Anno | 2021 |
Genere | Documentario |
Produzione | Belgio |
Durata | 71 minuti |
Regia di | Antonio Spanò |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento martedì 4 ottobre 2022
Un documentario che si interroga sulla situazione alimentare della Repubblica Democratica del Congo, chiedendosi quando il Paese sarà in grado di raggiungere la sovranità alimentare.
CONSIGLIATO SÌ
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Amuka è la storia di un risveglio, quello della popolazione congolese, o meglio ancora il risveglio dei suoi contadini (che compongono circa il 70% della popolazione). Attraverso una narrazione carica di speranza che guarda verso il futuro il documentario narra le tragiche esperienze di semplici lavoratori che affrontano un sistema debole e inefficiente che crea precarietà dilagante. La repubblica democratica del Congo (RDC) potrebbe nutrire 3 miliardi di persone ogni anno eppure 13 milioni congolesi soffrono la fame. Il paese è pieno di risorse naturali e materie prime che però non vengono correttamente valorizzate e gestite.
Amuka racconta la vita di coltivatori di caffè, riso, olio di palma, allevatori di mucche che soffrono le conseguenze della cattiva amministrazione congolese. Persone semplici e povere che affrontano lotte quotidiane per mantenere e migliorare la propria condizione.
Antonio Spanò attraverso interviste in lungo e largo per la RDC traccia un disegno generale della situazione nel paese, i produttori sono in lotta con l'offerta del mercato, sempre troppo bassa rispetto alle loro esigenze. Spesso i prezzi proposti dai compratori sono talmente miseri da non riuscire nemmeno a coprire i costi di produzione e di trasporto, per non parlare delle tassazioni sui prodotti.
Il tono delle testimonianze è schietto e diretto, davanti alla telecamera si raccolgono frammenti di vite difficili ma le voci che le raccontano sono sempre speranzose e tenaci. "Credete che lo stato ci aiuterà? Credete che le ONG ci daranno da mangiare?" dicono mentre lavorano nei campi. La risposta retorica è "no". Per questo i contadini che producono riso con Biaba (uno dei tanti lavoratori intervistati) fanno affidamento solo sulle proprie forze. In maniera analoga questo pensiero è condiviso da altri.
Le dichiarazioni si incrociano e sovrappongono mostrando come la situazione sia in definitiva la stessa, lo Stato non tutela né aiuta i contadini la cui unica vera forza si trova nello spirito di solidarietà. Tra interviste che si alternano a riprese aeree di campi, montagne, laghi e boschi Amuka ripercorre lentamente il territorio del Congo, mostrando le sue diversità e similarità.
L'attenzione che viene data alla natura rimarca e si ricollega a uno dei messaggi principali: il rapporto con la propria terra è fondamentale. Il territorio è la prima (e spesso unica) forma di sostentamento, la ricchezza di agricoltori e allevatori si trova nella natura che abitano e sfruttano. Di questo i congolesi sono profondamente consapevoli e non mancano l'occasione di rimarcarlo. Come diranno Chantal e Colette, produttrici di olio di palma, "I soldi si trovano qui nella foresta".
Ciò che in definitiva rimane impresso del film è la tenacia delle donne e uomini, che attraverso infinite trattative, appoggiandosi sul reciproco aiuto e la solidarietà continuano a sopravvivere nonostante le avversità.
La struttura documentaristica e di intervista è molto lineare, non particolarmente creativa, ma forse anche la migliore per raccontare la semplicità della vita dei contadini. Interessante l'introduzione realizzata in animazione che sarebbe potuta anche essere adoperata in più occasioni per spezzare il ritmo lento della narrazione che rischia di distrarre lo spettatore.