Io sono l'amore

Film 2009 | Commedia, +16 120 min.

Anno2009
GenereCommedia,
ProduzioneItalia
Durata120 minuti
Regia diLuca Guadagnino
AttoriTilda Swinton, Flavio Parenti, Edoardo Gabbriellini, Alba Rohrwacher, Pippo Delbono Maria Paiato, Diane Fleri, Waris Ahluwalia, Gabriele Ferzetti, Marisa Berenson.
Uscitavenerdì 19 marzo 2010
DistribuzioneMikado Film
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +16
MYmonetro 2,80 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Luca Guadagnino. Un film con Tilda Swinton, Flavio Parenti, Edoardo Gabbriellini, Alba Rohrwacher, Pippo Delbono. Cast completo Genere Commedia, - Italia, 2009, durata 120 minuti. Uscita cinema venerdì 19 marzo 2010 distribuito da Mikado Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 2,80 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 15 maggio 2017

Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 3 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Io sono l'amore ha incassato 266 mila euro .

Consigliato sì!
2,80/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,93
PUBBLICO 2,47
CONSIGLIATO SÌ
Gruppo di famiglia in un interno milanese e borghese ritratto con proprietà estetica ed eleganza formale.
Recensione di Marzia Gandolfi
domenica 6 settembre 2009
Recensione di Marzia Gandolfi
domenica 6 settembre 2009

Emma è la moglie "straniera" e composta di Tancredi Recchi, influente esponente dell'alta borghesia industriale lombarda. Sposati senza amore, Emma e Tancredi vivono tra agi e ipocrisie in una grande villa nel cuore di Milano insieme ai loro tre figli: Elisabetta, Edoardo e Gianluca. Prossimo al padre per cinismo e concretezza, Gianluca si distingue dai suoi fratelli, sensibili e idealisti come Emma, che veglia amorevole sulla loro felicità precaria. Edoardo, orgoglio della madre, delude invece le aspettative del padre ripiegando sulla gestione di un ristorante bucolico in società con Antonio, un giovane chef di talento e di bassa estrazione sociale. L'ingresso in scena di Antonio sovvertirà equilibri e destini con la forza e la "portata" dell'amore.
L'orrore di molto cinema italiano sta nel mettere frequentemente in scena la borghesia come unica depositaria dell'umano: middle class compiaciuta e paga di sé. Correva questo rischio Io sono l'amore di Luca Guadagnino, invece, pur partendo da quell'angolo limitato di osservazione e attraverso le vicende umane e professionali di una famiglia di industriali milanesi, racconta la borghesia senza assolverla.
Con "cento colpi di spazzola" e con la regalità diafana di Tilda Swinton, il regista palermitano licenzia adolescenti pruriginosi e prove di immaturità, muovendosi con proprietà estetica ed eleganza formale nella Milano decadente degli dei caduti di Visconti. Peccando di intenzionale manierismo, Guadagnino guarda all'universo truccato delle classi privilegiate e segue le vicende umane di un gruppo di famiglia in un interno milanese, "raffreddato" dalla neve e dalle ipocrisie affettive che governano i Recchi e riempiono le loro stanze sovraccariche e opulenti.
Dentro una villa che congela e impedisce sentimenti e movimenti del cuore, entra impetuosamente colui che "è l'amore", colui che porta con sé, per nascita e per vocazione, il principio di natura, la fiamma e gli ingredienti in grado di recuperarli all'emozione. Soltanto Edoardo e l'esotica ed estraniata padrona di casa risponderanno a quel richiamo, spostandosi emotivamente e fisicamente lontano da Milano. Su una piana ligure sopra il mare di Sanremo, Edoardo sperimenta l'amicizia ed Emma il vero amore, riacquistando la sua identità nazionale svenduta per una nuova e innaturale posizione sociale.
Tilda Swinton, abbagliante e (co)stretta negli abiti borghesi, è ancora una volta musa sensibile dell'autore che, con un preciso sezionamento del corpo, scompone la sua bellezza in dettagli, lasciando intatta la resa unitaria della figura altera e intera e cogliendo particolari significanti (accessori e novakiane acconciature a spirale) di un personaggio ridestato all'amore.
Un film che apre e chiude esibendo beffardo la menzogna della rappresentazione e della natura umana.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 2 ottobre 2010
Kronos

Entusiasmi perfino eccessivi, specialmente nel mondo anglosassone, e stroncature feroci, soprattutto in Italia, hanno accompagnato l'ultima fatica di Luca Guadagnino e, come spesso capita, entrambe le fazioni eccedono. Eccede chi vede in "Io sono l'amore" un oasi nel -presunto- deserto del cinema italiano odierno: l'opera non è esente da incongruenze e ingenuità narrative, oltre che da interpretazioni [...] Vai alla recensione »

domenica 6 febbraio 2011
Pietruzzo

una regia che più che viscontiana, come molti hanno osato definirla, definirei isterica. una recitazione esasperata sicuramente voluta dal regista,un'esagerazione inutile e pessima. l'omosessualità trattata con la puzza sotto il naso, almeno, tentando di non averla la puzza sotto il naso, sforzo inutile per questo film, la ragazza si taglia i capelli e si capisce che è lesbica, ma per favore, tra baci [...] Vai alla recensione »

martedì 28 febbraio 2012
Thomisticus

Volontà di uscire dalla carraia del piccolo naturalismo paratelevisivo di casa nostra, di confrontarsi con un cinema di segno forte. Questo è quanto viene da dire in favore del film. Il limite sta invece nel non sapere organizzare coerentemente memorie cinefile e ambizioni: modello viscontiano, che richiederebbe altra sprezzatura, altra lucidità storica, altra crudeltà, nonché mano drammaturgica [...] Vai alla recensione »

venerdì 6 marzo 2015
stefano capasso

Alla morte del vecchio capofamiglia Edoardo, la famiglia borghese dei Ricchi si trova ad affrontare la gestione dell’impresa di famiglia. Al figlio Tancredi, Edoardo affianca come erede il nipote Edoardo, maggiore di tre fratelli che Tancredi ha avuto con Emma, donna russa emigrata per sposarlo. Gli eredi non hanno la stessa forza del capostipite e presto l’azienda viene messa in vendita [...] Vai alla recensione »

domenica 5 dicembre 2010
Tuesday

Pessimo film degno di un regista di videoclip che ha girato un videoclip lungo, insostenibile. Passino gli interni. E poi? Una storia che sono più storie intrecciate che sono una storia principale che alla fine non si capisce qual è la storia. Alla fine si fatica a capire chi sono i figli dei protagonisti! La trama è complicata, ma non perché la storia e gli intrecci l'hanno [...] Vai alla recensione »

venerdì 26 marzo 2010
Domenico A

Nel film “ Io sono l’amore “ ci sono gli stilemi del suo cinema ma forse proprio perché è un “ suo “ film si è così innamorato della storia da diventare il David Hamilton di un melodramma borghese. Sui titoli di testa una serie di inquadrature di Milano sotto la neve che per stile ricordano il cinema italiano degli anni Sessanta, tra Zurlini e Lattuada.

giovedì 21 febbraio 2013
Armando Toscano

Emma non è il suo vero nome. Il suo vero nome è russo, e per rivelarlo la sua stessa bocca si contrae in un dolce diminutivo. Tilda Swinton è Emma, amorevole e ferma donna russa sposata al figlio di un anziano ricco industriale di Milano, prossimo alla successione. Vivono con i propri figli, che sono una loro emanazione, e di cui diventano emanazione in quel gioco di specchi [...] Vai alla recensione »

sabato 1 settembre 2012
ANDREA GIOSTRA

Film bellissimo. Da vedere assolutamente per chi ama film in cui l’amore e la passione trionfano inesorabilmente. Le rigide strutture sociali dell’alta borghesia, e spesso anche della scimmiottata e finta borghesia provinciale, mortificano le emozioni e imprigionano le passioni, salvo vederle sfuggire al controllo e vederle esplodere inesorabilmente, senza più alcuna possibilità [...] Vai alla recensione »

venerdì 7 gennaio 2011
il conformista

Un film di immagini, di fotografia, di location, di volti, di costumi, di sensazioni, di ricordi. Non un film di parole, nè affatto un documentario. Ma scusate, non è questo, forse, il cinema?

mercoledì 9 settembre 2009
tenant

Ciao Marzia - mi chiedevo, se il film lo descrivi in modo così positivo (anche se dalla sintesi che fai non mi accende grande entusiasmo, e poi rivedere la Rohrwacher che 'veglia amorevole sulla felicità precaria' ce lo faccio a meno), perchè lo dai solo tre stelle? Io non l'ho visto, perciò non posso dire niente, ma... (se non sei tu che decide le stelle, poi, chiedo scusa!)

martedì 23 marzo 2010
paride86

Se Guadagnino voleva fare del suo film una saga familiare allora il tentativo è sicuramente fallito. Le psicologie dei personaggi sono poco approfondite o pressoché nulle, l'intreccio delle storie è poco significativo e il discorso sulle disuguaglianze di classe è appena accennato. Se invece l'obiettivo era fare un ritratto impressionista di una famiglia altoborghese [...] Vai alla recensione »

mercoledì 22 settembre 2010
Nalipa

interno alto borghese. Un film poco italiano, molto ambizioso... ho pensato a tratti a Visconti e Antonioni. Bravissima la Swinton. Da vedere

lunedì 23 gennaio 2012
Manuelmonge

Anche se, come scrivono i commentatori, questo film mostra la vita piena di ombre e silenzi di un'ipotetica famiglia dell'alta borghesia Milanese, che condivide alcuni dei suoi tempi e vicende con personaggi di classi umili - i serventi, l'amico cuoco del figlio sensibile -, i quali rappresenterebbo secondo l'ortodossia di sinistra l'elemento umano, positivo e quindi possibile, Guadagnino e la sua [...] Vai alla recensione »

lunedì 7 settembre 2009
puntogira

Come decine di film francesi. Un soggetto intrigante. Un inizio interessante. Una prosecuzione tergiversante. E un finale demenziale. Come decine di film francesi, appunto. Si parte con l'annunciato quadretto: famiglia ricca e ultra-formale. Dopo un'ora dovrà pur succeder qualcosa? Ovosodo Gabbriellini, giovane 'maraglio' che sarebbe milanese di origine ligure ma ha l'accento livornese, si intrufola [...] Vai alla recensione »

domenica 28 novembre 2010
Daniel84

Un modo diverso di raccontare, rispetto al solito cinema italiano. A partire dall'introduzione, con la sua eleganza di immagini e bellezza musicale. Aspetti di un' estetica che regnerà per tutto il film. Forse il fatto di raccontare la storia di una famiglia alto-borghese è solo un pretesto per arricchire visivamente le immagini, o forse no, forse è qualcosa di più [...] Vai alla recensione »

sabato 15 febbraio 2014
dario

Esteticamente è notevole, ma la scrittura è modesta e lo sviluppo della storia affaticato. Le scene sono come slegate fra loro, manca un crescendo e dunque il ritmo è irrimediabilmente asfittico. Il regista e gli sceneggiatori si perdono in un compicimento che sa di presunzione e si fermano ad ammirarsi in continuazione. Di tutto questo ne risente ovviamente la recitazione che [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 febbraio 2012
ralphscott

Melò estetizzante,ma onesto. Al regista interessa riempirci gli occhi di bellezza,dagli elementi architettonici ed arredi,a quella della natura,compresa quella umana. Meravigliosa,elegante la Swinton offertaci per l'intero arco del film:è il paradigma di una realtà ibernata,vittima di un'asfittica realtà borghese dove anche i più giovani della famiglia Recchi soffrono.

sabato 4 febbraio 2012
palen

Grande eleganza formale per esprimere senza assoluzione la laboriosa freddezza borghese con poco o nessuno spazio per il calore dei sentimenti. ....  

martedì 5 aprile 2011
garance

un film presuntuoso,inutile, vuoto, sgangherato, che crede di salvarsi con qualche pennellata paesaggistica.La fotografia e` l'unica cosa che si salva in questo ridicolo fumettone slabbrato fatto  da chi, forse, vide  troppo Visconti e si fermo` alla superficie-

martedì 11 febbraio 2014
no_data

molto pretenzioso e artificioso. il manierismo è stucchevole (le gocce di pioggia sulle dita della statua, il volo dei piccioni dai finestroni...) e tenta di coprire il vuoto.  molto amato negli usa, per l'esibizione di abiti porcellane piatti, e soprattutto per l'evocazione di un amore istintuale e primitivo, tipico delle classi poplari. o no???

giovedì 25 novembre 2010
irontato

Di questo film mi è piaciuta soprattutto la fotografia che,anche se a tratti indugia su particolari poco interessanti,ritrae una bella Milano innevata e una bella liguria baciata dal sole.Adoro la bellezza spigolosa di Tilda Swinton e i panni della signora borghese gli si addicono molto.Trovo che sia stata coraggiosa nell'accettarre questo ruolo e non solo per le scene di  sesso che [...] Vai alla recensione »

lunedì 7 settembre 2015
magre666

Riesco a salvare solo i meravigliosi interni in cui è girato il film, e la sfolgorante Tilda Swinton. Purtroppo il livello recitativo è imbarazzante, la trama sfiora il ridicolo e dopo un inizio vagamente intrigante, si scivola nell'apatia. Mi sarei aspettata di meglio da Guadagnino. Chi scomoda le atmosfere visconti ahr forse farebbe bene a rivederne le opere.

sabato 13 marzo 2010
yossarian

Ero in sala a Venezia quando è stato presentato e bersagliato da fischi e contestazioni immeritati. Il film è uno dei più belli che questo paese ha prodotto negli ultimi anni. Un'appassionante storia d'amore all'interno dell'alta borghesia industriale, sempre in bilico tra problemi personali e drammi sociali. Una regia imperfetta ma audace. Il film punta altissimo (il riferimento, ovviamente, è Visconti) [...] Vai alla recensione »

sabato 5 maggio 2012
Budmud

Raggiunge a stento la sufficenza per le bellissime immagini di Milano e per la ricostruzuine della vita alto-borghese della appunto milano da bere. il rsto non mi pare degno di nota. Attori mediocri (a parte Ferzetti, la Swinton che fa quello che può e i soliti noti) in particolare Edo, uno dei protagonisti. si tenta di rialzare la storia con una disgrazia improvvisa che fa precipitare il tutto.

martedì 27 luglio 2010
astromelia

per me il film prende l'avvio dal primo incontro tra la Swinton e il ragazzo,bella la fotografia,audace la nudità totale dell'attrice che non ti aspetteresti,tutto sommato lo rivedrò.....

giovedì 15 luglio 2010
zadie73

Per me questa è l'opera di un pazzo

giovedì 24 giugno 2010
cannedcat

Nemmeno l'iconica Swinton puà giustificare un tale spreco di pellicola. Un'alta borghesia milanese che non esiste nemmeno fra quelle dinastie industriali, quelle che "fanno onore all'Italia" finchè non falliscono lasciando banche con buchi giganteschi e operai in mezzo alla strada. Ma si sa, l'Italia è un paese che non vuole parlare di se, si fa troppo schifo.

domenica 13 novembre 2011
gvizzola

A perte qualche atmosfera da Casa Vogue, il film è terribile. Pellicole come queste non hanno un mercato, non esisterebbero se non ci fossero gli aiuti dello stato. Speriamo che li taglino del tutto.

domenica 13 novembre 2011
gvizzola

Una Milano che non esiste, gente che non esiste, un fil fatto di niente, una storia che più banale non si può. Spero che tagliono tutti i sussidi governativi al cinema. Ma da dove saltano fuori questi registi?

lunedì 2 maggio 2011
auro78

Io sono l’amore Luca guadagnino Ho guardato questo film senza conoscerne la trama e senza riflettere sul significato del titolo. Ho visto così un inizio geniale, che molti potrebbero considerare di maniera, ma che descrive sublimamente la feroce classe borghese dell’ Italia di oggi. i primi venti, trenta minuti del film mi hanno entusiasmato, tanto da riuscire a vedere un impronta dello stile di [...] Vai alla recensione »

sabato 20 marzo 2010
algernon

inutili ricercatezze stilistiche per una storia di nessun interesse. un mondo a parte, opulento e chiuso in se stesso, che non merita l'attenzione da parte dello spettatore. il regista avrebbe potuto dedicare le sue fatiche ad altro.

domenica 16 gennaio 2011
algernon

coalizzati in nome del brutto: tarantino e guadagnino hanno fatto vincere il leone d'oro a somewhere, il brutto film di sofia coppola. ora ancora tarantino fa il tifo per il bruttissimo film di guadagnino. vediamo un po' come va a finire ...

martedì 23 marzo 2010
trama

Film faticoso , inutile, pedantemente estetizzante. Sono in totale disaccordo con la critica benevola che vede in questo cocktail di esibizionismo borghese un'eco degli interni viscontiani. Il primo tempo si potrebbe intitolare "come ti organizzo la cena luxury " il secondo " focus sulla natura ...anche dei nostri peccati" .Statico , pedante , poco credibile.

giovedì 25 marzo 2010
serves

Guardando il film si ha la sensazione di essere al cinema, e non è facile in un paese come l'italia che ha molta produzione demenziale. Però questo, che non è un bel film, o per lo meno un film con una grande regia e una grande sceneggiatura, permette di apprezzare invece il lavoro dell'attore, il suo linguaggio elementare. Ci sono tanti errori tante cose fatte con poco gusto e una mano pesante, ma [...] Vai alla recensione »

martedì 20 luglio 2010
renato volpone

film brutto, assolutamente inutile, e tristemente ridondante

venerdì 5 febbraio 2010
Uolti

Sceneggiatura banale e prevedibile ,dialoghi e colonna sonora spesso fuori tempo ,alcune sequenze soprattutto nel secondo tempo appaiono del tutto estranee alla gia' frammentaria struttura del film. Nonostante tutto salvo la Swinton e la fotografia .

domenica 21 marzo 2010
Lorenzo Paolini

Il Guadagnino ha scoperto l'acqua calda: che se esplode l'amore fra una donna più che matura ed un ragazzino, spesso arrivano i guai. Stavolta i guai sono seri: ma più che i protagonisti, i guai li passano gli spettatori costretti a subire un'ora e mezza di ovvietà, di una trama prevedibile fin dai primi dieci minuti, con una musica che - nell'intento di essere angosciante - riesce solo ad infastidire. Ma [...] Vai alla recensione »

FOCUS
INCONTRI
martedì 23 marzo 2010
Marianna Cappi

Una manciata di film come interprete, da Ovosodo (1997) a Tutta la vita davanti (2007) e un esordio alla regia B. B. e il cormorano (2003), presentato alla Settimana della Critica a Cannes. Livornese, classe 1975, Edoardo Gabbriellini recita quasi esclusivamente nei film degli amici: Paolo Virzì, Lucio Pellegrini, e ora Luca Guadagnino, che lo ha voluto per il ruolo di Antonio Biscaglia, il giovane cuoco che entra come un detonatore nella villa dei Recchi, una famiglia della grande borghesia industriale lombarda, e porta l’amore e il dramma.

FOCUS
mercoledì 17 marzo 2010
Pino Farinotti

Il film di Luca Guadagnino è già passato ai festival di Venezia, Toronto, Pusan in Corea, al Sundance e al Lincoln Center. Venerdì sarà nelle sale italiane. Milano ha anticipato, nel quadro dell'attenzione che l'assessore alla cultura Massimiliano Finazzer Flory dedica al cinema. Nello spazio di un mese la città ha ospitato Tom Ford, Patrice Chereau, Michele Placido e Liliana Cavani. Davvero gente importante.

INCONTRI
lunedì 7 settembre 2009
Marlen Vazzoler

Presentato nella sezione Orizzonti di Venezia 66, Io sono l'amore di Luca Guadagnino rivede collaborare di nuovo insieme il regista e l'attrice Tilda Swinton, in questo film anche nei panni di produttrice. La famiglia Recchi fa parte della borghesia lombarda. L'impresa di famiglia comanda le strategie di successione interna e il consolidamento degli altri ruoli. La passione che sboccerà tra Emma e Antonio porterà allo spezzarsi dei legami e degli equilibri. Il prezzo da pagare è altissimo e l'unica forma di redenzione è l'amore.

Frasi
"la parola felicità non la devi pronunciare...fa venire nostalgia" (circa!!)
Una frase di Elisabetta Recchi (Alba Rohrwacher)
dal film Io sono l'amore - a cura di alessandra d'onofrio
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Finalmente un bel film che divide, di quelli che suscitano odio o amore incondizionati e fanno fioccare paragoni azzardati. Parliamo di Io sono l'amore, terza regia del siciliano Luca Guadagnino ma primo vero film tutto e compiutamente suo, esaltato dalla stampa anglosassone a Venezia ma strapazzato da molti (non da noi) in Italia. Trattandosi di alta borghesia milanese con magioni fastose, neve che [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Elegantissimo, glaciale. La casa opprimente della ricca famiglia di industriali tessili milanesi è nello stile ligneo pesante degli Anni Trenta e Quaranta, sempre poco illuminata, sempre percorsa dagli andirivieni della servitù svelta con la schiena dritta, sempre perfetta: e gli abitanti somigliano alla casa. L'irruzione di passione e morte nelle stanze ha qualcosa di blasfemo; fuori, Milano coperta [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Oscar alla casa. L'elegantissima Villa Necchi Campiglio di Milano – un gioiello ora del Fai, costruito negli anni 30 del 900 da Piero Portaluppi- è la vera protagonista di Io sono l'amore. Nelle sue ampie camere, sue giù per le maestose scale, attorno a un tripudio di tavole apparecchiate si svolge la vicenda girata da Luca Guadagnino.Storia mille e mille volte raccontata quella di Amore che richiede [...] Vai alla recensione »

Betsy Sharkey
The Los Angeles Times

It is fitting that the dish that finally shatters things in the savory Italian drama of manners and mercantilism, "I Am Love," is a fish stew flavored by secret ingredients and family tradition. For those are the themes that waft through filmmaker Luca Guadagnino's untamed, and at times uncontrolled, melodrama with a delectable performance from Tilda Swinton as its centerpiece.

Gerhard Mumelter
Der Standard

Fin dal primo momento il nostalgico corsivo dei titoli di testa evidenzia l'intenzione del regista di resuscitare un genere scomparso: la grande saga familiare. Per raccontarci la storia dei Recchi, una dinastia di industriali milanesi, la cinepresa si muove nella luce soffusa del loro palazzo, in un insieme viscontiano di velluti, sfarzo, gioielli e tappezzerie.

Dario Zonta
L'Unità

I film di Luca Guadagnino (e usiamo questa espressione volutamente, perché non ci sembra si possa ancora parlare di un«cinema» di Luca Guadagnino) un merito ce l'hanno: dividono. Sin dal suo esordio con The protagonist, esercizio di cultura cinematografica, e fino al discusso Melissa P., Guadagnino ha lambito il confine tra il volutamente ambizioso e l'ingenuamente fastidioso.

Anna Maria Pasetti
Il Riformista

Un titolo, un regista e le sue responsabilità. Luca Guadagnino, classe 'Il di Palermo ma migrante tra Etiopia e Roma, non si è sottratto al carico del dolore di una dinastia — ovvero del mondo. lo sono l'amore è il suo "full frontal" davanti al mal-di-esistere filtrato in macro cinema corale. Imperfetto ma ferocemente coraggioso e sontuoso. Undici anni di genesi assieme all'amica e qui total-body protagonis [...] Vai alla recensione »

Alberto Castellano
Il Mattino

La decadenza di una dinastia di industriali la cui fortuna risale al regime fascista. Con «Io sono l'amore», Luca Guadagnino costruisce un melodramma viscontiano ambientato nella sontuosa villa della famiglia Recchi, emblema della grande borghesia industriale lombarda. Il modello saga familiare con lotte di potere e intrecci sentimentali viene ricondotto agli stilemi di un'opera raffinata densa di [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
Liberazione

Non ci credevamo più. Dopo gli applausi a Venezia - nella sezione Orizzonti, perchè (sic!) nel concorso c'erano altri - e quelli nei festival all'estero (l'ultima Berlinale compresa), l'ultimo film di Luca Guadagnino arriva finalmente nelle sale (almeno due i rinvii per ben sei mesi d'attesa). Reduce dal successo al botteghino di Melissa P., il regista ha fatto una scelta coraggiosa e difficile nell'optar [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Elegantissimo, glaciale. La casa opprimente della ricca famiglia di industriali tessili milanesi è nello stile ligneo pesante degli Anni Trenta e Quaranta, sempre poco illuminata, sempre percorsa dagli andirivieni della servitù svelta con la schiena dritta, sempre perfetta: e gli abitanti somigliano alla casa. L'irruzione di passione e morte nelle stanze ha qualcosa di blasfemo; fuori, Milano coperta [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Famiglia lombarda altoborghese, titolare di azienda che passa da una generazione all' altra secondo rigidi criteri di selezione ed esclusione. Impronta che si rispecchia nel sobrio lusso della loro villa. Al centro Emma, con l' autorevolezza di Tilda Swinton, musa e produttrice oltre che interprete. Emma tradisce la classe di cui fa parte diventando l' amante, sconveniente, di un giovane cuoco.

Thomas Sotinel
Le Monde

Rarement l'injonction qui précède cet article n'a été aussi justifiée : Amore ne se décrypte pas, se comprend sans difficulté ni surprise, il se voit. Ce film somptueux parvient à transmuter toutes les sensations - le toucher, le goût, l'odorat - en images. Plus l'écran sera grand, plus il sera facile et exquis de s'abandonner à cette débauche sensuelle.

Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Dimora austera, Milano imprenditoriale e decaduta, una ricca famiglia asseconda il passaggio dall'azienda alla finanza, dall'uomo al denaro. Il cuoco 30enne tocca il cuore congelato di casa e provoca il sisma della razza padrona. Un film in piedi, con qualche eccesso, nelle radici del cinema italiano. Aggiorna il Teorema di Pasolini, si avvertono i postumi del viscontiano Ritratto di famiglia, la cinepresa [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

In mezzo una grande famiglia di industriali milanesi. Con l'occasione del proprio compleanno l'anziano fondatore della ditta passa la mano al figlio Tancredi, che ha sposato una russa, Emma. Hanno figli alla loro volta, uno, Edoardo, designato dal nonno a restare a fianco del padre, un'altra, Elisabetta, dedita prima alla pittura poi alla fotografia, sentimentalmente legata a un'altra donna.

Anthony Lane
The New Yorker

The best sex you will get all year, if that’s what you crave in your moviegoing, is between Tilda Swinton and a prawn. In the middle of “I Am Love,” a succulent new film from the Italian director Luca Guadagnino, Swinton’s character, Emma Recchi, sits down to lunch in a Milanese restaurant. Placed before her is a dish of seafood with ratatouille. She takes a bite, and finds herself deluged with sensation. [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Il Manifesto

La scena è l'antica casa dei Recchi, facoltosa famiglia bene industriale. L'unico estraneo a quel mondo è Antonio giovane cuoco poco avvezzo al compromesso. Una rossa donna russa immigrata prima dell'89, e come meglio non potrebbe, incapsulata cioè in una magione da fiaba decò (chi meglio di Tilda Swinton?), dopo aver liberato almeno due dei tre suoi figli, spicca anche lei il volo.

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Presuntuoso e lentissimo melodramma socialfamiliare di Luca Guadagnino, già autore del micidiale Melissa P. di cinque anni fa. Illudendosi di essere la reincarnazione di Visconti, si sofferma con estenuanti primi piani su monumenti, stoviglie e pietanze. Mentre lo spettatore sbadiglia a più non posso. Senza contare che la passione dell'infelice signora altoborghese Emma Recchi per il giovane cuoco [...] Vai alla recensione »

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Sapessi come nevica a Milano d'inverno. È una delle tante scoperte del raffinato regista palermitano Luca Guadagnino, già autore della micidiale commedia sessualfamiliare Melissa P.. Questo pretenzioso, lento, improbabile e noiosissimo Io sono l'amore, puntualmente ben accolto ai festival 2009 di Venezia e Berlino, è invece un melodramma in piena regola, che l'autore ha tratto da una sua stessa storia. [...] Vai alla recensione »

NEWS
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mercoledì 24 febbraio 2010
Valeria Filippi

Semidei mitologici e amori a tutte le età Mentre il colossale Avatar di Cameron continua a registrare il tutto esaurito nelle sale della penisola, una nuova ondata di pellicole arricchirà la programmazione dei cinema.

winner
nastro d'argento europeo
Nastri d'Argento
2010
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