A Different Man

Film 2024 | Thriller 116 min.

Regia di Aaron Schimberg. Un film Da vedere 2024 con Sebastian Stan, Renate Reinsve, Adam Pearson, Owen Kline, Marc Geller. Cast completo Genere Thriller - USA, 2024, durata 116 minuti. - MYmonetro 3,46 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 16 febbraio 2024

Un attore condizionato da una neurofibromatosi che gli segna il volto vuole provare un trattamento sperimentale per cambiare aspetto. Il film ha ottenuto 1 candidatura al Festival di Berlino,

Consigliato sì!
3,46/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 2,92
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Un film che si eleva al di sopra della satira facile sfoggiando un tono del tutto originale.
Recensione di Tommaso Tocci
venerdì 16 febbraio 2024
Recensione di Tommaso Tocci
venerdì 16 febbraio 2024

Edward vive a New York con l'ambizione di fare l'attore, ma il suo aspetto fisico è pesantemente condizionato dalla neurofibromatosi che gli segna il volto. Abituato allo sdegno altrui, o peggio all'indifferenza totale, l'uomo si invaghisce immediatamente della norvegese Ingrid, autrice teatrale, quando questa si trasferisce nell'appartamento vicino. I due sembrano avviare un rapporto autentico, ma Edward sente di non avere speranze con lei. A meno che non accetti di provare un nuovo trattamento medico che sembra potergli donare un aspetto "normale", credendo che questo risolva tutti i suoi problemi.

Brillante satira dei temi della rappresentazione nel mondo dello spettacolo, oltre che viscerale e grottesca esplorazione di identità e gelosia, il terzo film di Aaron Schimberg sfoggia un tono decisamente originale, mescolando il sapore autentico della commedia newyorchese vecchia scuola con delle riflessioni ardite sulla mise en abyme di personaggi che si specchiano l'uno nell'altro alla ricerca di sé.

Dopo Chained for Life, di cui rappresenta un'evoluzione su un soggetto simile e del quale riprende la collaborazione con l'attore Adam Pearson (afflitto proprio da neurofibromatosi) il regista fa un provocatorio passo ulteriore mettendo a contrasto Pearson con un volto che rappresenta l'attrattività più convenzionale del cinema popolare americano (Sebastian Stan, il quale per la verità negli anni ha cercato di demolire quella parte di sé con diversi ruoli non scontati, di cui questo rappresenta forse il culmine), prima sotto pesante make-up e poi al naturale.

Quello di Edward è un percorso che mette il protagonista ripetutamente di fronte alle mancanze di carattere, che a dispetto delle varie trasformazioni fisiche è molto più difficile da cambiare. Ma l'idea del film è più sottile di una semplice critica alla vanità umana; con l'arrivo del terzo atto la storia si arricchisce di così tanti livelli nuovi da far vacillare ogni equilibrio.

La presenza di Renate Reinsve (star di La persona peggiore del mondo al primo ruolo in lingua inglese) ha un che di surreale nella sua alterità ed è forse il più indifendibile per come si perde nella sua vacuità tra palcoscenico e vita reale. L'arrivo di Oswald, interpretato da Pearson, è la chiave di tutto ed è ciò che eleva il film al di sopra della satira "facile" di certo cinema che ha toccato territori simili, su tutti con Ruben Östlund e Kristoffer Borgli.

Certamente si ride, non solo per i pregevoli dialoghi tra i protagonisti ma per la cura appassionata verso i tanti ruoli minori che tratteggiano un bozzetto di vivace e bizzarra vita newyorchese. Ma la profondità più oscure dell'opera non va sottovalutata, arrivando a includere una nota di body horror cronenberghiana e un senso di stravolgimento del reale in stile Kaufman.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 1 marzo 2024
Domenico Spinosa
Close-up

Si può dire che tutto il Novecento sia stato attraversato in maniera costante e, se si vuole, ossessiva, dalla questione di cosa sia in fondo l'identità. Inutile citare i grandissimi esempi letterari, basta appena richiamarli alla mente. E si può anche aggiungere che il cinema, tutto il cinema da sempre, sin dalle sue origini, si è evoluto provando a sperimentare di continuo nuovi possibili modi per [...] Vai alla recensione »

martedì 20 febbraio 2024
Paola Assom
NonSoloCinema

Si potrebbe pensare a "La bella e la Bestia" vedendo questa commedia: la Bella è Ingrid (Renate Reinsve), giovane intraprendente con un futuro di drammaturga, vicina di casa di Edward (Sebastian Stan), suo coetaneo, single, attore in piccoli spot ma di argomento molto particolare. Infatti Edward è affetto da neurofibromatosi, che gli ha deformato terribilmente il viso, che nell'infanzia era perfettamente [...] Vai alla recensione »

sabato 17 febbraio 2024
Vania Amitrano
Ciak

Diventare conformi agli ideali di bellezza imposti dalla società significa anche perdere la propria identità reale? È quello che si chiede il regista newyorkese Aaron Schimberg in A Different Man, lungometraggio in concorso al 74mo Festival del Cinema di Berlino, racconto surreale tra il thriller e la commedia con delle punte horror splatter, in cui Sebastian Stan (Captain America: The First Avenger, [...] Vai alla recensione »

sabato 17 febbraio 2024
Marina Pavido
Cineclandestino

Nel momento in cui per la prima volta si è parlato del lungometraggio A Different Man, ultima fatica del regista statunitense Aaron Schimberg, in concorso alla 74° edizione del Festival di Berlino, in molti hanno inevitabilmente pensato al bellissimo e straziante The Elephant Man, diretto da David Lynch nel 1980 e ispirato alla vita John Merrick, vissuto a Londra nell'Ottocento e gravemente deturpato [...] Vai alla recensione »

venerdì 16 febbraio 2024
Simone Emiliani
Sentieri Selvaggi

Dopo Dream Scenario, sembra esserci una direzione ben preciso della A24 per creare nuove forme di oscuri thriller sulla contemporaneità. La strada è quella tracciata da Ari Aster dove non c'è più nessun limite tra la realtà e l'immaginazione. Anzi, i pensieri soggettivi stravolgono la propria quotidianità, la smembrano in mille pezzi (e oltre) di un delirio.

venerdì 16 febbraio 2024
Gian Luca Pisacane
La Rivista del Cinematografo

I titoli targati A24 hanno da tempo un pregio indiscutibile: il coraggio. Sono divisivi, a volte estremi. Giocano con gli eccessi, sono sovraccarichi, ma sanno come distinguersi in un panorama cinematografico sempre più omologato. Pensiamo agli horror di Ti West, alla fantascienza di Alex Garland (aspettando Civil War), al talento di frattura di Ari Aster, protagonista quest'anno con Beau ha paura. La [...] Vai alla recensione »

NEWS
BERLINALE
venerdì 16 febbraio 2024
Tommaso Tocci

Aaron Schimberg firma il suo film più complesso e riuscito che mescola commedia e oscure riflessioni. In concorso alla Berlinale. Vai all'articolo »

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