20a edizione della Festa del Cinema di Roma, il programma dei 36 filmproiezioni speciali. Roma - 15/26 ottobre 2025. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Asif Kapadia racconta la vita di una leggenda del calcio britannico tra Celtic e Liverpool, tra tragedie sportive e l'Inghilterra del thatcherismo. Espandi ▽
Dopo Ayrton Senna, Diego Armando Maradona e Roger Federer, il grande documentarista Asif Kapadia presenta in prima mondiale alla Festa del Cinema di Roma un nuovo ritratto di un'icona sportiva, forse ancor più affascinante dei precedenti proprio perché il soggetto è meno universalmente celebrato. Allo spettatore, dunque, è riservato il piacere di scoprire la vita - più che le prodezze - di una delle leggende del calcio britannico, con una carriera divisa tra Celtic Glasgow e Liverpool, erede naturale di Kevin Keegan e segnato da due grandi tragedie sportive: Heysel (1985) e Hillsborough (1989). A emergere è anche la precisa descrizione del contesto (in particolare l'Inghilterra del thatcherismo), mentre l'ampio materiale di repertorio viene amalgamato in un racconto dal flusso inarrestabile. Recensione ❯
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José Luis Guerín segue per tre anni gli abitanti di un isolato quartiere di Barcellona, tra memoria, trasformazioni e vita quotidiana, con un cinema attento e poetico. Espandi ▽
Un quartiere di Barcellona che l'autostrada, la ferrovia e un fiume isolano dal resto della città: in bilico tra vocazione rurale e incombenti trasformazioni imposte dall'alto, memoria storica, identità locale ed emigrazione. Un microcosmo che riflette il mondo. José Luis Guerìn, maestro raffinato e appartato del cinema europeo (autore di Innisfree, En la ciudad de Sylvia e altri film e installazioni) segue per tre anni le vite dei suoi abitanti, con uno sguardo dove l'aderenza al reale è sempre negoziata dalla sapienza del cinema. Il rispetto per le persone e le loro storie porta a immedesimazione e commozione; e la regìa, invisibile ma ben presente, produce sequenze straordinarie come quella finale, in cui sembra di rivedere il cinema di Jean Renoir. Recensione ❯
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Ritratto lirico di una famiglia di minatori italiani a Villerupt negli anni '60, tra memoria, identità culturale e mutamenti generazionali, con musica e poesia. Espandi ▽
Il ritratto di una famiglia di minatori italiani emigrati a Villerupt, al confine tra Francia e Lussemburgo, negli anni Sessanta del secolo scorso: la lotta per conservare l'identità culturale, le nuove generazioni, i mutamenti del lavoro, le trasformazioni del nuovo millennio. Ma Temps nouveau è anche una sorprendente opera lirica, con interludi cantati e recitati, con parole di Valerio Magrelli e musiche di Carlo Crivelli. Caillat, maestro del film-essai, lavora con grande sensibilità sulla memoria ed espande i limiti del documentario, facendo dialogare forme narrative e artistiche apparentemente lontane. Recensione ❯
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Documentario sull'anno del Giubileo che racconta, con rispetto e senza sensazionalismi, le vite dei senzatetto tra fragilità, speranza e riscatto. Espandi ▽
Nell'anno del Giubileo, i protagonisti di questo film sono i senzatetto che vivono ai margini con le loro storie, non così lontane dalle nostre, mentre sullo sfondo un'umanità in cammino scorre placidamente, pronta a varcare la Porta Santa della Basilica di San Pietro. In questo dialogo di luci e ombre, di caduta e riscatto, di fragilità e speranza, la regista evita ogni sensazionalismo e rispetta la dignità di chi, in una condizione di privazione e di perdita, riconfigura il proprio quotidiano e pone indirettamente domande che ci riguardano tutti. In attesa di varcare una soglia, quella del presente, per cominciare un giorno nuovo: l'Ottavo. Recensione ❯
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Brandon Kramer racconta il rapimento di Liat Beinin Atzili e il dolore dei genitori, esplorando conflitto, giustizia e dignità nel dramma del Medio Oriente. Espandi ▽
Il film di Brandon Kramer (co-prodotto, tra gli altri, da Darren Aronofsky) getta lo scandaglio sulla crisi in Medio Oriente, raccontando la vicenda di Liat Beinin Atzili, una donna israelo-americana rapita insieme al marito durante l'attacco del 7 ottobre 2023. Attraverso lo sguardo dei genitori Yehuda e Chaya, il film racconta un dramma famigliare e lo trasforma nella lente attraverso cui provare a comprendere le ragioni di un conflitto così crudele. Premiata alla Berlinale col prestigioso Documentary Film Award, l'opera mette in luce non solo il dolore delle persone comuni ma anche le tensioni morali e politiche che si agitano sullo sfondo: la ricerca di giustizia che rischia di confondersi con la sete di vendetta, la voce delle vittime che si scontra con la retorica degli Stati e la difficoltà di lasciar emergere la dignità individuale all'interno delle logiche di potere globale. Recensione ❯
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Heinz Emigholz confronta la Fetta di Polenta e la Mole Antonelliana, trasformando l'architettura torinese in un poema visivo su spazio, percezione e memoria. Espandi ▽
Heinz Emigholz pone a confronto due straordinari edifici torinesi firmati da Alessandro Antonelli: la Casa Scaccabarozzi, detta Fetta di Polenta, e la monumentale Mole Antonelliana. A essere indagate sono tensioni primarie - pubblico e privato, interno ed esterno, cielo e terra, realtà e cinema -, mentre l'architettura diviene la protagonista assoluta. Il film cattura la tensione tra spazio e percezione, tra monumentalità e intimità, restituendo un dialogo silenzioso tra gli edifici e lo spettatore. Il risultato è un piccolo poema lirico che trasforma l'attenzione al dettaglio e alla composizione dell'inquadratura in veri e propri strumenti di contemplazione. La città e i suoi simboli diventano così il teatro di una riflessione estetica e filosofica che mette in comunicazione passato e presente, materia e immaginazione. Il cortometraggio è il primo di una serie commissionata dal Museo Nazionale del Cinema di Torino, sotto la direzione di Carlo Chatrian, in occasione del 25mo anno nella sede della Mole Antonelliana. Recensione ❯
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