cardclau
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sabato 22 marzo 2025
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il quinto canto dell''inferno
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Ci sono pochi film che mi inducono una indicibile sofferenza come quelli dove la ribellione contro un governo dittatoriale, liberticida é espletata da persone giovani. Forse anche perché penso che la loro vita in boccio non sia ancora sufficientemente stabilizzata da convinzioni razionali, né penalizzata dagli eventi, ma percorsa da elementi che potremmo definire “irrazionali” (fondamentali, se non la vita si arresterebbe) come l’entusiasmo per essa, e la sessualità per un mondo ancora fantasticato più che conosciuto, ma di una potenza straordinaria. Per questo non me la sono sentita di vedere La Rosa bianca; mentre mi è stato possibile vedere La vita nascosta di Terrence Mallick.
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Ci sono pochi film che mi inducono una indicibile sofferenza come quelli dove la ribellione contro un governo dittatoriale, liberticida é espletata da persone giovani. Forse anche perché penso che la loro vita in boccio non sia ancora sufficientemente stabilizzata da convinzioni razionali, né penalizzata dagli eventi, ma percorsa da elementi che potremmo definire “irrazionali” (fondamentali, se non la vita si arresterebbe) come l’entusiasmo per essa, e la sessualità per un mondo ancora fantasticato più che conosciuto, ma di una potenza straordinaria. Per questo non me la sono sentita di vedere La Rosa bianca; mentre mi è stato possibile vedere La vita nascosta di Terrence Mallick. Il film è forse “un incidente di percorso”, ma non me ne pento, il punto nodale è quando i giudici della carte marziale nazista le avevano chiesto perché l’aveva fatto e lei risponde perché amava suo marito. Si! Per amore per la vita (di cui suo marito era un epifenomeno), non per odio. Dice Dante nel quinto canto dell’inferno per bocca di Francesca “… nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice ne la miseria …”. Ma il punto più straziante è quando comunica alla madre che l’hanno condannata a morte. Che le induce un pianto assolutamente disperato. Mentre è normale che i figli sopravvivano ai genitori, il lutto più grande, inelaborabile, per un genitore è perdere un figlio. Riprendo Dante nel finale del quinto canto ”… e caddi come corpo morto cade.”
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[+] l''eredità esemplare e universale di hilde coppi
(di antonio montefalcone)
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francesca meneghetti
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domenica 25 maggio 2025
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un film drammatico ma necessario
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? noto che la Resistenza ? di cui tanto si parla in occasione dell?ottantesimo anniversario della Liberazione - fu un fenomeno europeo e non solo italiano. Riguard? anche la Germania: il film La Rosa bianca del 2005 ha contribuito a diffondere la conoscenza di un?opposizione cristiana a Hitler, sviluppatasi a Monaco e decapitata, letteralmente, nel febbraio del 1943. Nuovamente dal cinema viene un ulteriore contributo alla conoscenza di un gruppo di opposizione costituitosi a Berlino, e stroncato dalla Gestapo all?incirca nello stesso periodo. Si trattava dell?Orchestra rossa (Die Rote Kapelle), formata da un gruppo di giovani che trasmettevano informazioni ai civili tedeschi (sulle condizioni dei prigionieri), ma anche ai sovietici: di fatto erano spie.
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? noto che la Resistenza ? di cui tanto si parla in occasione dell?ottantesimo anniversario della Liberazione - fu un fenomeno europeo e non solo italiano. Riguard? anche la Germania: il film La Rosa bianca del 2005 ha contribuito a diffondere la conoscenza di un?opposizione cristiana a Hitler, sviluppatasi a Monaco e decapitata, letteralmente, nel febbraio del 1943. Nuovamente dal cinema viene un ulteriore contributo alla conoscenza di un gruppo di opposizione costituitosi a Berlino, e stroncato dalla Gestapo all?incirca nello stesso periodo. Si trattava dell?Orchestra rossa (Die Rote Kapelle), formata da un gruppo di giovani che trasmettevano informazioni ai civili tedeschi (sulle condizioni dei prigionieri), ma anche ai sovietici: di fatto erano spie. L?attenzione del regista Andreas Dresen si concentra su una giovane coppia di sposi, Hans Coppi e Hilde Rake, che possono incorniciare l?estate del 1942 come la pi? bella della loro vita. Anche perch? sar? l?ultima. Hans sar? impiccato a dicembre e Hilde giustiziata nel maggio del ?43. Non ? bello spoilerare, ma ? opportuno che lo spettatore sia preparato e non speri, come ho fatto io, nel miracolo dell?ultimo momento. Con il nazismo non si poteva scherzare, n? sperare in atti di grazia o di clemenza. La realt? ? stata impietosa ed ? giusto mantenere questa drammaticit?. Il montaggio alterna sistematicamente, ma non ordinatamente (se il criterio ? quello della cronologia), scene del presente (la persecuzione politica e giudiziaria), a partire dall?arresto di Hilde mentre raccoglie fragole, e di un passato recente (le scene che raccontano l?attivit? fiduciosa e ingenua del gruppo dell?Orchestra rossa). La struttura del film, a dire la verit?, non ? chiarissima e si fatica a orientarsi tra i diversi componenti del gruppo e le loro relazioni (che fine ha fatto Franz, il primo fidanzato di Hilde, che era al fronte?). Ma l?intenzione del regista ? quella di contrapporre la vitalit?, anche sessuale, e la gioia di vivere di quei giovani, che campeggiano lungo un lago, attaccano volantini allegramente; con la cupezza della detenzione che subisce Hilde, il personaggio principale, interpretata in modo splendido da Liv Lisa Fries. Hilde quando viene arrestata ? incinta di otto mesi e, dato che viene denudata prima di finire in cella, c?? ragione di credere che la stessa attrice abbia condiviso il percorso biologico di una madre. Ed ? su di lei che si concentra la narrazione, elevandola a simbolo di una resistenza femminile dignitosa, tenace, e basata, pi? che sull?odio verso i nazisti, sull?amore verso il marito Hans. Hilde ? intelligente, generosa, empatica: ? la persona che aiuta gli altri a risolvere problemi, anzich? crearne. Con il suo coraggio e la determinazione piega persino una rigida kapo della prigione che, dopo averla vista reggere a un parto difficilissimo, occuparsi con dedizione del suo piccolo, essere di aiuto alle altre donne dell?infermeria, sopportare senza lamenti le privazioni del carcere, inoltra per lei un?inutile domanda di grazia. Quando viene processata e le viene concessa la parola, Hilde dichiara di aver agito solo per amore (di suo marito). Come hanno fatto anche tante partigiane italiane. Il regista ha scelto di sganciarsi dalle coordinate storico-politiche (il 1942 era iniziato a Berlino con la ?soluzione finale? e militarmente aveva rappresentato difficolt? su vari fronti), e di rappresentare la dimensione privata e quotidiana dei vari personaggi, di enfatizzare i drammi umani. Straziante ? l?incontro in carcere tra Hilde e la madre, quando viene informata della condanna a morte. Sar? lei a occuparsi del piccolo Hans, che, cresciuto dai nonni, dopo la caduta del muro di Berlino, e l?apertura degli archivi sovietici verr? a scoprire la sostanziale inefficacia delle azioni dell?Orchestra rossa (per altro a lungo screditate e misconosciute). Ma contribuiscono all?incidenza emotiva del film anche tanti dettagli. Un esempio: Hilde riceve un pastore per l?ultimo conforto religioso, che gli fa cambiare il camicione perch? macchiato dal latte che scorga ritmicamente dalle madri che allattano. Non viene sostituito da un indumento pulito: anzi, ? vistosamente sporco e lacero, ma d? meno scandalo delle chiazze all?altezza dei capezzoli. Non ? un film da intrattenimento. Richiede, a mio avviso, una certa preparazione emotiva. Ma ? un film necessario.
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