzone o di una corsa in macchina, e finisce per commuovere. Il film procede inseguendo l’interiorità dei personaggi con la camera a mano, con sguardo sincero e non giudicante. Non mancano i momenti da commedia, specialmente nei divertenti siparietti familiari, e così la storia cresce pian piano portandosi sottotraccia quel carico di malinconia ed emozione, che fuoriesce in un bagno al mare, guidando fin lì con la patente scaduta, o in un ballo notturno. Recensione ❯
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La storia di Blandine e Magalie che una volta erano inseparabili. Quando le loro strade si incrociano di nuovo, decidono di intraprendere insieme il viaggio che hanno sempre sognato. Espandi ▽
La neocinquantenne Blandine è stata lasciata dal marito per una donna che ha quasi l'età di suo figlio, il ventenne Benji, che a sua volta sta andando a condividere un appartamento con dei coetanei. Benji è preoccupato per sua madre, e quando scopre che Blandine aveva un'amica del cuore, Magali, durante gli anni dell'adolescenza, il ragazzo si adopera per far rincontrare le amiche, e addirittura si fa sostituire da Magali per un viaggio che lui e la madre avevano pianificato verso la Grecia. Quel che Benji non sa è che le due amiche avevano a suo tempo litigato a morte, e ora Blandine non sopporta Magali.
La sceneggiatura è esile e piuttosto convenzionale, ma a poco a poco la storia trova una strada più interessante nel passare attraverso inaspettati momenti di malinconia e di paura delle protagoniste.
Marc Fitoussi, regista e autore della sceneggiatura, guarda però alle sue protagoniste con gentilezza e affetto, pur rimando in superficie nel tratteggiare personaggi femminili un po' scontati. Laure Calamy è come sempre l'anima del film. Ed è commovente assistere al ritorno sul grande schermo di Kristin Scott Thomas nei panni di Bijou, con una sontuosa chioma candida e i 64 anni portati senza ritocchi. Recensione ❯
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Maria Callas scrive il suo gran finale e si aggiunge alla tribù di donne di Larraín a cui il mondo non smette di chiedere conto. Biografico, Germania, USA, Emirati Arabi Uniti, Italia2024. Durata 123 Minuti.
Il racconto degli ultimi giorni di Maria Callas. Espandi ▽
Chissà se quella di Pablo Larraín ha sempre voluto essere una trilogia, o se i suoi ritratti di icone femminili del ventesimo secolo – colte sul precipizio della tragedia in una perenne lotta tra identità e aspettative esterne – si sono semplicemente affastellati uno sull’altro come dei bellissimi misteri insolubili. Fatto sta che, dopo aver visitato Jacqueline Kennedy nei drammatici momenti successivi all’assassinio del presidente suo marito, e Diana Spencer prigioniera in una casa degli orrori reali, il regista cileno aggiunge un’artista al gruppo narrando con eleganza e riserbo degli ultimi giorni di una Maria Callas brillantemente interpretata da Angelina Jolie.
Più di ogni altra cosa il film è uno studio su come si scriva, e prima ancora si pensi, una conclusione; il senso di una fine è un istinto che si applica bene tanto al terzo atto della Callas quanto a Larraín e alla sua tribù di donne a cui il mondo non smette di chiedere conto. Recensione ❯
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Un ragazzo sfuggito al genocidio armeno negli Stati Uniti torna in Armenia nel '47, dove ad attenderlo trova la dura realtà del comunismo sovietico. Espandi ▽
Da ragazzo, Charlie è sfuggito al genocidio armeno nascondendosi in un baule diretto negli Stati Uniti. Nel 1947, Charlie torna in Armenia solo per essere accolto dalla dura realtà del comunismo sovietico. L'anima del suo paese è stata soffocata sotto la cortina di ferro. Quasi subito Charlie viene arrestato e condannato per l'assurdo reato di indossare una cravatta. Per assicurarsi che i suoi modi cosmopoliti non influenzino ulteriormente gli altri detenuti, Charlie viene addirittura messo in isolamento. Recensione ❯
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Un racconto serratissimo. Uno sguardo dall'altra parte dello schermo dell'attentato delle Olimpiadi del 1972. Drammatico, Germania2024. Durata 91 Minuti.
Il racconto della copertura mediatica in diretta degli eventi che videro gli atleti israeliani presi in ostaggio durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera del 1972. Espandi ▽
Il 5 settembre 1972, durante le Olimpiadi di Monaco, un commando di militanti palestinesi assalta gli appartamenti della delegazione israeliana uccidendo due persone e prendendone in ostaggio nove. La tv americana ABC si ritrova a raccontare la tragedia in diretta. Un film televisivo sul potere della televisione che osserva la storia dalla cabina di regia, sancendo l’unione tra testimonianza, giornalismo e spettacolo. Gli studi della ABC diventano una trincea e il racconto si fa serratissimo, con l’unico difetto di lavorare fin troppo di ellissi nei tempi narrativi (e ovviamente il pregio di avere interpreti straordinari: John Magaro, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Leonie Benesch). Per il resto, il racconto riesce a dare di ogni personaggio un ritratto rapido ed esauriente, come nella migliore tradizione del cinema televisivo americano, riprendendo i tipici passaggi del genere giornalistico e mostrando implicitamente come la tv ha finito per condizionare la nostra percezione del reale, un po’ per dovere di cronaca e un po’ per compiacere gli sponsor. Recensione ❯
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Un fine settimana tra amici si trasforma nel caos dopo la rivelazione che uno degli ospiti è un robot compagno. Espandi ▽
È difficile parlare del film senza svelarne i colpi di scena, il primo dei quali per altro è dichiarato già nel trailer, ma cercheremo di non farlo perché è chiaro che è stato costruito per svelarsi pezzo per pezzo solo durante la visione.
Prodotto da Zach Cregger, il regista di Barbarian, Companion è il primo lungometraggio di Drew Hancock, che si era già cimentato dietro la macchina da presa e alla sceneggiatura sul piccolo schermo. Ha infatti le caratteristiche strizzate d'occhio delle comedy televisive e un'architettura basata su sviluppi più o meno inattesi che cambiano le carte in tavole, e che funzionerebbero benissimo come cliffhanger di fine episodio in una miniserie. Tutto questo, condensato nel formato compatto di un film, fornisce un'esperienza più intensa, una piccola montagna russa di Sali e scendi e brutali sterzati o giri della morte Recensione ❯
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Visivamente spettacolare (nella seconda parte), il film di Onah funziona ma non riesce ad appassionare. Fantascienza, Avventura, Azione - USA2025. Durata 118 Minuti.
Anthony Mackie diventa Capitan America in un film dove al centro delle azioni c'è un efferato complotto globale da sventare. Espandi ▽
L'ex Generale Thaddeus "Thunderbolt" Ross è divenuto presidente degli Stati Uniti. Dopo una missione completata con successo contro i Mercenari dei Serpenti, Sam Wilson viene invitato alla Casa Bianca, accompagnato dal nuovo Falcon, Joaquin Torres, e dal Capitan America dimenticato della Guerra di Corea, vittima per decenni di esperimenti governativi: Isaiah Bradley. In questa occasione però ha luogo un attentato alla vita del Presidente. Sam Wilson dovrà cercare di venire a capo di un complesso intrigo e a complicare le cose c'è l'agente presidenziale Ruth Bat-Seraph, di origini israeliane ma addestrata nella Stanza Rossa delle Vedove.
Il tentativo di ritornare a toni più sobri e a intrighi più complessi e spionistici è evidente nel nuovo Captain America - Brave New World ma il film non riesce mai a trovare una vera intensità drammatica e solo nella seconda parte è visivamente spettacolare.
Per quanto non sia un film infelice, non riesce però mai a risultare appassionante, vuoi per il protagonista drammaturgicamente debole, vuoi per il mistero già svelato, vuoi per il tasso spettacolare che si alza tardivamente. Il ritorno in auge della Marvel ha bisogno di meglio. Recensione ❯
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Due ragazze mormone cercano di portare il loro credo di casa in casa, ma un giorno bussano alla porta sbagliata: quella del diabolico Mr. Reed. Espandi ▽
Sorella Paxton e Sorella Barnes sono due giovani missionarie della chiesa mormona, che si dedicano alla predicazione e visitano porta a porta chi si mostra interessato ad approfondire il loro credo religioso. Quando varcano, però, la soglia del signor Reed, sul principiare di uno scatenato temporale, non sanno che stanno entrando nella tana del lupo e che l'interesse dell'uomo per l'argomento sprituale nasconde in realtà oscure deviazioni mentali e terribili trappole pronte a incastrarle.
Hugh Grant è nei panni di un personaggio mai indossato prima, lontano dalla maschera seriosa di Undoing, pervaso dal sacro fuoco dell'ironia, meravigliosamente capace di nascondere il sadismo dietro un'aria compassata e intelligente.
Anche Sophie Tatcher e Chloe East, nelle vesti di Barnes e Paxton, funzionano bene; perfettamente complementari e portatrici entrambe di un elemento di sorpresa. Recensione ❯
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Il film si ispira alle foto della schiena di "Whipped Peter" (Peter il fustigato) scattate durante una visita medica dell'esercito dell'Unione e pubblicate nel 1863 su Harper's Weekly. Espandi ▽
Louisiana, 1860. Peter viene strappato a forza dalla sua famiglia e ridotto in schiavo. Costretto ai lavori forzati, riesce a ribellarsi e fuggire nelle paludi in cerca della libertà. Viene inseguito senza tregua da spietati cacciatori insieme a cani feroci con a capo lo spietato Jim Fassel. Per salvarsi, è costretto anche a lottare con un coccodrillo prima di dirigersi verso Nord dove riesce a raggiungere a Baton Rouge l'esercito dell'Unione, impegnato nella Guerra di Secessione e si arruola.
Lo spunto di Emancipation parte da una foto che è diventata simbolo della lotta alla schiavitù e ha smosso le coscienze di molti cittadini statunitensi. Il cinema di Fuqua punta a mantenere la forza, la rabbia, il grido di libertà di quell'immagine. Affidandosi alla fotografia di Robert Richardson, che si avvicina prevalentemente al bianco e nero sottolineando i deboli cromatismi, per esempio, degli alberi e delle fiamme, trova il ritmo action che caratterizza tutto il suo cinema migliore.
Il film trova a tratti un impeto che potrebbe trasformarlo in una variazione di Braveheart versione black e resta un film autentico e sentito sulla schiavitù. Recensione ❯
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Una commedia a tema matrimonio, con Reese Witherspoon e Will Ferrell. Espandi ▽
Jim è un vedovo con un'unica figlia adorata, Jenni, che vuole sposare lo storico fidanzato rapper. Il luogo del matrimonio sarà un resort di lusso nell'isola di Palmetto che può contenere un numero limitato di ospiti: dunque il resort è prenotabile per un solo matrimonio ogni weekend. Per Jim l'isola di Palmetto è legata al ricordo del suo matrimonio e dunque è l'unico luogo in cui può immaginare di celebrare quel rito che gli porterà via la figlia, con suo grande dispiacere.
Margot è una produttrice televisiva di successo ma priva di una vita sentimentale, che si è trasferita a Los Angeles anche per allontanarsi dalla famiglia di origine in Georgia. La donna ha un solo legame famigliare importante, quello con la sorella minore, che ha deciso di sposare uno spogliarellista dei Chippendales. E decide di occuparsi personalmente delle nozze prenotando un weekend proprio nel resort dell'isola di Palmetto. Ma per un disguido prenota lo stesso weekend già fissato da Jim. Le due famiglie dovranno dividersi la cerimonia, in un'escalation di rivalità e dispetti reciproci che non potrà che portare al disastro
Un matrimonio di troppo è una screwball comedy che sembra studiata a tavolino per inserire tutti gli elementi che hanno decretato il successo delle più recenti commedie romantiche americane da piattaforma. Ma è infarcito di banalità narrative e di svolte improbabili, retorica familista e gag puerili. Recensione ❯
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