Un documentario sull'abbattimento delle vele di Scampia. Espandi ▽
Progettate dall'Architetto Di Salvo nel 1962 e realizzate grazie alla legge 167, le Vele di Scampia diventano famosissime in tutto il mondo per essere un simbolo di Camorra. Un'immagine piatta e superficiale, quest'ultima, che non tiene conto, però, di un contesto così complesso e variegato, spostando allo stesso tempo l'attenzione dal vero problema di chi in quelle Vele ci ha vissuto e ancora le abita.
Il progetto 'Addio Dolce Casa Mia', è stato concepito dagli autori come un libro che apre il suo prologo sul giorno dell'abbattimento della Vela verde e dispiega la sua storia attraverso dei capitoli dedicati ai protagonisti, abitanti e, allo stesso tempo, osservatori di quello spazio che oltrepassa il piano fisico per arrivare dritto a quello emotivo.
Il capitolo primo è dedicato a Ciro, Danilo e ai tanti ragazzini che vivono le Vele tra giochi e vita familiare, su uno sfondo di odori, sensazioni e sentimenti contrastanti.
Il secondo è la storia della prima notte di Nadia nella Vela Rossa. Nadia ha diciassette anni e il papà disoccupato si trova costretto a dover occupare una casa nel quartiere popolare. In una notte di luglio, calda e afosa, la giovane ragazza, tremolante, abbraccia Ilaria, sua sorella, nel disperato tentativo di addormentarsi.
Il terzo è la narrazione della vita politica e attiva di Francesco, membro del Comitato Vele di Scampia. Francesco ha lottato tutta la vita per l'abbattimento delle Vele, al fine di ottenere delle abitazioni migliori, più accoglienti, più decorose. Ama profondamente sua moglie Carmela, ed è proprio grazie a questo amore che è riuscito a salvarsi dai richiami della malavita e dalle insidie della strada.