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Un film molto contemporaneo ed esteticamente curatissimo, dove tutto ruota attorno ad una comunità che combatte la globalizzazione. Horror, Drammatico - USA2025. Durata 103 Minuti.
Un horror firmato A24 con l'attrice in ascesa Ayo Edebiri. Il film è il debutto nel lungometraggio dello scrittore e regista Mark Anthony Green. Espandi ▽
Alfred Moretti è una leggenda. Le sue canzoni hanno ispirato generazioni. Ora, dopo oltre 30 anni di silenzio, Moretti annuncia che uscirà un suo nuovo album. Per promuoverlo, invita in un ranch isolato un gruppo molto selezionato di giornalisti, critici ed esperti di musica. Per Ariel, giovane redattrice di belle speranze, è l'occasione che stava aspettando da sempre. Ma nella vita, come nell'arte, nulla è mai come sembra e sarà presto chiaro a tutti gli invitati che non c'è culto più pericoloso di quello della celebrità.
Il 'sentiment' di Opus è molto contemporaneo, tutto ruota intorno alla disconnessione e all'isolamento di una comunità che non si riconosce in questa globalizzazione e vieppiù la combatte.
Sul film, in superficie esteticamente curatissimo, anzi rileccato, aleggia un'aria cool e modaiola con i camei di peso come quelli di Lil Nas X, Lenny Kravitz, Bill Burr, Wolf Blitzer e Olivia Rodrigo mentre Rosario Dawson, nella versione originale, presta la voce a Billie Holiday nell'inquietante spettacolino delle marionette, una delle idee più riuscite del film, in cui dei topi malconci, specchio non certo velato del mondo dei media con la loro supposta invadenza, la importunano con domande che la mettono in imbarazzo. Recensione ❯
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Il racconto di un padre premuroso di un bambino malato ma entusiasta della vita, un'onda di tenerezza e commozione. Espandi ▽
Austin, soprannominato Ace Man, ha 13 anni e all'attivo già 27 fratture: è affetto da osteogenesi imperfetta, una malattia genetica che fa sì che le sue ossa particolarmente fragili si spezzino per un nonnulla. Austin ha anche una forma di autismo che lo rende logorroico e ipercinetico, un vulcano incontenibile di emozioni che la sua famiglia - composta dal padre Scott, la madre Teresa (a sua volta affetta da osteogenesi imperfetta) e il fratello minore Logan (che invece non ha nessuna patologia genetica) - fatica a gestire.
La storia di Il bambino di cristallo inizia durante la notte in cui "si è rotto proprio tutto": e questa frase non si riferisce allo scheletro fragile di Austin ma al padre Scott che, completamente ubriaco, ha schiantato l'auto contro un albero, con i due figli a bordo,, rivelando che ad essere fatti "di cristallo" in famiglia non erano solo Teresa e Austin.
L'interpretazione di Zachary Levy, attore alto oltre un metro e novanta e noto come il supereroe comico di Shazam!, è qui davvero commovente, proprio perché fa leva sull'inadeguatezza di un'immagine ostinatamente "leggera" e di un modo superficiale di affrontare la vita. Recensione ❯
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Nate è un uomo comune con un dono unico: non sente dolore. Quando la ragazza dei suoi sogni viene rapita, questa peculiarità diventa la sua arma più potente per salvarla. Espandi ▽
Nate è un uomo comune, ha un lavoro in banca, ma convive con una patologia genetica unica: non sente dolore per via di una sindrome congenita realmente esistente. Quando la ragazza dei suoi sogni viene rapita, questa peculiarità diventa la sua arma più potente tanto da trasformarlo in un supereroe che farà di tutto per salvarla.
Ecco una forma ironica, e riuscita, di riflettere sul tema dei superpoteri e dei supereroi sui generis in modalità "prendere o lasciare".
La miscela davvero esplosiva di generi messi insieme dalla sceneggiatura di Lars Jacobson, che non si prende mai troppo sul serio anche quando sa di andare incontro a una certa ripetitività, dà modo alla coppia di registi, Dan Berk e Robert Olsen, di sbizzarrirsi e di divertirsi nel contaminare con nonchalance l'alto e il basso e nel mettere in scena, con un budget limitato (il film è anche girato a Città del Capo che dovrebbe essere San Diego), i tipici balletti dei combattimenti pieni di un'ironia che non si trasforma mai in grottesco. Evviva! Recensione ❯
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Salce sa cogliere con ironia ma anche con pietas i tratti caratteriali di Fantozzi, facendoci ridere di noi stessi e della nostra ignavia. Comico, Italia1975. Durata 100 Minuti.
Il ragionier Ugo Fantozzi, ineguagliata icona della sopravvivenza alla quotidiana ferocia della vita da impiegato. Espandi ▽
Il ragionier Ugo Fantozzi, dimenticato da molti giorni nei gabinetti murati della società ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica viene ritrovato grazie a una 'rispettosa' telefonata della moglie Pina che ha osato finalmente chiedere sue notizie. Da quel momento veniamo a conoscenza della sua vita familiare (ha una figlia, Mariangela, dall'aspetto decisamente poco invitante), del suo segreto amore (la collega signorina Silvani) e soprattutto delle vessazioni a cui è sottoposto (e a cui talvolta si auto sottopone preventivamente) al lavoro. Recensione ❯
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Un giovane beffato da un affarista crea un suo alter ego vendicatore: Paperboy. Espandi ▽
Due giovani - Giona e Ade - hanno messo a punto un nuovo e rivoluzionario software chiamato Prophecy. Lo propongono al famoso Manfredi ma l’affare non va a buon. Sei mesi dopo, Giona scopre che Manfredi sta facendo un sacco di soldi con il loro software di cui si è illecitamente appropriato. Con l’aiuto di Ade, Giona assume l’identità del fantomatico Paperboy, che sul web si propone di ristabilire la giustizia. Tratto dall’omonimo manga di Tetsuya Tsutsui, il film racconta con toni da action comedy una vicenda caratterizzata da un certo schematismo di fondo in ruoli e personaggi, ma ravvivata di frequente da un brio espositivo che le dona vivacità e leggerezza. La descrizione dell’improbabile e scalcinato gruppo di vendicatori è abbastanza colorita e, se la figura quasi super eroistica, come immagine almeno, di Paperboy rimane poco utilizzata e un po’ generica, il ruolo dei ribelli all’interno di un’ottica di vendetta e giustizia è nel complesso efficace e coinvolgente. La confezione è curata e apprezzabile. Positiva anche la prova del cast. Recensione ❯
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La coraggiosa opera seconda di Stefano Sardo che decide di portare sul grande
schermo una storia ambientata durante la pandemia. Drammatico, Italia2024. Durata 103 Minuti.
Un originale noir sentimentale, ricco di sorprese e sconvolgenti rivelazioni, in cui i ruoli di vittima e carnefice si ribaltano, dando vita a insoliti cambi di prospettiva. Espandi ▽
Quando inizia il lockdown a Roma, Luca (Riccardo Scamarcio), insegnante di filosofia del liceo, si ritrova a viverlo da solo perché la moglie Sara (Maria Chiara Giannetta), medico, vive praticamente in ospedale per fronteggiare l'emergenza. Mentre il mondo si ferma, la sua attenzione si concentra sulla nuova vicina, Amanda (Mariela Garriga). Quando il desiderio lo spinge a rompere la distanza che li separa, Luca è travolto da una passione incontrollata che sconvolgerà la sua vita con conseguenze inaspettate. Durante il lockdown al protagonista del film accade qualcosa di travolgente con l'apparizione di Amanda che scatenerà una passione più pericolosa della stessa pandemia.
È in qualche modo coraggiosa l'opera seconda di Stefano Sardo che decide di portare sul grande schermo una storia ambientata durante la pandemia nei confronti della quale, secondo studi recenti, è stato avviato un processo di rimozione nel discorso pubblico da una larga maggioranza di persone che, anche come meccanismo di difesa, non ne vuole più sentire parlare. Recensione ❯
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Un esuberante manifesto femminista che affonda unghie e denti nel cinema di Almodóvar e Tarantino, unendo commedia, thriller e surreale a temi attuali come la violenza di genere e il sessismo. Espandi ▽
Seconda regia per Noémie Merlant, furiosamente audace, che esplora il terreno sinuoso dei generi. Dramma, commedia, gore, ghost story, horror, il film debutta col tour di un’immobile che registra la violenza domestica e reagisce con una radicalità eclatante: quando è troppo è troppo, se un uomo è violento va liquidato. Senza se, senza ma e senza sconti di pena.
Mette in scena tre giovani donne che incarnano tre diversi approcci al maschile. Per Rosy è una relazione facile e frequente, per Nicole è difficile e rara, per Élise è terribilmente complicata. La sorellanza è lampante: parole in (grande) libertà, esposizione del corpo senza giudizio, sostegno morale, meteorismo, sesso, confidenze.
Un femminile come non lo abbiamo mai visto, o poco almeno, e la volontà dell’attrice di rappresentarlo libero dai codici imposti dall’industria del cinema. Noémie Merlant firma un film punk e ricorre a oltranza all’umorismo e all’assurdo, alleggerendo soltanto un po’ la realtà greve delle violenze sessiste e sessuali. Recensione ❯
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Un film necessario che ritrae un'esperienza di militanza dimenticata dalla storia. Ma rivivificata dal cinema. Drammatico, Germania2024. Durata 124 Minuti.
La storia vera di Hilde e Hans Coppi, militanti dell'"Orchestra rossa", gruppo di oppositori al nazismo nei primi anni della guerra. Espandi ▽
Nel 1942, mentre l'esercito tedesco sta già affrontando le prime capitolazioni, a Berlino una giovane assistente medica Hilde Rake entra in un gruppo di oppositori al nazismo poi conosciuto come l'"Orchestra rossa". Qui, in un'oasi di pace e felicità idealmente lontana dall'oppressione del regime, Hilde s'innamora di Hans Coppi e lo sposa. Dopo un'estate passata a fare attività clandestina (per lo più volantinaggio e tentativi di inviare lettere alle forze alleate), Hilde viene arrestata dalla Gestapo e interrogata. In carcere darà alla luce un figlio, e sarà giustiziata poco dopo. Cosa resta del suo esempio?
Berlino, estate '42 è un ritratto dolce e malinconico di un'esperienza di militanza dimenticata dalla storia ma rivivificata dal cinema. In particolare, Dresen trasforma la cronaca storica nell'elegia di una donna indomita, spaventata e per questo umanissima, confermandosi autore capace di comporre ritratti femminili di notevole impatto.
Nell'incontro tra storia e finzione, il regista sa fare del solido cinema drammatico, trasformando un episodio minore in un monito universale sulla necessità di resistere contro un potere abnorme. Recensione ❯
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Un ritratto dei ventenni di oggi, alla ricerca di utopie e speranze che non gli sono state concesse, della loro voglia di vivere e amare e della loro grande infelicità. Espandi ▽
Bianca ha 23 anni, dovrebbe frequentare l’università, ma non ci va mai. Ha poche ossessioni: il tempo che passa, la droga e Angelica. Da quando vivono insieme, tutto corre più veloce. Anche la loro amicizia, tra amore e dipendenza. Bianca ha un quaderno su cui scrive appunti per i suoi libri, ma vorrebbe annotarci altro: che perdiamo tutto continuamente e che alla fine, forse – tra le strade notturne di Roma e l’albero che si intravede, muto, dalla finestra di casa – niente andrà perduto. L’opera prima di Sara Petraglia convince per la sua naturalezza nel raccontare due ragazze poco più che ventenni in cerca di se stesse. Uno dei pregi maggiori dell’opera prima di Sara Petraglia – sì la figlia dello sceneggiatore Sandro e non se ne parli più – è la schiettezza, sic et simpliciter. Perché è un pregio? Perché raccontare con semplice naturalezza, senza approcci moralistici, senza giudicare, due donne di vent’anni o poco più, Bianca e Angelica, è qualcosa di inedito e, in certa misura, di scandaloso. Certo la riuscita del film, che si muove su corde che è un attimo pizzicare male, è dovuta alla naturalezza della sceneggiatura ma, soprattutto, all'adesione totale ai personaggi delle due interpreti, Tecla Insolia, sempre più sorprendente e Carlotta Gamba in un ruolo fantasmatico. Recensione ❯
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Le vicissitudini della squadra di calcio di Palmi, in provincia di Reggio Calabria, tra atleti locali e stranieri in un racconto di formazione sportivo. Espandi ▽
Milano. Etienne Morville è un calciatore francese tra i più forti al mondo ma ha un pessimo carattere. In campo si nota più per le risse che le giocate con i suoi numeri ‘alla Houdini’, fuori dal campo invece si mette spesso nei guai. Dopo essere diventato bersaglio social dopo aver offeso una tiktoker e accusato di ‘body shaming’, viene messo fuori squadra. La sua popolarità è ai minimi termini e il suo agente non sa più che fare. Da Palmi, un comune in provincia di Reggio Calabria, arriva intanto una folle proposta. Don Vincenzo, un geniale agricoltore in pensione, organizza una raccolta fondi per ingaggiarlo e risollevare così le sorti della squadra locale, l’U.S. Palmese, cercando di coinvolgere i 18.000 abitanti. Morville così arriva sul posto per rilanciare la sua immagine e fa i conti con una realtà completamente diversa rispetto a quella a cui è abituato.
I fratelli Manetti, in US Palmese mantengono quell’illusione fantasy che contraddistingue gran parte dei loro film, con insistite deformazioni visive nelle scene sportive che contrastano con un clima da commedia italiana anni ’50. Non è un film di testa, ma soprattutto di cuore.
Ottima performance del cast, tra cui va menzionata la rivelazione Giulia Maenza nel ruolo di Concetta, la figlia di Don Vincenzo. Recensione ❯
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Un attore condizionato da una neurofibromatosi che gli segna il volto vuole provare un trattamento sperimentale per cambiare aspetto. Espandi ▽
Edward vive a New York con l’ambizione di fare l’attore, ma il suo aspetto fisico è pesantemente condizionato dalla neurofibromatosi che gli segna il volto. L’uomo si invaghisce della norvegese Ingrid. I due sembrano avviare un rapporto autentico, ma Edward sente di non avere speranze con lei. A meno che non accetti di provare un nuovo trattamento medico che sembra potergli donare un aspetto “normale”.
Brillante satira dei temi della rappresentazione nel mondo dello spettacolo, oltre che viscerale e grottesca esplorazione di identità e gelosia, il terzo film di Aaron Schimberg sfoggia un tono decisamente originale, mescolando il sapore autentico della commedia newyorchese vecchia scuola con delle riflessioni ardite sulla mise en abyme di personaggi che si specchiano l’uno nell’altro alla ricerca di sé.
Certamente si ride, non solo per i pregevoli dialoghi tra i protagonisti ma per la cura appassionata verso i tanti ruoli minori che tratteggiano un bozzetto di vivace e bizzarra vita newyorchese. Ma la profondità più oscure dell’opera non va sottovalutata. Recensione ❯
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Un film comico con venature horror. Perkins preme l'acceleratore sul grottesco. Horror, USA2025. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'adattamento di un celebre racconto di Stephen King. Prodotto da James Wan. Espandi ▽
In soffitta c'è una scimmietta giocattolo un po' misteriosa. Apparteneva al papà dei gemelli Hal e Bill che, da bambini, la ritrovano e ne azionano il meccanismo ruotando la chiave nella schiena. È l'inizio di una serie di morti orribili che distrugge la loro famiglia. Passano 25 anni e il giocattolo maledetto riappare. Ecco una nuova scia di sangue che costringe i due fratelli, ormai separati, a fare i conti con il loro oscuro passato.
Il regista del cult Longlegs, Osgood Perkins, stavolta preme l'acceleratore sul lato grottesco del curioso racconto di Stephen King realizzando quasi un film comico con venature horror.
Molta dell'attenzione del regista, che è anche sceneggiatore, si sofferma nella messa in scena delle morti trattate a mo' di gag, quasi slapstick, cosa che, bisogna dirlo, genera più ilarità rispetto alle battute un po' spente e volutamente demenziali che costellano il film. In effetti la ricerca degli strumenti che provocano la morte, con il loro lato gore, riesce a essere molto inventiva appagando le aspettative dello spettatore che cerca proprio in questi elementi l'originalità di questo genere di film. Recensione ❯
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Una versione ibrida e grottesca della fiaba dei Grimm. Che desidera accontentare tutti e finisce per non accontentare nessuno. Avventura, Drammatico, Family - USA, Germania2025. Durata 109 Minuti.
Adattamento live action del film d'animazione Disney del 1937 Biancaneve e i sette nani. Espandi ▽
La storia è nota: Biancaneve viene perseguitata dalla regina cattiva, sua matrigna, che la vuole morta perché lo "specchio delle sue brame" le ha detto che è Biancaneve, e non più lei, la più bella del reame. La ragazza si rifugia presso la casetta nella foresta dei sette nani ma la regina Grimilde, autotrasformata in strega, la convince ad addentare una mela avvelenata: solo un bacio d'amore potrà salvare Biancaneve dalla morte.
Questa riedizione Disney live action della celebre favola dei fratelli Grimm è una versione ibrida con non pochi elementi grotteschi - in primis i sette nani in CGI - che fanno rimpiangere la morbidezza e la raffinatezza dell'animazione originale (interamente disegnata a mano). Alcune scelte, invece di limitarsi ad aggiornare la favola alla contemporaneità, in qualche modo la snaturano, togliendole quella potenza iconica che l'ha resa immortale. Biancaneve rimane a metà del guado, senza osare una vera rilettura ironica della fiaba originale, che voleva la protagonista "colf dei sette nani" e in passiva attesa di un principe azzurro che le svolti (letteralmente) l'esistenza, e allo stesso tempo rivelandosi poco rispettosa della forza originaria della favola nera dei Grimm. Recensione ❯
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Vito Genovese e Frank Costello, una coppia di italoamericani che gestiscono due distinte famiglie criminali a metà del XX secolo. Espandi ▽
Siamo alla metà del secolo, di cose ne sono già avvenute - il secondo conflitto mondiale, la Guerra Fredda, il maccartismo -, altre stanno per arrivare - l'omicidio Kennedy, il Vietnam, i diritti civili -, ma Frank Costello e Vito Genovese sono sempre lì. Immigrati italiani tutti e due, boss mafiosi tutti e due, il primo è accorto, diplomatico, freddo, il secondo avventato, incontenibile, iracondo. Costello e Genovese sono cresciuti insieme nei quartieri poveri di New York e insieme hanno compiuto la scalata al potere criminale, ma quando Vito è dovuto scappare in Italia per sfuggire ad un'accusa di omicidio, il comando della famiglia Luciano è passato nelle mani di Frank. Otto anni dopo, Genovese torna in America e rivuole indietro da Costello quello che è suo.
Quasi tutto quello che viene mostrato è davvero successo, perché quasi tutta così è la società americana. Recensione ❯
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Il progetto esplora il futuro della Società 5.0, un modello in cui l'innovazione digitale non è solo un motore economico, ma un elemento trasformativo della società e dell'ambiente circostante. Espandi ▽
Un blackout in una società futuristica mette a rischio la vita di milioni di persone portando caos e panico tra i cittadini. Jodie, ispettrice di polizia, deve assolutamente trovare il responsabile che ha manomesso l'intero sistema di rete tecnologica che regge la città: trasporti, sicurezza mondiale, sanità. Se non si risolve il problema gli ospedali sarebbero al collasso, la gente morirebbe e si aprirebbe davanti ai nostri occhi uno scenario apocalittico. Per le indagini Jodie può fare affidamento su suo padre Mark e sull'inaspettato aiuto di Matt, un hacker con precedenti penali. Gli indizi portano ad un unico colpevole: il Dottor Borghese, psicologo stimato e apprezzato, che ha causa dell'intelligenza artificiale ha perso il lavoro. Sarà stato davvero lui o qualcuno ha cercato di incastrarlo? La società è schiava della tecnologia? Recensione ❯
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