In una serata all'insegna della leggerezza, senza battute affilate, provocazioni e troppi discorsi politici, Netflix ha la meglio su HBO: 10 statuette a 9. L'historical drama si afferma in tutte le categorie del blocco dedicato alle serie drammatiche. Premiati tra gli altri anche La regina degli scacchi, Hacks e Omicidio a Easttown.
di Andrea Fornasiero
Stanotte nel corso di una non troppo brillante cerimonia durata oltre 190 minuti, sono stati assegnati gli Emmy Awards più prestigiosi, quelli delle categorie maggiori per i programmi di “prima serata” (definizione che sarebbe ora di rivedere nell'era dello streaming).
Non ci sono state grandi sorprese e i favoriti hanno più o meno sbancato, su tutti The Crown, che – complice l'assenza di concorrenti forti come Succession ed Euphoria ritardati dalla pandemia – ha ottenuto tutte le sette statuette del blocco dedicato alle serie drammatiche. Questo trionfo ha permesso per la prima volta a Netflix di avere la meglio su HBO nella serata finale, la più prestigiosa, in cui ha vinto dieci premi contro i nove della rivale. HBO aveva dalla sua il rinforzo della piattaforma streaming HBO Max, che allarga i suoi contenuti in senso più mainstream e che infatti ha ottenuto tre premi con la comedy Hacks, ma non è bastato.
Ha fatto bene Apple TV+ grazie all'ottimista – ma pure un po' stucchevole – Ted Lasso, miglior comedy, mentre è andata male sia a Disney, che non ha concretizzato le nomination più cruciali di WandaVision e The Mandalorian, sia ad Amazon, che è rimasta a bocca asciutta nonostante avesse presentato la serie più importante dell'anno, La ferrovia sotterranea. Ma che il capolavoro di Barry Jenkins non avrebbe vinto nulla si era già capito dalle pochissime nomination ottenute. La colpa non è in questo caso solo dei votanti, che da sempre prediligono i titoli più popolari, né della serie, che certo è difficile ma aveva anche ottenuto strepitose e unanimi recensioni: il fallimento è probabilmente soprattutto del reparto di comunicazione di Amazon, che non ha insistito per imporre La ferrovia sotterranea all'attenzione dei votanti.
Hanno così avuto la meglio miniserie molto apprezzate anche dal pubblico ma pur sempre di qualità: Omicidio a Easttown e La regina degli scacchi – niente invece per un guilty pleasure di dubbio gusto come Undoing.
Disney+ si è accontentata di un solo premio a Hamilton, quello che davvero non poteva non vincere: Variety Special pre-registrato. Le altre candidature per questo musical filmato a teatro devono essere sembrate un po' fuori luogo e infatti non sono arrivate a nulla.
I due premi più sorprendenti della serata sono stati vinti da I May Destroy You, comedy in realtà spesso molto drammatica che ha ottenuto il riconoscimento per la sceneggiatura di Micaela Coel, e da Ewan McGregor come Miglior attore per Halston, serie stroncata da più parti dove forse la sola cosa buona era proprio la sua interpretazione. Quello a Halston è un piccolo riconoscimento anche per il prolifico Ryan Murphy, che non ha invece ottenuto nulla con la pluricandidata Pose.
La battaglia più intensa della serata è stata nella categoria miniserie, dove Omicidio a Easttown sembrava in netto vantaggio con tre premi contro la rivale La regina degli scacchi, ma ha poi finito per perdere il riconoscimento più prestigioso, quello per la Miglior Miniserie. Questa è infatti la vera innovazione dell'edizione 2021 degli Emmy: da sempre il premio più atteso della serata è quello dedicato alla miglior serie drammatica, ma quest'anno si è invece scelto di tenere per ultimo quello alla miglior miniserie. Forse perché la categoria era molto più combattuta e forse come segno dei tempi e dei cambiamenti dell'industria e del pubblico, che nel proliferare di titoli scommettono sempre di più sulle miniserie anziché sulle serie. Rimane da vedere se quest'ordine sarà confermato anche nei prossimi anni, che speriamo meno incidentati dagli slittamenti da pandemia.
La serata, presentata da Cedric the Entertainer, ha cercato di essere all'insegna della leggerezza, senza battute affilate, provocazioni e quasi senza discorsi politici, dove le parole più forti sono state quelle di Kate Winslet sulla solidarietà femminile (“questo è il decennio delle donne”) e di Micaela Coel, che ha dedicato il premio – appropriatamente visto il tema di I May Destroy You – alle vittime di abusi sessuali.
Per il resto c'è stata qualche battuta sulla pandemia, ma senza polemiche né appelli. Il più ficcante in merito è stato Seth Rogen, che ha criticato tra il serio e il faceto l'ossessione di Hollywood per le cerimonie sotto lampadari di cristallo quando invece sarebbe stato l'anno giusto per spostare la cerimonia in un luogo aperto. Come nella scorsa edizione la produzione di Schitt's Creek si era presa un locale tutto per sé, dove seguire dal Canada la cerimonia e ricevere i premi, così hanno fatto quest'anno quelli di The Crown, che da una sorta di cocktail bar di Londra si sentivano giustamente la vittoria in tasca.
E del resto è stata una cerimonia degli Emmy all'insegna delle vittorie inglesi che annoverano, oltre a The Crown, anche i premi a Kate Winslet, Micaela Coel, Ewan McGregor e naturalmente all'imbattibile John Oliver, che ha trionfato per il sesto anno consecutivo.
TUTTI I VINCITORI
Miglior serie drammatica
The Crown
Miglior Attore Protagonista in una serie drammatica
Josh O’Connor (The Crown)
Miglior Attrice Protagonista in una serie drammatica
Olivia Colman (The Crown)
Miglior Attore Non Protagonista in una serie drammatica
Tobias Menzies (The Crown)
Miglior Attrice Non Protagonista in una serie drammatica
Gillian Anderson (The Crown)
Miglior Regia di una serie drammatica
Jessica Hobbs (The Crown)
Miglior Sceneggiatura di una serie drammatica
Peter Morgan (The Crown)
Miglior serie Comedy
Ted Lasso
Miglior Attore Protagonista in una serie comedy
Jason Sudeikis (Ted Lasso)
Miglior Attrice Protagonista in una serie comedy
Jean Smart (Hacks)
Miglior Attore Non Protagonista in una serie comedy
Brett Goldstein (Ted Lasso)
Miglior Attrice Non Protagonista in una serie comedy
Hannah Waddingham (Ted Lasso)
Miglior Regia di una serie comedy
Lucia Aniello (Hacks)
Miglior Sceneggiatura di una serie comedy
Lucia Aniello, Paul W. Downs e Jen Statsky (Hacks)
Miglior Miniserie, Serie antologica o Film TV
La regina degli scacchi
Miglior Attore Protagonista in una Miniserie, Serie antologica o Film TV
Ewan McGregor (Halston)
Miglior Attrice Protagonista in una Miniserie, Serie antologica o Film TV
Kate Winslet (Omicidio a Easttown)
Miglior Attore Non Protagonista in una Miniserie, Serie antologica o Film TV
Evan Peters (Omicidio a Easttown)
Miglior Attrice Non Protagonista in una Miniserie, Serie antologica o Film TV
Julianne Nicholson (Omicidio a Easttown)
Miglior Regia di una Miniserie, Serie antologica o Film TV
Scott Frank (La regina degli scacchi)
Miglior Sceneggiatura di una Miniserie, Serie antologica o Film TV
Michaela Coel (I May Destroy You)
Variety Special (Pre-registrato)
Hamilton
Variety Special (Live)
Stephen Colbert’s Election Night 2020
Miglior Variety Sketch
Saturday Night Live
Miglior Variety Talk
Last Week Tonight With John Oliver
Miglior sceneggiatura per una serie Variety
Last Week Tonight With John Oliver