20a edizione della Festa del Cinema di Roma, il programma dei 36 filmproiezioni speciali. Roma - 15/26 ottobre 2025. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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A Roma, la tradizione di Mr. Ok: ogni Capodanno un tuffo nel Tevere per augurare buon anno. Tra eredi e riti, il documentario celebra la Roma verace e immortale. Espandi ▽
Dal 1946, il Capodanno a Roma ha una tradizione particolare. Quella di Mr. Ok che, allo scoppiare del cannone del Gianicolo, si tuffa (a suo rischio e pericolo) nel Tevere, per augurare buon anno a tutti i romani. Il primo fu un bizzarro vecchietto, il fotografo italo-belga Rick De Sonay. Il quinto è Maurizio Palmulli, bagnino di Ostia che sicuramente possiede le physique du rôle. Ma gli anni passano e Maurizio cerca un erede: sarà Marco Fois, che di notte lavora come paninaro a Porta Maggiore? Un documentario sui segreti e i riti della Roma verace, che sembra opporsi allo scorrere del tempo, e dove si può essere ancora eroi, come cantava qualcuno, just for one day. Recensione ❯
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1944: la partigiana Nichi, rischiando la vita, accompagna Edda Ciano in Svizzera. Un viaggio notturno tra campi e boschi trasforma la diffidenza in amicizia. Espandi ▽
1944. Nichi è una partigiana con il marito prigioniero dei tedeschi. Sa che ormai non potrà rivederlo: la milizia l'ha appena arrestata per la seconda volta, e se riprova ad andare in missione, è morte certa. Ma una donna in pelliccia deve assolutamente andare in Svizzera quella notte. Per aiutarla, c'è solo lei. Due donne che non potrebbero essere più diverse partono insieme nell'oscurità, attraversando campi e boschi. La strada le avvicina, le lega; arrivate a una casa sicura, le due donne hanno stretto un rapporto di amicizia e di stima. Ed è qui che Nichi scopre che la donna che sta accompagnando è Edda Ciano, figlia prediletta di Benito Mussolini. Recensione ❯
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A Tucumán, Julieta è accusata di infanticidio. L'avvocata Soledad Deza sfida un sistema patriarcale: il processo diventa lotta politica e civile. Espandi ▽
Nella provincia argentina di Tucumán, in una società segnata da forti disuguaglianze e pregiudizi radicati, la giovane Julieta viene accusata di infanticidio. A difenderla è Soledad Deza, avvocata coraggiosa e determinata, che osa sfidare un sistema giudiziario profondamente conservatore. Quella che nasce come una causa giudiziaria si trasforma presto in un caso emblematico, capace di mobilitare indignazione e solidarietà ben oltre i confini nazionali. Scritto (con Laura Paredes), diretto e interpretato da Dolores Fonzi, il film - tratto da una vicenda reale - trasfigura il processo in un dramma politico e umano, rivelando le storture del potere e la violenza del patriarcato. La regista fonde la tensione del legal thriller con la forza del cinema civile: il tribunale diventa arena simbolica, le testimonianze strumenti di resistenza e la vicenda di Julieta una battaglia per la dignità. Recensione ❯
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Documentario su Irina Karamanos, First Lady cilena che rivoluziona il ruolo tradizionale, promuovendo partecipazione, inclusione e emancipazione civile. Espandi ▽
Irina Karamanos, giovane antropologa e militante cilena, accetta il titolo di First Lady nel 2022 solo per spogliarlo della sua funzione tradizionale e donargli un significato più profondo. Rifiuta infatti la natura simbolica e convenzionale di questo ruolo e scuote la società latinoamericana riscrivendo le regole della rappresentanza: in tal modo, rivoluziona il senso e la funzione del potere e apre i giusti spazi a una politica più partecipativa e inclusiva. Tra ritratto intimo e cronaca militante, la regista celebra il coraggio e la fermezza di Karamanos, trasformando la sua vicenda in un autentico manifesto di emancipazione. Ne esce un documentario che parla di genere, di potere e di democrazia non come concetti astratti, ma come strumenti vivi di cambiamento, capace di scuotere le coscienze e di accendere nuove generazioni alla partecipazione e alla ribellione civile. Recensione ❯
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Stefano Rulli accompagna il figlio Matteo, affetto da autismo, nella ricerca di autonomia a Perugia, riflettendo sul passato, il futuro e la Fondazione "La Città del Sole". Espandi ▽
Stefano Rulli non è solo uno dei più grandi sceneggiatori del cinema italiano contemporaneo. È anche il padre di Matteo, un uomo che soffre di un disturbo dello spettro autistico e ogni giorno percorre le strade di Perugia come se dovesse affrontare una piccola avventura sospesa tra negozi e vicoli medievali. Mentre tenta di riannodare i fili di un passato doloroso, Stefano accompagna il figlio nella ricerca di una nuova autonomia, interrogandosi contemporaneamente sul suo futuro e su quella della Fondazione "La Città del Sole", da lui creata insieme alla moglie Clara Sereni, scomparsa nel 2018. Sorta di seguito spirituale di Un silenzio particolare (2004), un film vitalissimo e struggente grazie all'indimenticabile presenza di Matteo e della sua costante ricerca di una libertà capace di accordarsi al suo tempo interiore. Recensione ❯
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I fratelli Segreto dal Cilento a Rio diventano pionieri del cinema brasiliano: tra sogni, crimini e teatri, vita e arte si fondono in leggenda e realtà. Espandi ▽
I fratelli Pasquale, Gaetano e Alfonso Segreto, abbandonano le miserie del Cilento di fine Ottocento per tentare la fortuna a Rio de Janeiro: tra notti sfrenate, piccoli crimini e ambizioni cinematografiche, finiranno col diventare i pionieri del cinema brasiliano. Dalla povertà all'ascesa nelle sale e nei teatri della città, la loro vicenda si muove mescolando leggenda e realtà, fiaba e mito, rivelando i sogni, le ambizioni e le contraddizioni di un'epoca in assoluto fermento. Scandito dalla voce meravigliosa di Nello Mascia, uno strepitoso documentario che riscrive le modalità con cui il cinema ha da sempre utilizzato le immagini di repertorio, qui peraltro riportate a una nitidezza davvero straordinaria. Un film liberissimo e inventivo, dove ogni scena sembra trasmettere il desiderio di trasformare l'arte in vita e la vita in cinema, con una leggerezza che è insieme malinconia e meraviglia. Recensione ❯
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Coreografia umana e IA robotica a confronto: il film esplora intelligenza collettiva, empatia e cooperazione tra danzatori e macchine. Espandi ▽
Che cosa accomuna una compagnia di danza e un centro di robotica? Dalla troupe della coreografa Sasha Waltz, dove singoli ballerini imparano a muoversi come fossero un unico corpo, alle macchine dell'ETH Zurigo controllate dall'IA e allenate a coordinarsi passo dopo passo, il film segue un'unica idea, quella dell'intelligenza collettiva, proiettata nel futuro. Artisti e scienziati discutono apertamente di empatia, immaginazione e cooperazione. Jalongo intreccia provini di danza ed esperimenti di laboratorio con riflessioni neuroscientifiche e filosofiche, chiedendosi se l'IA possa davvero provare emozioni o solo limitarsi a simularle. Lontano dall'attuale enfasi mediatica sull'argomento, il documentario umanizza la tecnologia e propone l'IA come strumento da plasmare insieme. Recensione ❯
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Dopo il cedimento di un ballatoio a Scampia, Francesca Comencini racconta storie di residenti evacuati, tra attaccamento, nostalgia e solidarietà comunitaria. Espandi ▽
Il 22 luglio 2024 il cedimento di uno dei ballatoi nella Vela Celeste di Scampia ha provocato la morte di tre persone e dodici feriti. Dopo la tragedia, il piano di rigenerazione delle Vele avviato dal Comune di Napoli subisce una drastica accelerazione e quasi 2000 persone ancora residenti alle Vele vengono evacuate per ricollocarsi in alloggi provvisori, in attesa di tornare a Scampia nel nuovo quartiere attualmente in costruzione. Attraverso le loro voci, Francesca Comencini racconta con grande sensibilità frammenti di storie che svelano l'attaccamento, la nostalgia, il senso di appartenenza e la profonda solidarietà di una comunità che aspetta di ritrovarsi. Recensione ❯
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Le dottoresse ucraine Yulia "Cuba" e Oleksandra "Alaska" affrontano la guerra in prima linea con coraggio, umorismo e amicizia, sognando vite oltre il conflitto. Espandi ▽
Yulia "Cuba" e Oleksandra "Alaska" sono due dottoresse ucraine che lavorano sulla linea del fronte di guerra. Grandissime amiche, fanno parte di un piccolo nucleo militare in continuo movimento, ogni giorno affrontano orrori, morti, corpi devastati, e sopravvivono indomite e frementi grazie all'amicizia che le lega, alla forza interiore e al senso dell'umorismo che condividono. Ridono, scherzano, esorcizzano l'orrore della guerra. Sognano anche: Alaska vuole fare la disegnatrice, Cuba la stilista di moda e finisce alla Fashion Week di Parigi con la sua collezione ispirata alle "Guerriere futuriste". Un documentario girato anche in prima linea, con bodycam e telefoni, percorso dalla vitalità inesauribile delle protagoniste, segnato dal dramma, ma soprattutto dalla voglia di sopravvivere, di vivere nonostante la guerra, diretto dal regista ucraino Yegor Troyanovsky, che incontrò Cuba e Alaska quando era lui stesso militare. Recensione ❯
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Lucio Corsi e sedici musicisti trasformano le rovine dell'Abbazia di San Galgano in un concerto unico, catturato interamente in pellicola 16mm. Espandi ▽
Notte, Abbazia di San Galgano. Tra le rovine di un luogo magico che si staglia in mezzo ai campi della Toscana, come da un altro pianeta atterrano due amplificatori giganti, sedici musicisti e i loro strumenti: nonostante la mancanza di un tetto nell'Abbazia, che consentirebbe al suono una facile via di fuga nel cielo, Lucio Corsi e i suoi sodali riescono a intrappolare la musica in un film originale e suggestivo, grazie anche alla scelta insolita di girarlo tutto in pellicola. "Sono passati più di dieci anni da quando io e Lucio ci siamo detti che avremmo voluto fare un concerto dentro l'Abbazia di San Galgano", racconta il regista. "Me la ricordo dalle gite in macchina da bambino e Tarkovskij, un posto magico, sospeso tra memoria e leggenda. Alla fine, ce l'abbiamo fatta, e suonarci dentro è stata un'esperienza unica che era obbligatorio immortalare con una cinepresa. Abbiamo deciso di farlo interamente su pellicola 16mm, alla vecchia maniera, per catturare l'autenticità delle immagini ed enfatizzare il potere viscerale del live". Recensione ❯
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Documentario comico e tenero su madre del regista che, trasferitasi ad Hammamet, scopre amore, amicizia e comunità tra anziani italiani all'estero. Espandi ▽
Il Maktub (destino) secondo mia madre: è questo il sottotitolo del film che Salvatore Allocca ha girato su e con sua madre, una signora elegante, vitalissima e disinvolta che un bel giorno ha lasciato l'Italia ed è andata ad Hammamet, in Tunisia, dove si è stabilita e "ha fatto famiglia" (come dice lei davanti al figlio piuttosto perplesso) con un signore romagnolo, energico e tenerone, conosciuto sul posto. Irresistibile documentario in forma di commedia su un argomento che il cinema non ha quasi mai trattato: gli anziani italiani che decidono di andare a vivere all'estero, in luoghi dove la vita costa molto meno e la pensione è perciò sufficiente. E dove formano comunità non solo di connazionali, giocano a carte, ballano, s'incontrano, fanno amicizia e magari s'innamorano. Con ironia, tenerezza e qualche rimpianto. Recensione ❯
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Claudia Gerini guida in un viaggio nella Roma autentica tra mercati, rovine e cucina, con quattro chef che uniscono tradizione, cultura e storie locali. Espandi ▽
Regista e protagonista, Claudia Gerini orchestra un viaggio nella Roma più autentica: mercati, rovine, ristoranti stellati e scorci marini visitati nel corso di una giornata. Dai quartieri più vivi e animati ai silenzi antichi di Gabii fino al calar del sole sul litorale di Ostia, la cucina si trasforma in un mezzo capace di collegare epoche e culture diverse. A completare il quadro, quattro chef d'eccellenza - Roy Caceres, Andrea Antonini, Domenico Stirpe e Ciro Scamardella - che guidano il pubblico tra piatti, storie e tradizioni. In pochi minuti, il cortometraggio fonde documentario, diario di viaggio e omaggio alla Roma più autentica, un organismo vivente in continuo dialogo tra passato e futuro, innovazione e tradizione. Recensione ❯
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Documentario su Antonello Falqui, genio del varietà televisivo italiano, con spezzoni storici e testimonianze di Verdone, De Sica, Morandi e altri. Espandi ▽
"Il Luchino Visconti del varietà televisivo": così Carlo Verdone definisce Antonello Falqui, lo straordinario "inventore" dello spettacolo leggero della televisione italiana, raffinato, colto, esigente, nato cento anni fa e rievocato da Fabrizio Corallo in un documentario costruito con spezzoni indimenticabili della nostra tv: dalla leggendaria "Canzonissima" del 1959, condotta da Delia Scala, Nino Manfredi e Paolo Panelli, al "Sei 'na fagottata de roba!" di Sordi a Mina a "Studio Uno", dalle prime esibizioni delle gemelle Kessler con castigata calzamaglia nera a "Dove sta Zazà", a colori, con Gabriella Ferri. E Carlo Verdone, Christian De Sica, Gianni Morandi, Renzo Arbore, Aldo Grasso, Leopoldo Mastelloni, la ex Bluebell Leontine Snell, Maurizio Micheli, Massimiliano Pani e altri ricostruiscono la creatività e il rigore di un artista che costruì spettacoli di varietà tra i più belli e, di volta in volta, più moderni del mondo. Recensione ❯
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Un ritratto sentimentale di Roma attraverso i suoi cinema: luoghi di memoria e resistenza, tra nostalgia del passato e visioni di futuro condiviso. Espandi ▽
Roma è la città del cinema, ma anche dei cinema: scrigni incantati disseminati nei quartieri, custodi di storie, vite e memorie. Alcuni svaniscono, altri cambiano volto o destinazione d'uso. Buio in sala li rievoca tutti attraverso una sorta di cartografia immaginaria, passando dagli edifici più appartati alle piazze centrali. Cinema come il Nuovo Sacher, il Filmstudio e il Cinema dei Piccoli emergono come luoghi della memoria in cui passato e presente si fondono in un grande abbraccio. Sospeso tra la nostalgia per un passato mitico e il desiderio di costruire un futuro che non dimentichi l'imprescindibile funzione di collettore sociale della sala cinematografica, il documentario diventa un piccolo ritratto sentimentale di una città che resiste e si rinnova continuamente, immersa in quelle stesse luci e in quelle stesse ombre che si alternano sul grande schermo. Recensione ❯
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Il film racconta l'epopea del rugby italiano: dal sogno al Sei Nazioni, tra backstage, repertori e interviste che celebrano la storia dura e romantica di questo sport. Espandi ▽
80 minuti è la durata di ogni partita di rugby. 80 minuti reali, effettivi, da sudarsi uno dopo l'altro, metro dopo metro. Da ricordare. 80 minuti è anche il titolo di questo film, che racconta come la nazionale italiana di rugby sia arrivata a disputare il prestigioso torneo Sei Nazioni alla pari con i big team della palla ovale. Attraverso il backstage esclusivo delle partite del torneo, il racconto si immerge nel passato della nazionale, tra repertori e interviste a ex giocatori, esperti e giornalisti di settore, per celebrare la storia romantica, sporca e dura di questo sport in Italia. Recensione ❯
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