Irma Vep

Film 2022 | Drammatico

Regia di Olivier Assayas. Una serie Da vedere 2022 con Alicia Vikander, Fala Chen, Adria Arjona, Jess Liaudin, Carrie Brownstein. Cast completo Genere Drammatico - USA, 2022, - MYmonetro 3,75 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. STAGIONI: 1 - EPISODI: 8

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Ultimo aggiornamento giovedì 25 agosto 2022

Una famosa attrice hollywoodiana arriva a Parigi per girare una serie d'autore, remake di un cult del cinema muto. Una serie che adatta l'omonimo film del 1996 firmato da Olivier Assayas.

Consigliato assolutamente sì!
3,75/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,50
CONSIGLIATO SÌ
Irma Vep torna sullo schermo con una seria atipica, stratificata e riflessiva, che ci chiede di abbandonarci all'universo di Olivier Assayas.
Recensione di Roberto Manassero
giovedì 25 agosto 2022
Recensione di Roberto Manassero
giovedì 25 agosto 2022

L'attrice hollywoodiana Mira Harberg, reduce dal successo del suo ultimo blockbuster, arriva a Parigi con l'assistente Regina per girare una serie tv, remake di un'altra serie cult del 1915, Les vampires di Louis Feuillade. Sotto la direzione del geniale ma insicuro regista René Vidal, Mira si cala nei panni di Irma Vep, diabolica leader di una setta di criminali. Le riprese tormentate, le discussioni fuori e dentro il set, i capricci delle attrici e degli attori e il dolore per la fine della storia con l'ex assistente Laurie complicheranno il soggiorno di Mira, estranea a una città e a un modo di lavorare che non le appartengono. Solo quando indossa il costume di Irma Vep Mira sembra rivitalizzarsi, posseduta da un fantasma che da decenni infesta il cinema francese...

26 anni dopo il primo Irma Vep, creato attorno alle riprese di un remake cinematografico del capolavoro muto di Feuillade e all'epoca interpretato dalla vera star del cinema di Hong Kong Maggie Cheung, Olivier Assayas riprende l'idea di quel progetto e la adatta ai nostri tempi, girando per HBO la sua prima serie internazionale.

Viene da lontano la nuova Irma Vep di Alicia Vikander, bravissima protagonista di questa atipica serie di Olivier Assayas. Nell'incontro fra reminiscenze e rifacimenti, e nel confronto fra corpi veri e fantasmatici, di fronte allo spettatore più paziente si dischiude un gioco di scatole cinesi che prosegue in modo libero e dispersivo lungo otto episodi.

Prima di tutto c'è il cinema dello stesso regista francese, che ha rimodellato lo spunto del suo film più famoso (diventato un cult del cinema d'autore europeo) e riutilizzato l'idea delle riprese semi-disastrose di un remake interpretato da una star straniera spaesata e in crisi d'identità. Poi c'è il tema della serialità, nata al cinema ai tempi del muto con prodotti pionieristici come Les vampires e diventata oggi la forma di racconto più popolare, risorsa artistica ed economica anche per registi o interpreti affermati.

Poi, ancora, c'è il confronto della protagonista Mira con il personaggio di Irma Vep (figura leggendaria, malvagia, tremendamente affascinante) e la sua prima interprete Musidora (artista, cineasta, femminista) e, su un piano meta-cinematografico, la sovrapposizione fra le due Irma Vep di Assayas, la nuova Alicia Vikander e la vecchia Maggie Cheung, quest'ultima diventata moglie del regista poco dopo le riprese del film e poi uscita dalla sua vita a inizio anni Duemila.

Infine, naturalmente, c'è il confronto fra i film veri - Les vampires di Feuillade, di cui nella serie si vedono diversi frammenti, e l'Irma Vep del 1996, che appare in splendide sovrapposizioni di immagini - e quelli fittizi, come il remake diretto da René Vidal (un magnifico Vincent Macaigne) o il racconto della biografia di Musidora, interpretato dal cast della serie...

A dipanare la rete di livelli e rimandi di questo nuovo Irma Vep si rischia di perdersi, ma il segreto per amare la serie - che nei suoi momenti migliori è anche buffa e autoironica, grazie a figure come il capriccioso Vidal, alter ego dello stesso Assayas interpretato da Vincent Macaigne, o il folle attore Gottfried di Lars Eidinger - sta nell'abbandonarsi all'universo del suo autore.

Come nei precedenti Sils Maria e Personal Shopper, Assayas, da ex critico diventato regista, riflette sul ruolo della celebrità nella società dei media, sui corpi delle attrici (nel finale appare brevemente anche Kristen Stewart), sull'essenza dell'immagine digitale, che a differenza della pellicola con cui furono girati Les vampires e il film Irma Vep non ha un supporto materiale e dunque crea un'immagine astratta, fantasmatica.

Da questa fondamentale riflessione - che in Personal Shopper si apriva al genere giallo - qui nasce l'elemento fantasy della serie, che non anticipiamo per non rovinare l'unica vera sorpresa di una narrazione senza picchi emotivi o grandi eventi. Gli imprevedibili risvolti surreali che coinvolgono la protagonista Mira esulano dal racconto minimalista della vita nel mondo del cinema - tra set, alberghi di lusso, cocktail, telefonate ad agenti, riprese ripetute un'infinità di volta, prove, errori, confronti tra regista e attrice, contratti, assicurazioni - e diventano i soli momenti in cui l'attrice incarna veramente il suo mestiere, accettando l'essenza della diabolica Irma Vep (anagramma della parola vampire). Per Assayas, invece, che si riconosce nella crisi esistenziale e creativa del regista René, diventano l'occasione per fare del cinema "puro", magico e inspiegabile, che chiede solamente di essere guardato - non spiegato o analizzato.

Nella seria René è ossessionato dal fantasma dell'ex moglie, l'attrice cinese Jade (interpretata da Vivian Wu), che gli appare nei momenti di maggior difficoltà: quel personaggio altri non è che Maggie Cheung, attrice, moglie, icona, con il cui ricordo il regista sente di dover fare i conti. Maggie Cheung la si vede anche in certi rapidi momenti ripresi dal film del '96, sovrapposta a Mira, entrambe avvolte nella tuta nera attillata diventata il simbolo del personaggio.

Due donne, due corpi, due film, e in realtà un sogno solo: quello del cinema, che oggi appare offuscato dalla serialità, ma vive sempre negli occhi degli spettatori pronti a innamorarsi di Alicia Vikander come un tempo di Maggie Cheung e prima ancora di Musidora. La vera, non unica Irma Vep.

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Ventisei anni dopo, Assayas torna con un personaggio diventato ormai icona.
Overview di Roberto Manassero
domenica 22 maggio 2022

Irma Vep di Olivier Assayas, presentato nel 1996 a Cannes, nella sezione Un Certain Regard, è diventato con gli anni un cult: nel pieno dell'esplosione in Europa dell'amore per il cinema di Hong Kong, il film presentava la star asiatica Maggie Cheung (all'epoca moglie di Assayas) nella parte di un'attrice chiamata a Parigi per interpretare il remake della serie del 1915 Vampires, coinvolta poco alla volta in una produzione disastrosa e in un pericoloso gioco di specchi con il personaggio della vampira originale, Irma Vep (anagramma di «vampire»...), interpretata dalla mitica attrice del muto Musidora. 

L'immagine della Cheung in tuta di lattice nera sui tetti di Parigi, bellissima e sperduta, è diventata un'icona del cinema di fine secolo. Allo stesso modo, per gli amanti del cinema d'autore dell'epoca, lo stile leggero e impressionista di Assayas, così vicino alla Nouvelle Vague per il modo in cui raffigurava una Parigi notturna e accogliente, fece scuola e divenne un modello di messinscena.

Ora, ventisei anni dopo, Irma Vep ritorna: non più come remake di un film che raccontava la difficoltà di realizzare un remake, ma come serie televisiva. Otto episodi in onda su HBO a partire dal prossimo 6 giugno, di cui per ora si sono visti i primi tre nella sezione Cannes Premiere. 

Molte cose nel frattempo sono cambiate: Assayas non è più un giovane regista proveniente dalla critica ma un autore affermato (proprio a Cannes nel 2016 ha vinto con Personal Shopper il suo primo premio importante, la Palma per la miglior regia); la serialità ha preso il posto del cinema come forme di racconto privilegiata; il digitale ha scalzato la pellicola, modificando per sempre i costi delle produzioni, i metodi di lavoro e non da ultimo (in senso sia positivo, sia negativo) le opportunità creative.

Da tutto questo è nata una serie in cui Assayas, come ha dichiarato prima di Cannes, è riuscito a fare tutto ciò che nel '96 gli era stato impossibile, a partire dal confronto diretto tra la serie del 1915 di Louis Feuillade, uno dei capisaldi del cinema muto francese e tra i primissimi esempi di serialità cinematografica.

La trama della serie è la stessa del film, a parte il cambio di nazionalità della star straniera catapultata a Parigi, non più di Hong Kong ma americana. Il suo nome è Mira e a interpretarla è Alicia Vikander, un'attrice molto celebre ma in crisi professionale e sentimentale che accetta il ruolo di protagonista nel remake di Les Vampires. Arrivata in Francia, trattata come una diva ma alle prese con un sistema produttivo a cui non è abituata, poco alla volta la donna si perde tra le difficoltà del progetto e le scenate di un regista isterico (interpretato da Vincent Macaigne, nel ruolo che nel '96 era di Jean-Pierre Léaud) e soprattutto arriva a confondere la propria identità con quella della vampira originale, in un mondo in cui il confronto con la propria identità virtuale è elevato alla massima potenza dai social network.

L'aspetto più innovativo di questa nuova versione espansa di Irma Vep (interpretata tra gli altri anche da Tom Sturridge, Lars Eidinger e Jeanne Balibar e con musiche dell'ex Sonic Youth Thurston Moore) è proprio quello legato al tema della celebrità, già affrontato da Assayas in Sils Maria (2014) e nello stesso Personal Shopper e qui rinnovato dall'incontro con la bravissima Vikander, che non è forse in grado di replicare il fascino magnetico di Maggie Cheung, ma dà alla sua eroina una bellezza e una fragilità difficili da dimenticare, frutto dell'idea condivisa universalmente per cui chiunque, dentro e fuori dal set, interpreta sempre la parte di sé stesso.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 21 agosto 2022
uppercut

 Magnifico esito di un gioco di scatole cinesi (anche in senso proprio...) perfettamente gestito sotto ogni aspetto: estetico, produttivo, esistenziale. Insuperabile Alicia Vikander nell'accettare tuffi e risalite nel vortice tra realtà e finzione, passato e presente, pellicola e digitale... Geniale Olivier Assayas nel trasmettere al verbo "girare" tutta la luciferina ambiguit&agr [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 31 maggio 2022
Marco Grosoli
Film TV

«Non è una serie, è un film!», dixit Olivier Assayas, a Cannes, presentando questi otto episodi targati HBO. Nel terzo, usa le stesse parole un regista che gira, oggi, una serie tratta da I vampiri di Louis Feuillade (1915), così come il suo omologo dell' Irma Vep del 1996 ne inseguiva un remake in pellicola. Ossessionato dall'uso del passato per tracciare i contorni del presente, Assayas segue l'intessersi [...] Vai alla recensione »

domenica 22 maggio 2022
Federico Pontiggia
La Rivista del Cinematografo

Può davvero sorprendere che le due cose migliori di Cannes 75 siano a oggi due serie, Esterno notte di Marco Bellocchio e Irma Vep di Carlos Assayas? No che non può, poi possiamo chiamarli film lunghi, così in effetti si vedono al Palais, ma la sostanza non cambia: le serie brillano, a discapito dei lungometraggi. Quella del regista francese, presentata nelle sezione Cannes Première, verrà distribuita [...] Vai alla recensione »

NEWS
CANNES FILM FESTIVAL
domenica 22 maggio 2022
Roberto Manassero

Presentati a Cannes i primi episodi della serie tratta dall'omonimo film del regista. Il ritorno di un cult. Vai all'articolo »

TRAILER
mercoledì 18 maggio 2022
 

Regia di Olivier Assayas. Una serie con Alicia Vikander, Fala Chen, Adria Arjona, Jess Liaudin, Carrie Brownstein. Guarda il trailer »

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