Una saga di criminalità milanese con protagonista un boss "calibro 9". Di originale c'è poco, ma ritmo, messa in scena e interpretazioni funzionano. Recensione di Andrea Fornasiero, legge Lorenzo Frediani.
di A cura della redazione
Santo Russo è un calabrese che finisce ancora adolescente a Buccinasco, dove cerca di mimetizzarsi, impara l'idioma locale e si fa strada nella criminalità. Le cose gli vanno bene, ma a un certo punto si reinventerà imprenditore, ovviamente con le mani in pasta in affari sporchi.
La criminalità a Milano dagli anni '60 ai '90, dalle bande di rapinatori fino all'edilizia e alla droga, è raccontata attraverso l'epopea di un camaleontico e ambizioso meridionale. Le interpretazioni, la messa in scena e il ritmo funzionano.
De Maria padroneggia il materiale con scioltezza, e offre al film un inizio avvincente.
Brava Sara Serraiocco nella parte della moglie di Santo, Scamarcio è efficace, ironico e sopra le righe, solo quando serve.
Lo spietato sarà disponibile su Netflix dal 19 aprile. Lorenzo Frediani legge la recensione di Andrea Fornasiero.