Anno | 2025 |
Genere | Horror, |
Produzione | USA |
Durata | 98 minuti |
Al cinema | 243 sale cinematografiche |
Regia di | Oz Perkins |
Attori | Theo James, Tatiana Maslany, Christian Convery, Colin O'Brien (II), Elijah Wood Rohan Campbell, Oz Perkins, Laura Mennell, Sarah Levy (II), Beatrix Perkins, Janet Kidder, Jason Burkart, Scott Nicholson, Katie Stuart, Danny Virtue, Joyce Robbins, Jacqueline Robbins, Doralynn Mui, Adam Scott. |
Uscita | giovedì 20 marzo 2025 |
Distribuzione | Eagle Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,77 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 marzo 2025
L'adattamento di un celebre racconto di Stephen King. Prodotto da James Wan. The Monkey è 3° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 39.306,00 e registrato 74.396 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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In soffitta c'è una scimmietta giocattolo un po' misteriosa. Apparteneva al papà dei gemelli Hal e Bill che, da bambini, la ritrovano e ne azionano il meccanismo ruotando la chiave nella schiena. È l'inizio di una serie di morti orribili che distrugge la loro famiglia. Passano 25 anni e il giocattolo maledetto riappare. Ecco una nuova scia di sangue che costringe i due fratelli, ormai separati, a fare i conti con il loro oscuro passato.
Il regista del cult Longlegs, Osgood Perkins, stavolta preme l'acceleratore sul lato grottesco del curioso racconto di Stephen King realizzando quasi un film comico con venature horror.
È un esorcismo sul tema della morte quello portato avanti in The Monkey da Osgood "Oz" Perkins, il regista che di esorcismi se ne occupa già dalla sua opera prima February - L'innocenza del male e di morte o, meglio, del confine tra la vita e la morte, dall'opera seconda Sono la bella creatura che vive in questa casa. Ma la storia, solo ispirata all'omonimo racconto della raccolta "Scheletri" (Sperling & Kupfer) che Stephen King scrisse agli inizi del 1980 in una stanza d'albergo di New York dopo aver visto una scimmietta a molla di un venditore ambulante che lo aveva fatto pensare alla morte, con la sua scia di sangue all'inizio tutta familiare non può non richiamare elementi biografici del regista figlio di Anthony Perkins, la star di Psycho di Hitchcock, morto di Aids quando lui era giovane, e di Berry Berenson, l'attrice scomparsa su uno dei voli coinvolti negli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001.
Il destino (finale) è cinico e baro e questo il cinquantunenne ex attore lo sa bene, da qui il suo premere l'acceleratore sul lato grottesco delle morti rappresentate giocando molto sulla loro rappresentazione ironica. In questo senso è quasi lodevole il suo spingere il tutto alle estreme conseguenze con lo splatter che prende il sopravvento in alcune sequenze caratterizzate dalla velocità degli eventi.
Ma i tempi dilatati che connotano il cinema di Perkins - pensiamo naturalmente al precedente, elegante e sorprendente lavoro del regista, Longlegs - non si accordano del tutto con la produzione che c'è dietro a The Monkey, firmata da James Wan, il mago degli horror dai tempi 'contratti', come Saw e The Conjuring, che aveva già immaginato dei pupazzi assassini nel soggetto del suo Dead Silence (mentre le 'vere' scimmie assassine hanno popolato il cinema horror degli anni '80 con Link di Richard Franklin e Monkey Shines - Esperimento nel terrore di George A. Romero).
Non è però 'solo' una questione di tempi ma anche di tono del film che si preoccupa di irridere la morte, svuotandola di senso e dunque banalizzandola, più che usandola come elemento narrativo per riflettere magari sui temi del trauma e del dolore.
Molta dell'attenzione del regista, che è anche sceneggiatore, si sofferma nella messa in scena delle morti trattate a mo' di gag, quasi slapstick, cosa che, bisogna dirlo, genera più ilarità rispetto alle battute un po' spente e volutamente demenziali che costellano il film. In effetti la ricerca degli strumenti che provocano la morte, con il loro lato gore, riesce a essere molto inventiva appagando le aspettative dello spettatore che cerca proprio in questi elementi l'originalità di questo genere di film. Così facendo però il risultato è più uno spensierato film comico con venature horror che una più complessa commedia nera.
Scritto e diretto dal regista di “Longlegs”, Oz Perkins, prodotto da James Wan e basato sul racconto breve, “La scimmia”, del maestro della paura Stephen King (inserito nella celebre raccolta antologica di racconti che è "Scheletri" - 1985). “The Monkey” è una pellicola differente da “Longlegs”, meno cupa e più divertente, [...] Vai alla recensione »
THE MONKEY.Vediamo un po?.Abbiamo come soggetto LA SCIMMIA di Stephen King che un racconto tanto breve quanto efficace, come produttore James Wan che con l?horror e il thriller sono sempre stati grandi amici (tra luci e ombre) e come sceneggiatore e regista abbiamo Osgood ?Oz? Perkins che in dieci anni ha sfornato un capolavoro, un buon film su Netflix e altri due grandi.
Dalla prima scena sembra davverlo interessante quando l'uomo del negozio dei pegni viene squarciato non credendo alla storia ,ma poi diventa davvero una delusione totale,niente di pauroso anzi scene che diventano comiche anche trattandosi di sangue ma davvero molto mediocri,la scimmia dall'aspetto sembra un pò inquietante ma poi si rivela davvero una delusione ,non si capisce che viene [...] Vai alla recensione »
Mai ho rimpianto 17 euro come quelli spesi per andare a vedere questo pseudo film horror. Non ha niente di originale, non segue la storia originale (e vabbè), utilizza effetti "speciali" da cartone animato. Il film è decisamente infantile a 360° e a me tutte quelle morti non hanno fatto ridere (come si afferma in qualche recensione, a mio modo di vedere, fin troppo bonaria), [...] Vai alla recensione »
Da un racconto di Stephen King. Non è il terribile "La zampa di scimmia" di W. W. Jacobs, che secondo King è uno dei più spaventosi racconti mai concepiti (lo scrive in "Danse Macabre", e anche il celebre critico Harold Bloom è d'accordo con lui). La zampa di scimmia esaudisce i tre desideri, nella peggiore versione possibile. Il caro estinto richiamato in vita torna, ma nello stato in cui è: mezzo [...] Vai alla recensione »
I gemelli Hal e Bill ritrovano la vecchia scimmia giocattolo del padre: scoprono che, ogni volta che girano la chiavetta per metterla in moto, qualcuno muore di una morte orribile, incluse la loro madre e la loro babysitter. Cercano di distruggerla, ma questa ritorna dopo anni, quando i fratelli sono ormai adulti. Gli horror di giocattoli malefici non sono una novità (basti pensare alle bambole assassine [...] Vai alla recensione »
La prima bella notizia riguarda la statistica. Se dovessimo analizzare nel dettaglio gli adattamenti cinematografici delle opere di Stephen King, la percentuale di quelli riusciti sarebbe clamorosamente bassa. Da oggi, però, la percentuale si alza grazie a "The Monkey", ottima rilettura cinematografica dell'omonima short story (1980) inserita nella mitologica raccolta "Scheletri" (1985).
Longlegs, il successo inaspettato di Osgood Perkins, aveva bisogno dell'imprevedibilità nervosa di Nicolas Cage per funzionare. Il nuovo film di Perkins, The monkey, ruota intorno a una coppia di gemelli (James) alle prese con una scimmietta meccanica, che è in realtà un presagio di morte: quando si attiva qualcuno morirà. La premessa è divertente, ma il film avrebbe avuto bisogno di qualcosa di più [...] Vai alla recensione »
Dal crogiuolo di piccole case di produzione alla Atomic Monster di James Wan, se c'è una cosa che racconta benissimo fin dalle prime battute The Monkey di Oz Perkins è proprio quanto il cinema passi ancora per le case di produzione, vere e proprie fabbriche di immaginari che danno corpo alle tensioni che animano gli autori. Qui, in particolare, il peculiare modo di intendere il blockbuster pop di Wan [...] Vai alla recensione »
Realizzare la trasposizione cinematografica di un racconto o di un romanzo di Stephen King è sempre un rischio, perché costringe a confrontarsi con una scrittura, uno stile, un immaginario così radicati e diffusi nel lettore e potenziale spettatore (e intorno alla figura di King c'è un vero e proprio culto) da creare aspettative in un senso o nell'altro, nel pretendere fedeltà alla lettera e nel richiede [...] Vai alla recensione »
Dopo quattro lungometraggi in progressione costante, per Osgood Perkins sembra giunto il momento di capitalizzare su quanto di buono realizzato sinora. Purtroppo, questo affermarsi del principio di realtà giunge proprio in coda a Longlegs, il suo film senza dubbio più ambizioso. The Monkey, dal racconto La scimmia di Stephen King contenuto nella raccolta Scheletri, dal punto di vista industriale, sulla [...] Vai alla recensione »
Sembrerebbe quasi una vacanza, dal cinema cupo ed angoscioso che ci ha fatto tanto apprezzare Osgood (Oz) Perkins in questo specifico arco temporale di carriera. Un clone efferato della saga Final Destination in cui una perfida scimmietta giocattolo provoca fantasiose morti in apparente modalità random, colpendo chiunque si trovi nelle proprie vicinanze.
Di Stephen King non si butta via davvero niente. A occhio e croce l'autore letterario più adattato al cinema, anche se con alterne fortune, a partire sin dal suo debutto nel 1974, Carrie, trasposto in un film omonimo e splendido solamente due anni dopo da Brian De Palma. Allora non si butta via nemmeno The Monkey, racconto breve del 1980, in seguito rivisitato e inserito nella raccolta Scheletri, storia [...] Vai alla recensione »
Dopo il convincente Longlegs, Oz Perkins torna nelle sale con un altro film horror, questa volta ibridato con una forte dose di comicità grottesca in modo da creare un prodotto ludico, in bilico fra la comedy e l'orrore. Queste caratteristiche sono presentate fin dalla scena iniziale, in cui viene mostrato il padre del protagonista mentre dà fuoco con un lanciafiamme alla scimmia magica di fronte [...] Vai alla recensione »
Finiranno mai produttori, sceneggiatori e registi di ispirarsi alla letteratura di Stephen King? Probabilmente no, il che è comprensibile data la tendenza del cinema, in quanto industria, a sfruttare fino all'ultima goccia di male quelli che sono autentici giacimenti orrorifici (ma non solo), e con essi quell'inesauribile fucina di idee, personaggi e atmosfere che costituiscono l'ossatura delle pagine [...] Vai alla recensione »