Anno | 2022 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Irlanda, Gran Bretagna |
Durata | 23 minuti |
Regia di | Tom Berkeley, Ross White |
Attori | Michelle Fairley, Paddy Jenkins, James Martin (II), Seamus O'Hara . |
Uscita | giovedì 1 giugno 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | WeShort |
MYmonetro | 4,67 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 1 giugno 2023
Due fratelli riprendono i contatti dopo la morte della madre. Premio Oscar come Miglior Cortometraggio 2023. In Italia al Box Office An Irish Goodbye ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 8,3 mila euro e 2,2 mila euro nel primo weekend.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Un piccolo villaggio dell'Irlanda del Nord. Dopo che la madre Grainne è morta a causa di una malattia, Turlough torna a casa per vendere la fattoria di famiglia e affidare il fratello Lorcan, affetto dalla sindrome di Down, a una zia. I due quasi non si parlano e quando lo fanno, litigano. Lorcan infatti non se ne vuole andare e l'unica cosa che ha in testa è prendersi cura della fattoria. Intanto il prete locale, padre O'Shea, ha scoperto che Grainne aveva scritto una lista di cento desideri con tutte le cose che voleva fare prima di morire. Lorcan così convince Turlough a esaudirli tutti e in cambio accetta di andarsene dalla loro casa. Cominciano così dal primo. Ma al novantanovesimo succede qualcosa...
Tre personaggi e un fantasma. Ha le atmosfere di Jim Sheridan ma anche lo straniamento del cinema di Aki Kaurismäki, presente soprattutto nella parte iniziale quando il lutto sembra aver creato una distanza tra i due personaggi e averli lasciati solo ai loro pensieri.
C'è una linea invisibile di separazione tra Turlough e Lorcan (ottima l'interpretazione di Seamus O'Hara e James Martin) già evidente nello sguardo tra i fratelli in auto, come se non avessero più niente da condividere. Tom Berkeley e Ross White, che avevano già diretto il corto Roy nel 2021, li mostrano in uno stato di perenne conflitto anche davanti lo spettro onnipresente della madre, come nell'inquadratura in cui sono seduti a tavola con l'urna che si trova in mezzo a loro due.
Da questo punto di vista An Irish Goodbye esplora il tema della perdita, ma anche del legame con le proprie radici. Lo fa con una vitalità contagiosa, attraverso un cinema diretto che arriva dritto al cuore e fa affezionare gradualmente ai due protagonisti. C'è qualcosa di straordinariamente vitale in questo cortometraggio, premiato con l'Oscar, agli Academy Awards del 2023, che diventa emotivamente esaltante proprio dal momento in cui Lorcan e Turlough vogliono esaudire i cento desideri della madre.
Si comincia con il Tai Chi, seguito dalla lettura di un romanzo classico, dalla posa di un disegno dal vivo, dal volo di una mongolfiera sullo sfondo delle nuvole. Se fosse un cartoon, sarebbe una storia ideale per la Pixar. C'è lo stesso legame dei personaggi con i luoghi (il paesaggio irlandese), l'illusione di conoscere già la loro storia precedente e una situazione che cambia la loro vita e trasforma la loro esperienza in qualcosa di indimenticabile, permettendogli di ritrovare il legame perduto. Particolarmente riuscito è poi il legame con la tradizione, sottolineata nella colonna sonora dal brano "Days I Left Behind" di Sammy Walker e dalla canzone finale, "I'll Tell Me Ma" di Anthony Eve e Tom Berkeley, dove si avverte come il dialogo tra la madre e i due figli non finirà mai.
An Irish Goodbye è un viaggio intimo e fantastico, che sta aggrappato alla vita con tutta l'energia che ha dentro e che appare come la versione, più bella, di Non è mai troppo tardi, la commedia sulle 'cose da fare prima di morire' con Jack Nicholson e Morgan Freeman. In più la struttura narrativa è già così compiuta, perfetta, che potrebbe essere già pronta per essere sviluppata in un lungometraggio. Ventitrè minuti di puro cinema in ogni inquadratura.
Due fratelli hanno appena perso la madre. Uno dei due è affetto dalla sindrome di Down, l'altro non sembra voler avere molto a che fare con lui e con la fattoria ricevuta in eredità. Una lista di esperienze che la mamma avrebbe voluto fare prima di morire, però, li porterà a condividere momenti che sembravano dimenticati, a ridere di nuovo insieme, a riscoprirsi l'un l'altro in un crescendo di umanità, [...] Vai alla recensione »
Quanta tenerezza in questo film! Da vedere e rivedere. Profondo, comico, commovente. Viene voglia di vederne di più. La storia dei due protagonisti apre un immaginario immenso su tutto quello che potremmo vedere in questa bellissima relazione tra fratelli. Ma la brevità del film, lo fa gustare ad ogni secondo.
L'amore, la famiglia, la diversità raccontate con una carezza Quando quando essere non è più un caso ma una scelta. la diversità dei due protagonisti è trattato con leggerezza e ironia che presto non si fa più attenzione alla loro goffaggine bensì alla loro umanità, fragilità e solitudine un film dove è protagonista [...] Vai alla recensione »
L'amore, la famiglia, la diversità raccontate con una carezza Quando quando essere non è più un caso ma una scelta. la diversità dei due protagonisti è trattato con leggerezza e ironia che presto non si fa più attenzione alla loro goffaggine bensì alla loro umanità, fragilità e solitudine un film dove è protagonista [...] Vai alla recensione »
Racconto intenso, che ci offre la possibilità di riflettere sul senso della vita, sulle relazioni, sulle persone care. Ben recitato e dall'ottimo effetto visivo. Storie e cortometraggi come questo dovrebbero essere introdotti sempre di più nelle sale cinematografiche. Lo consiglio vivamente.
Finalmente si torna ad apprezzare i capolavori dei film brevi, con questo film giustamente pluripremiato si può affrontare una tematica inusuale, i due protagonisti nei loro 20 minuti ci travolgono di mille emozioni ...non voglio spolverarvi nulla...vi consiglio di vero cuore di NON PERDERLO! Buona visione.
Sebbene ambientato in Irlanda, direi che lo humor è molto British, ma a un tempo ricorda evidentemente anche quel gusto agrodolce della commedia grottesca "Jewish", e forse non è un caso che la goffaggine dei personaggi abbia sollecitato in me un collegamento spontaneo con "Il grande Lebowsky" e la sua coppia vincente di compagni di sventura i quali, pur spesso in qualche modo "antagonisti", restano [...] Vai alla recensione »
Ognuno ha le sue zone rurali da cui scappare e a cui tornare. Quelle messe in scena da Tom Berkeley e Ross White sono nell’Irlanda del Nord e vedono l’incontro di due fratelli che si ritrovano, dopo molto tempo che non si vedono, al funerale della madre: Turlough arriva da Londra, dove si è trasferito, con l’intento di vendere la fattoria, Lorcan ha la sindrome di Down e nei [...] Vai alla recensione »
Visto ieri a Roma ed ho passato 20 minuti incollato allo schrmo. Il tema della disabilità trattato in maniera ironica e intelligente. Straconsigliato e ben vengano i corti in sala!!!
Straziante, molto bello, con una grande cinematografia: è un corto soprattutto che fa riflettere, come dovrebbe essere ogni opera d'arte.Fa pensare, anche se si ride in mezzo a lacrime dolorose.Ritrovare un fratello dopo la perdita è un modo per rinascere, ed in qualche in modo esorcizzare la morteCommovente, divertente, degno vincitore dell'Oscar.Da vedere.
Sebbene ambientato in Irlanda, direi che lo humor è molto British, ma a un tempo ricorda evidentemente anche quel gusto agrodolce della commedia grottesca "Jewish", e forse non è un caso che la goffaggine dei personaggi abbia sollecitato in me un collegamento spontaneo con "Il grande Lebowsky" e la sua coppia vincente di "compagni" di sventura i quali, pur spesso in qualche modo "antagonisti", restano [...] Vai alla recensione »
La mamma di Lorcan e Turlough muore, con l'urna tra le mani si deve decidere del futuro della fattoria. Lorcan, affetto da sindrome di Down, è destinato a finire da una zia mentre il fratello, residente a Londra, vuole vendere tutto. Prima però bisogna esaudire gli ultimi desideri della madre. E sono 100. Un addio all'irlandese, An Irish Goodbye, lanciato in anteprima a Roma dall'Irish Film Festa e [...] Vai alla recensione »