giacomo vezzani
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domenica 15 marzo 2009
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...e clint eastwood non sbaglia un film
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Credo che sia stato Luca Carboni che un tempo scrisse "e intanto Dustin Hofmann non sbaglia un film".
Forse ci siamo abbituati ad andare a vedere un film di Easrwood
e uscire e dire "SI TRATTA DI UN BEL FILM."
Ma dopo il mediocre "Changeling" il regista torna con un gran film, tra i suoi migliori.
Penso che sia il film che meglio interpreta il "ricambio generazionale", una delle tematiche più care a Eastwood, come dire cosa lascerà la mia generazione al futuro, quali sono le strade da seguire, cosa centro io con questi giovani!
Se i personaggi giocano con una realtà crudele e da subito il protagonista burbero si trasforma in eroe e da antipatico si strasfigura in sinpatetico, senza rivoluzionare il metodo più antico di scrivere una sceneggiatura "X", ma rendendola grandiosa come solo lui può fare, le atmosfere e i dati tecnici (dalla fotografia, al montaggio alla sua capacità di comporre anche le musiche) sono veramente ottimi.
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Credo che sia stato Luca Carboni che un tempo scrisse "e intanto Dustin Hofmann non sbaglia un film".
Forse ci siamo abbituati ad andare a vedere un film di Easrwood
e uscire e dire "SI TRATTA DI UN BEL FILM."
Ma dopo il mediocre "Changeling" il regista torna con un gran film, tra i suoi migliori.
Penso che sia il film che meglio interpreta il "ricambio generazionale", una delle tematiche più care a Eastwood, come dire cosa lascerà la mia generazione al futuro, quali sono le strade da seguire, cosa centro io con questi giovani!
Se i personaggi giocano con una realtà crudele e da subito il protagonista burbero si trasforma in eroe e da antipatico si strasfigura in sinpatetico, senza rivoluzionare il metodo più antico di scrivere una sceneggiatura "X", ma rendendola grandiosa come solo lui può fare, le atmosfere e i dati tecnici (dalla fotografia, al montaggio alla sua capacità di comporre anche le musiche) sono veramente ottimi.
Al contrario non sfugge al regista Texano l'obbiettivo della sua indagine sociologica, trasferendo il mondo e le sue insofferenze in un quartiere di periferia. Si parte con la solita barzelletta razzista e si finisce nella poesia del riscatto sublime.
io non sò aggiungere altro:un capolavoro:Credo,Forse,ma,penso,se.
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[+] gran torino.... da un grande regista e interprete
(di patty55)
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spoerri
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domenica 15 marzo 2009
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qualcuno (non) fermi clint eastwood!!!
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Qualcuno fermi Clint Eastwood! Con tutti questi capolavori di fila questo ottantenne sta straumiliando la gran parte della concorrenza!
In effetti la facilità con cui è diventato uno dei migliori registi viventi ha dello spudorato e dell’imbarazzante (per gli altri registi, si intende).
In questo film Il vecchio Clint interpreta sempre lo stesso ruvido uomo contro il mondo a cui ci ha abituato(e che probabilmente rispecchia lo stesso Eastwood); uomo chiuso e solo, con dei familiari superficiali e abbastanza stronzi (moderatore lasciami passare il termine per questa volta!) che certamente non l’aiutano ad essere più aperto; generalmente razzista ma che riesce a imparare a convivere e ad amare chi prima vedeva come diverso, riesce ad instaurare rapporti umani veri, dopo chissà quanto tempo, con persone con cui ha più cose in comune di quante ne abbia con quei depravati dei suoi familiari, secondo sue parole.
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Qualcuno fermi Clint Eastwood! Con tutti questi capolavori di fila questo ottantenne sta straumiliando la gran parte della concorrenza!
In effetti la facilità con cui è diventato uno dei migliori registi viventi ha dello spudorato e dell’imbarazzante (per gli altri registi, si intende).
In questo film Il vecchio Clint interpreta sempre lo stesso ruvido uomo contro il mondo a cui ci ha abituato(e che probabilmente rispecchia lo stesso Eastwood); uomo chiuso e solo, con dei familiari superficiali e abbastanza stronzi (moderatore lasciami passare il termine per questa volta!) che certamente non l’aiutano ad essere più aperto; generalmente razzista ma che riesce a imparare a convivere e ad amare chi prima vedeva come diverso, riesce ad instaurare rapporti umani veri, dopo chissà quanto tempo, con persone con cui ha più cose in comune di quante ne abbia con quei depravati dei suoi familiari, secondo sue parole. Persone che scoprirà amiche e che non rinuncerà ad aiutare malgrado ciò comporti un grande prezzo.
Un film duro, crudo e con così poca retorica da avere finalmente il coraggio di non essere politically correct.
Si dice che Clint Eastwood sia un grande repubblicano conservatore: beh, repubblicano può darsi ma conservatore no di certo visto che ogni suo film (della maturità) va a muso duro a sondare scottanti temi attuali e ipocrisie della società, con grande sincerità intellettuale e sguardo aperto.
Si dice che sia il suo ultimo ruolo da attore ma speriamo ci ripensi: quell’uomo duro, triste, arrabbiato contro il mondo e in perenne lotta con i suoi demoni interiori mancherebbe molto.
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stefano montecchi
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domenica 15 marzo 2009
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gran torino: la macchina è bene oliata
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Il personaggio del burbero dal cuore d'oro ce lo aveva fatto amare in "Million dollar Baby", ma in questo film Clint Eastwood lo esalta e lo rende mitico.
Un eroe della porta accanto, quello di Eastwood regista, ben lontano da Callaghan o dai western. Del resto, che fantastico eroe era il suo personaggio di Madison County, eroe solo perchè in grado di amare!
L'americando repubblicano che racconta storie democratiche abbandona i sottotesti morali di "Mystic River", l'accusa al potere di "Changeling" e "Flags of our fathers" e si discosta persono dai risvolti crepuscolari di "Lettere da Iwo Jima" e "Gli spietati".
In "Gran Torino" c'è prima di tutto la voglia di raccontare una storia. Non ci sono momenti più "alti" di altri, nel film: del resto è nel modo di lavorare di Eastwood il girare una scena, anche la più banale, con la mentalità che debba sempre essere considerata la scena più importante del film.
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Il personaggio del burbero dal cuore d'oro ce lo aveva fatto amare in "Million dollar Baby", ma in questo film Clint Eastwood lo esalta e lo rende mitico.
Un eroe della porta accanto, quello di Eastwood regista, ben lontano da Callaghan o dai western. Del resto, che fantastico eroe era il suo personaggio di Madison County, eroe solo perchè in grado di amare!
L'americando repubblicano che racconta storie democratiche abbandona i sottotesti morali di "Mystic River", l'accusa al potere di "Changeling" e "Flags of our fathers" e si discosta persono dai risvolti crepuscolari di "Lettere da Iwo Jima" e "Gli spietati".
In "Gran Torino" c'è prima di tutto la voglia di raccontare una storia. Non ci sono momenti più "alti" di altri, nel film: del resto è nel modo di lavorare di Eastwood il girare una scena, anche la più banale, con la mentalità che debba sempre essere considerata la scena più importante del film. E il livello di questo nuovo lavoro è alto, artigianale ma autoriale, semplice e sincero, drammatico ma mai urlato. Lontano da Hollywood, Eastwood fa un altro film d'attori che si beve in un sorso come una buona birra in un pomeriggio estivo. Conta poco, il razzismo, nel film: è un pretesto per parlare della violenza e della ricerca di una cura ad essa. Giocando per sottrazione nella carne che Eastwood mette al fuoco, in "Gran Torino" c'è spazio per un Eastwood attore di indimenticabile spessore. Il suo personaggio è quello di un uomo, probabilmente repubblicano, ex dipendente dell'americanissima Ford, che cura il suo pratino di casa con tanto di bandiera a stelle e strisce in un quartiere di asiatici, messicani e afro-amiricani. Fra le gangs rivali che si formano nel suo quartiere, Eastwood rimane come piccolo baluardo di civiltà (americana) che sorveglia la sua automobile e la sua casa dalle incursioni degli stranieri. La cura alla violenza è un qualcosa di vicino alla paura: il razzismo. In questo modo il protagonista non vive, ma sopravvive come fece da giovane nella guerra di Corea. Triste, chiuso in se stesso, Eastwood diviene suo malgrado tutore di un ragazzo asiatico che, senza la sua guida, probabilmente farebbe una brutta fine per le strade del quartiere.
La conoscenza del "diverso" rende il personaggio di Eastwood più benevolo, più consapevole della vita degli altri e della sua. Fintamente reticente, ormai, il vecchio Eastwood capisce qual'è la cura alla violenza che lo circonda, nel suo microcosmo, ed agisce di conseguenza in una maniera decisamente poco convenzionale: lontano da Callaghan, lontano da Bush e dalle reazione al terrorismo, lontano dalla rabbia.
E' il caso di dire che l'etica minimalista di Eastwood oramai è un punto fermo nel panorama cinematografico. Era dai tempi degli "Spietati" che Eastwood non parlava di violenza in questo modo (ribaltandone addirittura l'epilogo). Un'altra bella storia, quindi, da un grande vecchio che ricorda i valori di una volta e che sa capire il presente perchè gli sta a cuore i futuro.
Gran film, gran automobile, Gran Torino.
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stella
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domenica 15 marzo 2009
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5 stelle
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Questo film l'ho visto ieri sera.Si evidenzia purtroppo quello che ultimamente è il nostro pane quotidiano:il razzismo..ma il primo ad essere razzista eri tu..ma guarda sei stato grande perchè il tuo odio è diventato poi amore e senso di protezione verso quelli che chiamavi musi gialli..il finale è stato giusto..perchè tu sapevi che stavi morendo e hai voluto farti uccidere!ma la vendetta c'è stata perchè poi quelli sono andati a finire in galera(c'erano anche i testimoni).La scena che mi ha sconvolto di più?la violenza sulla donna..mamma mia..Cmq avrei tante altre cose da dirti..Il tuo film mi è piaciuto tanto..non era scontato e fa riflettere..perchè non si parla solo di odio e di guerra e chi non è superficiale come me lo capisce.
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Questo film l'ho visto ieri sera.Si evidenzia purtroppo quello che ultimamente è il nostro pane quotidiano:il razzismo..ma il primo ad essere razzista eri tu..ma guarda sei stato grande perchè il tuo odio è diventato poi amore e senso di protezione verso quelli che chiamavi musi gialli..il finale è stato giusto..perchè tu sapevi che stavi morendo e hai voluto farti uccidere!ma la vendetta c'è stata perchè poi quelli sono andati a finire in galera(c'erano anche i testimoni).La scena che mi ha sconvolto di più?la violenza sulla donna..mamma mia..Cmq avrei tante altre cose da dirti..Il tuo film mi è piaciuto tanto..non era scontato e fa riflettere..perchè non si parla solo di odio e di guerra e chi non è superficiale come me lo capisce..BRAVO CLINT!!!!
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3e
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domenica 15 marzo 2009
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ff
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(di ricky83)
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enrik
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domenica 15 marzo 2009
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a eastwood
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Clint, è sempre un piacere assistere ai tuoi (nessuno escluso!) films. Sei l'unico regista rimasto sulla piazza cinematografica a spaziare in ogni genere, ottenendo sempre ottimi risultati. Prima o poi ne farai (sono sicuro!) uno comico, così, avrai completato la tua vita artistica. Grazie, vecchio Callaghan!
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inter
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domenica 15 marzo 2009
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gran bel film
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Un ottimo film, coinvolgente e appassionante! Finalmente un degno di un grande film!
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jeopardy
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domenica 15 marzo 2009
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poteva fare di meglio il grande clint!
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Ho visto Gran Torino e penso che il mitico clint poteva fare di meglio, ho avuto molte sensazioni di dejà vu e in tutta onesta a mio modo di vedere l'ho trovato un pò scontato e un pò retorico. Con questo non voglio dire che sia un brutto film, anzi coi tempi che corrono è un buonissimo film, ma mi aspettavo di più, più profondità, più spessore.
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ricky83
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domenica 15 marzo 2009
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clint eastwood ? una garanzia!
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Finalmente dopo tanto pregare sono riuscito a portare la mia ragazza a vedere Gran Torino.Appena entrati in sala mi disse:"Che palle!tanto dormirò! svegliami quand'è finito.." Alla fine del primo tempo il suo commento:"Carino pensavo peggio.."Alla fine del film mi giro x svegliarla e.....Lei sta piangendo!!! Questo per spiegare la magia di questo film e di questo grande artista che è riuscito a coinvolgere emotivamente anche la persona più scettica!inutile dire che io sono stato rapito dal primo minuto sperando che il film non finisse mai! Clint è come il texano dagli occhi di ghiaccio o come l'ispettore Callaghan non sbaglia mai un colpo,è uno di quegli artisti che speri vivano in eterno perchè nessuno come lui ti fà emozionare!è grazie a gente come lui se il cinema è considerato un'arte
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Finalmente dopo tanto pregare sono riuscito a portare la mia ragazza a vedere Gran Torino.Appena entrati in sala mi disse:"Che palle!tanto dormirò! svegliami quand'è finito.." Alla fine del primo tempo il suo commento:"Carino pensavo peggio.."Alla fine del film mi giro x svegliarla e.....Lei sta piangendo!!! Questo per spiegare la magia di questo film e di questo grande artista che è riuscito a coinvolgere emotivamente anche la persona più scettica!inutile dire che io sono stato rapito dal primo minuto sperando che il film non finisse mai! Clint è come il texano dagli occhi di ghiaccio o come l'ispettore Callaghan non sbaglia mai un colpo,è uno di quegli artisti che speri vivano in eterno perchè nessuno come lui ti fà emozionare!è grazie a gente come lui se il cinema è considerato un'arte e se io amo il cinema fatto di film veri,attori veri e registi veri!
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lele 83
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domenica 15 marzo 2009
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imperdibile
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imperialista dove? forse quando capisce che alla fine il suo razzismo era ingiustificato e si avvicina ad un cultura opposta alla sua?
i film di clint sembrano così reali e senza facili sentimentalismi senza tralasciare la forte umanità che riescono a trasmettere.
standing ovation
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