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Future Film Festival su MYmovies, il cinema d'animazione e il potere dello split screen

Dall'8 al 12 dicembre una selezione di titoli tratta dalla XXI edizione della storica rassegna. ACCEDI | SCOPRI I FILM »
di Simone Emiliani

mercoledì 8 dicembre 2021 - mymovieslive

Dopo aver debuttato a Modena il 1° e 2 dicembre, prosegue da oggi al 12 dicembre a Bologna la 21° edizione del Future Film Festival. Ma non solo. Una selezione di titoli, tra lungometraggi e cortometraggi, sarà disponibile anche in streaming sulla piattaforma di MYmovies.

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Tra i film in programma attira immediatamente l’attenzione Satoshi Kon: the Illusionist, documentario firmato da Pascal-Alex Vincent che ripercorre che ripercorre la carriera di uno dei più importanti cineasti d’animazione giapponese (Tokyo Godfathers, Paprika) scomparso a 46 anni nel 2010, dall’esordio di Perfect Blue (1997) fino al progetto mai finito di The Dreaming Machine con interviste, tra gli altri, a Darren Aronofsky, Marc Caro, Mamoru Oshii e Mamoru Hosoda.

Nei lungometraggi in concorso, largo spazio al cinema d’animazione. Uno dei più premiati nei festival di tutto il mondo (tra cui quello di cinema per bambini di Chicago, Seattle e all’Havana Film Festival) c’è il brasiliano Tito and the Birds di Gabriel Bitar, André Catoto e Gustavo Steinberg che ha come protagonista un ragazzino gravemente ferito da una macchina che capisce gli uccelli costruita dal padre che, anni dopo, cerca di fronteggiare un’epidemia scoppiata in Brasile grazie a questi animali, in particolare dei piccioni di strada che hanno compreso quello che sta succedendo.

Un taglio dichiaratamente scorretto è al centro dell’estone The Old Man Movie di Mikk Mägi e Oskar Lehemaa dove tre ragazzini sono costretti a passare l’estate col nonno, il lattaio del paese dove anni prima era avvenuta la tragedia del caseificio dopo che erano esplose le mammelle di una mucca e Snotty Boy (Rotzbub) di Santiago López Jover e Marcus H. Rosenmüller basato sulla vita e le opere dell’illustratore e fumettista Manfred Deix dove il figlio di un oste di un paesino nell’entroterra austriaco negli anni ’60 deve scontrarsi con la mentalità bigotta e ultraconservatrice dei suoi abitanti. Un altro film brasiliano, premiato all’Annecy International Animated Film Festival e all’Ottawa International Animation Festival, fonde animazione e stop-motion in Bob Spit: We Do Not Like People di Cesar Cabral su un fumettista in piena crisi creativa che ‘imprigiona’ il suo personaggio, un vecchio punk in fuga da un deserto apocalittico.

La sovrapposizione di vite parallele caratterizza il taiwanese City of Lost Thing di Yee Chi-yen, lo statunitense Lamya’s Poem di Alexander Kronemer e il coreano Climbing di Kim Hye-min. Nel primo avviene l’incontro tra due ‘ribelli’ in fuga, un teenager ribelle di 16 anni e una busta di plastica di 30; nel secondo si incrociano nel tempo la storia del poeta persiano Rumi, vissuto nel 13° secolo e una bambina siriana ai giorni nostri in fuga dal suo paese, con un’animazione in 2D e 3D combinata con le forme della pittura e la graphic novel; nell’ultimo c’è la vita parallela di una scalatrice dove in una si prepara per il campionato mondiale di scalata e ha un aborto in seguito a un incidente e nell’altra è ancora incinta ma iniziano ad accaderle cose strane anche nella vita reale.

Il titolo italiano in gara è Lumina di Samuele Sestieri, al suo secondo lungometraggio dopo I racconti dell’orso co-diretto con Olmo Amato, in cui si incrociano il presente e il passato di una giovane donna in un film dove si rintracciano echi del cinema di David Lynch e di Brian De Palma nei ‘detour’ della mente. L’animazione e il documentario si incontrano a sua volta nel francese Le mont Fuji vu d’un train en marche di Pierre Hébert una meditazione del cineasta su suoi viaggi fatti in Giappone nel 2003 e nel 2018 dove si fondono danza, calligrafia e disegno su pellicola.

Infine uno dei nomi di punta del concorso lungometraggi è la cineasta ceca Michaela Pavlátová, nomination all’Oscar nel 1993 come miglior cortometraggio per Reci, reci, reci… e Orso d’oro alla Berlinale nel 1995 per il miglior corto con Repete. Il suo terzo lungometraggio, My Sunny Maad, realizzato da Deti noci e già vincitore ad Annecy International Animated Film Festival, Bucheon International Animation Film Festival e Guadalajara International Film Festival, racconta la vicenda di una ragazza ceca che sposa un afgano e va a vivere con la sua famiglia a Kabul ma non sa quello che l’aspetta.


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