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Il film narra il sogno dello scrittore Alfredo, intellettuale raffinato e sognatore squattrinato, di veder realizzata una sua storia sul grande schermo e avere finalmente riconosciuto il suo talento. Espandi ▽
Il film narra il sogno dello scrittore Alfredo, intellettuale raffinato e sognatore squattrinato, di veder realizzata una sua storia sul grande schermo e avere finalmente riconosciuto il suo talento. Recensione ❯
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Un'intensa storia d'amore e combattimenti clandestini all'ultimo sangue. Espandi ▽
Mark Belasko è un avvocato molto abile, capace di scagionare anche i criminali più incalliti. La sua fidanzata, Aurora, opera come medico volontario nei campi profughi, curando i bambini vittime della guerra in Siria. Mark sta cercando di aiutarla: vuole trovare i fondi necessari per la costruzione di un ospedale, e per le cure di una bambina che, senza interventi medici, è destinata a rimanere cieca. Per ottenere il suo obiettivo, accetta di partecipare ad una serie di incontri clandestini di arti marziali all'ultimo sangue, tanto remunerativi quanto pericolosi, sotto gli occhi - avidi di emozioni forti - dei ricchi scommettitori. Il suo percorso diventerà sempre più pericoloso e sempre più doloroso.
Al terzo lavoro da regista, il secondo realizzato insieme all'amico Domenico Costanzo, qui in veste di produttore, Alessandro Baccini esplora ancora il mondo delle arti marziali e dei combattimenti clandestini, già al centro del suo film d'esordio, Una ragione per combattere.
Tutto un po' già visto, una scansione narrativa piuttosto prevedibile, aderenza a molti altri film del genere. Ma le intenzioni sono buone, il messaggio passa. Vogliamo che la piccola Luna Francavilla torni a vedere la luce, e in qualche modo il film si illumina della sua prova. Recensione ❯
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La splendida avventura di Housing First, un'Associazione che punta sull'abitare sociale come via per il reinserimento di persone in situazione di estremo disagio. Espandi ▽
Il territorio di Ravenna, sospeso tra la sua storia secolare e il recente sviluppo industriale, è una terra di conflitti e paesaggi rarefatti. È qui che si sviluppa l'azione di "Housing First" e The Passengers racconta le vicende di questi "viandanti senza meta" che trovano nelle abitazioni in cui convivono un punto di ripartenza per i propri cammini.
Ogni casa vive quindi di molteplici piani di narrazione e di molteplici storie, da quella dell'appartamento stesso, in cui esplodono e si risolvono i conflitti quotidiani della convivenza, a quelle singole di ogni partecipante al progetto.
Storie spesso dolorose, di sconfitte, perdite, cadute negli abissi di alcol e droga; ma anche storie di riscatto, nei percorsi che ognuno dei protagonisti della serie intraprende per trovare la propria via nel lavoro e nelle relazioni. Recensione ❯
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Un catalogo in movimento e una lettera al proprio papà che non c'è più. Un film dovuto, sentito e struggente. Documentario, Svizzera, Italia2022. Durata 87 Minuti.
Un dialogo intimo tra un padre, uno dei maggiori esponenti del Movimento di Architettura Radicale Fiorentino, e la figlia regista. Espandi ▽
Un commovente resoconto della vita e della carriera di Fabrizio Fiumi ad opera della figlia Elettra. Dopo la morte del padre Elettra inizia a ripercorrere le tappe principali della parabola del suo “babbo”, come ama chiamarlo, in quello che è a metà tra un documentario e la sua personalissima maniera di elaborare questo lutto e questa eredità pesantissimi. È difficile parlare di Radical Landscapes in modo oggettivo, e questo è dovuto soprattutto all’incredibile capacità di Elettra Fiumi nel far sì che le sue immagini si sottraggano sistematicamente a ogni tipo di razionalità. Radical Landscapes, proprio come i lavori del suo babbo, salta il filtro cerebrale e va dritto al cuore. Più che un documentario, è un vademecum per inguaribili idealisti (o forse sarebbe più corretto dire per idealisti radicali) finiti per un tremendo e inspiegabile errore, in un mondo in cui i sognatori e gli utopisti sono una specie in via di estinzione e sono la logica e la razionalità a farla da padrone. Recensione ❯
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Daniel Pennac racconta Maradona, il santo profano che è diventato un capro espiatorio proprio come il suo Malaussène. Espandi ▽
Daniel Pennac racconta Maradona: il mito, l'icona, "San Diego" il santo profano, un capro espiatorio come il suo Malaussène e il suo impatto sulla vita e le storie di persone comuni e di maradoniani doc. In una indagine creativa e surreale, tutta ambientata a Napoli, Pennac costruisce e mette in scena uno spettacolo teatrale con la sua Compagnie MIA e cerca informazioni e racconti in giro per la città che diventa palcoscenico e megafono del mito stesso. In questo viaggio, ci racconta anche molto di sé e del suo approccio alla scrittura. Con la partecipazione straordinaria di Maurizio De Giovanni, Roberto Saviano e Luciano Ferrara. Recensione ❯
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Dopo i migliori giorni arrivano sempre i peggiori giorni! Quattro nuovi episodi per un film corale che, fra ironia e amarezza, sonda l'animo umano e le sue miserie. Espandi ▽
Tre figli over 40 si sentono chiedere dal padre un sacrificio personale molto alto, e devono decidere chi sarà disposto ad accettarlo. Un dirigente d'azienda viene rapito da un suo ex dipendente. Due genitori radical chic si recano a casa dei vicini di ombrellone, arricchiti e coatti, per metterli di fronte all'illegalità commessa dai loro figli. Un vedovo inconsolabile rispolvera i suoi vecchi trucchi di magia per aiutare la figlia animatrice ad una festa: ma il bambino festeggiato è figlio dell'uomo cui ha rubato la promessa sposa.
I peggiori giorni è il seguito della commedia ad episodi I migliori giorni e fa un'ulteriore accelerata sul cinismo e l'amarezza da commedia classica all'italiana, compiendo una progressiva escalation da un episodio all'altro e cimentandosi con temi di grande attualità.
Dichiaratamente pessimista, il film descrive una società allo sbando fatta di bassezze e meschinità, creando nuovi mostri e nuove vittime della degenerazione economica, politica e sociale nel Bel Paese. Gli interpreti sono tutti all'altezza. Recensione ❯
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Il one man show di Edoardo Pesce, che non imita ma evoca Alberto Sordi. Biografico, Italia2020. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il raacconto dei vent'anni in cui il giovane Alberto Sordi è diventato l'Albertone nazionale, l'uomo che - come disse Ettore Scola - "non ci ha mai permesso di essere tristi!" Espandi ▽
Alberto Sordi viene cacciato dall’Accademia a Milano e torna a Roma accettando ogni piccolo ruolo pur di coronare il sogno di diventare attore. Ma sulle prime l’unica sua dote apprezzata è la voce, con la quale doppia Oliver Hardy inventandosi quel buffo accento anglosassone rimasto memorabile. Tanto varietà, tanta radio, e finalmente arrivano le prime opportunità al cinema, grazie anche all’amicizia con il coetaneo Federico Fellini: e tutto nonostante quel faccione che nessuno aveva mai definito “faccia da cinema”. Recensione ❯
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Gli utilimi giorni di una coppia innamorata, ormai colpita dall'età e dalla demenza. Espandi ▽
Un film quasi documentario sugli ultimi giorni di una coppia di anziani innamorati (Françoise Lebrun e Dario Argento) colpiti dall'età e dalla demenza. Immaginata e orchestrata dal creatore di Enter the Void, con allusioni di Jean Eustache e thriller gialli italiani, Recensione ❯
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Reinvenzione aperta di vita e opere di Pino Pascali, artista d'avanguardia premiato dalla Biennale d'Arte 1968
. Documentario, Italia2020. Durata 60 Minuti.
Una riflessione sull'artista Pino Pascali, scomparso nel 1968 e al quale oggi è dedicato un museo nella sua terra d'origine in Puglia. Espandi ▽
Roma, estate 1968. Pino Pascali, all'apice di un fulminante percorso artistico, muore giovanissimo in un incidente in motocicletta. Con lui scompare uno dei protagonisti di una straordinaria stagione creativa dell'arte italiana e internazionale.
Cinquant'anni dopo il Museo Pascali di Polignano a Mare, terra d'origine di Pino, compra ed espone la sua opera Cinque Bachi da Setola e un Bozzolo.
Il racconto del ritorno nei luoghi delle proprie origini è l'occasione per una riflessione su Pascali in una dimensione narrativa in cui spazio e tempo si piegano e si cancellano. Recensione ❯
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Un teen love drama su come è complicato oggi innamorarsi. Espandi ▽
Mancano 135 giorni all'esame di maturità ma Marco Martinelli, a differenza della madre, non sembra preoccuparsene malgrado abbia tre materie da recuperare. Una sera in un locale, dove si deve esibire il fratello Andrea che ha l'aspirazione di fare il cantante indie, conosce Giulia. Quando però poi le telefona, scopre che la ragazza gli ha dato il numero sbagliato. A rispondere è invece Aria, una ragazza che aveva già fatto l'esame di maturità l'anno prima e sul braccio ha tatuato la frase "un oggi alla volta". I due decidono comunque di vedersi e si cominciano a frequentare. Tra una notte al museo di sera e le sfide 'obbligo e verità', scoprono di piacersi ogni giorno di più. Ma lei però nasconde un drammatico segreto.
Il film sa raccontare le paure, le crisi di panico ma anche i desideri dei protagonisti nel modo più diretto possibile. La semplicità in Un oggi alla volta non è sinonimo di banalità.
Anche se in qualche momento Un oggi alla volta dà l'impressione di cercare la commozione a tutti i costi come nel discorso di Andrea oppure fa uscire troppo sbrigativamente dal film il padre di Aria interpretato da Cesare Bocci, mantiene comunque una sua bizzarra, vivace, leggerezza, evidente sia nella sequenza in ospedale e sia nel modo in cui vengono mostrati interni e stanze coloratissime che ribaltano la percezione grigia dei mélo terminali con giovani protagonisti. Recensione ❯
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Un'opera che non pone domande e non innesca un messaggio. La realtà sembra rimanere chiusa fuori. Drammatico, Italia2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Negli anni '60, un amore impossibile tra due ragazze nasce per caso tra le mura di un ospedale psichiatrico, più simile a una prigione che a un istituto di cura. Espandi ▽
Girasoli è la storia di una fanciulla affatto folle ma disturbata da un’infanzia traumatica, che guarda i pazzi ‘veri’ con sguardo ora annegato, ora lucido. Questo “nido del cuculo” che Marlon attraversa con poca grazia e nessuna pratica della sublimazione, è una bolla separata che non cerca mai un rapporto dialettico con la realtà, da qualche parte là fuori e mai chiamata in causa. Alla fine dell’internato dell’infermiera protagonista, nonostante gli scoppi di violenza e gli abusi telefonati, la sensazione è di aver assistito a un corso di osservazione comportamentale, da cui si esce come si è entrati, lasciando i pazzi al loro destino. Coniugato al femminile, Girasoli cavalca lo spirito dei tempi senza rendere un buon servizio alla causa di ‘coloro che sono perdute’, di chi ha perso la strada, senza innescare nemmeno il messaggio che denuncia da sempre il cinema avventurandosi negli ospedali psichiatrici: in nome di cosa, di quale teoria medica o di quale pregiudizio dichiariamo malato qualcuno? Recensione ❯
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La linea fragile e sottile che rappresenta l'istruzione secondaria nelle periferie di Buenos Aires. Espandi ▽
Lucio è un professore di letteratura che sta cercando di rimettersi in piedi. Accetta di lavorare come insegnante in un liceo della periferia di Buenos Aires. La vita lì è difficile, e non può esserlo di meno la scuola, con i suoi studenti schiacciati da famiglie assenti, criminali, senza un pesos. Tra di loro c’è Dilan, che forse è attratto dalla letteratura, ma sicuro ha bisogno di aiuto. È un film pieno di barriere, Il supplente. Ci sono tende, vetri, recinzioni, porte, staccionate, con gente da una parte e dell’altra, che a volte riescono a passare e altre volte no. E questi sbarramenti divengono spazi liminali quando investiti di significato familiare, sociale, politico, così da mutare in confini personali e collettivi. Un buon, ottimo, prodotto di cinema impegnato ma non pedante, sorretto dalle trattenute e naturali interpretazioni di un buono, ottimo, cast, che forse non va oltre tutto questo ma forse nemmeno vuole. E va bene, benissimo, così. Recensione ❯
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Un serial killer si accanisce su famigerati medici. Espandi ▽
Il dottor Zorzoli, eminente neurochirurgo, viene trovato assassinato sul tavolo operatorio dell'istituto ospedaliero presso il quale lavora. Delle indagini si occupa il volitivo commissario Lorenzo Aliprandi, coadiuvato dall'ispettrice Roberta Vetrano e dall'agente Graziuso, esperto di informatica. Le indagini si presentano subito complesse: al di là di alcune suggestioni e ipotesi, non sembra esserci un movente credibile e i potenziali sospettati sono comunque molti dato che l'ospedale è grande. Dagli esami sul cadavere risulta che, prima d'essere ucciso con i ferri del mestiere, Zorzoli era stato narcotizzato. Mentre Aliprandi indaga, l'assassino non resta con le mani in mano: un collega di Zorzoli, il dottor Cottafava, viene assassinato con modalità analoghe. Un punto di contatto tra i due è che entrambi erano molto interessati allo studio delle cellule staminali a fini curativi. Aliprandi deve trovare in fretta il colpevole prima che colpisca ancora.
Girato con competenza e interpretato con buona professionalità da un cast affidabile, è un giallo ospedaliero di impianto classico tutto incentrato sulla ricerca del colpevole.
Giuseppe Di Gregorio dirige con sicurezza e si riserva anche il ruolo del protagonista, un commissario dai modi spicci, ma mai esagerato e sempre rispettoso delle procedure. Apprezzabile anche la fotografia di Maurizio Sala, adeguatamente in linea con il tono del racconto. Recensione ❯
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Winterbottom firma un esperimento coraggioso che parla della Palestina, tra thriller politico, archivi originali e love story. Thriller, Gran Bretagna, Italia2023. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un thriller politico ambientato negli anni Trenta che affronta il modo in cui l'estremismo politico e la violenza creino una separazione tra le persone costringendole a scegliere da che parte stare. Espandi ▽
Shoshana Borochov è un'ebrea arrivata a Tel Aviv alla fine degli anni Venti con madre e fratello dall'Ucraina, insieme ad altri circa centomila europei. Una popolazione di esuli che a metà anni Trenta raggiungerà il mezzo milione di individui. È il periodo tra le due guerre, detto Mandatory Palestine, ossia la Palestina mandataria sotto il controllo britannico (1920-1948). Un prologo di immagini tratte da immagini di cronaca e cinegiornali d'epoca commentate dalla voce di Shoshana in voce fuori campo riassume i primi scontri tra arabi e ebrei per la rivendicazione della Palestina.
Shoshana sceglie di concentrarsi su un aspetto meno noto della questione israelo-palestinese, cioè il ruolo del colonialismo britannico tra le due guerre, per criticarne violenza e paternalismo.
Si tratta di un esperimento coraggioso, che torna ad un tempo antecedente alla fase più violenta del conflitto, è più che apprezzabile lo sforzo di approfondire una pagina storica dimenticata e di mettere la questione in relazione al contesto più ampio e complesso delle conseguenze della Prima guerra, dell'imminenza della Seconda, e dei pesi in gioco sullo scacchiere della politica globale. Recensione ❯
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Due attori, un solo corpo in scena. Il nero interminabile della pandemia in un road movie in modalità vivavoce. Drammatico, Italia2023. Durata 92 Minuti.
In piena pandemia, una donna riceve una telefonata. Si tratta del suo ex che ha deciso di farla finita. Espandi ▽
Manfredi Lucibello, a suo agio nel buio conduce due attori rari nel nero interminabile della Pandemia di Covid, che incalza l’automobile di Irene e rode quello che resta di una relazione sentimentale divorante. Tra road movie e coup-de-fil, accomoda una donna in un viaggio al termine della notte e della sua vita, stravolta da una telefonata. In modalità ‘vivavoce’, Non riattaccare ha il suo punto di forza nel suo unico personaggio, seduto al volante e presente in ogni piano. La presenza di Barbara Ronchi e la regia di Lucibello sono sufficienti a creare un dramma in tempo reale, a produrre una tensione che purtroppo si sgonfia nei dialoghi mai all’altezza dei suoi interpreti. Avanzando sulla strada e nella conversazione le chiavi dei personaggi vengono svelate e il mistero che avvolgeva lo stress (e le attese) del debutto si dissolve. Da un dialogo all’altro la storia si tratteggia, le motivazioni sono rivelate e il destino doloroso invertito come nella ‘migliore’ (e routinaria) delle commedie romantiche. Recensione ❯
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