Titolo originale | After the Wedding |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Bart Freundlich |
Attori | Michelle Williams, Julianne Moore, Billy Crudup, Abby Quinn, Eisa Davis Alex Esola, Susan Blackwell, Amelia Workman, Will Chase, Azhy Robertson, Doris McCarthy, Tre Ryder, Vir Pachisia, Anjula Bedi, Kaizad Gandhi, Greta Quispe, Alex Cranmer, Ron Simons, Jeff Kim, Jill Lord, Teéa Loreál, Nikhil Kamkolkar, Hank H. Kim, Carlos Valle, Rufus Collins, Vivienne Leheny, Kristina Loggia, Eric D. Hill Jr., Thennappan. |
Uscita | lunedì 15 giugno 2020 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,79 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 16 giugno 2020
Il ritorno a casa della figlia, in procinto di sposarsi, fa riemergere vecchi segreti della famiglia. In Italia al Box Office Dopo il matrimonio ha incassato 38,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Isabel ha dedicato la gran parte della sua vita ai bambini di un orfanotrofio di Calcutta e da sette anni è diventata come una madre per il piccolo Jai, un ragazzino vulnerabile che si è profondamente legato a lei. L'offerta di una facoltosa società americana di finanziare l'orfanotrofio in bancarotta la costringe, però, a tornare a New York, dove non mette piede da più di vent'anni. Qui incontra Theresa, la magnate multimilionaria che ha chiesto di incontrarla, ma da subito appare evidente che la donna è meno interessata all'orfanotrofio che a conoscere meglio Isabel, tanto che la invita al matrimonio della figlia Grace. Da quel giorno, Isabel viene progressivamente a conoscenza di una serie di segreti passati e presenti, destinati a sconvolgere la sua vita e quella di tutti gli altri.
Bart Freundlich, regista poco prolifico ma sceneggiatore esperto di relazioni sentimentali e incomprensioni familiari, riscrive il dramma portato sullo schermo dalla regista danese Susanne Bier sostituendo la coppia di protagonisti maschili con quella al femminile composta da Michelle Williams e da Julianne Moore, sua moglie e interprete di quasi tutti i suoi film.
Il tema della maternità, biologica o sostitutiva, scelta o rifiutata, assume dunque un ruolo centrale ma solo in apparenza, perché cambiando di genere ai protagonisti della storia, il regista può in realtà raccontare la scelta di un uomo e il legame che ha instaurato con la figlia.
Dietro le vetrate vertiginose degli hotel e degli uffici high-tech della metropoli contemporanea, e dietro l'impegno dell'occidentale negli slums indiani, si consuma così un melodramma antico, o quanto meno eterno, che intreccia passato e futuro ("Dove si va? Dove andrò?" domanda il personaggio di Julianne Moore nella scena più drammatica), nascita e rinascita (il nido caduto, facile simbolo di morte, trova nuova vita nell'arte) e porta in superficie l'assurdità dell'esistenza, per cui non solo non possiamo controllare le nostre vite ma a volte le stesse sembrano scritte dalla penna barocca di uno sceneggiatore senza freni.
Forte di un perfetto cast artistico, Dopo il matrimonio è soprattutto un film di interpreti e, tra questi interpreti, la Moore e Crudup si collocano comodamente una spanna sopra gli altri. Non si troveranno, invece, particolari sottigliezze di regia e anzi, nel tentativo di restare minimale di fronte a tanta trama, ne va talvolta dell'emozione e alcuni passaggi appaiono inespressi. Ciò che il film inventa, in ogni caso, è sufficiente per aprire diversi fronti di dibattito, pubblico e privato.
La bravura di Michelle Williams e di Julianne Moore è il punto di forza di After the Wedding pensato e realizzato per esaltare il talento di queste due straordinarie attrici. Anche perché a scrivere e dirigere il film è il regista Bart Freundlich, marito della Moore, che ha preso la materia di un bellissimo melò danese del 2006, Dopo il matrimonio, firmato da Susanne Bier dove primeggiava l'ottimo Mads Mikkelsen (impegnato nello stesso anno nell'adrenalinico 007 Casino Royale che lo ha reso una star mondiale) per farne una trasposizione al femminile.
Non dovrebbe stupirci un remake al femminile di un film visto che è una delle nuove ricette del cinema statunitense che sta interessando tutti i generi dall'ultimo Ghostbusters a Ocean's 8, nuovo capitolo della saga iniziata con Ocean's Eleven (a sua volta un remake), fino alla commedia rosa What Men Want che riprende l'idea del film con Mel Gibson What Women Want.
After the Wedding non si discosta dalla trama del film danese dal titolo omonimo. Un'operatrice sociale, Isabel, che ha il volto di Michelle Williams, che interpreta il ruolo che fu di Mikkelsen, ha dedicato la sua vita ad un orfanotrofio di Calcutta. Alla perenne ricerca di risorse per finanziare il suo lavoro, vola a New York per incontrare Theresa, una ricchissima filantropa - Julianne Moore - che potrebbe aiutarla. Il primo incontro non sembra svolgersi benissimo in un assurdo e dicotomico dialogo dove da un lato si parla di aiutare i bambini orfani in una delle città più complesse al mondo e dall'altra la magnate è impegnata nell'organizzare il costosissimo matrimonio per la figlia.
Il tempo stringe e Isabel viene invitata alle nozze della ragazza (interpretata da Abby Quinn). Ma durante la cerimonia lei si rende conto che il marito di Theresa, Oscar (Billy Crudup), è il suo grande amore mai dimenticato e che dietro il suo invito a New York si nasconde qualcosa. Ma non siamo dalle parti del thriller ma da quelle del melò, quindi non resta che preparare i fazzoletti.
Sarebbe sbagliato cercare di ritrovare in questo secondo After the Wedding tutte le tracce del primo film. Siamo certo sullo stesso solco, ma affidarsi al registro femminile ha garantito a questa nuova storia tutta la sua autonomia. In fondo non è da poco permettersi insieme un duo di attrici come Julianne Moore (premio Oscar per il film Still Alice dopo 4 nomination) e Michelle Williams (diventata famosa grazie alla serie Dawson's Creek, al momento ha collezionato ben 4 nomination all'Oscar).
DOPO IL MATRIMONIO disponibile in DVD o BluRay |
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A volte pensiamo che incastonare due dive del cinema in un set possa far germogliare consensi e successo a conti fatti. In questo film non avviene certamente, remake dell'omonimo danese del 2006 dove però i ruoli sono invertiti, due uomini e una donna, mentre qui troviamo due donne e un uomo, la storia non sarebbe malvagia se ci limitassimo a vedere solo quello che allora si chiamava primo [...] Vai alla recensione »
La pellicola di Freundlich è un remake piuttosto scontato, una copia sbiadita di quella danese. Per quanto lodevole sotto alcuni aspetti, come la fotografia nella prima parte e gli interrogativi su temi di fondo che solleva nel pubblico (rapporto tra apparenza e realtà, scelta tra il danaro e gli affetti, ineluttabilità della morte), aggiunge ben poco di nuovo al film del 2006. [...] Vai alla recensione »
preferisco l'originale ,dopo aver visto il remake, è più coinvolgente...
Pratica assai comune nell'industria cinematografica d'oltreoceano, il remake americano di un film non americano è un'operazione messa in atto per rendere più "glamour" un racconto che ha già dimostrato di funzionare presso il pubblico. Arriva a distanza di quattordici anni l'adattamento di Dopo il matrimonio, consacrazione internazionale della danese Susanne Bier, candidato all'Oscar per il miglior [...] Vai alla recensione »
«Non ho finito», grida in lacrime Theresa al marito Oscar nella scena madre delle scene madri verso l'epilogo di un film scompensato proprio dalle scene madri. La fine è il fine ma risulta essere la vera assenza in Dopo il matrimonio, il settimo lungometraggio scritto e diretto da Bart Freundlich, il quinto realizzato con la moglie Julianne Moore (dopo I segreti del cuore, 1997, World traveler, 2001, [...] Vai alla recensione »
Una delle operazioni più di moda a Hollywood negli ultimi tempi è il genderswap. Lo slittamento dell'identità di genere. Si prende un film di successo, quasi sempre interpretato da maschi, e lo si fa interpretare da donne. È successo con Ocean's 8, o anche con l'ultimo Ghostbusters: fai fare alle donne gesti, azioni e strategie tradizionalmente maschili e avrai dato il tuo contributo alla parità di [...] Vai alla recensione »
Quando si arrabbia, Michelle Williams lo fa sul serio. Come tutti i grandi attori, ha uno spettro interpretativo incredibilmente ampio - dalla timida segretaria di The Baxter alla garrula Monroe di Marilyn, fino alla mater dolorosa di Manchester by the Sea - e la capacità di mettere le più impercettibili sfumature in ogni scena. Ma date a Williams un personaggio con una fragilissima percezione di sé, [...] Vai alla recensione »
Dopo il matrimonio perché dopo il matrimonio succede di tutto: svelamenti, maternità biologica e maternità acquisita, malattie mortali, desideri inespressi. Isabelle (Michelle Williams) se ne sta tranquilla a Kolkata in India a gestire la struttura che ospita bambini orfani (quale è stata lei alla loro età). Li conduce a fare meditazione sul ciglio di un laghetto, gioca con loro, ha un suo preferito, [...] Vai alla recensione »
Era un film diretto da Susanne Bier, danese e quindi provvista di un cinismo familiare che agli americani sfugge. Era una faccenda tra due maschi, e il regista nonché sceneggiatore Bart Freundlich lo ha girato con due attrici protagoniste: la consorte Julianne Moore e Michelle Williams che dovrebbe ogni tanto fare una parte brillante: la si guarda, ed è subito strazio.
Curiosa la tendenza degli ultimi anni, in quel di Hollywood, di rileggere (è il termine che viene spacciato per non parlare volgarmente di remake) pellicole famose, in chiave femminile. Solo per citare alcuni titoli, abbiamo visto, di recente, Ghostbuster 3D e Ocean' s 8, diventare dei nuovi inizi di saghe famose, con protagoniste donne. E, chi se lo fosse perso, visto che al cinema non è uscito, potrebbe [...] Vai alla recensione »
Dopo il matrimonio - remake dell'omonimo melodramma del 2006, nominato all'Oscar, diretto dalla danese Susanne Bier - è un esempio di mediocrità che purtroppo offre poco di nuovo e molto di prevedibile, anche per gli spettatori che vedono la storia per la prima volta. Ciò che è cambiato negli anni siamo noi: l'ambiente economico e politico in cui questa nuova versione cade potrebbe farci vedere la [...] Vai alla recensione »
Rieccola: la "solita" Hollywood periodicamente in crisi d'ispirazione e in preda all'accidia fruga tra i film stranieri (che l'Academy ha rinominato benevolente "film internazionali") e ripesca il melodrammone danese post Dogma che nel 2006 portò Susanne Bier a un soffio dall'Oscar. Apportando al remake omonimo una sola variazione, il gender swap (una lei, Michelle Williams, al posto di un lui, Mads [...] Vai alla recensione »