36ª edizione del Torino Film Festival, il programma dei 30 filmtffdoc. Torino - 23 novembre/1 dicembre 2018. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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I racconti di un agronomo e due attivisti tracciano dei cammini in un paesaggio da scoprire e decifrare. Espandi ▽
Un fiume viene contaminato da una fabbrica e la popolazione si mette in marcia per non perdere la propria terra, la propria vita. Il fiume continua a scorrere ma i boschi sono ormai deserti. I racconti di due attivisti e di un agronomo disegnano mappe, tracciano sentieri e ci regalano strumenti capaci di orientarci in un paesaggio che facciamo sempre più fatica a decifrare. Recensione ❯
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Una riflessione su globalizzazione, capitalismo, mutamenti climatici e speranza di mondi nuovi. Espandi ▽
Drexciya è una colonia sottomarina creata dai bambini mai nati delle donne incinte che venivano buttate a mare dagli schiavisti durante la traversata dell'Atlantico. Drexciya è un duo techno di Detroit la cui musica accompagna una riflessione su globalizzazione, capitalismo, mutamenti climatici e speranza di mondi nuovi. Recensione ❯
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Roberto Rossellini riflette sulle potenzialità della TV didattica e su particolari tecniche di recitazione. Espandi ▽
Roberto Rossellini gira Psychodrame nel 1956 per il Centre d'études de radiotélévision. La messa in scena di tre "psicodrammi" - organizzata dal professor Jacob Moreno con Anne Ancelin Schützenberger - offre a Rossellini l'occasione di riflettere su quella che può diventare una tecnica di recitazione a lui particolarmente congeniale, e in generale sulle potenzialità della tv didattica. Direttore della fotografia un giovanissimo Claude Lelouche. Restauro digitale a cura ddell'Archivio Nazionale Cinema Impresa, CSC-Cineteca Nazionale, Institut National de l'Audiovisuel in collaborazione con Museo Moreno. Recensione ❯
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"Noi utopici siamo felici / Tutto questo durerà per sempre". Documentario, Cortometraggio - USA, Malta2014. Durata 24 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una canzone folk e un rito pagano, una marcia religiosa e un tempio riflesso. Il blu del mare ci avvolge, siamo felici, nonostante stiamo tutti per sprofondare lentamente. Espandi ▽
Tra l'invocazione di Platone al continente perduto di Atlantide nel 360 a.C. e la risurrezione del mito grazie alla fantascienza anni Settanta, un ritratto documentario di Utopia, isola mai esistita (o forse esistente da sempre) sotto i nostri piedi fin troppo mortali. Canzoni popolari e riti pagani, marce religiose e templi riflessi nell'acqua. E tutt'attorno il mare. Anche se stiamo lentamente affondando, siamo felici e contenti... Recensione ❯
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Una regista riflette sull'origine del movimento in un film ispirato alla sua stessa vita. Espandi ▽
Impetus, nome latino. Moto violento, impulso. Una regista, dopo una delusione d'amore, riflette sull'origine del movimento. Una ricerca che le fa prendere direzioni impreviste. Un impulso ed è il momento di prendere in mano la videocamera per realizzare un film ispirato alla sua vita. Il protagonista è un attore (Emmanuel Schwartz, Lawrence Anyways). Un evento inaspettato e cambia tutto. Nell'impeto appare una musa, inizia una nuova storia. Recensione ❯
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Una performance, un video e un fotoromanzo, girato tra la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma e la galleria spazio/arte dell'Auditorium di Roma. Espandi ▽
«La scomparsa dell'Uomo alla fine della Storia non è dunque una catastrofe cosmica: il Mondo naturale resta quello che è da tutta l'eternità. E non è nemmeno una catastrofe biologica: l'Uomo resta in vita come animale che è in accordo con la Natura o con l'Essere-dato. Ciò che scompare è l'Uomo propriamente detto...» Alexandre Kojève Recensione ❯
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Un profilo dell'Argentina di ieri e di oggi raccontato attraverso i lavori di Oscar Masotta e le parole di Julio Cortázar. Espandi ▽
Una donna siede in una stanza aspettando di essere chiamata per un colloquio. Nel frattempo, scambia alcune parole con un uomo, anche lui in attesa. Politica, psicoanalisi e performance. Le psicosi, le incertezze, le paure dell'Argentina di ieri e di oggi, raccontate attraverso le sperimentazioni di Oscar Masotta, teorico delle avanguardie argentine tra gli anni Cinquanta e i Settanta, e un racconto di Julio Cortázar. Recensione ❯
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Il documentario d'esordio del regista messicano Pablo Sigg Espandi ▽
Il documentario ha avuto quattro anni di gestazione prima che le riprese venissero terminate e riguarda la colonia Ariana di Nueva Germania, fondata dalla sorella di Friedrich Nietzsche nel mezzo della giungla del Paraguay alla fine del XIX secolo. Nel febbraio 1886 Elisabeth Förster-Nietzsche, il marito Bernhard Förster e altre quattordici famiglie di sangue tedesco lasciarono la patria per fondare la colonia ariana Nueva Germania, nel bel mezzo della giungla del Paraguay. Più di un secolo dopo, i soli sopravvissuti diretti dell'esperienza razziale Förster-Nietzsche furono i fratelli Schweikhart. Fin dalla loro infanzia vissero in modo completamente isolato nella remota tenuta che Förster vendette originariamente alla loro famiglia. Oggi, Schweikhart, ultimo rappresentante del sogno che era Nueva Germania, conduce un'esistenza quasi biblica in un territorio la cui topografia sembra avere senso solo nell'immaginario e nell'utopia. Recensione ❯
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«Siamo già tutti sirene, solo che ancora non lo sappiamo». Timothy Morton Espandi ▽
Siamo in una base sottomarina della Guerra Fredda abbandonata, presso Olavsvern, in Norvegia, dove i radio-telescopi registrano velocissime onde quasar. Emilija Škarnulyte ci offre una raffigurazione cosmica di una delle più antiche figure mitologiche: la sirena. Un cortometraggio in cui uomo, natura e macchina sono uniti a formare un ritratto di un possibile futuro post-umano. Recensione ❯
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Negli anni '80, la regista Kristina Konrad viaggia in Uruguay e colleziona con la sua macchina da presa molte impressioni di un referendum su una controversa legge di amnistia. Questa legge dovrebbe infatti garantire l'impunità ai leader della dittatura militare. Quello che ne viene fuori è un attento esame della democrazia in Uruguay durante quegli anni. Recensione ❯
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«Oggi gli uomini e le balene si trovano nello stesso schieramento. Ogni balena che muore ci trasmette come una profezia, l'immagine della nostra propria morte». Espandi ▽
Cortometraggio che rappresenta la balena come testimone dei disequilibri fra l'uomo e la natura. Chris Marker e Mario Ruspoli realizzano questo film alla vigilia della firma di una convenzione che avrebbe dovuto far cessare il massacro delle balene. Recensione ❯
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La storia di una donna malata di SLA e del marito e della figlia che si prendono cura di lei. Espandi ▽
Stella è argentina, vive a Barcellona senza documenti ed è malata di SLA. Da quando le è stata diagnosticata la malattia, il suo compagno Paco l'aiuta a muoversi, mangiare e comunicare. Sua figlia Valeria le tiene compagna nei ritagli di tempo, mentre la notte cerca di distrarsi nelle feste. Sulla televisione passano immagini di vecchi film western e il duello di Stella con la vita continua. Recensione ❯
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Il contrasto rilevato da una webcam tra uno spazio devastato dalla radioattività e la bellezza della natura, nonostante tutto. Espandi ▽
Lo sguardo costante di una webcam coglie uno spazio devastato da un male invisibile come la radioattività, ma paradossalmente cattura anche la bellezza della natura dopo una catastrofe della portata di Fukushima. Gli addetti si muovono come astronauti nell'area deserta della centrale, dove l'unica presenza sembra essere quella delle sostanze radioattive che ondeggiando si disperdono nell'aria. Recensione ❯
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I droni riprendono e ci mostrano quello che non possiamo vedere della centrale nucleare di Fukushima. Espandi ▽
A Fukushima, le viscere della centrale nucleare tengono a distanza gli esseri umani. Solo droni, robot e gru possono avvicinarsi. Questi macchinari riprendono quello che noi non possiamo più vedere. Recensione ❯
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Un cortometraggio sull'acqua e sui suoi abitanti Espandi ▽
Immersioni e pozzi di luce. C'è poesia nel ballo silenzioso dell'acqua e del suo popolo, mentre dall'altra parte del vetro, delle ombre osservano. «Comment tu as fermé les yeux ? Tu ne sais pas que dans l'eau on voit celui qu'on aime?» L'Atalante, Jean Vigo Recensione ❯
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