Una famiglia è in grave crisi economica quando si scopre che il padre ha nascosto per anni un segreto. Espandi ▽
Il cinema iraniano ha in Saeed Roustayi un valido conoscitore di generi che, in questa occasione, sa mettere a frutto la lezione della più classica commedia all’italiana. L'inizio di questo lungo film per il quale però non si avverte la stanchezza della visione è di quelli che inseriscono immediatamente lo spettatore nell'azione. Si assiste al blocco dell'attività produttiva di una fabbrica con l'irruzione delle forze dell'ordine che impongono l'interruzione dei lavori. Da questo evento prende l'avvio della conoscenza dei caratteri dei componenti di una famiglia in cui la figura dominante è costituita dalla sorella senza però ridicolizzare i componenti maschili. Roustayi riesce a compiere un'operazione di forte critica della società iraniana non dimenticando mai il compito di intrattenere avvalendosi anche di colpi di scena che risultano tutti giustificati. Non solo denuncia l'abisso che separa le classi sociali mostrando l'avidità di chi è già benestante e lo stato di perenne umiliazione di chi invece ha poco o nulla ma mette una donna, Leila, al centro dell'azione. Recensione ❯
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Un film secco e imparziale che conferma la passione di Cantet per le traiettorie umane e le cadute libere. Drammatico, Francia2021. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un giovane scrittore si ritrova al centro dello scandalo a causa di suoi vecchi post social. Espandi ▽
Ispirato all’affaire “Mehdi Meklat”, Arthur Rambo – Il blogger maledetto conferma la passione di Laurent Cantet per le traiettorie umane, le progressioni, le cadute libere, gli arresti. Ventuno anni dopo A tempo pieno, il regista affronta un nuovo mistero, meno vertiginoso ma terribilmente contemporaneo. Perché più del miracolo delle banlieue deluso e sfumato, Cantet indaga la corsa frenetica all’esistenza virtuale che produce gli eroi social(i) come i mostri. Di quel mistero, Arthur Rambo non pretende di aver la chiave, limitandosi a registrare la violenza e la rapidità della caduta di Karim. Il film resta irrisolto, come l’enigma che Karim incarna fuggendo in una notte mai così nera, dove finiamo a riflettere sull’impostura e lo sgretolamento di una rispettabilità duramente conquistata. Recensione ❯
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Da un'idea di Shonda Rhimes, una serie sul desiderio di emergere a tutti i costi. Una metafora dei nostri tempi. Drammatico, USA2022. Durata 60 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La serie si ispira all'articolo di Jessica Pressler, anche produttrice dello show, "How Anna Delvey Tricked New York's Party People", pubblicato sul New York Magazine. Espandi ▽
C’è l’intuito infallibile di Shonda Rhimes dietro l’ennesima serie destinata a diventare un fenomeno su Netflix, quell’Inventing Anna che svela nel titolo molto di quello che vedremo. Ovvero la costruzione a tavolino di un’identità, la determinazione ad emergere, a spiccare nel mondo dei potenti di New York. È una serie decisamente attuale sulla contemporanea sete di potere, che oggi significa principalmente avidità di fama, soldi, abiti e ristoranti di lusso. Rhimes inventa una protagonista detestabile per farle compiere tutto quello che vediamo abitualmente sui social, ragazze e ragazzi felici di ostentare un benessere economico, spesso inesistente, pur di avere notorietà, visibilità, più like possibili ai propri post. Da questo punto di vista, come grande metafora di ciò che siamo diventati – una società in gran parte narcisista e a caccia di like che brama l’opulenza puntando all’apparire, più che all’essere – la serie è oltremodo interessante. Recensione ❯
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Il pregevole film di Gergolet indaga nella psicologia di una vittima e di un aggressore che potenzialmente si trovano a ruoli ribaltati. Drammatico, Italia2022. Durata 112 Minuti.
Il film vede protagonista una vedova in cerca di vendetta per la morte del marito. Un dramma anche ambientale, perchè il vero "cattivo" sembra essere l'amianto. Espandi ▽
Angela fa parte del personale sanitario di un ospedale triestino. Un giorno scopre che è ricoverato in terapia intensiva Francesco Gorian amico in età giovanile e poi datore di lavoro di suo marito Andrea, morto per esposizione all'amianto. Lo stesso è accaduto al consorte dell'amica Elena che ora sta a sua volta subendo l'attacco dello stesso male. Il figlio di Gorian chiede ad Angela di fare da badante al padre. Angela accetta.
Un film dedicato a tutti coloro che hanno perso la vita a causa dell'amianto in cui si affrontano dinamiche psicologiche di notevole spessore.
Le dinamiche che si instaurano tra le dramatis personae di questo, va sottolineato, pregevole esordio vanno oltre la denuncia di una malversazione consapevole e criminale che ha causato e causa approssimativamente e globalmente più di 100.000 decessi ogni anno. Perché ciò che in parallelo interessa ad Ivan Gergolet è indagare nella psicologia di una vittima e di un aggressore che potenzialmente si trovano a ruoli ribaltati. Recensione ❯
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La violenza della guerra ucraina irrompe in un dramma in cui la donna è la vera vittima. Drammatico, Ucraina, Turchia2022. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna incinta deve affrontare il difficile conflitto russo-ucraino. Premiato con l'Ecumenical Jury Prize - Panorama alla 72ª Berlinale e al 34th Palm Springs International Film Festival (miglior attrice a Oksana Cherkashyna). Espandi ▽
Il film di Maryna Er Horbac risale all’origine del conflitto ucraino indagando il dramma privato di un uomo e di una donna. Nel film, che si apre su una tranquilla situazione domestica, la guerra sfonda letteralmente il mondo privato della coppia protagonista squarciando il velo del suo isolamento. La regista sta naturalmente dalla parte ucraina, e non nasconde certo questa sua propensione: ma ciò che le interessa realmente è dare una rappresentazione della guerra che superi le contrapposizioni delle forze in campo. Per Maryna Er Horbac, come dimostrano il finale e la dedica sui titoli di coda, la guerra è una faccenda di uomini. La donna è invece vittima di una violenza che non le appartiene; è la parte incongrua di un mondo destinato all’annientamento; soprattutto, è la sola a portare la vita dentro di sé, opponendosi per questo alla realtà ineliminabile del conflitto. Recensione ❯
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La vita di un uomo viene sconvolta dal ritorno a casa di un vecchio amico. Espandi ▽
Cole vive in una cittadina rurale a ridosso dei Monti Appalachi colpita dalla recessione economica in modo visibile e palpabile: miniere chiuse, piccole aziende in fallimento, chiese vuote, giovani disoccupati, alcool e droga. Uno di quei luoghi che formano le coscienze di chi ci è nato e cresciuto, nel bene e nel male: così Cole fa l'assistente in una casa di riposo manifestano il suo amore per gli anziani della comunità ma rivende sottobanco i farmaci elargiti loro da un sistema che per il resto non se ne cura affatto. Gli abitanti della cittadina si dividono fra le persone timorate di Dio che citano passi delle sacre scritture - fra cui il nonno di Cole, un pastore ossessionato da Satana - e trasgressori più o meno conclamati che popolano i locali fumosi e le roulotte parcheggiate a vita negli spazi deserti. Quando un amico di gioventù di Cole torna in città, disoccupato e intenzionato ad allargare il business delle droghe, il ragazzo si trova a dover decidere se una frequentazione di lunga data è per lui un'opportunità o una condanna. Recensione ❯
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Una mini-serie dedicata a due genitori separati e alla loro complicata gestione dei figli. Espandi ▽
Ambientata a Manhattan durante una torrida estate, la miniserie vede come protagonista Toby Fleishman, un neo-quarantenne da poco divorziato che decide di rifarsi e di ricominciare a vivere esplorando un nuovo mondo fatto di app di incontri. La sua ex-moglie Rachel scompare tutt'a un tratto, lasciandolo da solo a occuparsi dei loro bambini. L'aiuto e il conforto dei suoi amici storici, conosciuti all'università, Seth e Libby, sembrano insufficienti a sostenerlo e la vita di Toby viene nuovamente catapultata verso l'abisso.
La serie Disney+ è un'imperdibile serie drammatica. Non solo per le scelte registiche che, letteralmente, prendono in contropiede lo spettatore, o per le scelte di casting che posizionano ogni interprete - sapientemente - in ruoli che rispecchiano i loro bagagli narrativi, potremmo dire.
Siamo di fronte a un'operazione esistenzialistica e commovente, tanto tragica quanto illuminante, che più di qualsiasi altra tematica, affronta in maniera del tutto originale e nuova uno dei concetti più suscettibili di interpretazione: quello di maturità (individuale, sociale; ma anche narrativa, educativa, alfabetica dal punto di vista audiovisivo). Recensione ❯
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Vincenzo Malinconico è un avvocato semi-disoccupato. Più psicologo che avvocato. Il suo portafoglio clienti è leggero: si occupa di contenziosi non molto impegnativi. Solo una cosa che sa fare: filosofeggiare. Espandi ▽
La fiction segue le vicissitudini di Vincenzo Malinconico, un po'avvocato sui generis, un po' filosofo osservatore dell'esistenza, che si destreggia tra l'ex moglie Nives che lo cerca sempre -e non solo come amante-, e Alessandra Persiano, bellissima e desiderata da tutto il foro di Salerno; i suoi due figli Alfredo e l'impronunciabile Alagia, la sua ex suocera, e vari altri personaggi che gli occupano il tempo senza che lui riesca, di fatto, a procedere da nessuna parte. La decisione di difendere un esecutore della camorra, Mimmo 'O Burzone e l'incontro con Tricarico, un fedele e spassionato Virgilio che lo guida negli inferi della camorra, lo faranno crescere, non solo professionalmente.
La sceneggiatura affidata allo stesso Diego De Silva insieme a Massimo Reale, Gualtiero Rosella, Valerio Vestoso è ben articolata e riesce a far entrare lo spettatore nel variegato mondo del protagonista, tenendo l'attenzione, articolando e dosando bene i ritmi della narrazione.
La serie riesce a divertire con intelligenza e ad affrontare alcune tematiche come quelle della camorra e dei luoghi della giustizia con uno sguardo trasognato. Recensione ❯
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L'orrore della guerra raccontata con gli stilemi dell'horror: un'opera che rimane impressa. Drammatico, Serbia, Danimarca, Bulgaria, Grecia, Italia2022. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una dodicenne e la sua famiglia vivono nella paura che nella notte il male arrivi dalla foresta. Espandi ▽
È il marzo del 2004 e siamo nell'entroterra del Kosovo. La piccola Milica vive in una casa diroccata, circondata da una foresta che, al calar delle tenebre, sembra nascondere oscure presenze. Vive con la madre Vukica e il nonno Milutin: il padre e lo zio, usciti di casa un giorno, non vi hanno più fatto ritorno. È da quel momento che il nonno per aspettarli si rifiuta di lasciare la casa, nonostante lui, la figlia e la nipotina, la notte siano costretti a barricarsi in casa, rischiando la vita ogni momento. Intorno a loro i vicini intanto si arrendono pian piano agli attacchi subiti, e più passa il tempo più Milica, scortata nei carri armati dai funzionari della KFOR, vede la sua scuola svuotarsi gradualmente.
Milic è abile nella regia e nell'utilizzo di certi stilemi dell'horror, come l'invisibilità del fuoricampo e la potenza del sonoro, delegando così al genere il compito di mettere in scena l'orrore della guerra.
Darkling rimane impresso, rivelandosi anche, volente o no, un'opera legata a due temi che hanno e stanno tutt'ora stravolgendo certi aspetti del mondo come lo conoscevamo: la questione di un nemico invisibile che ci costringe chiusi in casa e quella della guerra, che di certo non è mai scomparsa dal Pianeta ma che oggi, come fu quella del Kosovo, è a noi molto più vicina. Recensione ❯
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La storia mai raccontata di Martha Mitchell e del suo ruolo nello scandalo Watergate. Espandi ▽
Gaslit racconta la storia dello scandalo Watergate - iniziato nel gennaio del 1972 prima della nota irruzione nella sede del Comitato Nazionale Democratico - ma lo fa attraverso lo sguardo laterale degli accadimenti che coinvolsero l'allora personaggio dello spettacolo Martha Mitchell (Julia Roberts), moglie di John N. Mitchell (Sean Penn), procuratore generale degli Stati Uniti sotto la presidenza Nixon. Non concentrandosi sulla figura presidenziale, la serie mostra, in maniera talvolta ironica, la costellazione di personaggi che vennero coinvolti nello scandalo, a partire dal giovane avvocato John Dean (Dan Stevens) ingabbiato in un complotto sempre più complicato allo scopo di spiare i democratici, che ben presto sfuggirà di mano fino alle più note conseguenze.
Un dramma molto ben confezionato, affidato quasi totalmente alle grandissime capacità delle attrici e degli attori del suo cast, forse consapevole della tradizione audiovisiva di questo soggetto.
Dovendo fare i conti con un passato attoriale e registico di grande rilievo, Gaslit riesce infine a rispettare gli elevati standard di una storia che ancora fa parlare e i cui personaggi secondari sono stati troppo spesso dimenticati. Ma non in questa serie. Recensione ❯
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Un ipnotico viaggio che trasporta lo spettatore in una seducente e affascinante realtà altra. Drammatico, Francia, Italia, Svizzera2021. Durata 86 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ragazzo abbandona tutto per cercare fortuna ma scoprirà le difficoltà del profitto. Espandi ▽
Jorge è un giovane di belle speranze che guida un moto-taxi alla periferia di Lima, in Perù, ma cova sogni di maggior gloria e opportunità. Padre di famiglia, decide di tentare la fortuna alla ricerca dell’oro che si nasconde nelle miniere delle Ande. Il viaggio verso le montagne è lungo e difficile: l’obiettivo è La Rinconada, la città a cinquemila metri di altezza che attrae chi è disposto a rischiare tutto in nome di una scommessa col diavolo, e dove molti uomini finiscono per scomparire. Opera di un regista italiano, Matteo Tortone, e frutto di un’importante co-produzione europea, Mother Lode è l’ipnotico racconto di un viaggio che ha il fascino del racconto popolare, a metà tra la mitologia e il monito contro i pericoli della hubris umana. Membro di un sempre più nutrito contingente di documentaristi italiani che costruiscono opere ibride basate su ricerca sul campo e sofisticazione visiva, Tortone coglie appieno le sfumature tra realtà e folklore che governano l’universo della miniera, trasportando lo spettatore in una realtà altra che seduce in modo sottile. Recensione ❯
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Makbul Mubarak ha avuto un sogno premonitore, e questo sogno è Autobiography – Il ragazzo e il generale. Eppure non si tratta di sogni e visioni che costruiscono una premonizione, no. Sta tutto nel titolo, Autobiography, che è un’idra a tre teste ardua da sbrogliare e spurgare dal suo veleno: la prima autobiografia è quella di Mubarak stesso; la seconda autobiografia è quella di tutta la famiglia di Mubarak che per decenni ha lavorato come “civil servants” nelle istituzioni guidate da Suharto, sempre leale al regime e non al popolo di cui faceva parte; la terza autobiografia è quella dell’intera nazione, che nasce con Suharto e sempre con Suharto sembra destinata a morire, visto che dopo la deposizione del ’98 e il passaggio a miglior vita del generale nel 2008, poco è cambiato in Indonesia, sempre attraversata dai fantasmi della dittatura. Autobiography non è una premonizione ma un avvertimento. Recensione ❯
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Un uomo riceve una sconvolgente notizia sulla figlia. Parte così in cerca di verità. Espandi ▽
Artemio è un anziano contadino che coltiva il grano in un angolo sperduto e montuoso del Messico. Solitario e silenzioso, riceve un giorno una comunicazione dal villaggio che riguarda sua figlia, con la quale da tempo non ha più rapporti. La notizia che l'uomo riceve è abbastanza grave da fargli racimolare dei soldi come può e partire alla volta di Città del Messico, meditando sul passato e sulle colpe. Recensione ❯
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Un film sul ricordo e sui rimpianti, in cui l'intimità discreta ma partecipe di Bigoni trova corrispondenze col cinema di Soldini. Drammatico, Italia2022. Durata 83 Minuti.
I limiti di un amore, l'esaurirsi del tempo a disposizione, la fine. Cinque stanze si infila nei meandri della vita di una coppia e ne svela le fragilità, giocando con il tempo e con gli spazi. Espandi ▽
K, un uomo ormai prossimo alla pensione, sta leggendo una lettera che gli ha scritto la moglie Lara, gravemente malata, prima di andarsene di casa. I due sono stati sposati per circa trent'anni. All'inizio della loro relazione si sono amati intensamente ma la morte della loro figlia di quattro anni ha condizionato per sempre la loro vita. Da quel momento K si è allontanato da Lara. Negli ultimi sei mesi poi l'uomo ha iniziato una nuova relazione con Silvia. Non si rende conto del suo stato di salute. Quando accade, è già troppo tardi.
Cinque stanze oltrepassa la sua innegabile organizzazione dello spazio della scena e, attraverso la fotografia di Italo Petriccione, racconta molto dei suoi personaggi attraverso i primi piani, i silenzi.
Da parte di Bigoni, c'è una cura esemplare nel disegnare gli stati d'animo 'provvisori quasi d'amore' che avvicinano i suoi protagonisti a quelli del cinema di Soldini. Qui non hanno la possibilità di fuga, di provare a reinventarsi una vita. Ma nel finale, proprio nell'ultima stanza, il film respira e trasforma la sua rabbia in tenera malinconia. Recensione ❯
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Una donna e sua madre devono affrontare i misteri che si nascondono dietro la loro ex casa di famiglia. Espandi ▽
Il passato si addice a Joanna Hogg, regista britannica radicale che si prende tutto il tempo per arrivare alla radice degli eventi. The Eternal Daughter è un tuffo autobiografico che riscrive il suo passato, dona a Tilda Swinton un doppio ruolo e garantisce al pubblico la vertigine totale. Joanna Hogg fa un cinema puro e duro, che non cede mai alle tentazioni pop. Qualche nota di musica e poi ci priva del suono, delle spiegazioni. Il film guadagna allora in sensazioni. La regista elabora uno stile in opposizione ostinata con la televisione, scene che perdurano, piani fissi, campi lunghi. La sceneggiatura importa poco o nulla, ad appassionare Joanna Hogg sono gli attori, che incoraggia ad approfittare della libertà di parola e di movimento. Recensione ❯
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