namuris
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mercoledì 18 marzo 2009
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il solito clint...
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Il film ha tutti i requisiti per piacere alla gente sempliciotta: eroe di guerra, burbero e razzista, scopre di avere maggiori affinità con i vicini di casa stranieri che con i figli... finale cristologico!
La solita morale a stelle e strisce: un uomo da solo può sgominare il male... Unica variante? Stavolta non spara un colpo ;)
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antonioital
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mercoledì 18 marzo 2009
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un film emozionante e commovente ..
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Al pari di un altro capolavoro dell'eccellente attore-regista Eastwood : fino a prova contraria ...
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mar
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mercoledì 18 marzo 2009
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beh...
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ennesimo (non potrebbe essere altrimenti) film occidentale, con valori occidentali, e che propaganda l'Occidente e la sua cultura, esplicitamente o meno poco importa. L'effetto è il medesimo: plasmare menti e corpi seppur non volendolo, ma solo IN QUNATO Cinema.
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beppe
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mercoledì 18 marzo 2009
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capolavoro
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mikele
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mercoledì 18 marzo 2009
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il resoconto di un uomo saggio
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tutto il film , o meglio tutta la storia stà in quell'ultima sequenza in cui , walt si trova senza armi.
eastwood si confessa , e da vecchio saggio consiglia ai più giovani.
lungi dall'essere paternalista , o peggio moralista , il vecchio cow boy , depone le armi , forse una resa ?
lucida e scevra da artifici è la regia , grazie alla quale emerge la coscienza amara di eastwood e della sua vecchiaia implacabile.coscienza corporale prima che intellettuale.
Eastwood sa fare il suo mestiere(regista ed attore ) , ma in questo film non è cià che conta.
non so se sia l'ultimo film di eastwood , sta di fatto che è forse quello più intimo.
riflessione sociale e privata si alternano nel corso del film , i destini di una società e quelli di un uomo , sono magistralmente legati.
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tutto il film , o meglio tutta la storia stà in quell'ultima sequenza in cui , walt si trova senza armi.
eastwood si confessa , e da vecchio saggio consiglia ai più giovani.
lungi dall'essere paternalista , o peggio moralista , il vecchio cow boy , depone le armi , forse una resa ?
lucida e scevra da artifici è la regia , grazie alla quale emerge la coscienza amara di eastwood e della sua vecchiaia implacabile.coscienza corporale prima che intellettuale.
Eastwood sa fare il suo mestiere(regista ed attore ) , ma in questo film non è cià che conta.
non so se sia l'ultimo film di eastwood , sta di fatto che è forse quello più intimo.
riflessione sociale e privata si alternano nel corso del film , i destini di una società e quelli di un uomo , sono magistralmente legati.
ha maggiore potenza però il discorso privato , il vecchio che si racconta , ci racconta .
oltre ai pregi immanenti del film , è la reale confessione di un uomo , Clint Eastwood , ciò per cui vale la pena vedere l'opera.
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zasso
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mercoledì 18 marzo 2009
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il texano ha ancora un'ottima mira
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un'altra grande storia americana, raccontata da colui che per anni è stato il simbolo di un'america fatta di sceriffi, gringo e fuorilegge. Questa, se vogliano, è la riproposizione di quei personaggi così cari a questo regista-attore che alla veneranda età di 78 anni sembra aver trovato ora il grimardello, ora la scure, per poter entrare e raccontare i disagi scomodi di un'america costretta ad avere a che fare con cambiamenti non sempre graditi. in un quartiere in cui i(cari) vecchi americani sono andati via cedendo le loro proprietà a coreani di varia etnia, resiste solo il vecchio Walt ormai vedovo e malato, con la sola compagnia di Desy e della sua Gran Torino del 72. Tremendamente pratico ed ancorato ai suoi principi e a quelli di una old america che adesso non c'è più, si scontra con quella che è la realtà di un tempo che fa terribilmente fatica a capire ed accettare.
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un'altra grande storia americana, raccontata da colui che per anni è stato il simbolo di un'america fatta di sceriffi, gringo e fuorilegge. Questa, se vogliano, è la riproposizione di quei personaggi così cari a questo regista-attore che alla veneranda età di 78 anni sembra aver trovato ora il grimardello, ora la scure, per poter entrare e raccontare i disagi scomodi di un'america costretta ad avere a che fare con cambiamenti non sempre graditi. in un quartiere in cui i(cari) vecchi americani sono andati via cedendo le loro proprietà a coreani di varia etnia, resiste solo il vecchio Walt ormai vedovo e malato, con la sola compagnia di Desy e della sua Gran Torino del 72. Tremendamente pratico ed ancorato ai suoi principi e a quelli di una old america che adesso non c'è più, si scontra con quella che è la realtà di un tempo che fa terribilmente fatica a capire ed accettare. americani che comprano macchine coreane, il nemico di sempre ora vicino di casa, etnie che si mescolano, si confondono e si scontrano. Insomma, un gran putiferio in cui lui si intraversa e si incaglia. Fa una tenerezza quasi grottesca vedere questo uomo di una volta sgomitare ed imprecare per mentenere un equilibrio perso da un pezzo, vederlo costretto a fare i conti con un cambiamento rimandato per decenni e reso pesante da terribili colpe di una guerra che ha lasciato cicatrici profonde tanto quanto le rughe. se vogliamo il film vivacchia su una certa prevedibilità, ma il percorso è reso avvincente da una sceneggiatura in cui le battute sibilano come i proiettili delle colt tanto care al texano dagli occhi di ghiaccio. Essenziale, scarno, duro. ma anche ironico, paterno, fragile, incapace di lasciarsi stare e di perdonarsi. tutto questo è Walt, tutto questo è Clint Eastwood, tutto questo è l'america che a volte sembra essersi persa ma che il regista è riuscito, come un moderno sceriffo, a braccare, a scovare e a raccontare in modo magistrale. Come già fatto in passato, Clint Eastwood solleva coperchi e lascia uscire tutto, senza mezze misure e senza indorare la pillola. pane al pane, vino al vino. in pieno stile western. Perchè quegli occhi di ghiaccio sono gli stessi di sempre, la capacità di raccontare intatta e collaudata. e la capacità di centrare il bersaglio, nonostante le rughe, non è mai venuta meno. E poco importa che la mano sia armata di una colt o di una telecamera
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zasso
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mercoledì 18 marzo 2009
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eastwood riscopre l'america
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un'altra grande storia americana, raccontata da colui che per anni è stato il simbolo di un'america fatta di sceriffi, gringo e fuorilegge. Questa, se vogliano, è la riproposizione di quei personaggi così cari a questo regista-attore che alla veneranda età di 78 anni sembra aver trovato ora il grimardello, ora la scure, per poter entrare e raccontare i disagi scomodi di un'america costretta ad avere a che fare con cambiamenti non sempre graditi. in un quartiere in cui i(cari) vecchi americani sono andati via cedendo le loro proprietà a coreani di varia etnia, resiste solo il vecchio Walt ormai vedovo e malato, con la sola compagnia di Desy e della sua Gran Torino del 72. Tremendamente pratico ed ancorato ai suoi principi e a quelli di una old america che adesso non c'è più, si scontra con quella che è la realtà di un tempo che fa terribilmente fatica a capire ed accettare.
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un'altra grande storia americana, raccontata da colui che per anni è stato il simbolo di un'america fatta di sceriffi, gringo e fuorilegge. Questa, se vogliano, è la riproposizione di quei personaggi così cari a questo regista-attore che alla veneranda età di 78 anni sembra aver trovato ora il grimardello, ora la scure, per poter entrare e raccontare i disagi scomodi di un'america costretta ad avere a che fare con cambiamenti non sempre graditi. in un quartiere in cui i(cari) vecchi americani sono andati via cedendo le loro proprietà a coreani di varia etnia, resiste solo il vecchio Walt ormai vedovo e malato, con la sola compagnia di Desy e della sua Gran Torino del 72. Tremendamente pratico ed ancorato ai suoi principi e a quelli di una old america che adesso non c'è più, si scontra con quella che è la realtà di un tempo che fa terribilmente fatica a capire ed accettare. americani che comprano macchine coreane, il nemico di sempre ora vicino di casa, etnie che si mescolano, si confondono e si scontrano. Insomma, un gran putiferio in cui lui si intraversa e si incaglia. Fa una tenerezza quasi grottesca vedere questo uomo di una volta sgomitare ed imprecare per mentenere un equilibrio perso da un pezzo, vederlo costretto a fare i conti con un cambiamento rimandato per decenni e reso pesante da terribili colpe di una guerra che ha lasciato cicatrici profonde tanto quanto le rughe.
se vogliamo il film vivacchia su una certa prevedibilità, ma il percorso è reso avvincente da una sceneggiatura in cui le battute sibilano come i proiettili delle colt tanto care al texano dagli occhi di ghiaccio. Essenziale, scarno, duro. ma anche ironico, paterno, fragile, incapace di lasciarsi stare e di perdonarsi. tutto questo è Walt, tutto questo è Clint Eastwood, tutto questo è l'america che a volte sembra essersi persa ma che il regista è riuscito, come un moderno sceriffo, a braccare, a scovare e a raccontare in modo magistrale.
Come già fatto in passato, Clint Eastwood solleva coperchi e lascia uscire tutto, senza mezze misure e senza indorare la pillola. pane al pane, vino al vino. in pieno stile western. Perchè quegli occhi di ghiaccio sono gli stessi di sempre, la capacità di raccontare intatta e collaudata. e la capacità di centrare il bersaglio, nonostante le rughe, non è mai venuta meno. E poco importa che la mano sia armata di una colt o di una telecamera
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monty
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martedì 17 marzo 2009
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l'addio al grande schermo non poteva essere meglio
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Sono appena tornato dal cinema, film impengato come più non mai, indeagine del regista-attore sull'animo di un uomo SOLO! con i suoi scheletri nell'armadio,ma che cerca di redimere i suoi peccati aiutando il prossimo, cosa che tral l'altro non avrebbe mai creduto di fare! ANDATE A VEDERLO!
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peter
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martedì 17 marzo 2009
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film stupendo
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-Premessa doverosa
guardo spesso questo sito per darmi un'idea di che film andrò a vedere,anche in base ai commenti lasciati...
Quindi,come mi aspetterei dalle altre persone,mi limiterò a commentare il film per quello che mi ha trasmesso e NIENTALTRO!
Film emozionante,una storia toccante...
ASSOLUTAMENTE DA VEDERE!
Ps:no comment,su certe recensioni...davvero
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