Buone le premesse, ma l'esordio alla regia di Mattson Tomlin (sceneggiatore lanciatissimo: è tra gli scrittori del prossimo The Batman) si incarta in una vacua ricerca di colpi di scena. Ora su Netflix.
di Andrea Fornasiero
Un coppia in fuga, un'insurrezione robotica e un figlio in arrivo sarebbero ingredienti di sicura tensione, ma per Mother/Android non sono abbastanza e il film si incarta in una vacua ricerca di colpi di scena.
Non stupisce che si tratti dell'esordio alla regia di uno sceneggiatore – per altro lanciatissimo: è anche tra gli scrittori del prossimo The Batman – visto che alla tensione della messa in scena preferisce gli artifici dell'intreccio e pure della retorica. La premessa è solida, la situazione iniziale esplode in modo convincente e il salto temporale di nove mesi aumenta ulteriormente la posta in gioco, ma subito la scrittura dei caratteri inizia a cedere.
Lascia esterrefatti che alla base di questa debacle sembri esserci il rifiuto di una qualsiasi idea originale. Per paradosso la cosa più originale arriva alla fine, quando una ufficiale coreana si presenta come la salvezza, ma allo stesso tempo come una spietata burocrate, in una confusione che d'altra parte accompagna il film sin dal titolo.