Una giovane donna, in seguito ad un incidente stradale, viene aiutata ed accolta da una famiglia che cela un segreto. Espandi ▽
Durante un fine settimana in campagna, Laura, una studentessa di Berlino, sopravvive miracolosamente a un incidente d'auto. Fisicamente risparmiata ma profondamente scossa, viene accolta da Betty, che aveva assistito all'incidente e si era presa cura di lei con affetto. A poco a poco, il marito e il figlio di Betty superano la loro riluttanza e si instaura una tranquillità quasi familiare. Ma presto non possono più ignorare il loro passato e Laura deve affrontare la sua vita. Recensione ❯
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Il film è liberamente ispirato a un reportage pubblicato su una rivista internazionale. Espandi ▽
Hicham è un ragazzo del Marocco che vive in un villaggio ai margini di un deserto. Viene convinto da una mediatrice a trasferirsi a Genova dove potrà guadagnare somme per lui inimmaginabili. Giunto a destinazione scoprirà che l'ambiente familiare che gli è stato promesso non è altro che un'organizzazione condotta da due persone per fornire giovani prostituti a persone insospettabili e in grado di pagare cifre elevate.
Se si pensa alla filmografia di Aurelio Grimaldi si può osservare come il tema della sessualità lo abbia da sempre interessato e come anche sia stato in grado di esplorarlo da prospettive differenti.
Grazie anche ad un parterre di qualità la denuncia arriva diretta al bersaglio mostrando un aspetto meno noto ma non per questo meno doloroso della nostra società. Una realtà contro la quale si fa troppo poco o forse addirittura nulla. Recensione ❯
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Bahram, regista censurato, intraprende con la produttrice Sadaf un viaggio in Vespa per proiettare clandestinamente il suo film in Iran, sfidando il sistema. Espandi ▽
Bahram, un regista sulla quarantina che realizza film d’impegno, si vede ancora una volta proibire dalle autorità la proiezione del suo ultimo film. Cerca allora di trovare una soluzione muovendosi su una moto rosa insieme alla sua giovane produttrice dai capelli colorati. Trovare un luogo in cui poter proiettare la sua opera non sarà facile. Tutti temono il controllo delle autorità e vogliono evitare i guai. Ali Asgari e Alireza Khatami tornano a fare coppia per una vicenda che racconta con ironia la dura vita dei registi non allineati in Iran. Dopo Kafka a Teheran fa indubbiamente piacere ritrovare sugli schermi una coppia di autori che non hanno piegato il capo dinanzi alle minacce degli ayatollah. Girato in maniera semiclandestina grazie alla maggiore difficoltà di controllo governativo sul digitale questo film mostra e dimostra come il saper far uso della satira sottile possa talvolta risultare più efficace dei pamphlet con attacchi frontali e drammatici. Recensione ❯
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Uno dei più convincenti live action Disney, che riafferma un messaggio mai stucchevole di inclusività e di pace. Avventura, Azione - USA2025. Durata 108 Minuti.
Il remake live action del film d'animazione Lilo & Stitch del 2002. Espandi ▽
Una solitaria bambina hawaiana di nome Lilo, sorellina di Nani, stringe un forte legame di amicizia con un alieno a cui dà il nome Stitch credendo si tratti di un cane. In realtà l'esperimento 626 è stato creato dallo strambo scienziato Jumba Jookiba come arma di distruzione. Ora che Stitch è giunto sulla terra per sfuggire al controllo del suo creatore dovrà vedersela sia con gli umani che con gli alieni che lo inseguono. Disney prosegue il progetto di portare sul grande schermo, in live action, i suoi classici di animazione. Questo remake di Lilo & Stitch del 2002 risulta essere uno dei più convincenti. Sarà la forza innovativa della storia già presente nell’originale animato, sarà la visione del regista Dean Fleischer Camp già autore dello splendido lavoro in stop motion Marcel the Shell, sarà la scelta azzeccata delle interpreti delle due sorelle protagoniste, fatto sta che Lilo & Stitch in versione live action funziona soprattutto perché ancorato in un certo modo alla realtà. Come nell’originale, la forza del racconto contemporaneo trova piena soddisfazione nell’ambientazione delle isole Hawaii che, nell’immaginario collettivo, richiamano gli echi di una cultura atavica. Perché è sempre il tempo di un film Disney in cui (ri)affermare un messaggio di inclusività e di pace che è naturale, e per questo mai stucchevole. Recensione ❯
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Un'opera sui turbamenti di una generazione stanca dell'indifferenza degli adulti. Tra istruzione, lavoro, corpi e la loro sensualità. Drammatico, Francia2025. Durata 103 Minuti.
Enzo lascia la scuola per fare il muratore e inizia una relazione con un operaio ucraino, sfidando la famiglia borghese e cercando sé stesso tra conflitti e desideri. Espandi ▽
Enzo ha 16 anni e ha abbandonato gli studi per imparare a fare il muratore. I genitori altoborghesi non si capacitano della scelta del figlio. Sul luogo di lavoro Enzo incontra Vlad da cui è attratto sessualmente e sentimentalmente: per Enzo è necessaria, per Vlad pericolosa. Enzo è stato scritto da Laurent Cantet, purtroppo mancato l’anno precedente alle riprese del film, e da Robin Campillo, che ha accettato da Cantet già malato l’incarico di occuparsi della regia. In effetti il film rispecchia entrambe le anime dei suoi creatori: mette il lavoro e l’istruzione al centro come ha fatto Cantet, coadiuvato da Campillo, che da par suo racconta attraverso i corpi e la loro sensualità dal valore politico. Enzo è un adolescente, ma i suoi turbamenti non sono quelli del classico coming of age: sono quelli di una generazione orripilata dall’indifferenza degli adulti rispetto ad un mondo dove la guerra e le disparità economiche decidono del destino degli esseri umani e oscurano qualunque prospettiva futura. Recensione ❯
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Una Napoli totalmente al di fuori delle convenzioni e degli stereotipi vista con
lo sguardo di chi ha al centro della propria indagine l'umanità. Documentario, Italia2025. Durata 115 Minuti.
Tra il Golfo e il Vesuvio, Napoli si racconta in bianco e nero: tra storia, archeologia e vita quotidiana, un viaggio nel tempo e nell'anima del territorio. Espandi ▽
La Napoli del Vesuvio. La Napoli dei Campi Flegrei con le scosse di terremoto. La Napoli dei tombaroli. La Napoli degli archeologi. La Napoli di chi fa doposcuola cercando di offrire il proprio sapere a chi più ne ha bisogno. La Napoli dei marinai siriani in rotta fissa: Odessa-Napoli e ritorno. La Napoli del centralino dei Vigili del Fuoco e della varia umanità che ne cerca l'aiuto. La Napoli dello sventramento. La Napoli com'era nella visione di un Maestro: Roberto Rossellini.
Gianfranco Rosi entra in una Napoli che è al contempo frutto di uno sguardo personale ma anche messa a disposizione delle diverse sensibilità di coloro che osservano. Recensione ❯
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Un documentario pieno di vita vera e speranza che parla di fertilità e affermazione di genere. Documentario, Francia, Svizzera, Italia2025. Durata 104 Minuti.
Un film che affronta dilemmi etici, sociali e legali presenti non solo in Europa e nelle democrazie occidentali, ma anche a livello globale. Espandi ▽
Ospedale Niguarda di Milano. Ogni giorno il professor Maurizio Bini incontra coppie con problemi di fertilità che desiderano avere un figlio e sostiene il percorso di chi ha iniziato le terapie di affermazione di genere. Il suo approccio è profondamente umano; per cui vengono prima di tutto le persone e cerca di fare tutto il possibile affinché possano realizzare i loro desideri. Nel suo studio crea un'atmosfera di immediata accoglienza e attraverso il suo umorismo prova ad alleggerire le situazioni emotivamente più difficili.
L'inizio e la fine di Gen_ si svolgono in montagna, all'aria aperta, con il professor Bini che va a cercare funghi. Sono i rari momenti in cui il documentario di Gianluca Matarrese esce dalle stanze dell'ospedale e cerca quasi un momento di liberatorio abbandono, di un silenzio che diventa un'esigenza soggettiva.
Nato da un'idea di Donatella Della Ratta, che ha scritto la sceneggiatura assieme al regista, Gen_ (titolo nel quale si nascondono, per esempio, le parole genesi, genotipo, genealogia, gender, genitali, genealogia, generazione, genoma, gente, gentile, genocidio), si affida con generosità alla competenza ma soprattutto al carisma del professor Bini che diventa il filtro tra lo sguardo del cineasta e i pazienti. Recensione ❯
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Ogni famiglia è infelice a modo suo, soprattutto quelle che si odiano perché costrette a vivere nella stessa palazzina di uno sperduto borgo calabrese, un piccolo agglomerato di abitazioni situate in cima a un colle che tutti chiamano il Cozzo. Espandi ▽
In una palazzina di uno sperduto borgo calabrese, due cognate si fanno da tempo la guerra. Da una parte c’è Luisa, circa 50 anni, che svolge spesso lavori precari. Ama i figli e la sua nipotina. Ma litiga spesso con la madre, il fratello e soprattutto la cognata Imma che è diventata il suo principale bersaglio quotidiano di una personale guerra contro il mondo. Sono affari di famiglia. Matarrese realizza una tragicommedia senza esclusione di colpi, ma anche amara dove le due cognate - che sono le sue due cugine Maria Luisa Magno e Imma Capalbo mentre la madre Carmela è una delle tre zie – danno vita a una rappresentazione dove il luogo della scena non è il palcoscenico ma una palazzina. Forse Il quieto vivere è la vera commedia all’italiana classica del regista e, anche se può essere involontario, casuale, probabilmente mai cercato, il riferimento immediato è Parenti serpenti di Mario Monicelli. La danza tra documentario e finzione può sembrare anche appositamente costruita così come la creazione simbolica del coro greco ma il film ha comunque il merito di non far avvertire il peso della sua impostazione. Recensione ❯
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Un vecchio poeta dimenticato viene riscoperto da un gruppo di giovani ammiratori, ma presto dubita della sincerità del loro entusiasmo. Espandi ▽
Il sessantenne newyorchese Ed Saxberger, un tempo giovane poeta e oggi dimenticato, vive solo e lavora all'ufficio postale. Un giorno di fronte a casa sua si presenta un ragazzo pieno d'entusiasmo, grande ammiratore del suo unico libro pubblicato nel 1979. Poco tempo dopo, intimidito e lusingato dall'attenzione Saxberger si ritrova accolto come un genio da una cerchia di giovani artisti e intellettuali che vorrebbero rinverdire la tradizione dei circoli letterari. Ma cosa c'è di vero nell'entusiasmo dei suoi ammiratori?
Se il film ha un tono disilluso e dolceamaro, è perché il mondo di cui parla non esiste più. Non esiste più la New York anni '70 e primi '80 di cui Sazberger è un sopravvissuto (artisti di Soho senza un soldo, reading, performance, libertà assoluta...) e non esiste nemmeno quella che oggi vorrebbe produrre arte, ma è parte come ogni altra cosa di una società ossessionata dal denaro.
La presenza in Late Fame di un interprete come Willem Dafoe, misurato e bravissimo nella parte di un poeta anni '70 dimenticato, potrebbe contribuire alla popolarità del film, nonostante il suo tono sia quello di una piccola commedia newyorchese gentile e malinconica. Recensione ❯
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Tra performance teatrale e concerto, Bono racconta se stesso attraverso i momenti più critici di vita e carriera. Espandi ▽
Il tour di Bono, cantante degli U2, per promuovere la sua autobiografia è una rappresentazione teatrale, che ospita anche al suo interno performance musicali. Andrew Dominik traduce la serata al Beacon Theatre di New York in forma cinematografica, avvalendosi del suo ormai tipico bianco e nero. Lo scopo è molteplice: raccontare la fragilità di un grande artista, farlo apparire umano e creare empatia tra star e spettatore. Un’abilità in cui Bono Vox, nome d’arte di Paul Hewson, è sempre stato maestro, e il cantante degli U2 si affida ad Andrew Dominik, uno degli autori più celebrati in ambito di documentari musicali per questo ritratto in bianco e nero, che ha l’apparenza di un’autobiografia ma la sostanza di uno spettacolo. Bono, infatti, alterna una messa in scena teatrale, in cui ripercorre le tappe più critiche di vita e carriera, all’esecuzione di alcuni dei brani più celebri del repertorio U2, accompagnato solamente da violoncello, arpa e percussioni. Recensione ❯
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Un tenero ed energico ritratto, non privo di poesia, di un rapporto padre e figlia tutto da costruire. Drammatico, Germania, Italia2025. Durata 113 Minuti.
Un padre non ha la minima idea di come reagire quando si ritrova davanti Leo, la figlia tedesca adolescente mai conosciuta. Espandi ▽
Luca Marinelli interpreta il non facile ruolo di Paolo, padre tutt'altro che nato per esserlo. Inadeguato, vulnerabile, irrisolto, non ha la minima idea di come reagire quando si ritrova davanti Leo, la figlia tedesca adolescente mai conosciuta. Ecco che il coming of age diventa di entrambi, figlia e padre, adolescente e adulto in formazione a confronto, dentro un doloroso gioco di specchi che la regista ha il merito di portare sullo schermo con sobrietà, misura e senza retorica. A parte qualche urlo di troppo, funziona il racconto di questo rapporto tutto da costruire che si nutre di paste improvvisate, canzoni, bagni, illustrazioni di tatuaggi, sorrisi e silenzi condivisi. Jung firma un dramma familiare a tratti molto duro, con un padre che si ostina a ricadere nell'errore e nascondere a tutti questa figlia ritrovata e il dolore di quest'ultima, che sente tutto il peso dell'impropria etichetta dell'errore. Ma anziché firmare un film "camera e cucina", la regista ha il merito di far respirare i suoi personaggi, e il pubblico con loro. Recensione ❯
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Un'incredibile storia di resilienza, strass e piume, con protagonista un'inedita Pamela Anderson. Espandi ▽
Shelly Gardner era una leggenda a Las Vegas, la star dello spettacolo Le Razzle Dazzle nato negli anni Ottanta. Ma ora lo show sta per chiudere definitivamente. Per di più Shelly ha affidato sua figlia Hannah ad una famiglia-ospite che risiede a Tucson, e ora la ragazza non la chiama più mamma. È valsa la pena per Shelly rinunciare a sua figlia e a una vita normale, con la pensione e l'assicurazione sanitaria, per quel mondo che ora la lascia senza soldi e senza futuro?
A metà strada fra Tournée di Mathieu Amalric e The Wrestler di Darren Aronofsky, The Last Showgirl si addentra nel ventre molle di una città-spettacolo. Grande protagonista è Pamela Anderson in un ruolo metacinematografico: la ricordiamo come la bagnina più desiderata della serie Baywatch e la ritroviamo 57enne ancora bellissima ma sfiorita, un pallido ricordo della star che è stata tanto nella vita quanto nella finzione.
Il mondo di Shelly è esposto nella sua crudeltà e pochezza, ma per lei è tutto, e il film coraggiosamente non le chiede di "redimersi", o di rinnegare il suo desiderio di primeggiare in palcoscenico, di "sentirsi guardata e bella", e di inseguire i suoi sogni anche a discapito di una figlia, comunque amata. Recensione ❯
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Ritratto di una donna forte ed indipendente che nasconde un passato di sofferenza. Espandi ▽
In ospedale, al capezzale di sua madre, l'americana Esther Horowitz riceve una lettera con una missione: rintracciare in Israele una donna vissuta negli anni Trenta in quelle terre. Tra una peripezia e l'altra, spinta dall'urgenza di scoprire la verità si farà aiutare dal professore Zayde e scoprirà la storia del contadino vedovo Moshe e della grintosa Yehudit, che coinvolse anche il romantico sognatore Yaakov e il pratico commerciante Globerman in una sorta di "tribù" di padri protettori per il figlio.
I ruoli femminili risultano assolutamente centrali e di spessore, forti delle convincenti interpretazioni della memorabile Ana Ularu e di Mili Avital, ma convincono anche i personaggi maschili. Questo film non è un giallo, non è un thriller, non è un film storico, e non è solo un film che racconta l'esperienza degli ebrei che a inizio Novecento lasciarono l'Europa per sfuggire alle persecuzioni con il proposito di costruire una nuova società. È una storia sull'importanza delle proprie radici, sulla genitorialità e tanto altro.
Il film è una plurisfaccettata storia d'amore (a due binari, due epoche e più trascorsi emotivi), in cui l'altro è ancora di salvezza, empatia e supporto insostituibile, in una parola: casa. Recensione ❯
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Dalla Namibia all'Angola, il viaggio di una squadra di ricercatori e tracciatori alla ricerca degli elefanti fantasma, gigantesche creature di una terra inesplorata. Espandi ▽
Da anni il biologo sudafricano Steve Boyes studia e cerca i misteriosi elefanti fantasma che abitano gli altipiani dell’Angola, in una zona pressoché disabitata grande quanto l’Inghilterra. A partire dal Museo Smithsonian di Washington, che conserva i resti del più grande elefante mai trovato, il film segue la spedizione in Angola di Boyes e altri due studiosi a partire dalla confinante Namibia, dove vivono i cacciatori e tracciatori che li aiuteranno a scovare le gigantesche creature nel loro habitat naturale. O forse sarebbe meglio lasciare che gli elefanti rimanessero creature mitologiche? Herzog insegue come sempre l’assoluto della ricerca scientifica, trasformando una passione in un’avventura e un’ossessione. E nell’incertezza dell’esistenza di creature metà uomo e metà animale secondo la mitologia africani ritrova l’essenza del suo cinema. Recensione ❯
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Guadagnino accende coraggiosamente un riflettore su un argomento scomodo e divisivo accettando di mostrarne le ombre. Thriller, Drammatico - USA, Italia2025. Durata 139 Minuti.
Dal visionario regista Luca Guadagnino, un avvincente dramma psicologico scritto da Nora Garrett. Espandi ▽
Una professoressa universitaria (Julia Roberts) si trova in un momento cruciale della sua vita personale e professionale, quando una studentessa modello (Ayo Edebiri) muove delle accuse verso uno dei suoi colleghi (Andrew Garfield) e un oscuro segreto del suo passato rischia di venire alla luce. Recensione ❯
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