Un documentario di nove ore sull'Olocausto che raccoglie le testimonianze di molti superstiti ed ex-nazisti. Il regista Claude Lanzmann non ha usato nessun materiale di repertorio per descrivere i luoghi del genocidio, ma dei filmati dei campi di sterminio girati nel 1985. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il regista arriva a Tokyo in una sorta di pellegrinaggio in onore di Yasuiro Ozu, il grande maestro del cinema giapponese morto e dimenticato nel 1963, e al tempo stesso per filmare l'odierna realtà metropolitana della capitale. Espandi ▽
Wim Wenders racconta il lavoro di uno dei piu' grandi registi giapponesi di tutti i tempi, Yasujiro Ozu. Attraverso interviste a collaboratori e riprese della vita quotidiana di Tokyo Wenders intende rievocare il mondo, le influenze e l'arte del regista, aprendo, allo stesso tempo, una finestra sul Giappone contemporaneo. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Nell'ordine: il cadavere di un gay morto di Aids, massaggi erotici, squartamento di un corpo imbottito di eroina, storpiamento di bambini per farli di... Espandi ▽
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il documetario divenuto famoso a causa dell'assassinio dei suoi due registi: Mitsuo Sato e Kyoichi Yamaoka. Espandi ▽
Yama è un film per i lavoratori, pensato per funzionare come fosse un'arma per la loro lotta. Sato pagò queste posizioni con la sua vita: il 22 dicembre 1985, durante le riprese, fu assassinato dai gangster della Yakuza in quanto intendeva rivelare con questo film il loro coinvolgimento nella ristrutturazione criminale del mercato del lavoro. Un collettivo di registi guidato da Kyoichi Yamaoka ha terminato allora il film; ma anche Yamaoka più tardi fu assassinato. Queste drammatiche circostanze mostrano quanto questo oggetto filmico fosse temuto: il film espone la collaborazione tra l'élite giapponese, la polizia e la Yakuza, con quest'ultima che acquisì sempre più potere a metà degli anni '80 grazie anche ai subappalti nel settore edile di Tokyo. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il film, girato nel 1985, racconta la storia della prima ascensione solitaria del Cerro Torre in Patagonia, Argentina, effettuata dallo scalatore ticinese Marco Pedrini sulla "via del compressore". Pochi giorni dopo la salita in solitaria, Pedrini affrontò la parete con il regista. Memorabili le riprese di Pedrini proprio alle prese con il compressore lasciato in parete da Cesare Maestri dopo il discusso tentativo del 1970. Marco Pedrini, che era uno degli alpinisti più dotati degli anni Ottanta, seppe sfuttare al meglio le poche giornate di bel tempo, compiendo sul Cerro Torre una splendida salita e collaborando attivamente con Mariani per la produzione di un film che è oggi un grande classico. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Da sempre grande appassionato di pugilato - come cronista ha seguito decine di campionati del mondo - e autore di memorabili interviste-ritratto (celebri quelle all'amico Muhammad Ali), nel 1985 Gianni Minà ha realizzato per la Rai "una storia sociologica e tecnica della boxe" in quattordici puntate intitolata Facce piene di pugni. In occasione dell'uscita del restauro di Toro scatenato, presentiamo la puntata dedicata ai due campioni italo-americani Rocky Marciano e Jack LaMotta. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Primo e unico film della regista, un capolavoro sospeso e rarefatto sulla vita di campagna nel nord del Portogallo. Espandi ▽
A Lanheses, un villaggio nel nord del Portogallo, quattro famiglie di contadini iniziano la loro giornata. Le donne anziane preparano la colazione per i numerosi bambini e per gli uomini pronti a partire per il lavoro nei campi. La giornata prosegue in un soffio, dalla mattina alla sera, accompagnata dalla luce del giorno e dal vento che soffia tra gli alberi e increspa l'acqua del fiume. Solo il suono delle campane richiama un'altra dimensione, di festa e di riposo: l'interruzione di un ritmo che è anche la sua stessa conservazione. Con straordinaria precisione, la portoghese Manuela Serra realizza un'opera prima misteriosa e potente, sul respiro del mondo e la capacità del cinema di captarne il primigenio movimento, in nome di una tensione cinematica che pone al centro il tempo interno delle inquadrature. "Capolavoro nascosto" della storia del cinema e (purtroppo) unico film della regista. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il film non racconta la vita di Ornette Coleman seguento un percorso cronologico, ma, ispirandosi allo stile aperto della sua musica, mescola performance, interviste, video sperimentali e ricostruzioni dell'infanzia del musicista.. nel film è incluso materiale originale di William S. Burroughs, Robert Palmer, John Rockwell, Don Cherry e Denardo Coleman. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il cinema italiano degli anni cinquanta rivive attraverso le parole e la voce dell'autrice. Espandi ▽
Raffaello Matarazzo e il cinema popolare italiano degli anni cinquanta: narrato dalla voce dell'autrice, un viaggio fra film, protagonisti e testimoni. Capitolo centrale di un saggio televisivo in tre puntate dedicato a "Il melodramma nel cinema italiano" (sottotitolo), realizzato per Rai3. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Gli albori dell'arte, il momento in cui deve iniziare ad "essere" attraverso il corpo dell'attore. Espandi ▽
Un video-saggio per la televisione di Reggio Emilia sul lavoro dell'attore. «Dell'arte mi piace soltanto l'adolescenza. L'arte per me è la sua adolescenza, i primi Picasso, tutto quanto si trovi allo stato nascente... prima che le cose siano giunte a compimento, quel momento in cui non ci sono ancora arrivate». Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Uno dei primi film del maestro Fridriksson, È un esperimento ipnotico e giocoso nel campo della fisica, della matematica e geografia, ma anche nella regia, fotografia e nel suono. Una camera di ripresa è fissata sul cruscotto di una macchina mentre percorre l'unica autostrada d'Islanda, che circonda l'intera isola e che viene chiamata 'The ring road' (Hringurinn), ovvero, il Raccordo anulare. Un fotogramma viene scattato ogni 10 metri, imitando così la velocità del suono. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.