Anno | 2020 |
Genere | Musical |
Produzione | USA |
Durata | 160 minuti |
Regia di | Thomas Kail |
Attori | Jonathan Groff, Renée Elise Goldsberry, Lin-Manuel Miranda, Daveed Diggs, Anthony Ramos Emmy Raver-Lampman, Leslie Odom Jr., Chris Jackson (II), Jasmine Cephas Jones, Okieriete Onaodowan. |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | 3,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 1 luglio 2020
Il pluripremiato musical Hamilton immortalato dal vivo direttamente da Broadway. Il film ha ottenuto 2 candidature a Golden Globes, 2 candidature a Satellite Awards, ha vinto un premio ai Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, 1 candidatura a Directors Guild, ha vinto un premio ai Producers Guild,
CONSIGLIATO SÌ
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È il 1776. Alexander Hamilton, orfano e nullatenente, arriva a New York animato da un'ambizione divorante e un grande desiderio di riscatto personale. Si imbatte in Aaron Burr, orfano come lui, ma riuscito a darsi un'istruzione e a farsi strada, e Burr diventa un mentore ma anche un potenziale futuro rivale. Al contrario il gruppo di amici che Hamilton incontra - fra cui il Marchese di Lafayette e l'abolizionista John Laurens - sono affamati di libertà e affermazione quanto lui e si preparano a combattere una rivoluzione che cambierà il corso della Storia: la guerra di indipendenza dei coloni contro il Regno Unito governato da re da Giorgio III, intenzionato a tenere i ribelli sotto il tacco della corona. Alexander Hamilton diventerà uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, e incontrerà Eliza, di famiglia ricca e buon carattere, che diventerà sua moglie: ma la sua anima gemella resterà Angelica, sorella maggiore di Eliza.
Hamilton, campione di incassi a Broadway, è sceneggiato (attingendo al saggio omonimo di Ron Chernow) e interpretato da Lin-Manuela Miranda, fenomeno dello spettacolo americano che ha composto anche tutte le musiche e i testi di questo musical vincitore del premio Pulitzer per la drammaturgia, oltre che di una valanga di Tony, gli Oscar del palcoscenico yankee.
Hamilton è puro genio, a cominciare dall'intuizione di affidare quasi tutti i ruoli ad interpreti afro o latinoamericani (come lo stesso Miranda): il fatto stesso che siano "performer neri o marroni a raccontare la storia delle origini degli Stati Uniti" fa la differenza, perché getta una luce del tutto nuova su accadimenti storici piuttosto noti oltreoceano. A maggior ragione Hamilton non poteva restare confinato alle tavole del palcoscenico escludendo quelle minoranze che non possono permettersi il costo di un biglietto per lo spettacolo più richiesto di Broadway. Thomas Kail, il regista dello spettacolo teatrale (nonché regista della miniserie Fosse/Verdon), ha deciso nel 2016 di registrare le rappresentazioni del musical con il cast originale e poi trasformarlo in un'esperienza cinematografica rap e hip hop che non perde nulla dell'energia del palcoscenico. I testi dettagliano documenti storici importanti e una serie di eventi reali, ma vengono raccontati con lo slang e il ritmo della contemporaneità. Kail è attento a mantenere quel ritmo attraverso tagli di montaggio e inquadrature che alternano i soliloqui in primo piano ai balli, i duelli (che diventano duelli rap) alle scene d'amore. Le luci e le scenografie del musical originale vengono ulteriormente sotttolineati dalla regia cinematografica, e il gioco di squadra del cast, ognuno più attento a passare la palla che a mettersi al centro della scena (ivi compreso Miranda), contribuisce alla fluidità e alla velocità dell'insieme.
Anche chi non sa nulla di storia americana coglierà le dinamiche fra i personaggi, che si rifanno ad archetipi drammaturgici consolidati: Aaron Burr è un Giuda (o un Salieri), John Laurens un Mercuzio, e così via. Ognuno ha il suo momento in cui brillare all'interno dell'ensemble, ma l'azione prosegue collettiva e incalzante per raccontarci non solo la storia di un gruppo di uomini e donne, ma di una nazione che ha scelto il proprio destino. "Hamilton ricorda il significato di essere americani", afferma Kail nel breve video che precede il suo film. "Ma anche il modo in cui la storia viene ricordata, e come questo modo cambi nel corso del tempo", aggiunge il nuyorican Miranda, assai convinto che black (and brown) lives matter.
Ve l'immaginate un musical su Mazzini e Garibaldi o uno sui padri costituenti? Troppo accademica la cultura italiana, troppo intrisa di retorica, il vero male nazionale ancora oggi, la sostanziale sobrietà del discorso di Mario Draghi in parlamento qualche giorno fa è parsa davvero un'autentica eccezione. Gli americani invece sono nella loro fantastica improntitudine capaci di trasferire in un'opera [...] Vai alla recensione »