In pochi anni, Ryusuke Hamaguchi è diventato il simbolo del cinema giapponese contemporaneo. Non si può pensare di approcciare la produzione nipponica di oggi senza relazionarsi con la sua poetica e con i suoi film, che per fortuna sono tutti diversi tra loro e sempre stupefacenti. 

Il quarantacinquenne autore del celebre Drive My Car (già disponibile in streaming con MYmovies ONE) è mosso dal desiderio di provare sempre cose nuove, un istinto sperimentale che lo ha portato a giocare con la temporalità, estendendo le durate come un elastico, con gli sdoppiamenti e con i toni, che vanno dal malinconico al giocoso. E oggi arriva su MYmovies ONE la sua attesissima opera ultima, Il male non esiste.

Premiato a Venezia l’anno scorso con un Leone d’argento che vale il Gran Premio della Giuria (oltre a portare a casa quello della critica FIPRESCI), Il male non esiste riesce ancora una volta a spiazzare perfino i fan più devoti del regista, offrendo le vette più criptiche e forse più oscure della sua filmografia, nonostante il proclama rassicurante del titolo. Quest'ultimo si riferisce però solo al regno della natura, in cui il film si cala con devozione; per quanto riguarda noi umani, be', il male esiste eccome, e Hamaguchi lo cerca e lo indaga lungo tutta la storia.
 

Malefica – e bisogna dire anche piuttosto esilarante – è l'idea iniziale di un progetto di “glamping” (un campeggio di lusso) che viene proposto in un villaggio nei boschi innevati del Giappone, mettendo a rischio tanto gli equilibri ambientali del luogo quanto lo stile di vita tranquillo degli abitanti. Tra di essi c'è il taciturno Takumi, un uomo rimasto vedovo che vive una vita semplice come faccendiere mentre si prende cura della figlioletta Hana. Sarà proprio lui a fare da guida e da intermediario ai malcapitati rappresentanti della compagnia che vuole costruire il campeggio. 

I due sono pesci fuor d'acqua che vengono dalla città e non possono immaginare una reazione di tale sfiducia da parte del villaggio, i cui abitanti inizialmente cortesi e intimoriti prendono coraggio in un incontro pubblico (la scena è un vero gioiello per come è modulata) ribellandosi all'idea del glamping. Il tutto mentre dalla foresta arriva ogni tanto l'eco di colpi di fucile, e i cacciatori turbano un’altra forma di equilibrio naturale.

È un film di calme apparenti, Il male non esiste; avvolgente e meditativo, fin dalla bellissima sequenza iniziale che assorbe subito lo spettatore nelle pieghe della ricca colonna sonora di Eiko Ishibashi. Ed è insieme sconcertante nel modo in cui invita a considerare quanto sia facile squarciare la calma, quanto improvviso ne sia il rovesciamento. 

Hamaguchi firma una parabola sulle pieghe dello spirito umano che lascia di stucco e forse confusi; eppure in precedenza chiede ripetutamente allo spettatore di mettersi all’ascolto, di sentire gli avvertimenti. Con il suo cinema di chirurgica precisione e folle inventiva, mettersi nelle sue mani paga sempre.