Anno | 2020 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Gianfranco Rosi |
Uscita | mercoledì 9 settembre 2020 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,41 su 32 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 8 settembre 2020
Un documentario girato nelle zone calde di Siria, Libano e Iran. Il film è stato premiato ai Nastri d'Argento, ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, ha ottenuto 1 candidatura a British Independent, In Italia al Box Office Notturno ha incassato 121 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Resoconto per immagini di tre anni di ricerca trascorsi lungo le zone di confine tra Siria, Libano, Iraq e Kurdistan. In nome di un'idea di Medio Oriente privo di linee separatrici ma scavato dalle ferite di guerra e occupazione, varie storie di umanità si intrecciano: un cacciatore in barca tra i canneti e una squadra di guerrigliere in pattuglia, un ragazzo che lavora a giornata per aiutare la famiglia e dei soldati a un posto di blocco. Uno spettacolo teatrale messo in scena dai pazienti di un ospedale psichiatrico e una maestra elementare che fa terapia di classe. Madri che hanno perso figli e figlie prigioniere che comunicano con le madri. Tra luce e oscurità, un mondo che resiste e reclama il suo quotidiano.
Dei quattro anni trascorsi da Fuocoammare, Gianfranco Rosi ne ha passati tre in Medio Oriente per dare alla luce Notturno, documentario che come i precedenti si basa su osservazione di luoghi e avvicinamento a persone, ma che stavolta abbraccia un territorio più ampio e più complesso di un raccordo anulare o della piccola isola siciliana.
In Notturno, i metodi del regista rimangono gli stessi che gli sono valsi premi prestigiosi a Venezia e a Berlino, sia dal punto di vista stilistico che di racconto del reale, ma il confronto con una storia millenaria e un presente sfaccettato porta la sua indagine a nuovi livelli di ambizione.
Quello di Rosi è un cinema ormai globalmente riconoscibile, e sempre diviso nell'anima: da una parte improvvisazione e adattamento a ciò che la realtà gli comanda, dall'altra un controllo formale e cromatico che a volte sembra voler far prevalere l'estetica sull'etica. Notturno, è ancora una volta tutto questo, un film pensato per aver luogo solo di notte che poi, negli anni e nel girato, si è aperto anche al giorno. Un'opera che affianca momenti di intimismo extra-ordinario (la litania di una donna in visita alla prigione dove il figlio è stato torturato e ucciso) a quello quotidiano (un salotto che ogni notte viene preparato per accogliere il riposo di una famiglia intera), e che ha un'innegabile capacità di rendere iconico l'icastico.
La sequenza ambientata nel cortile di una prigione in cui, come sangue da una ferita, si riversano le uniformi rosse dei prigionieri è sullo stesso livello delle memorabili scene che tracciavano contorni di persone attraverso il luccichio delle coperte termiche in Fuocoammare. Ancora una volta alla regia, montaggio e suono di Rosi si affianca il contributo di una star della fotografia come Luca Bigazzi alla correzione colore, sempre a livelli eccelsi.
E a proposito di suono e colore, quando Notturno si fa oscuro, come in una composizione crepuscolare, sembra ritagliarsi momenti a parte lasciando sul fondo dell'inquadratura i rumori distanti - spesso di armi da fuoco - e le fonti di luce, che siano esse luci del villaggio, pozzi petroliferi o finestre alla fine di un corridoio. Dal movimento orbitale, che in altri film ruotava attorno alla città e al porto di Lampedusa, Rosi passa qui a un attraversamento profondo, mettendo bene in chiaro che i confini tra i paesi visitati non hanno per lui importanza, essendo stati da un secolo tracciati a tavolino dagli occidentali.
Ammirevole nello spirito, una tale libertà mantiene tuttavia un fondo di prevaricazione, privando i suoi soggetti prima ancora che lo spettatore di una specificità di cui non sta a noi decidere. Il Medio Oriente di Rosi rimane così un'astrazione, attento alle sfumature dell'individuo, ma che a dispetto del suo grande nitore umano deve arrendersi a parti di buio non facilmente illuminabili.
Con questo film Rosi dà voce ad un dramma umano che trascende le divisioni geografiche e il tempo dei calendari; illumina, attraverso incontri e immagini, la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all'apocalisse omicida dell'ISIS. Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un'unità che va al di là dei confini. La guerra non appare direttamente: la sentiamo nei canti luttuosi delle madri, nei balbettii di bambini feriti per sempre, nella messinscena dell'insensatezza della politica recitata dai pazienti di un istituto psichiatrico. Un cantore di strada intona le lodi dell'Altissimo. Un bracconiere fra i canneti e i pozzi di petrolio. La grazia delle guerrigliere peshmerga. I terroristi dello Stato Islamico in carcere. L'angoscia di una madre yazida per la figlia prigioniera. Alì, adolescente, che fatica per portare il pane ai suoi fratelli... Tutt'intorno, e dentro le coscienze, segni di violenza e distruzione: ma in primo piano è l'umanità che si ridesta ogni giorno da un notturno che pare infinito.
NOTTURNO disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | – | |||
€9,99 | – |
una macchina da presa, un buon microfono, ed un tempo di ricerca e riflessione. i film così si costruiscono per strada. l'idea all'inizio spinge, poi é la vita a dirigere. é cinema documentario, infatti. l'attesa snervante mi ha ricordato il deserto dei tartari. ma lì il nemico non arrivava. qui, sebbene non si veda chiaramente, é lontano pochi chilometri, [...] Vai alla recensione »
Il dolore si rispetta, Non lo si usa per dimostrare "quanto bravo sono io, quanta sensibilità mi muove rispetto all'indifferenza dei più". Tre anni di lavoro, grandi mezzi finanziari spesi, rischi sicuramente corsi dalla troupe per restituire una serie di bellissime immagini formalmente perfette ma prive di suggestioni significative.
“Notturno” (2020) è il quinto lungometraggio del regista-produttore di Asmara Gianfranco Rosi. Una produzione a più voci, italiana, francese e tedesca. Con varie partecipazioni e tre anni di lavoro. Fotografia dello stesso Rosi e montaggio di Jacopo Quadri collaboratore fisso del regista. Notti pericolose e voci di sottofondo, rumori minimi, rumori lontani, spari e venti [...] Vai alla recensione »
NOTTURNO (Gianfranco Rosi) di Fabrizio Funtò Al terzo colpo di grancassa che Gianfranco Rosi batte con questo suo Notturno (forse lo avrei chiamato “Crepuscolo”) — dopo Sacro Gra e Fuocoammare, urge una riflessione sull’innovazione che questo autore sta apportando al linguaggio cinematografico e che ci sta proponendo quasi sperimentalmente.
Al terzo colpo di grancassa che Gianfranco Rosi batte con questo suo Notturno (forse lo avrei chiamato “Crepuscolo”) — dopo Sacro Gra e Fuocoammare, urge una riflessione sull’innovazione che questo autore sta apportando al linguaggio cinematografico e che ci sta proponendo quasi sperimentalmente. E che sta funzionando, vista l’accoglienza.Non possiamo più dire che si tratti cioè di un caso, né che [...] Vai alla recensione »
Quattro anni dopo la caduta dello stato islamico di Daesh, lungo i precari confini tra Iraq, Siria, Kurdistan e Libano: una regione che, nei secoli, è sempre stata un’illusione della geopolitica e una impostura della geostoria. Sono le terre devastate dal Califfato e dalle scaltre contese tra superpotenze, abitate da genti, la cui dignità è stata calpestata frantumandosi [...] Vai alla recensione »
Notturno di Gianfranco Rosi è un documentario girato nell’arco di tre anni lungo confini difficili del Medio Oriente: Kurdistan, Siria, Libano, Iraq, Iran, territori dove le guerre hanno lasciato il segno e in alcuni casi sono ancora in corso. L’osservazione di Rosi è come suo solito, silenziosa, nel tentativo di apparire più neutrale possibile.
Come aveva dimostrato in Sacro GRA e Fuocommare, Gianfranco Rosi non prova interesse per il Tempo-luogo-azione di aristotelica memoria. Lo conferma anche in questo nuovo lungometraggio, che tuttavia -forse*non casualmente , deve perdersi, per poi ritrovarsi, proprio come avviene ad una parte dei poveri disperati che G.Rosi racconta. Dividendo il film in tre parti, infatti, la [...] Vai alla recensione »
Film documento, lungo tre anni, girato dentro le ferite più profonde del territorio al confine tra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano. Rosi è il Virgilio che ci porta in un viaggio interminabile, e interminato, verso l’inferno della guerra. Come Dante veniamo portati in un mondo di desolazione, violenza, privazioni. Questi temi, da sempre al centro della narrazione cinematografica, vivono qui una nuova [...] Vai alla recensione »
Un film che nasce in una terra di violenza non può e non deve essere un film “bello". Si rimprovera questo peccato di kalokagathia a Notturno, per il suo essere "bello e buono" e rispettare i 'canoni estetici' di un ellenismo cinefilo che si può apprezzare pienamente solo di fronte a scenari distopici o visionari; la morte e il dolore che partorisce appartengono [...] Vai alla recensione »
NOTTURNOC’è un indizio che suggerisce la grandezza di “Notturno” di Rosi: il non aver ricevuto un premio nel concorso ufficiale al Festival di Venezia. Proprio perché questo film non è solo un racconto di straziante verità, ma testimonianza di un cinema che ha la forza di interrogarsi, di mettere in gioco le proprie stesse radici, di trovare un autentico spazio per qualcosa che non assomiglia a nient’altro [...] Vai alla recensione »
Notturno è il film più importante che io abbia visto negli ultimi anni, per quello e per come lo racconta.
Consiglio la lettura del film che ne ha fatto Quinlan su firma di Raffaele Meale. Un film senza morale realizzato solo per farsi bello di fronte al dolore.
Durante la visione di Notturno mi sono sentita inerme di fronte all'orrore della guerra, ma anche una volta di più consapevole del potenziale di bellezza e di amore nel mondo ed in ognuno che la guerra non può cancellare. La terribile bellezza delle immagini mi fà venire i brividi e mi fà sperare in un modo più giusto e migliore.
Notturno è un film che unisce etica ed estetica e Gianfranco Rosi è un grande maestro
Film politically correct al limite dell'imbarazzante. 8 euro buttati per immagini che vorrebbero essere simboliche ma che in realtà sono banali come cartoline turistiche. Ridicolo che si sia protestato anche perché non abbia vinto nulla al festival di Venezia: a furia di pietismo dove arriveremmo?
Il docufilm è tutto incentrato sull'estetica. Ci sono varie immagini e situazioni ma tutte slegate fra loro. Sarebbe stato adatto come mostra fotografica e non come film. Soltanto alcuni passaggi sono intensi, altre situazioni appena accennate...nel complesso è noioso.
Noiosissimo ma sopratutto ricattatorio... Vorrebbe far piangere ma non ci riesce, speculando sugli inferni altrui. Peggior visione veneziana, anche peggiore del disastroso Padrenostro
L'intollerabile correttezza di Rosi. Con l'aggravante di una fotografia stupenda. Non si può. Di fronte agli immani disastri dell'Umanità occorre prendere partito, mostrare un orientamento ideologico. Non sto esagerando, detto chiaramente, in Notturno non c'è lo straccio di un "pensiero politico". Tento di alleggerire l'Autore della taccia più [...] Vai alla recensione »
Ritrovandosi a leggere i commenti su questo spazio viene da chiedersi se Rosi abbia fatto per caso beneficenza alle vite che racconta o salvato un mondo. Affatto, questo film brutale e mal fatto, vorrebbe arrivare ma non arriva mai. Immagini retoriche sovrastano la storia (caro vecchio cinema del reale, ti hanno bistrattato a hoc). I commenti o sono frutto di una bella campagna del regista o non si [...] Vai alla recensione »
Dal flop al festival a quello in sala: una volta tanto la propaganda democristiana da Rai 1 non paga. Di cinema in Notturno non c'è nulla. È una fiction in due puntate. Sconsigliato su tutti i livelli.
Non dimenticherò mai le immagini di Notturno. Grazie a questo bellissimo film adesso mi sembra di conoscere le persone che nel medio oriente hanno sofferto la guerra. Rosi dimostra in questo film grande amore e rispetto per le persone. Non c’è nulla di sensazionalistico, nessun primo piano violento e francamente non capisco molte delle critiche che leggo qui su questo sito.
Non dimenticherò mai più l'emozione che questo film mi ha trasmesso. Adesso mi sento più vicina alle persone che hanno sofferto e soffrono tuttora. E' un film fatto con grande semplicità e moltissimo cuore da un vero Artista.
"Notturno" è forse il più bel film di Gianfranco Rosi, un film forte e puro che raccoglie una serie di immagini di grande bellezza e grande dolore che fanno riflettere chi ha un cuore, e i tanti per cui il Medio Oriente, le stragi, le persecuzioni di Daesh, sono solo titoli di giornale da guardare e saltare subito. Qui mi sembra che si siano raccolti tutta una serie assieme [...] Vai alla recensione »
Chi crede di vedere un film sulla guerra, sui corpi mutilati o sul rumore delle bombe resterà deluso. Non si parla di guerra ma di ciò che la guerra semina, di come si vive e sopravvive laddove altri si impongono con la forza. Da una parte la politica legittimata a modificare le vite e i confini, dall'altra i popoli che si adattano, come l'essere umano ha sempre fatto.
Notturno: interminabile e fastidioso, a tratti urticante. Non c'è racconto, solo un compiacimento estetico esasperato e esasperante. Inspiegabile l'ingresso al concorso al festival del cinema di Venezia 2020. In sala è rimasto una settimana. Il giusto tempo per essere distrattamente notato e subito dimenticato. Una truffa cinematografica in piena regola.
Rosi filma il suo peggior lungometraggio usando come marionette le vittime della guerra e incorniciandole da una luce plastica immorale e didascalica. Il gioco dura troppo e si vuole scendere dopo il primo giro di giostra. Polemiche assurde a Venezia: la giuria non avrebbe capito questo film. In realtà l'ha capito molto bene, come tutti gli altri spettatori.
Della guerra l'unico fumo è quello negli occhi dello spettatore. Rosi vergognoso, esteta del dolore. Ricatattorio, inguardabile.
Come si può arrivare a tanto? Un film che lucra sul dolore, che non si avvicina mai al silenzio che vorrebbe mostrare: Rosi arriva con la sua tanto strombazzata empatia e porta rumore, rumore e sguardo furbo, sperando di trovare il petrolio e invece è solo una macchia nera: la sua. Film contro ogni moralità.
‘Notturno’ conferma il piglio distratto e giocherellone del nuovo corso di Rosi (lontano anni luce dai primi lavori ruspanti e sinceri), che ricorda un po` cio` che successe a Garrone da Reality in poi. Si passa per velleita` di quarta mano come se si sfogliasse un album di fotografie a stock, a momenti demenziali e sonnolenti.
Ci sono scene di Notturno che non dimenticherò mai, immagini che ho fatto mie e che continuano a scorrermi davanti agli occhi. È stato inevitabile innamorarmi di questo film, così potente, pieno di vita e di speranza. Per me, il miglior Rosi di sempre.
Notturno e' un film che potrebbe non concludersi mai. E' infatti, oltre che un film bellissimo, un'esperienza . Entrando in sala e prendendo posto lo spettatore si trova per tutta la durata della visione, immerso in un viaggio fatto di luce innanzitutto, di suoni, di silenzi , di tempo. E' esperienza unica quella di poter viaggiare insieme a chi ci conduce , insieme a chi ci permette [...] Vai alla recensione »
Notturno Un film meraviglioso, umanissimo, commovente, perfetto nelle sequenza delle immagini. Dolori umani che accogli con amore grazie allo sguardo di questo grande regista che ha voluto raccontaci con le sue sole forze e con le sue uniche tecniche cinematografiche - la regia, la fotografia e il suono - quei confini a noi sconosciuti. Profondo rispetto e gratitudine a Gianfranco Rosi [...] Vai alla recensione »
La recensione di glody mi ha disturbato.Notturno non è un film estetizzante e superficiale, anzi. La bellezza della fotografia vale a trasmettere in modo umanamente accettabile la misura dell' orrore di quelle guerre. Dice che non c è un pensiero politico, non è così. Notturno esprime un pensiero politico universale sulla condizione umana e sulla violenza [...] Vai alla recensione »
«La necessità di andare a vedere cosa c'è dall'altra parte»: è questa la chiave d'accesso offerta da Gianfranco Rosi in sede di presentazione veneziana del suo «Notturno». Nonostante abbia incantato la critica, il film è uscito a mani vuote dalla disfida del Lido, non avendo raggiunto il cuore della presidente di Giuria, Cate Blanchett, com'era invece capitato a Berlino nel 2016 con Meryl Streep, ammaliata [...] Vai alla recensione »
Come previsto non ha invece deluso Notturno, il nuovo film di Gianfranco Rosi, il regista dei premiatissimi Sacro GRA e Fuocoammare: una sorta di oratorio per immagini rare e preziose intonato dalla cinepresa lungo i confini del Kurdistan, Siria, Iraq e Libano in cui non si cercano lo scoop delle carneficine, bensì il sapore, l' odore, il rumore di un non-luogo dove le persone tentano di ricucire le [...] Vai alla recensione »
Che Notturno sia fin qui il film migliore di Gianfranco Rosi lo dice la bellezza: non è più estorta o imposta o perfino sovrapposta alla realtà che inquadra, ma scovata, rivelata, dunque preservata. Certo, l'artificio c'è, il dispositivo si sente, Rosi quello è, e forse qui un po' fa ammenda, o meglio dichiarazione d'intenti: quando mette in scena le prove teatrali di un istituto psichiatrico, vuole [...] Vai alla recensione »
Il nuovo film di Gianfranco Rosi si intitola come un brano di Chopin: Notturno. La malinconia e la misura non nascono però dalla tastiera di Rubinstein ma dalle periferie della guerra, ai confini di Libano, Siria, Iraq e Kurdistan. Zone raggiunte dall'eco degli spari eppure immobili in metafisica attesa. Ci vuole poco per sentire che l'orrore è lì, a pochi passi dal silenzio delle macerie, ma Rosi [...] Vai alla recensione »
Tra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano una madre piange il figlio torturato, un'altra è in pena per la figlia prigioniera dell'Isis, i pazienti di un istituto psichiatrico mettono in scena la storia del Medio Oriente, un cantore di strada loda l'Altissimo svegliando la città, un cacciatore di frodo si muove tra le canne di una palude, dei soldati difendono la propria postazione, alcuni bambini raccontano [...] Vai alla recensione »
Togliamoci immediatamente dall'impiccio: scrivere di Notturno non è semplice, come del resto non devono essere stati facili i tre anni trascorsi in Medio Oriente da Gianfranco Rosi. Non è precisamente un Gran Tour ottocentesco in cui ogni tappa corrisponde a una scoperta di qualche meraviglia storica o di qualche folcloristica abilità: il territorio attraversato dal regista è un campo minato di tensioni [...] Vai alla recensione »
È un cinema paziente quello di Gianfranco Rosi, che sa aspettare: che lascia che il mondo (e la vita) abiti naturalmente l'inquadratura. Un cinema che ha bisogno del suo tempo, in costante dialogo col presente e mai, soprattutto, indifferente. Un cinema che viene in pace: anche quando cammina accanto ai blindati, anche quando si muove, in punta di piedi, tra incubi e macerie.
Per Gianfranco Rosi lo spazio dell'inquadratura, la sua costruzione geometrica e spesso agghindata, è il luogo in cui il cinema vince sulla Storia. L'immagine si apre al reale, lo osserva, lo asseconda, lo modula, e infine lo supera trasformandolo in una sorta di zona franca. «Di quanto dolore, di quanta vita sono fatte le esistenze delle persone in Medio Oriente?» si chiede il regista nelle note a [...] Vai alla recensione »
Notturno, come il lasso di tempo tra il tramonto e l'alba, come una musica che possa essere suonata dopo il calare delle tenebre, come un quadro di Elsheimer col cielo stellato o come il Canto del pastore errante di Leopardi. Gianfranco Rosi sceglie di evocare la notte, ma non per questo si affida all'oscurità, in questo suo nuovo film girato nelle terre del vicino oriente e costatogli tre anni di [...] Vai alla recensione »
Quasi fosse un occhio freddo, il cinema di Gianfranco Rosi osserva e racconta l' accadere - il tragico accadere - che insanguina il Medio Oriente. Dal 2017, l' autore di Sacro Gra (2013) e Fuocammare (2016) per tre anni ha percorso i confini di Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, e ne ha tratto il suo Notturno (Italia, Francia e Germania, 2020, 100'). Il film si apre su un cielo scuro.
Poesia, tanta poesia. Sul dolore? Certo, sul dolore. E' la mossa neanche tanto segreta per ricattare lo spettatore: qualsiasi critica vale come cinismo e insensibilità, verso un regista che per tre anni ha girato in Siria, Libano, Kurdistan. "Rischiando la vita e tornandone cambiato", dice (assestando il colpo di grazia). Inizia con la madre che si dispera toccando le pareti del carcere dove il figlio [...] Vai alla recensione »
Per Gianfranco Rosi il reale è visibile dal margine, solo dai margini si manifesta nella sua interezza e spoglia essenza. Anche Notturno in Concorso a Venezia 77 come già in Sacro Gra e Fuocoammare, l'osservazione dell'autore parte dai margini della scena, per mettere a fuoco il centro. Notturno è un film girato sui confini di un'area mediorientale estesa che va dall'Iran al Libano, comprendendo la [...] Vai alla recensione »
Appena presentato a Venezia, e già uscito nelle sale, il nuovo film di Gianfranco Rosi, l'autore di Sacro GRA e Fuocoammare, dal titolo Notturno, induce ad alcune riflessioni, riguardanti sia il linguaggio cinematografico sia gli spinosi temi che affronta. Sulla forma filmica, c'è da dire che Notturno mette in campo la questione tipica del genere chiamato film etnografico, su cui si interrogava per [...] Vai alla recensione »
Molto bello, sfaccettato e non mancherà di far discutere perché problematico dietro un'evidenza che ne cela la complessità: è Notturno, il nuovo documentario di Gianfranco Rosi, filmato nell'arco di tre anni sui confini di Iraq, Siria, Kurdistan e Libano, ora giunto nelle sale italiane in parallelo con la sua presentazione nel concorso di Venezia 77.
Sinfonia crepuscolare di un mondo che sanguina. Fin dai titoli il cinema di Gianfranco Rosi ha un'anima musicale: Fuocoammare, come la canzone del Dj Giuseppe Fragapane, Notturno, come le composizioni ispirate al calar del sole. Notturno come un universo dove le luci si spengono e bisogna continuare a vivere anche nelle tenebre. Tre anni di lavoro, come per Sacro GRA, quasi in solitudine, in Medio [...] Vai alla recensione »
È stato girato tra Kurdistan, Iraq, Siria e Libano Notturno, il nuovo doc di Gianfranco Rosi, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Un viaggio rischioso, durato tre anni, in una regione martoriata e infelice, di cui il regista vuol restituire un ritratto al di là della cronaca. Come ha detto Rosi, un film che "inizia dove finiscono le notizie da consumare", girato lontano dalla [...] Vai alla recensione »
"Notturno" di Gianfranco Rosi, regista già premiato con Orsi e Leoni d'oro, i cui lavori sono stati tuttavia anche oggetto di perplessità etiche (soprattutto "Fuocoammare"), è come un libro di storia di cui si ammira la copertina, ma che all'interno ha diverse pagine bianche e quelle scritte non aiutano. Punta all'astrazione, come fosse un ulteriore deserto dei tartari, soldati di vedetta in paesaggi [...] Vai alla recensione »
Il cineasta italiano in attività più titolato e premiato non è Paolo Sorrentino, è Gianfranco Rosi. Nonostante non sia altrettanto noto e nonostante non abbia né gareggiato per un Oscar né di conseguenza ne abbia vinto uno, con quattro film ha portato a casa un Leone d'Oro (Sacro Gra, 2013) e un Orso d'Oro (Fuocoammare, 2016). Il suo quinto è qui alla Mostra del cinema di Venezia, in concorso, e si [...] Vai alla recensione »
El director italiano Gianfranco Rosi regresó este miércoles a la competición en la Mostra de Venecia, siete años después de alzarse con el León de Oro en 2013 con Sacro GRA, con un nuevo documental rodado en las fronteras que separan Siria, Irak, Kurdistán y Líbano. Notturno recoge escenas cotidianas y breves encuentros con civiles, en el intersticio que dejan las guerras civiles y los ataques militares. E [...] Vai alla recensione »
Racconta Gianfranco Rosi che la più grande difficoltà, e forse anche la maggiore fatica del suo nuovo film, Notturno, terzo titolo italiano del concorso veneziano e da oggi nelle sale, è stata la luce. Nei luoghi dove ha girato, lungo i confini di quel Medio Oriente che nella percezione collettiva è divenuto un' unica zona di guerra, distruzione, dolore la luce era una sfida, si doveva attendere il [...] Vai alla recensione »
È stato il giorno del Medio Oriente: lo raccontano un regista (Gitai) che continua la perlustrazione della sua terra di origine (Israele) con sguardo ecumenico ma stavolta con un paradossale vuoto di parole; e un autore (Rosi) che arriva da lontano, cercando di catturare l' essenza di guerre e distruzioni, ma non riuscendoci bene come Guerra e pace di D' Anolfi e Parenti, appena passato anch' esso [...] Vai alla recensione »
Gianfranco Rosi è il simbolo dell' equiparazione del cinema documentario a quello di finzione, almeno nei festival. Il suo Leone d' oro per Sacro GRA , e l' Orso d' oro per Fuocoammare , hanno sancito la forza del "cinema del reale", che ha espresso alcune delle forze migliori del cinema recente, soprattutto in Italia. Notturno , accolto con dieci minuti di applausi, porta all' estremo una linea [...] Vai alla recensione »
Se Laila è Notte, il documentario di Gianfranco Rosi è Notturno; se Laila suggerisce la possibilità di cancellare i confini, Rosi piazza l' obiettivo ai confini dei fronti bellici fra Kurdistan, Siria, Iraq e Libano, fotografando le zone limitrofe dove la guerra è passata, lasciandosi dietro un dolente e desolato paesaggio di miseria e distruzione. Madri che piangono i figli, figli rimasti orfani, [...] Vai alla recensione »
L'idea da cui si sviluppa Notturno non sembra essere quella di girare un film, né tantomeno quella di documentare la realtà: peregrinando fra le macerie della cosiddetta "primavera araba", Gianfranco Rosi crea una costellazione discontinua in cui ogni immagine ne genera un'altra - quasi si trattasse di comporre una pala d'altare. Sospeso a metà strada fra cinematografia e pittura, il regista elenca [...] Vai alla recensione »
Più vedi il documentario Notturno di Gianfranco Rosi più ti accorgi della forza del reale che può trasmetterti il cinema. Secondo italiano in Concorso a Venezia 77, l'opera sesta del regista italiano è un ritorno maestoso alle origini di un rigoroso percorso estetico ed etico che all'epoca del Sacro Gra avevamo, paradossalmente, un po' perso di vista.
At one lyrical interval in Gianfranco Rosi's "Notturno," a fisherman paddles his small boat down a river lit by the rising sun. Something seems off: the sky stays dark too long, and the distant star burns too brightly. Once the discharge of automatic weapons becomes more prominent in the sound mix, however, we realize that such explosive light is no sun at all - and that for the figures given the [...] Vai alla recensione »
Tre anni di esplorazione nelle zone di confine tra il Libano, la Siria, l'Iraq e il Kurdistan. Zona calda, di guerre, eccidi, dittature oppressive e democrazie fragilissime, di intolleranze religiose e popoli in fuga. Già l'aria dell'impresa dovrebbe blindare il film, starne a garanzia. E Gianfranco Rosi, scommettiamo, lo sa bene. Ma la verità è che, muovendosi lungo la frontiera, incontra una terra [...] Vai alla recensione »
Mi farò molti nemici: pazienza. Non mi inviteranno mai a moderare, introdurre, chiosare dotti dibattiti sulle magnifiche sorti del cinema italiano. Ne ho fatto a meno da tutta una vita. Non credo che parlare bene 'a prescindere' dei prodotti nazionali rientri tra i compiti istituzionali di un critico. Prima di partire per Venezia mi sono rivista "Below Sea Level", il mio preferito tra i primi, eccezionali [...] Vai alla recensione »
Notturno, girato nel corso di tre anni sui confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, racconta la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all'apocalisse omicida dell'ISIS. Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un'unità che va al di là delle divisioni geografiche.
Dopo aver vinto un Leone d'oro a Venezia con "Sacro GRA" nel 2013 e poi nel 2016 l'Orso d'Oro a Berlino per "Fuocoammare", Gianfranco Rosi arriva in concorso a Venezia con "Notturno", il suo nuovo documentario. Girato nel corso di tre anni sui confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, racconta di gente comune che vive nelle zone di guerra. L'opera amalgama spaccati di storie che, nonostante le [...] Vai alla recensione »