Un film che fa ridere e commuovere, invitandoci a riflettere sul senso della vita e sull'importanza di non arrendersi mai. Espandi ▽
Massimo Quinto, un uomo di mezza età pieno di debiti, con un matrimonio fallito e un pessimo rapporto con il figlio Edoardo, scopre anche di avere un brutto male ma, dopo un incidente in motorino, come per incanto, si risveglia nel 44 a.C. e riesce a salvare la vita a Giulio Cesare. I due, nonostante i millenni che li separano, diventano amici e scoprono di essere più simili di quanto possano immaginare. Il 15 marzo arriva, il destino di Cesare si sta per compiere, ma anche nel destino di Massimo qualcosa di molto importante sta per cambiare.
Il salto sul grande schermo di Maurizio Battista, che ha stretto un fortissimo legame con il pubblico nei teatri, dimostra come un vero comico sia triste.
Tutta l'attenzione dei creatori di
Tu Quoque si concentra sulla risoluzione, molto autoassolutoria da parte del protagonista (un tratto distintivo degli spettacoli di Battista), del rapporto padre-figlio a cui rimanda tutto l'intermezzo dell'epoca imperiale ambientato nel set esistente a Cinecittà. Una scelta che, insieme a quella di sviare dalla comicità tipica di Maurizio Battista che, più che essere legata all'odierno concetto di politicamente scorretto sembra venire fuori direttamente dal secolo scorso, è in qualche modo coraggiosa anche se non pienamente riuscita.