I May Destroy You - Trauma e Rinascita

Film 2020 | Drammatico +13 30 min.

Regia di Sam Miller, Michaela Coel. Una serie Da vedere 2020 con Michaela Coel, Weruche Opia, Paapa Essiedu, Stephen Wight, Marouane Zotti. Cast completo Titolo originale: I May Destroy You. Genere Drammatico - Gran Bretagna, USA, 2020, Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 4,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 12 settembre 2022

Una miniserie schietta e provocatoria sul controverso tema del consenso sessuale. La serie ha ottenuto 2 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, ha vinto 2 Spirit Awards, 1 candidatura a CDG Awards, 1 candidatura a Producers Guild, 4 candidature a Bafta TV Award,

Consigliato assolutamente sì!
4,00/5
MYMOVIES 5,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Critica
Cinema
Trailer
Un puzzle frenetico, dinamico, trasversale: una serie unica nel suo genere.
Recensione di Gabriele Prosperi
giovedì 22 settembre 2022
Recensione di Gabriele Prosperi
giovedì 22 settembre 2022

Arabella Essiedu (Michaela Coel) è una giovane scrittrice che, grazie alla sua popolarità sui social, ha sfondato nel mondo dell'editoria con un best seller che racconta la propria generazione. Arabella è ormai un'icona, vive a Londra circondata dagli amici: Terry (Weruche Opia), un'aspirante attrice, e Kwame (Papa Essiedu), un istruttore di fitness. Spensierata, sicura di sé, la giovane influencer è pronta per scrivere il suo secondo romanzo, molto atteso dalla casa editrice e dai suoi follower, ma qualcosa arresta la sua creatività. Tra pezzi di memoria persi e sensazioni dolorose, Arabella dovrà ricostruire, attraverso un complesso viaggio dentro di sé, il trauma subito durante una serata tra amici: quello dello stupro.

Possiamo certamente affermare che la serie di Michaela Coel (Chewing Gum, Black Earth Rising) è unica nel suo genere e tra le migliori prodotte nel 2020.

Interpretata e diretta dalla sceneggiatrice britannica, la serie arriva in Italia con eccessivo ritardo, rievocando involontariamente la sensazione di qualcosa che viene lasciato indietro, che viene perso e che è difficile recuperare, come avviene nel racconto.

Il primo episodio di I May Destroy You contiene tutti gli elementi necessari a decifrare il complesso lavoro svolto da Coel, la quale indaga qui le conseguenze di un trauma - prendendo spunto da un evento realmente subito durante la lavorazione della sua serie Chewing Gum (2015-2017). Partendo da un contesto narrativo caratterizzato da una forte tensione - personale, professionale - tutte le difficoltà quotidiane, che potremmo definire comuni, concettualmente "accessibili", di una giovane millennial vengono meno e trovano nel trauma, in maniera sconcertante, un elemento di continuità con il passato.

Arabella è giovane, talentuosa, una ragazza che viene catapultata nel successo per via delle sue doti comunicative - una ragazza di oggi, che attraverso i nuovi mezzi a disposizione (nel suo caso Twitter) trova una strada, certamente complicata, precaria, ma vincente. È costantemente ricercata dalla sua casa editrice, che le ha dato un ampio anticipo per la realizzazione del suo secondo libro, e contemporaneamente vive la precarietà e la complessità dei rapporti d'amore e di amicizia che il mondo globalizzato, iperconnesso, comporta. Ha una storia d'amore oltremanica - con il giovane Biagio (interpretato dall'italiano e bravissimo Marouane Zotti) - anch'essa complicata per via della distanza tra Londra e Ostia.

Tutti questi elementi vanno a comporre un puzzle frenetico, dinamico, trasversale, ma il tono di questa narrazione subisce violentemente e inaspettatamente un cambio di rotta alla fine del primo episodio. Il trauma subito dalla protagonista è un trauma anche narrativo, esperienziale per chi sta guardando; gli undici episodi successivi si trasformano in un'indagine che è sia personale - Arabella, con difficoltà, dovrà ricostruire quanto avvenuto in quella serata - ma anche sociale, condivisa.

I cambi di registro, infatti, da questo momento in poi, sono costanti e riguarderanno non solo l'evento in sé, lo stupro subito, la violenza, ma anche il concetto di prevaricazione e quello di consenso, esteso a più frangenti della nostra vita. Tutti i personaggi, in maniera corale ma mantenendo centrale il soggetto principale, compiono azioni che mineranno la loro credibilità, la loro identità pubblica. Lo stupro, il trauma, diventa così uno strumento per indagare ogni tipo di relazione - sentimentale, professionale, di amicizia - rendendo ognuno, in situazioni che si intrecciano perfettamente senza mai snaturare la narrazione, sia carnefice che vittima.

La serie è inoltre caratterizzata da uno stile estremamente eterogeneo, formalmente metanarrativo, ambiguo, capace di sovvertire le aspettative dello spettatore. È così che la serie provocatoria di Coel diventa unica e nuova, nella misura in cui ripropone il corpo al centro della visione, in maniera pasoliniana - viene da chiedersi se Ostia, città da cui proviene il giovane Biagio, non sia volutamente un riferimento al nostro poeta.

Malgrado la centralità del personaggio di Arabella, infatti, reale protagonista della serie è il corpo: deturpato, ferito e soprattutto esposto. Coel sfida ciò che gli altri si aspettano che il "tuo" corpo sia: ciò che significhi essere donna, nera, una scrittrice, una influencer, una millennial. I May Destroy You diventa quindi un'analisi del nostro processo di definizione identitaria, che ci accomuna in modalità contrastiva attraverso le leve di potere, che oggi si configurano come molestia, body shaming, gogna mediatica, stalking, bullismo: traumi che si intrecciano, dentro e fuori, continuamente nella nostra personale identificazione e che definiscono, perciò, come ci rapportiamo con gli altri.

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