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Io, Leonardo, dietro la maschera c'è un mondo interiore misterioso e inesplorato

Luca Argentero presta il volto a Leonardo Da Vinci in un film che ne evidenzia la passione e la creatività, ma anche le inquietudini e la fragilità. Al cinema.
di Ilaria Ravarino

Io, Leonardo

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Luca Argentero (46 anni) 12 aprile 1978, Moncalieri (Italia) - Ariete. Interpreta Leonardo da Vinci nel film di Jesus Garces Lambert Io, Leonardo.
mercoledì 2 ottobre 2019 - Focus

Passione, creatività e genio. Ma anche inquietudine, irrequietezza, fragilità. Dietro alla "maschera" del genio, di cui il Leonordo Da Vinci di Io, Leonardo di Jesus Garces Lambert è sintesi impeccabile, c'è un mondo interiore misterioso e inesplorato, una "selva oscura" (per dirla con un altro genio, quello di Dante Alighieri) che diventa un richiamo irresistibile per gli attori chiamati al confronto mimetico.

I Leonardo del cinema
Luca Argentero, che presta con coraggio il volto a Leonardo Da Vinci, è l'ultimo di una lunga serie di attori a cimentarsi con l'iconica rappresentazione del genio. Tra i primi a tentare l'impresa c'è il britannico Richard Ainley, che nel 1943 fu Leonardo in Portrait of a Genius di Sammy Lee, tutto incentrato sulla figura di Leonardo come inventore prima che artista. Del 1949 è L'ultima cena di Luigi Giachino, scritto con Leonardo Benvenuti, realizzato con la supervisione di Charles Reisner, e con l'esordiente Bruno Bernabo nel primo e ultimo ruolo della sua carriera.

Il primo e più famoso Leonardo televisivo è quello di Philippe Leroy nello sceneggiato Rai a sfondo biografico del 1971, Leonardo Da Vinci, scritto e diretto da Renato Castellani: basato sulla biografia di Leonardo del Vasari, vinse un Golden Globe come miglior "speciale tv" nel 1973. Sempre per la televisione nel 1983 arriva I, Leonardo: A Journey of the Mind di Lee R. Bobker: qui il ruolo di un Leonardo particolarmente inquietante e misterioso tocca a Frank Langella, allora notissimo Dracula del grande schermo. Un anno dopo Paolo Bonacelli fa un cameo destinato a rimanere storico in Non ci resta che piangere di Roberto Benigni e Massimo Troisi, mentre tre anni dopo anche la Finlandia ha il suo Leonardo - l'attore Kalevi Kahra - in Leonardon ikkunat di Pirjo Honkasalo. Una decina di anni più tardi, nel Leonardo: A Dream of Flight di Allan King, l'onore è tutto del canadese Brent Carver, e se Mark Rylance è Leonardo nell'omonimo film del 2003 di Sarah Aspinall, Paul Rhys è il bel Leonardo che gravita, per una paio di stagioni, nella corte della serie tv I Borgia.

Ultimi in ordine di arrivo Nick Roberts - protagonista nel 2006 del documentario The secret life of Leonardo Da Vinci - e Massimiliano Finazzer Flory, che veste i panni di Leonardo, recitando in lingua rinascimentale, in Essere Leonardo da Vinci del 2019.

Il cine-rinascimento
Un film su Leonardo da Vinci non può prescindere dal racconto di un altro grande protagonista: il Rinascimento italiano, ovvero l'età storica durante la quale il genio dell'artista e inventore trovò - di volta in volta - spazio o censura.

Di film sul Rinascimento la storia del cinema è piena, ma se il campo si restringe al Rinascimento italiano, è possibile concentrarsi su un numero minore di titoli - quasi tutti dedicati all'incredibile impulso creativo esercitato in quegli anni dalla penisola. Ecco allora il Michelangelo di Charlton Heston ne Il tormento e l'estasi di Carol Reed, tutto sulla creazione della Cappella Sistina, il Giordano Bruno di Gian Maria Volonté nell'omonimo film del 1973 di Giuliano Montaldo, e ancora Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi, del 2001, sugli ultimi giorni di vita del condottiero, al servizio dello Stato Pontificio, Giovanni dalle Bande Nere.

Oltre ai feuilleton televisivi de I Borgia e I Medici, e ai numerosi documentari d'autore sui geni dell'epoca (tre i più recenti: Michelangelo, infinito; Raffaello - Il Principe delle arti) e Caravaggio - L'anima e il sangue, quest'ultimo diretto dallo stesso Jesus Garces Lambert; restano fuori due pietre miliari del cine-Rinascimento italiano: il già citato Non ci resta che piangere e La mandragola del 1965, di Alberto Lattuada, tratta dall'omonima commedia di Machiavelli e interpretata da Philippe Leroy, Rosanna Schiaffino e Totò.

Mistero Leonardo
Parte del fascino di Leonardo è nel suo mistero. Il mistero di un genio, di un uomo segnato dalla vita, di un artista accusato di essere di volta in volta schiavo delle passioni (fu sospettato di sodomia) o addirittura servo del diavolo.

Sul mistero di Leonardo ruota tutta la saga letteraria, e poi cinematografica, de Il codice Da Vinci, diretto da Ron Howard e basato sull'omonimo romanzo di Dan Brown. Ma al centro di ogni trama, complotto o elucubrazione sul genio fiorentino, c'è sempre lei, la Gioconda, il dipinto forse più amato della storia del cinema.

Da Il ratto di Monna Lisa del 1931 a Il ladro della Gioconda del 1966, passando per L'uomo che rubò la Gioconda del 2006 fino a Monuments Men del 2014, Leonardo è soprattutto questo: l'enigma di un sorriso indecifrabile, potente e ipnotico, rimasto irrisolto da secoli.


IO, LEONARDO: CERCA UN CINEMA
In foto una scena del film Io, Leonardo.
In foto una scena del film Io, Leonardo.
In foto una scena del film Io, Leonardo.

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