Giancarlo Bocchi è un regista, produttore, scrittore
Fin dagli inizi degli anni '70 Giancarlo Bocchi, intraprende ricerche personali sull'arte e il cinema e incontra alcuni i più importanti artisti del Novecento, tra i quali il maestro dei dadaismo Man Ray, un incontro che segnerà una svolta nella sua vita. Si dedica all'arte sperimentale e nel 1976 fonda TRA, una rivista di ricerca artistica alla quale collaboreranno anche i filosofi Jean Baudrillard e Jacques Derrida Scrive in quegli anni il saggio profetico Contro gli sponsor che stavano iniziando a mettere le mani sull'arte e la cultura. Dà poi vita a Musica'80, rivista cult di musica d'avanguardia e politica culturale, e si trasferisce per qualche tempo a New York, dove inizia a realizzare opere di videoarte premiate in festival internazionali. Nel 1986 viene invitato a realizzare la videoinstallazione il Muro di Ruad a Palazzo dei Diamanti di Ferrara e nel 1988 riceve il premio per una videoinstallazione al Festrio (Festival di Rio del Janeiro).
Nel 1981 filma il suo primo documentario Guerra alla guerra con i poeti Lawrence Ferlinghetti e Allen Ginsberg. Firma un'altra dozzina di documentari (su Bacon, Picabia, Malevich e altri), alcuni realizzati insieme a Paul Delvaux e André Masson, maestri delle avanguardie del Novecento e lavora intensamente in progetti di film d'arte con Enrico Baj e Alik Cavaliere. A metà degli anni '80 realizza anche le prime sperimentazioni in Italia di computer animation e nel 1988 gira Stelle del mattino, un film lungometraggio sperimentale.
Nel 1994, l'esperienza vissuta nella Sarajevo assediata genera un cambiamento nell'attenzione e nelle tematiche del regista che inizia a girare documentari su conflitti, guerre e diritti civili. Non lavora più con le troupe, filma in solitudine, curando anche fotografia e inventa nuovi modi di registrare da solo il sonoro.
Durante l'esperienza in Bosnia gira più di 50 ore di materiali filmati, che sono diventati dal 1996 i documentari Mille giorni a Sarajevo e Sarajevo terzo millennio (uniti e ampliati nel più recente L'assedio), Morte di un pacifista (poi ampliato nel più recente Il ponte di Sarajevo), Gente di Sarajevo, il suo lavoro più ampio di testimonianza dell'assedio, montato e finito solo nel 2015, e infine Diario di un assedio, nato come materiale di documentazione sul giornalismo di guerra per il progetto del futuro film lungometraggio per il cinema Nemaproblema.
Nel 1996 gira in Messico Viaggio nel pianeta Marcos, sul subcomandante della guerriglia zapatista, e l'anno successivo filma in Afghanistan il comandante Ahmed Shah Massoud per Il Leone del Panshir.
Nel 1998, dopo due tappe in Messico con Ettore Mo e Irlanda del Nord, deve interrompere il progetto anticipatore di documentare i nuovi "muri" nel mondo, per l'ostracismo della RAI, il servizio pubblico televisivo. Nello stesso anno inizia a seguire il conflitto nel Kosovo, dove realizza tre documentari, Fuga dal Kosovo, programmato fortunosamente su Rai Due e premiato con uno tra i più alti indici di ascolto di tutti tempi per i documentari, Kosovo anno zero per Rai Tre e Kosovo, nascita e morte di una nazione sempre per Rai Due. Nel 2002, dopo una prima interruzione nel 2001 dovuta ai fatti dell'11 settembre, inizia le riprese in Bosnia del film Nemaproblema interpretato da Labina Mitevska, Zan Marolt, Fabrizio Rongione e Vince Riotta (uscito solo nel 2004 a causa di danni al negativo fatti da uno stabilimento di Roma). Nonostante le pessime condizioni dei materiali visivi, il film viene invitato in concorso in tredici festival internazionali e riceve il premio per la miglior regia al Festival di Alexandra, Il premio speciale della giuria al Festival di Annecy e il premio ecumenico al Festival Internazionale di Mannheim-Heidelberg. Realizza in seguito molti altri documentari in Afghanistan, Birmania, Cecenia, Colombia, Iraq, Kurdistan, Libia, Palestina, Sahara occidentale, Siria, Somalia e Tajikistan, che gli valgono numerosi riconoscimenti in festival internazionali dagli Usa all'Indonesia. Nel 2010 riceve il Premio Libero Bizzari per la migliore produzione italiana e nel 2014 il Premio speciale Sole Luna - Un ponte tra le culture per l'ultratrentennale attività di documentarista.
Tra il 2018 e il 2019 completa una serie di sei documentari su donne in paesi in guerra, Afghanistan, Birmania, Cecenia, Colombia, Iraq e Western Sahara, che difendono coraggiosamente i diritti umani.
Oltre ad aver pubblicato articoli, saggi e ricerche e aver composto le musiche di diversi suoi documentari, è autore di Arte e pratica politica (1978), Nemaproblema (con Gigi Riva e Arturo Curà) Incontrando Picasso (2007), Il Ribelle (2013), L'Assedio (2015), Il Ponte di Sarajevo (2015), L'età della guerra (2016) con le foto scattate in una quindicina di conflitti, Nostra legge la libertà (2017), Chi ha ucciso Guido Picelli (2023), Mille giorni a Sarajevo (2023), Il Leone del Panshir (2023), A cena con Picasso (2024), quasi tutti usciti unitamente ad uno dei suoi documentari.